venerdì 29 maggio 2015

Il Museo Ebraico di Roma

di Valentina Marelli


Per chi come me ha sviluppato un inarrestabile interesse per il mondo e la cultura Ebraica c’è un posto a Roma che merita sicuramente una visita; è il museo Ebraico ospitato nel complesso monumentale  del Tempio Maggiore.

Il Museo è aperto dal 1960 per ospitare le raccolte della comunità Ebraica di Roma: Argenti romani del sei e settecento, tessuti preziosi provenienti da ogni parte d’Europa, pergamene miniate, marmi scampati alla distruzione delle Cinque Scole del ghetto. Nel 2005 il museo ha riaperto dopo lavoro di rinnovamento: circa 700 mq di sale espositive completamente nuove, con un percorso didattico studiato per offrire risalto ai magnifici oggetti d’arte e ai preziosi documenti, che raccontano la storia bi millenaria degli ebrei di Roma, le relazioni tra gli ebrei di altre città, le feste dell’anno e quelle della vita.

Un punto di riferimento unico per scoprire le tradizioni, la religione e la storia degli ebrei romani, appartenenti a una comunità fra le più antiche al mondo.

Un luogo d’incontro, di cultura, di dialogo e di amore per il bello.

Vi segnalo il link su cui trovare tutte le informazioni necessarie per la visita:

http://lnx.museoebraico.roma.it/w/ 


Riprendono i lavori Capitolari del Lux Etruriae.


Il 27 maggio il Capitolo Lux Etruriae n. 3 Oriente di Livorno con alla presenza del Deputy della Toscana Compagno  Alessandro Giuliani , del Compagno Walter Faggi Gran Tesoriere, e  con una speciale dispensa del Sommo Sacerdote Compagno Tiziano Busca veniva consentita la riapertura e la ripresa dell’attività del Rito Di York nella città di Livorno. La tornata Capitolare ha visto il conferimento del grado di Maestro dell'Arco Reale a tre compagni Eccellentissimi Maestri (Most Excellent Master) e il risveglio, che sicuramente farà piacere a tutta la comunione dei Maestri dell'Arco Reale del Comp. Casorio. Erano presenti anche L’illustrissimo Gran Maestro della Massoneria Criptica in Italia Mario Pieraccioli e il Gran Vicario della Gran Commenda dei Cavalieri Templari in Italia Lamberto Brocchi.

La serata si è svolta con vera ritualità e Amore di tutti.


mercoledì 27 maggio 2015

L'avventura filosofica del Capitolo De Lantaarn

Il logo del Capitolo De Lantaarn

Tutto nacque per caso, come tutte le cose importanti. In principio fu la voglia di fare, di studiare, e di condividere i propri studi. Furono due filosofi e un matematico ad agitarsi. Era il 2011. I filosofi, Mauro Cascio e Antonio Cecere, erano già impegnati in una importante attività editoriale e nell’organizzazione di eventi culturali (avevano appena vinto insieme il Premio Nazionale di Filosofia e fatto iniziative filosofiche con Gianni Vattimo). Il matematico, Marco Rocchi, ha sempre protestato contro questa etichetta. Ha una laurea in filosofia pure lui, e soprattutto all’Università insegna altro, in fondo. Statistica medica. Ma ha a che fare coi numeri e questo basta. Che fai? Ti metti a litigare con le etichette? Con loro c’è anche Andrea Ghiaroni. Ma è fondamentale l’incontro con Tiziano Busca. C’era l’anima. Mancava il corpo. «Un capitolo di studio all’interno del Rito di York». L’idea venne a tavola. A Pesaro.

La richiesta ufficiale di costituzione, tenuta a battesimo da Tiziano Busca e Emilio Attinà


Al gruppo si aggiunge Ferdinando Marchiani, un punto di riferimento per tutti. Massimo Agostini, un altro big. E Giordano Bruno Galli. Busca ed Emilio Attinà sono membri onorari. L’idea è quella di studiare come nella Massoneria in generale e nel Rito di York si siano sedimentate le correnti filosofiche più importanti dell’Occidente. Il piano era quello di sviluppare il contenuto di «Filosofia massonica», il testo uscito l’anno prima per Bastogi con l’introduzione di Alessandro Cecchi Paone. Nasce ufficialmente il Capitolo De Lantaarn. Il primo Gran Sacerdote è Mauro Cascio.

Gennaro Natale consegna la dispensa

Il Capitolo si mette subito a lavoro. Una rassegna nazionale con una decina di ospiti del mondo delle università per parlare di simbolismo, tradizione occidentale, scienza e fede (tra gli altri Giancarlo Rinaldi, Claudio Saporetti). Un convegno internazionale all’Università di Oxford (per presentare un inedito di Robin Collingwood su estetica e filosofia della religione). Quasi tutto viene registrato e reso disponibile a un pubblico più esteso da Radio Radicale.

Tiziano Busca con Mauro Cascio e il filosofo Massimo Iiritano a Oxford

«La Massoneria. Una simbologia in movimento» inaugura la collana De Lantaarn della Tipheret. Seguiranno «Un Dio che riposa tra i fenomeni del mondo» di Mauro Cascio (con uno scritto inedito del Premio Strega Antonio Pennacchi), con una proposta di riforma del Marchio, «Massoneria e Orgonomia. I centri di consapevolezza nell’ordine e nel segno nei gradi simbolici e nell’Arco Reale» di Cristiano Turriziani e «Rinato nella Pietra» di Marco Rocchi.

Il titolo di esordio della collana

«La massoneria è un po' una storia d'amore. È l'amore per una conoscenza che desideri e che non hai. Noi la cerchiamo in lei perché, nei secoli, nei suoi simboli si è depositata la saggezza dell'umanità. Il neoplatonismo, l'ermetismo, la Qabalah e la tradizione ebraica, la gnosticismo. La Massoneria è fatta di simboli. Vive perché si muove. La complessa ritualità, articolata tipicamente in tre gradi, e completata nel cosiddetto Arco Reale, non è altro che una simbologia in movimento. Svolgere un rituale vuole corteggiare la massoneria, fare sì che i simboli si innamorino di noi, e li amiamo, li scaldiamo, li nominiamo, li invitiamo apposta per averli, per possederli, per farli nostri una volta e per tutte. Per adattarci il nostro significato, la nostra idea del mondo. Perché a questo serve il metodo massonico: non darci una verità precostituita, fatta una volta per tutte, dogmatica. Ma stimolarci continuamente a metterci in gioco, ad essere filosofi per davvero. Essere seduttori. Diventare tutti dei don Giovanni».

Michele Polini con Mauro Cascio e l'ex GM Gustavo Raffi, attualmente Sommo Sacerdote onorario del Rito di York

2015. Michele Polini è il nuovo Gran Sacerdote del Capitolo. E una grande novità editoriale è all’orizzonte «Storia e metastoria del Rito di York» di Tiziano Busca, il primo titolo in Italia che illustrerà  simbolismo, natura e scopi del Rito massonico più numeroso al mondo.

Tiziano Busca


martedì 26 maggio 2015

La Sacra Sindone. Il lenzuolo di lino più controverso della storia

di Valentina Marelli



Dal 19 aprile al 24 giugno di quest’anno sarà possibile vedere con i propri occhi, dopo ore interminabili e code e previa prenotazione, uno dei lenzuoli più controversi della storia, quella che viene chiamata La Sindone di Torino, nota anche come Sacra o Santa Sindone. Tale pubblica visione di questa sacra reliquia è detta “Ostensione” e negli ultimi anni si sta verificando con una cadenza di tre anni, ma c’è stato un buco temporale di dieci anni dal 2000 al 2010. A parte queste occasioni il lenzuolo è piegato ed è contenuto in una teca custodita all’interno del Duomo di Torino. 

La Sindone di Torino è un lenzuolo di lino sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella passione e crocifissione di Gesù. La tradizione cristiana identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro. Nel 1988, l'esame del carbonio 14, eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all'inizio della storia della Sindone certamente documentata. Ma poco corrispondente al periodo in cui secondo la tradizione Cristiana avvenne al Crocifissione. La sua autenticità continua a essere oggetto di fortissime controversie.

Autentica o meno la Sindone è uno di quegli oggetti che fa parlare di sé da molto tempo e continuerà a farlo perché rappresenta uno dei più grandi misteri che attraversano fede e storia. Su questo sudario che ci crediate o no si intrecciano secoli di prove e congetture che legano insieme la Chiesa cattolica e quella che fu chiamata l’eresia Templare con una buona dose di contraddizioni. Per i cristiani la Sindone è il sudario che avvolse il corpo di Cristo deposto dalla croce, rappresenta quindi la maggiore tra le reliquie, c’è da chiedersi come mai non si trovi in Vaticano ad esempio, c’è altresì  da chiedersi come mai l’immagine di Cristo sia così simile a quella a cui siamo abituati di un uomo dai capelli lunghi e con la barba, iconografia nata in tempi relativamente recenti, che vede il Cristo trasformarsi prima in Apollo e successivamente in Zeus per poi assumere le sembianze attuali. Pare che in realtà le sembianze di un uomo nato e vissuto in Palestina in quei tempi fossero molto diverse.

Accanto alla più famosa tradizione cristiana esiste una meno battuta, ma molto affascinante pista che potremmo definire la Pista Templare che vede la Sindone in primo luogo come una reliquia templare, perché in possesso di un Cavaliere Templare, ed in secondo luogo una reliquia templare perché elemento di venerazione dei Cavalieri del Tempio.

La prima notizia riferita con certezza alla Sindone che oggi si trova a Torino risale al 1353: il 20 giugno il cavaliere templare Goffredo (Geoffroy) di Charny, che ha fatto costruire una chiesa nella cittadina di Lirey dove risiede, dona alla collegiata della stessa chiesa un lenzuolo che dichiara essere la Sindone che avvolse il corpo di Gesù. Egli non spiega però come ne sia venuto in possesso. Dietro questa notizia abbastanza documentata si cela l’ipotesi che invece si trattasse del sudario di un altro personaggio storico ovvero dell’ultimo Gran Maestro dell’Ordine del Tempio Jacques de Molay, e a rischio di essere etichettati come eretici in effetti i due volti si assomigliano ed era in uso nei templari portare la barba e non solo, se vogliamo dare per esatta l’esame del carbonio 14 il periodo sarebbe già più compatibile con questo secondo personaggio.

Dato che la Sindone per tradizione è custodita piegata, c’è una tesi che sostiene all’interno della pista templare che i Cavalieri la venerassero, più precisamente che ne venerassero il volto, e che quindi la tenessero piegata in modo da mostrare solo quello, molti identificano quello come il leggendario Bafometto idolo dei Templari. 

In fine per dovere di cronaca c’è la pista che ritiene che la Sindone sia una sorta di falso ovvero un dipinto, creato ad immagine del sudario di Cristo. Indipendentemente dalla pista che si sposa poter vedere la Sindone è una esperienza unica della vita, come lo sono le attese cariche di fede e speranza dei pellegrini ed i sorrisi benevoli ed affettuosi dei Volontari della Sindone che accudiscono i pellegrini nelle lunghe soste. 

Si è conclusa la Grande Assemblea del Rito di York rumeno




Si è tenuta, nei giorni di giovedì, venerdì e sabato scorsi, a Bucarest, la Grande Assemblea del Rito di York rumeno. Al Gran Phoenicia Hotel, un folto novero di delegati del Gran Capitolo Generale e di molti Gran Capitoli d’Europa e ha preso parte ai Lavori culminati, il sabato mattina, nella conferenza aperta al pubblico “La Filosofia Massonica del Rito di York” in occasione della quale, il Sommo Sacerdote del Gran Capitolo rumeno, Gabriel Gherasim ed il Gran Maestro del Gran Concilio, Gheorghe Vilceanu hanno vividamente illustrato, ai numerosi intervenuti, le principali questioni simboliche e filosofiche del Rito. Vivaci apprezzamenti hanno accolto i brevi interventi del Comp. Francesco Bernabucci (presente in rappresentanza del Gran Capitolo italiano) e del Comp. Luis Trinidade Santos (presente in rappresentanza del Gran Capitolo portoghese). La calda accoglienza riservata alla delegazione del Gran Capitolo d’Italia (formata anche dai Compagni Marco Mucci e Jenner Corradetti, Gran Sacerdote del Capitolo Marca Fermana) lascia l’auspicio che ci si possa ritrovare prossimamente, con sentimenti di fratellanza ulteriormente consolidati da una condivisione di progetti per il bene del nostro Rito.


Tutti pazzi per i messicani

di Michele Polini(*)



Tre giorni intensi vissuti insieme a tanti Compagni, venuti a Rimini da varie parti del mondo e d'Italia per il 51° Gran Capitolo del Rito di York. In questa occasione ho avuto l'opportunità di conoscere trai i tanti Compagni presenti, i Compagni provenienti dal Messico e con loro abbiamo condiviso lo spirito profondo e vero della fratellanza Universale. Lo spirito ed il calore umano dei Fratelli Messicani, è stato vissuto da tutti i Compagni presenti al Gran Capitolo con grande emozione e partecipazione, dimostrando ancora una volta come la nostra Fratellanza e la nostra appartenenza quali Compagni del Rito di York, sia veramente universale e riesca sempre a creare un canale preferenziale per i rapporti umani e fraterni. I Fratelli Compagni Messicani hanno partecipato a tutti i lavori che si sono svolti a Rimini nel corso del Gran Capitolo, nel corso dei quali hanno portato i loro saluti e portato parole cariche di profonda emozione, insieme a tanti doni per il Gran Sacerdote Fr. Compagno Tiziano Busca, per tutti i dignitari ed i rappresentanti delle delegazioni estere presenti.  Ci hanno trasmesso con le loro parole, il loro profondo convincimento nei veri principi e valori della Massoneria e del Rito di York, fondati sul rispetto dell'uomo e della vera fratellanza.

Durante la cena di gala ci hanno raccontato del loro progetto di solidarietà sociale ed umanitaria, attuato attraverso la "Fundacion Aliviando el Corazon del Mundo", che opera offrendo assistenza medica, sanitaria, psicologica, didattica e sociale alla popolazione bisognosa, agli indigenti, alle persone disagiate ed ai diversamente abili; tutta l'attività viene svolta e portata avanti attraverso il volontariato e secondo i principi fondamentali della Massoneria del Rio di York. La profonda lezione di umanità e fratellanza ha riempito di emozione i cuori di tutti i presenti ed ha sancito ancora una volta il legame di fratellanza ed umanità che la Massoneria ed i Fratelli sono capaci di esprimere superando i limiti di spazio e di tempo, riconoscendosi Fratelli a prescindere dal luogo in cui si vive.

* Gran Sacerdote del Capitolo De Lantaarn

lunedì 25 maggio 2015

Cine e compasso: i Fratelli Lumière e la Massoneria

di Marco Rocchi



Auguste Lumière, inventore del cinematografo insieme al fratello Louis, era Massone, così come lo era stato il padre Antoine (pittore e fotografo) prima di lui. In questi link, in francese, viene ricostruito l'ambiente Massonico (Logge e personaggi) a contatto del quale vissero i membri della famiglia Lumière, insieme alle informazioni sulla loro personale vicenda Massonica:

http://www.autochromes.culture.fr/index.php?id=58&L=0

http://www.autochromes.culture.fr/index.php?id=331&L=0

http://www.autochromes.culture.fr/index.php?id=330&L=0

L’antisemitismo come malattia dell’anima. Considerazioni cabalistiche



Nonostante i popoli semiti annoverino anche gli arabi tra di loro, il termine “antisemitismo” è specifico per indicare ogni forma di odio, pregiudizio, discriminazione o persecuzione contro il popolo ebraico. Ci sono innumerevoli studi e ricerche su questo fenomeno, dal punto di vista religioso, sociologico, etico, filosofico, storico e psicologico, ecc. Qui vorremmo portare una sola di quelle opinioni, che le riassume magistralmente tutte. È della penna dello scrittore tedesco Hermann Hesse, la cui creatività e spiritualità hanno toccano molti di noi, lungo il nostro cammino di crescita interiore:

«L'uomo primitivo odia ciò di cui ha paura, e in alcuni strati della sua anima anche l'uomo colto è primitivo. Anche l'odio dei popoli e delle razze contro altri popoli e razze non si basa sulla superiorità e sulla forza, ma sull'insicurezza e sulla paura. L'odio contro gli ebrei è un complesso di inferiorità mascherato: rispetto al popolo molto vecchio e saggio degli ebrei, certi strati meno saggi di un'altra razza sentono un'invidia che nasce dalla concorrenza e un'inferiorità umiliante. Più fortemente e più violentemente questa brutta sensazione si manifesta nella veste della superiorità, più è certo che dietro si nascondono paura e debolezza»  (1958).

L’antisemitismo può avere un’origine religiosa (cristiana o mussulmana), laica, culturale, ideologica o del tutto rozza e semplicistica. Esso esiste perfino là dove non ci sono ebrei. È presente anche tra gli stessi ebrei. Sia in tempi passati che oggi ci sono personalità di spicco nel mondo della cultura, in Israele e nel mondo, nate e cresciute ebree, la cui intera opera è pregna di evidente odio e disprezzo verso gli ebrei e gli israeliani. Sono i cosiddetti: “self-hating Jews”. Nadav Crivelli, il più grande cabalista in Italia, ha scritto una lunga e articolata riflessione sull’antisemitismo come malattia dell’anima, con interessanti considerazioni cabalistiche. Ve lo proponiamo.

Leggi qui

Le religioni del Libro: le cose che ci uniscono



Ebrei-Cristiani-Musulmani. Le cose che ci uniscono" è il titolo del convegno organizzato dal Collegio Liguris del Rito Simbolico Italiano per il 30 maggio a Savona con l'intervento di tre esponenti delle tre principali religioni monoteiste. La sede della Provincia (Sala Mostre) ospiterà l'incontro che avrà inizio alle ore 15. Dopo la presentazione del presidente del Liguris, Tarcisio Tallu, e l'introduzione dello psicologo delle religioni Domenico Devoti, porteranno contributi: Felice Israel, docente di filologia semitica; Gian Piero Bof, canonico diocesano; Shaykh 'Abd al-Wahid Pallavicini, presidente del CoReIs (comunità religiosa islamica) Italiana. Modera l'incontro Auro Capone, chiude i lavori Giovanni Cecconi, presidente del Rito Simbolico Italiano. .

venerdì 22 maggio 2015

Ars Gratia Artis. Albergo Grande Oriente

di Davide Riboli

Nel centro di Londra, a pochi passi dalla Liverpool Street Station, si trova un grande albergo che si chiama "Andaz Liverpool Street Hotel". Se però vi foste trovati a passeggiare per quella stessa strada nel 1884, quel grande albergo, con la sua facciata realizzata nel tradizionale mattonato rosso, vi si sarebbe presentato col nome di "Great Eastern Hotel" che in italiano sarebbe "Albergo Grande Oriente".



Costruito coi fondi della Great Eastern Railway Company, l'albergo fu progettato da Charles ed Edward Barry, figli di quello stesso Charles Barry che, nel 1840, ricostruì il Palazzo di Westminster dopo l'incendio del 1834. Quello che rende il Great Eastern un albergo davvero particolare è che al suo interno si celavano ben due templi massonici: il primo situato nel seminterrato, il secondo, più grande, al primo piano.



A quanto risulta, la Loggia Caledonia 134 si riunì regolarmente nei templi del Great Eastern per quasi trent'anni, dal 1920 al 1947. Purtroppo, a partire dal 1950, l'albergo andò incontro a progressiva decadenza e pareva quasi destinato all'abbattimento quando fu rilevato da sir Terence Conran che decise invece di restaurarlo. Durante i lavori di recupero, ben celato dietro un pannello di mogano, fu trovato l'ingresso al tempio più grande e poco dopo anche a quello del seminterrato.

Gli ambienti erano ben conservati e, per fortuna, Sir Conran decise di conservare questo straordinario patrimonio massonico. E fece certamente bene: il valore dei soli marmi dei pavimenti insieme a quello degli arredi e delle ebanisterie in mogano si stima oggi sopra i quattro milioni di sterline.



Oggi il tempio è liberamente visitabile anche dai profani, sebbene non vi si acceda più attraverso passaggi segreti celati da pannelli scorrevoli e può essere affittato per convegni o attività particolari. Lady Gaga vi ha voluto ambientare un servizio fotografico e da aprile a giugno ospiterà un cineforum che prevede, tra l'altro, la proiezione di Rosemary's Baby e Eyes Wide Shut.


Un'ultima curiosità: Bram Stoker [scrittore affiliato alla Golden Dawn, alla Societas Rosicruciana in Anglia, iniziato alla Massoneria in una loggia di Dublino e successivamente elevato al 33esimo grado di Rito Scozzese] scelse proprio il Great Eastern come albergo in cui far soggiornare Van Helsing durante la sua prima visita a Londra, a caccia di Dracula.



La Madonna Nera di Oropa

di Valentina Marelli



Abituati ad andare alla ricerca di luoghi interessanti sempre lontano da noi e fuori dall’Italia, spesso non ci accorgiamo che anche l’Italia ha i suoi tesori. Forse non sono ancora “Luoghi Leggendari” ma hanno sicuramente tutte le carte in regola per poter essere menzionati in questa rubrica e servire da spunto per riflessioni e studi più approfonditi. Vi assicuro che a me che piace viaggiare una delle cose che apprezzo di più è ricevere sorprese inaspettate, mai avrei pensato di trovare una Madonna Nera in Piemonte, in uno poi di quei luoghi maggiormente conosciuti per essere meta di pellegrinaggi sin dall’antichità. Ma il Santuario di Oropa riserva particolari molto interessanti.

Il santuario di Oropa è un santuario mariano - dedicato alla Madonna Nera - situato una dozzina di chilometri a nord della città di Biella, a circa 1.159 metri di altitudine, in un anfiteatro naturale di montagne che circondano la sottostante città e fanno parte delle Prealpi biellesi. Il santuario comprende oltre ad un Sacro monte (il Sacro Monte di Oropa), la chiesa originaria sorta sulla base di un antico sacello ed il santuario attuale vero e proprio dotato di diverse strutture destinate all'ospitalità di fedeli e turisti. Si suppone che la prima costruzione di una chiesa avvenuta al tempo degli eremiti d’Oropa nel XIII secolo, fu costruita davanti al Sacello allargandone la facciata e conservandone la porta d’ingresso. Dal santuario è possibile raggiungere il rifugio Savoia (quota 1900 m circa) e da qui, in pochi minuti, il Lago del Mucrone sul monte omonimo. Una cabinovia fino al 2012 arrivava alla cima del monte Camino, a circa 2.400 metri di altitudine.

Come parte del sistema dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, il Sacro Monte di Oropa è stato dichiarato nel 2003 patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Cuore di questo Sacello è la statua della Madonna Nera in posizione eretta che sta avanzando mettendo in avanti il piede sinistro e sollevando quello destro; a ben guardarla questa statua ha degli aspetti abbastanza peculiari, vediamoli:


La statua come si evince facilmente dalla foto ha un ventre abbastanza pronunciato quasi come se fosse incinta, reca in mano un frutto che da sempre la cultura cattolica ha associato al peccato originale la Mela: lo stesso frutto di cui si servì Isacco Newton per spiegare la gravità, lo stesso frutto che Dan Brown cita nel Bestseller “Il Codice da Vinci”, il frutto che definisce: “con inseminato ventre”. È un simbolo molto semplice ma allo stesso modo estremamente potente la domanda è quasi ovvia: che ci fa una mela in mano ad una Madonna Nera? Ma di contro io mi domando e se non fosse una Madonna ma Maria Maddalena con i simboli della discendenza di Cristo? Curioso anche che il bambino regga in mano una docile Colomba simbolo della Sofia, della Conoscenza; una colomba in atteggiamento docile quasi a voler dire che la Conoscenza è stata addomesticata e che ha deciso di fermarsi in questo luogo.  Anche gli affreschi del sacello sono molto interessanti una Donna, che è la stessa  della statua viene incoronata dal Cristo alla presenza di un gruppo di uomini tra cui San Giacomo che si contraddistingue dalla Conchiglia che porta sulle vesti,



Volendo fantasticare un po’ si potrebbe dire che la scena rappresenta la consacrazione della Maddalena come erede degli insegnamenti di Cristo. Ma se tutto questo non dovesse bastare ecco appena fuori sotto il portico un’altra immagine molto significativa


La nostra Madonna Nera sul cui capo svetta una Tiara che rappresenta i triplici poteri del Pontefice tra cui essere il Vicario di Cristo sulla terra.

Grande Assemblea. L’efficace lavoro di Nicola Zanetti

Nicola Zanetti, a destra, con Michele Polini

Il segreto del successo della 51.ma Grande Assemblea dei Rito di York è anche nel lavoro della Gran Segreteria, chi conosce Almerindo Duranti sa quanto riesce ad essere una vera macchina da guerra. Quest’anno con un’arma in più, quella del Gran Segretario Aggiunto per l’estero, Nicola Zanetti. Un grande lavoro dietro le quinte, il suo.  Ci sono state in tutto 24 presenze, dal Sud America all’Australia, dall’Europa all’Africa. Ma hanno inviato i loro saluti anche i Compagni di: California, Delaware, Idaho, Illinois, New Jersey, Ohio, Texas, Utah, Virginia, Washington, Alberta, Newfoundland&Labrador, New Brunswick, Saskatchewan,  New South Wales & Australian, Victoria, Cipro, Finlandia (nonostante sia del Holy Royal), Grecia, Monaco. Per quanto riguarda i rappresentanti per l’Italia, 11 Paesi hanno già nominato il loro rappresentante, 5 lo nomineranno a breve, mentre 15 devono dare risposta alla Gran Segreteria sui tempi per la loro nomina.
«Un grande risultato. E l’anno prossimo è mia intenzione raddoppiare le delegazioni estere. Da questa esperienza, che il nostro Sommo Sacerdote Tiziano mi ha permesso di vivere e che spero con umiltà sia servita al nostro rito per rafforzare la sua immagine internazionale, oltre a rapporti istituzionali sono nate affinità con Compagnon che il tempo potrà solo aumentare».

giovedì 21 maggio 2015

Grande Assemblea. Emilio Attinà regala un defibrillatore ai fratelli messicani

Emilio Attinà con Michele Polini, il nuovo Gran Sacerdote del Capitolo De Lantaarn

Durante la cena di Gala della Grande Assemblea, alla presenza del Sommo Sacerdote comp. Tiziano Busca, ai fratelli Messicani che hanno illustrato lo stato di povertà in cui vivono le popolazioni Messicane,  il Cav. Emilio Attinà Right Eminent  Department Commander – Europe -  ho donato, a nome del Gran Accampamento Internazionale dei Cavalieri Templari Dipartimento Europa e dell’intero Rito di York, un defibrillatore per interventi di primo soccorso. Il dono è stato molto apprezzato e i Compagni Messicani, con commozione, rivolgendosi  al Cav. Emilio Attinà hanno ringraziato e sottolineato il lavoro che la fratellanza tutta ma il Rito di York e i Cavalieri Templari in particolare fanno nel mondo e lo spirito di altruismo e solidarietà che hanno potuto constatare in Europa.

Grande Assemblea. Gli omaggi al Sommo

Günter G. Steurer

Il dono dei Compagni del Capitolo Federico II al Sommo Sacerdote Tiziano Busca non è stato l’unico. Günter G. Steurer, Grand Secretary dell’Austria ha regalato un calice di birra.  Si è data da fare la delegazione messicana – Carlos Alberto Pérez Vélez Olvera (Grand King), Pedro Alejandro Villanueva Escabi (Grand Scribe - Deputy for Foreign Relations - Grand Cancellor de la Gran Logia del Estado ‘Andrés Quintana Roo’), Jaime Pérez Vélez Olvera (PGHP - Grand Secretary), Manuel Medina Bravo (Grand Conceller- Past Grand Master de la Gran Logia Michoacana ‘Lazaro Càrdenas’): hanno fatto omaggio a Busca, Pieraccioli e Pascale di monete, piatti aztechi e decorazioni.  Michele Trancossi Reggente del Capitolo Pitagora 14 oriente di Parma ha consegnato un prestigioso libro di arte russa proveniente da Taganrog. Infine Mirjan Poljak, Grand High Priest della Slovenia ha voluto regalare una meravigliosa incisione.


Una grande dimostrazione di affetto che evidentemente va oltre il freddo momento informale. Ora l'appuntamento è per l'anno prossimo.

Michele Trancossi

Mirjan Poljak

mercoledì 20 maggio 2015

L'Intervento del Sommo Sacerdote Tiziano Busca alla 51ma Assemblea del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale in Italia - Rito di York



Carissimi Compagni,
lo svolgimento di questa Grande Assemblea contiene in sé molte ragioni di riflessione perché avviene in un periodo estremamente particolare. Un periodo di grande incertezza sociale, di grandi dubbi, di forte mobilità dei popoli, di grandi rivendicazioni sociali ed economiche. Una complessità a cui nessuno, nemmeno il mondo iniziatico e massonico, può sottrarsi alla esigenza comune di trovare e suggerire percorsi in cui i valori di libertà eguaglianza e fraternità siano i cardini di un nuovo assetto, anche istituzionale, in cui la sintesi non può essere delegata al mercato e ancor meno al mondo della finanza. La giovane Europa dei popoli e dell’umanesimo non coglie la sfida di aprire il patrimonio che conserva nella tradizione millenaria alla domanda di milioni di uomini che chiedono da altri continenti di poter trovare nelle nostre terre ciò che non hanno nei loro paesi. Libertà! Libertà dal bisogno, libertà di futuro, liberta di espressione sociale e religiosa.
Noi siamo Maestro dell’Arco Reale e, come dice il nostro rituale, abbiamo abbandonato gli strumenti del lavoro materiale per passare al lavoro spirituale. Il lavoro spirituale significa essere presenti all’interno del Corpo Rituale, della Comunione, ma essere presenti anche all’interno del corpo sociale di cui siamo elementi e soggetti attivi, forza propulsiva, se possiamo e sappiamo testimoniare il valore della nostra Sapienza, il valore del nostro profumo. Un Maestro è Maestro perché dice, un Maestro è Maestro perché parla. Un Maestro non deve preoccuparsi di chi capisce ciò che dice, perché come diceva Giordano Bruno: «...la verità è, ed è quella». Non è una verità perché fa parte di una parte di una maggioranza. La verità è verità e io credo che noi dobbiamo partire da questo punto per raccogliere il senso del nostro viaggio.
Che cos’è questo Corpo Rituale? Che cosa ci hanno raccontato? Che cosa abbiamo capito? Che cosa siamo in grado di dire? Cosa siamo capaci di fare? Forse per qualcuno è stata una scuola di apprendisti capaci solo alla esaltazione del proprio Ego. Per altri può essere stato uno spazio dove raccontare se stesso. Per molti, per fortuna, è stata una Scuola Iniziatica che ci ha permesso di traghettare tante situazioni difficili e far crescere la coscienza del nostro Corpo Rituale al punto di acquisire consapevolezze che debbono portarci a far germinare questa trasformazione che diviene necessaria per i tempi e per il rispetto di quello che è la natura del Rito di York.
Io sento in giro, da parte di qualcuno, che qualche volta sono definito rivoluzionario, poco attento a quello che è il valore della tradizione. Peccato che lo dicano coloro che la tradizione non l’hanno mai rispettata. Perché a me farebbe piacere sapere da questi critici, da questi Compagni, qual è la tradizione che io dovrei rispettare. Perché io ho una tradizione. Io sono un grande conservatore. La tradizione che io rispetto è quella del rituale. Ebbene: è tanti anni che sono all’interno di questo Corpo Rituale, tanti anni che io mi sono posto il problema della ritualità. Mi fa piacere che arrivino anche altri, che hanno ricoperto per anni incarichi all’interno delle varie Camere Rituali, che oggi lo scoprono e ce lo ricordano. Gradirei vedere documenti che ci portino a capire quale è via, quale è la ritualità. Con un gruppo di Compagni ci siamo messi a studiare, con grandissima umiltà, prendendo ciò che ci era stato consegnato. Andando a prendere ciò che non avevamo. Cercando di ritrovare quello che nessuno aveva detto che poteva esistere. E questo è il lavoro che io consegno a questa Assemblea per tutti i Capitoli, per tutto il Corpo Rituale. Cari Compagni, avete ricevuto un CD: è il Rituale del Rito di York, in cui per il principio della omogeneità e della conservazione insieme al rispetto del rituale in uso da sempre del Rito di York trovate figure e dignità rituali omesse nel rituale italiano, certamente, per errori di traduzione. È come se un Compagno che parte da New York che si chiama Giovanni quando è a Roma viene identificato come Federico. Noi abbiamo il 1 e il 2 intendente... sono figure che non esistono, abbiamo il Maestro delle Cerimonie, è una figura che non esiste. Nel Rito di York, nel rituale originario dal Duncan in poi e in tutti i Rituali del Gran Capitolo Generale Internazionale noi abbiamo il 1 e 2 Diacono, noi abbiamo il Maresciallo. Affermo “noi abbiamo”, perché apparteniamo al Gran Capitolo Generale Internazionale. Perché non esiste, ne potrebbe esistere, un rituale del Rito di York Italiano ma solo ed esclusivamente del Gran Capitolo Generale Internazionale.

L'ingresso rituale

Mi rendo conto che questo apre una riflessione. Ma una riflessione su quella che è la nostra storia. Su ciò che noi siamo. E su ciò che noi dobbiamo avere l’orgoglio di avere. Noi siamo quello che non erano gli altri, e non lo sono mai stati perché noi siamo la Massoneria. Noi siamo la ragione per cui oggi riconosciamo all’interno di un contesto non solo Nazionale ma Universale il Corpo Massonico. Tutti i Corpi Massonici sono partiti attraverso una forma che aveva una sostanza ritualistica che era il Rituale di York. Da li è nato tutto. È nata la Costituzione della Massoneria, sono nate le Massonerie nazionali... però è rimasta una cosa... l’unica Massoneria Universale, quella del Rito di York. Il Rito di York nel panorama massonico è l’unico che afferma sul piano metodologico e costitutivo la Universalità della Massoneria, lo afferma nelle regole, lo afferma nei contenuti.
Ci hanno detto che è una Massoneria Americana, non è vero. Le ragioni sono scritte nella storia ed appartengono ad un processo così intenso e profondo che manifesta la esigenza di diffondere con più incisività la natura delle nostre origini riprendendo, se necessario, anche ciò che la storia del tempo ci ha conservato: il rotolo di Kirkwaal, il tappeto conservato in una loggia delle Orcadi salvato dall’incendio del Castello di Prince Henry Sinclair Gran maestro ancor prima della nascita della Massoneria così come oggi la testimoniamo. Il Rito di York è una Massoneria Europea, fortemente europea che si è sviluppata negli Stati Uniti, ma per ragioni che erano frutto di guerre, di sconfitte. E come tutte le cose, visto che la storia la scrive chi vince, qualcuno si è portato, andando nel Nuovo Mondo, il Rituale di York, su cui sono nate le logge americane, ed è il Rito più diffuso per questa ragione, non per altre particolarità o quali oscuri arcani problemi. E questa ricchezza che noi abbiamo prendendo il rituale, la cogliamo non soltanto perché è Scuola Iniziatica, ma perché portiamo dentro quello che è la tradizione di un mondo che si è sedimentato all’interno del Rituale stesso fino al punto di doverci chiedere: ma perchè di chiamiamo Compagni? Noi sbagliamo a chiamarci Compagni.
Noi siamo Compagnon, perché questa tradizione nasce in un percorso che ha visto una fuga, per una ragione oggettiva che a tutti appartiene, quella templare, dal mondo europeo di un gruppo di persone che potevano essere i “Superiori Incogniti” o poteva essere un gruppo di fratelli grandi iniziati che si sono fermati nelle isole. Sono due i gruppi in fuga, entrambi originati nello stesso giorno da Bernardo da Chiaravalle... i cavalieri dell’ordine del tempio verso la Scozia e quello degli Ospitalieri verso il Portogallo. L’Ordine del Tempio sapeva dove andare e non sono arrivati nella parte piu agevole il sud dell’ Inghilterra, ma sono andati in Scozia mantenendo salda la conoscenza e sapendo di trovare protezione, ed hanno sedimentato questo percorso. Una domanda che lascio sospesa per chi, più di me è curioso e studioso: ma ci siamo mai chiesti perché in questo Rito abbiamo, tutto insieme, il mondo delle Gilde (Arco Reale), il mondo del Segreto del Tempio (Criptici), il mondo dei Cavalieri Templari? Avete notato sul rituale le connessioni tra le figure iniziatiche? Avete respirato la unità iniziatica insieme alla crescita sapienziale delle camere rituali?
Lascio queste domande sospese perché noi dobbiamo ritornare a questo valore originale, la strada di noi cercatori di senso è talmente ricca di pietra che troveremo ciascuno la risposta. Perché in questa risposta è la tradizione, è la ritualità, è la unità ed armonia del corpo rituale. Perché da qui noi cogliamo l’importanza di appartenere ad un Corpo Rituale ma anche l’orgoglio di poter testimoniare questo valore. Qualcuno si definisce “l’università della massoneria”. No, qui non c’è una università, c’è l’origine, qui ci sono diverse stagioni che hanno fatto sì che ciò che era in qualche modo strutturato e formato, è stato via via copiato e modificato, ed in particolare da chi lo conosceva e voleva difendere un Simbolo, secondo quelle che erano le convenienze, le condizioni, le contingenze.
Noi siamo gli ancient, poi ci sono gli accepted che sono nati dopo, e ci sarà un motivo perché uno si chiama così, o no? Ci sarà un perché uno modifica ed integra il percorso iniziatico attraverso la figura “dell’accettato”! Il perché è nel bisogno di costruire un terreno più grande rispetto a quello che era vincolato dal mondo delle Gilde dove doveva accettare all’interno di quello che era la struttura, soggetti che non appartenevano a quella comunione e quindi dovevo creare attraverso la forma politica un consenso più largo che gli consentisse di fare uno sviluppo ed un disegno.
Sono tutte modalità che hanno una loro logica, hanno una loro giustificazione, hanno una loro validità da un punto di vista iniziatico e da un punto di vista ritualistico, però, dobbiamo fermarci su quelli che sono i capisaldi, e a me fa molto piacere che si parli di questi argomenti.
Mi piace molto perché entrare nel contesto del nostro Corpo Rituale, visitare i Capitoli, incontrare i Compagni, parlare con la Comunione, trasmettere un messaggio di Cultura ci mette su un piano di interesse e di condivisione che fa cambiare la pelle a tutti noi, a me per primo, mi piace perché mi mette nelle condizioni di cogliere la ricchezza di un patrimonio storico, culturale, iniziatico, che fa parte di un sogno a cui il fratello porta, non solo la disponibilità dell’animo, ma un percorso di ricerca, un percorso di conoscenza. E questa conoscenza noi l’abbiamo, riportata nero su bianco, su quello che sono i rituali e quindi lo sforzo che io chiedo ai Capitoli da qui ai prossimi mesi, è quello di studiare ciò che la commissione rituali ha poi validato e che deve essere l’elemento di confronto, di lavoro, nei Capitoli. Perché noi dovremo arrivare non a redigere il nuovo Rituale, dovremo ulteriormente stampare il Rituale con quelle che sono le realtà rappresentate nel Rituale del Gran Capitolo Generale Internazionale. Così vale per la Costituzione. Noi non siamo autonomi. Noi siamo all’interno di un grande Corpo Universale ed Internazionale che è il Gran Capitolo Generale Internazionale del Rito di York. Quando per la prima volta, io l’anno scorso, per la prima volta sono andato alla Triennale, alla Assemblea Internazionale, ho partecipato alla elezione del Sommo Sacerdote Internazionale, come un qualunque Maestro della Comunione Italiana partecipa alla Gran Loggia alla elezione del Gran Maestro. Che cosa significa questo. Che siamo all’interno di un processo dove ciò che accade nel Gran Capitolo Generale Internazionale in maniera automatica cambia ciò che avviene all’interno della nostra Comunione Rituale. Ebbene, per tante ragioni, e non è questa è la sede su cui noi abbiamo bisogno di ricercare la ragione, la nostra costituzione è ferma a quando è stato costituito il Gran Capitolo nel 1964. Gli adeguamenti, nemmeno normali sono stati apportati, eppure anche il nostro Paese è cambiato. Nemmeno l’adeguamento ai deliberati del Gran Capitolo Generale Internazionale sono entrati nel patrimonio del Corpus Juris. Siamo passati da Città di qualche migliaio o di poche centinaia di migliaia di abitanti a qualche milione. Noi ragioniamo ancora in una logica, non quella naturale dell’Oriente, no, ragioniamo nella logica del territorio. Il territorio non esiste, esiste l’Oriente. Un Capitolo è come Una Officina dell’Oriente e nello stesso Oriente possono esistere più Capitoli. Esiste la natura stessa di una entità diversa che viene rappresentata dal radicamento nel territorio.

Luciano Di Renzo in rappresentanza dell'Antico Rito Noachita

La stessa natura che ci porta a svolgere altre considerazioni. Oggi abbiamo, e lo ringrazio che è qui presente, eletto il nuovo Illustre Maestro del Concilio, nel suo programma raccoglie una modalità che da tempo sostengo, che vale per tutti noi, quella di arrivare a distinguere ciò che è sacrale perché iniziatico, da ciò che è gestionale perché è organizzativo. La nuova natura del Rito di York non è nella diversità Iniziatica per come la conosciamo, quella è, quella resta e la tradizione è la parola principale. Abbiamo bisogno, invece, di darci una diversa organizzazione, cogliendo quello che il Rituale ci offre: cogliere quello che il rituale ci offre è l’Unità di questo Rito. Perché il Rito è Uno. Per anni, falsi Maestri che appena persa la carica se ne sono andati, hanno teorizzato di autonomie, di indipendenze dei Corpi Rituali... siamo arrivati, per fortuna e per impegno e per progetto di una squadra che guarda avanti, a ritrovare la strada maestra. La strada maestra è la strada non soltanto dell’unità Iniziatica, ma anche dell’unità gestionale. Io sono convinto che noi arriveremo alla prossima Grande Assemblea, con questo progetto che sarà strutturato, probabilmente lo faremo anche prima, visto che dobbiamo adempiere a dei compiti che sono anche di natura statutaria e normativa civilistica. Dobbiamo convocare le Assemblee straordinarie per procedere alla modifiche, preventivamente mandiamo tutto all’approvazione del Gran Capitolo Generale Internazionale, però questo modello deve portarci a cogliere un percorso nuovo. Nella struttura del Rito, nella mia figura di Sommo Sacerdote sono colui che attiva i processi costitutivi del Rito perché...innalzo le colonne del Capitolo, da lì si genera poi tutto il resto... il Concilio e poi la Commenda. In questa logica, che talvolta ci ha visto in qualche modo poco coordinati... diciamo così... si facevano i Capitoli, poi nascevano i Concili, poi nei Concili c’era un compagno di Milano, uno di Torino, uno di Firenze, uno di Bologna e non si capiva che cosa si andava formando...  lo stesso valeva per la Commenda Templare... e allora bisogna che ci diamo una regola. E la regola è quella del Rito.
Un Capitolo è Capitolo se all’interno del Capitolo c’è la Camera Criptica e la Camera Templare. Dove non c’è Camera Criptica e Camera Templare, vi invito a costituirle, per ragioni naturali di appartenenza ad un Corpo Rituale, ma è impegno di non dare più le Bolle a Capitoli che si costituiscono e non completano il percorso rituale, perché come abbiamo fatto lo sforzo di costruire gli arredi per evitare che si fanno le chiese senza gli altari e si mettono a disposizione gli spazi senza fare attività Iniziatica, abbiamo perso l’abitudine di autorizzare i capitoli che non si dotano degli strumenti materiali per poter lavorare, dall’Arca allo stendardo a tutto il resto necessario ad una ritualità piena e consapevole. Noi dobbiamo costruire all’interno dei Capitoli un processo per cui l’unità dei ruoli, delle funzioni, dei compiti è comune a tutte e tre le Camere Rituali.
Io con grande gioia, perché veramente è stato un piacere straordinario, e l’ho testimoniato anche pubblicamente... ho dimostrato il percorso di unità iniziatica indicato nel rituale attraverso le figure di Giosuè Aggeo e Zorobabele. Sono stato a Vibo Valentia e ho insediato per la prima volta, dopo aver per anni subito critiche dai grandi ritualisti, un Capitolo, dove il Gran sacerdote, il Dottore della Legge e il Reggente, ricoprivano nella Camera Criptica ed in quella Templare la carica di Illustre Maestro e Eminente Commendatore. Questo sta avvenendo nei capitoli. Le riunioni non si fanno divise per camera rituale, si fanno per Capitolo e nel capitolo si eleva poi la camera come necessario. Un Capitolo, se lo notate nel rituale, ha la stessa struttura di una loggia: apprendista, compagno, maestro. La differenza nel grado tra i compagni che non appartengono a tutte le camere non è nel grembiule ma nel segno, nel toccamento, nella parola sacra! Nel Capitolo si può entrare con i paramenti di Maestro dell’Arco Reale o di Massone Criptico o di Cavaliere Templare... come in una Loggia della Comunione con il grembiule di Apprendista di Compagno o di Maestro. Sono le cariche del Capitolo che elevano i lavori se necessario o completano la formazione dei compagni con tavole che spiegano anche le altre camere rituali. Lavoriamo su questo piano, con questa ritualità, perché questo è lo sforzo vero in cui noi misuriamo la nostra capacità di essere Maestri, quella di formare. Perché su questo noi misuriamo la nostra capacità di far comprendere che questo è un Rito che ha nella sua struttura la grande qualità della genia della formazione per un percorso Iniziatico per la comunione, ma anche per i fratelli perché debbono cogliere il significato della iniziazione. Quando è stato posto alla attenzione il Decreto per cui c’è un tempo di passaggio tra il grado di Maestro del Marchio e quello di Maestro dell’Arco Reale, sembrava che si fosse creata la grande frattura tra i ritualisti e questi che la pensavano in maniera non rituale. Forse probabilmente adesso i Compagni, i Gran Sacerdoti, colgono che questa è la Via del Rito mi ringraziano i compagni, mi ringraziano i Gran Sacerdoti dicendomi che è bello parlare nei Capitoli di ritualità, che è bello entrare nel merito di quelli che sono gli elementi più profondi di un percorso, che è bello pensare che questo Gran Capitolo ha iniziato a produrre Cultura.
Il Gran Segretario, Almerindo Duranti, nella sua relazione ha descritto quanto è grande l’impegno per la comunicazione delle attività del corpo rituale, quello che ha detto non è una storia di una favola da scrivere, è il lavoro quotidiano, quando siamo partiti... io ricordo la difficoltà di comprendere.... anche come di come ci si poteva muovere. Siamo arrivati a chiudere un percorso di comunicazione, ed l’unico caso per un corpo rituale, con mezzi che sono completi sotto tutte le forme: sito web, blog, newsletter, rivista on line, una collana editoriale (De Lantaarn). I Compagni che tutte le mattine vogliono sapere che cosa succede nel Gran Capitolo aprono internet e lo trovano, trovano le tavole, trovano anche una cosa che può sembrare di poco conto, ad esempio una collana editoriale. Trovano una cosa che può sembrare poco conto ma che questo Sommo Sacerdote un anno fa era ad Oxford a presentare un libro del Rito di York, l’altro ieri, giovedì, è stato invitato – io non ho rapporti con la fiera del libro di Torino – a presentare Mauro Cascio e ciò che noi abbiamo prodotto come Corpo Rituale. Lo abbiamo fatto attraverso un Capitolo, lo abbiamo fatto attraverso Fratelli, che sono Compagni: Massimo Agostini, Mauro Cascio, Marco Rocchi. Compagni che appartengono a questo Corpo Rituale. Compagni che si avvicinano al nostro Corpo Rituale. Fratelli della Comunione che chiedono di operare, collaborare con il nostro Corpo Rituale. E credo che la ragione per cui la Massoneria si testimonia nel tempo, si testimonia nei secoli è che lascia un segno che non è materiale, ma un segno culturale. Se noi perdiamo questa opzione non abbiamo più ragione di continuare a testimoniare nulla, perché ciò che viene trasmesso è un messaggio di anima ed è un messaggio di valori. Se noi non riusciamo a costruire e a modernizzare gli elementi valoriali su cui si forma la nostra comunione, non troviamo rispondenza in quello che è il contesto sociale, in quello che è il contesto civile.
E allora il Rito di York ritorna ad essere il centro del nostro lavoro. È la chiave di volta. Deve essere l’orgoglio di essere Maestri di questa Comunione. Perché io sono orgoglioso di appartenere alla nostra Comunione, al Grande oriente d’Italia, ma sono straordinariamente orgoglioso di appartenere al Rito di York. Alla apertura dei lavori ho rivolto un caloroso saluto al Gran maestro Stefano Bisi, anche compagno del Rito, insieme agli auguri di buon lavoro perché so bene le rinunce e le difficoltà che l’impegno comporta e la grande responsabilità che ha sulle spalle. Non è più il tempo della rappresentanza, è il tempo della testimonianza e questo induce a misurarsi con le difficoltà e le complessità. Al Gran maestro l’affetto e la stima al compagno l’augurio di fare bene, all’amico e fratello ripeto quello che lui ha detto in un intervento: avanti con i piedi nella polvere e la testa nella luce! E questo è l’impegno su cui io chiamo tutti noi, io per primo, i Deputy i Compagni Gran Sacerdoti, i Compagni dei Capitoli, perché questo lavoro deve essere un lavoro corale, deve essere un impegno visibile, non può essere un momento saltuario. Noi non possiamo pensare di testimoniare una presenza, noi dobbiamo cogliere quello che nella Comunione sta emergendo. Questo bisogno e questo interesse nei nostri confronti, è un interesse che non può essere venduto come operazione politica. Nella nostra Comunione non ci sono Capitoli Emulation. Nella nostra comunione non ci sono Capitoli Francesi. Solo persone in malafede possono pensarlo e riferirlo inducendo l’errore. Nella nostra Comunione c’è il Rituale, che è il Rituale della Massoneria, e che se trova nella natura Rituale del nostro Gran Capitolo, nei nostri valori una corrispondenza, bene, noi dobbiamo favorire questo processo. Dobbiamo cogliere questa presenza, vi invito a vedere con attenzione che cosa è la ritualità, perché dentro questo processo comprenderemo il valore e la ragione di una crescita. E questa la crescita non perché si fa un proselitismo nel numero. Questa crescita ci consente di fare un proselitismo nella qualità e nei valori, in quello che è il percorso della tradizione. Quindi abbiamo davanti a noi un tempo di grande impegno e approfondimento.
Lo faremo insieme. Lo faremo attraverso seminari formativi. I Deputy dovranno fare i Deputy del Sommo sacerdote, non dei capitoli ma del Rito di York verso la Comunione testimoniando il loro valore anche attraverso azioni di sostegno al proselitismo perché è di essi la autorevolezza verso i Maestri della Comunione. I Deputy debbono impegnarsi perché queste cose vengano costituite e realizzate. Il Sommo Sacerdote sarà presente, come i Compagni della Giunta, però deve essere una sensibilità che appartiene a tutti noi. Non a qualcuno che fa e l’altro che assiste. Nella Massoneria uno diventa Maestro perché cammina sulla strada, non perché fa il trasportato. Il trasportato è un osservatore, il Maestro è un fratello che entra e penetra. Penetra il simbolo, lo coglie lo rappresenta e lo manifesta.
Credo che noi stiamo manifestando in questo tempo un impegno forte nei confronti del nostro Corpo Rituale e tutti i Compagni con una armonia che è straordinaria ed una energia eccezionale che si respira. La politica del Rito ha anche aspetti che superano la realtà nazionale, il buon lavoro lo si vede, nei rapporti con l’Estero, dalle tante delegazioni presenti... alcune insperate per la tanta distanza: il Messico, l’Australia, il Togo, il Gabon, tutti i Gran Capitoli Europei, tutte le Dignità Internazionali del Gran Capitolo Generale. Ed io che vi sto vedendo tutti in uno scenario bellissimo, perché veramente è una Assemblea, ricca di presenze, di sensibilità e di grande amore fraterno posso soltanto dirvi Grazie. Le emozioni sono tutto ciò che ci resta a testimonianza di quello che si è fatto. Vi ringrazio cari compagni per le emozioni che mi fate provare!

Le delegazioni estere

Un dono gradito



Un dono particolarmente gradito, quello dei Compagni del Capitolo Federico II di Taranto all'eccellentissimo Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale Tiziano Busca, al termine della Grande Assemblea del Rito di York a Rimini.

martedì 19 maggio 2015

Al Salone Internazionale del Libro di Torino «Viaggio nel mondo Sinclair»

Tiziano Busca e Karl Sinclair con Massimo Agostini e Mauro Cascio

Tra gli ospiti al Salone Internazionale del Libro di Torino anche il Clan Sinclair. Il Presidente Tiziano Busca ha tracciato la storia della famiglia Sinclair nel corso dei secoli. E ha ricordato le tante iniziative che sono state fatte in questi pochi anni di vita del Clan in Italia. «Perché la cultura non è solo rigore, la cultura è anche leggerezza. E cosa di più leggero che chiedere chi siamo in buona compagnia. Perché la ricerca di senso è ancora più incisiva se sottratta alle accademie che annoiano. Bisogna appropriarsi di temi seri, intensi, che riguardano il dna del nostro esserci, per non fermarsi nelle strade dell’errore, né in quelle del consumo». Il vicepresidente Massimo Agostini si è soffermato sul femminino nella storia sacra dell’Occidente, di un femminino negato, nascosto eppure sempre presente sotto traccia. Una linea di ricerca, ecco perché l’invito al Salone del Libro, che si articola anche in un saggio di prossima uscita, «Nel nome della Dea», quinto titolo della Collana De Lantaarn, in pubblicazione per le edizioni Tipheret di Catania. Mauro Cascio ha infine ricordato, a proposito di ricerca rigorosa e di leggerezza, Giuseppe Da Cupertino, il Santo dei Voli. Che è una figura che allontana chi ha un approccio razionale alle cose e al mondo. Ma che avvicina quando si tratta di una passione che divora, quella per la Conoscenza, di una voglia di pienezza che è già solo questa santità. Così che Giuseppe da Cupertino può essere come il tappeto che chiedevamo da piccoli in regalo per la Befana: è magico pure se non vola.

Era presente anche Karl Sinclair, figlio di Ian, storico e archivista del Clan. «It was an honor for us to attend and see all the hard work that the Clan Sinclair Italy has done e continue to do. Although it was a short trip, we were welcomed warmly by everyone we met and look forward to seeing everyone again at the Clan gathering at the end of May».

lunedì 18 maggio 2015

Si è chiusa la Grande Assemblea del Rito di York

Il Sommo Sacerdote Tiziano Busca

Si è chiusa ieri a Rimini la Grande Assemblea del Rito di York. All’Holiday Inn una grande rappresentanza di delegati da tutta Italia con una nutrita presenza di Compagni da tutto il mondo. «È la testimonianza di un corpo rituale vivo, che cresce», ha detto il Sommo Sacerdote Tiziano Busca che ha fatto il punto della situazione amministrativa e culturale, che appena il giorno prima dell'apertura dell'Assemblea era al Salone Internazionale del Libro di Torino. «La scommessa è la crescita e la formazione, per porsi come camera di perfezionamento credibile per tutta la comunione». 

Il Sommo Sacerdote Onorario, l'ex GM del GOI Gustavo Raffi

All’appuntamento era anche presente il Sommo Sacerdote Onorario, l’ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi. «Bisogna che la Massoneria sappia declinare i suoi valori nel tempo presente. Non siamo un museo delle cere. Occorre che i giovani sappiano trovare valori importanti, che sono i nostri, cioè quelli della cultura del dialogo, a partire dal quale si costruisce un uomo nuovo. Siamo cantieri di uomini, e palestre del sogno».

La cena di gala

La intensa due giorni ha visto anche l’elezione del nuovo Gran Maestro del Gran Concilio dei Massoni Criptici d’Italia Mario Pieraccioli, che succede a Luigi Marchese. Appuntamento al prossimo anno.

Un Compagno del Rito di York alla Mille Miglia


Un’edizione della Mille Miglia con modelli selezionati tra quelli che corsero la gara storica. E uno dei partecipanti, Compagno del Capitolo Brixia del Rito di York, ha partecipato con un’Alfa Romeo.

venerdì 15 maggio 2015

Il Sommo Sacerdote Tiziano Busca al Salone del Libro di Torino: «Pagine di cultura che nessuno aveva scritto»

Tiziano Busca con Lord Karl Sinclair

«Siamo qui oggi, in uno dei luoghi culturali più importanti in Italia, per testimoniare quanto abbiamo fatto. Il Rito di York si è aperto negli ultimi mesi come mai aveva fatto. Ha dialogato con il mondo delle università, degli studi, delle accademie, anche a livello internazionale, ha dialogato con i Maestri della Comunione, con numerosi Open Day, ha stimolato dibattiti, convegni. Ha ideato e realizzato una collana editoriale, curata dal Capitolo di Studi De Lantaarn, che ha già all'attivo cinque titoli. Il tutto con l'obiettivo di conoscere e far conoscere il contenuto iniziatico e tradizionale della Massoneria. Noi ci siamo limitati a teorizzare e a sognare, siamo stati da subito concreti ed operativi. Ed è bello potercelo dire qui, al Salone del Libro, con la soddisfazione di chi non ha chiacchierato, ma ha scritto il suo impegno alla voce del verbo fare. Siamo attivi e operosi, grazie ai tanti compagni di strada che ci hanno dato una mano. Per questo il Rito di York cresce in Italia. Cresce perché riesce a dare di sé una buona immagine. Qui si studia. Si cerca di crescere. Si cerca di approfondire. Le carriere le lasciamo agli altri. Qui non si arriva. Qui si parte. E cerchiamo compagni di strada per proseguire questo straordinario viaggio fatto di filosofia e antropologia, di psicologia e di architettura. Fatto di tante di risposte ed un'unica domanda. Quell'unica domanda che trema nel nostro cuore e che da sempre attende». Lo ha detto il Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale in Italia - Rito di York Tiziano Busca al termine del doppio appuntamento, ieri, in occasione dell'apertura del Salone Internazionale del Libro a Torino. Il nastro del prestigioso appuntamento è stato tagliato dal Presidente della Repubblica. Tra i big che interverranno nei prossimi giorni: Alessandro Baricco, Stefano Benni, Daria Bignardi, Sveva Casati Modignani, Elena Loewenthal, Dario Vergassola. Ospiti anche i musicisti-scrittori Vinicio Capossela e Francesco Guccini.

L'Abbazia di Le Thoronet e la sobria armonia per interiorizzare la fede

di Valentina Marelli



L’Abbazia di Nostra Signora di Senanque non è assolutamente un’eccezione nella regione della Var, anzi è una sola delle tre Abbazie “sorelle” o per usare un termine che richiama il gergo squisitamente Templare, delle tre “pietre” che sorsero quasi contemporaneamente nella regione.

Senanque forse è la più suggestiva con i suoi campi di lavanda, è forse anche quella maggiormente conosciuta a livello turistico.

In realtà ci fu un progetto che si sviluppò e prese corpo intorno all’anno mille di edificare tre Abbazie Cistercensi che derivassero direttamente da Citeaux e che fossero legate a doppio filo tra di loro e con la “Casa Madre” , da quella che fu definita la “Carta della Carità”, che aveva il compito di regolamentare i diritti e i doveri tra L’Abbazia Madre e le sue Figlie.  
Il progetto di Bernardo stava cominciando.

I Cistercensi predicavano l’applicazione rigorosa della Regola, redatta nel VI secolo, e insistono sull’equilibrio tra lavoro manuale e preghiera in mezzo al deserto silvestre scelto quale cornice della vita monastica. San Bernardo fu uno dei primi teologi a proporre una riflessione fondata sul rapporto tra arte e salvezza, pur senza imporre un modello. Lungi dal rifiutare la creazione artistica, egli propone un’arte essenziale, priva di decorazioni o di colori vivi, un’estetica fondata sui giochi dei volumi, della lavorazione della pietra e degli effetti della Luce. La sobria armonia ricercata deve aiutare il monaco a interiorizzare la propria fede. 

L’Abbazia di Le Thoronet, nascosta nel fondo di una valle al centro di una foresta di querce, ma vicina a terre coltivabili, costituisce un esempio perfetto di questo ideale. Nella sua architettura, caratterizzata da una bellezza semplice e funzionale, si concentrano gli elementi essenziali tipici delle preoccupazioni teologiche e artistiche dell’ordine.

Il nucleo Monastico comprensivo di chiostro è sicuramente la parte meglio conservata dell’intero complesso che, a differenza di Senanque, è completamente in rovina. Manca il portale centrale il che ricorda che la chiesa è riservata ai monaci e che all’interno del nucleo monastico si trova il mondo del silenzio e della preghiera, il cui chiostro ne costituisce il cuore. Per la perfezione della sua tecnica costruttiva, l’abside semicircolare di Le Thoronet sembra quasi lussuoso, come per celebrare la gloriosa parusia di Cristo che ritornerà da Oriente alla fine dei tempi. 

La Luce è indiscussa sovrana dell’architettura Cistercense; in tutte le loro Abbazie troviamo incredibili “ Giochi di Luce” fasci che in un determinato giorno ad una determinata ora illumina un particolare per un preciso scopo. Così come la luce gioca sulle pietre, l’acustica svolge un ruolo essenziale nella spiritualità cistercense. Le Abbaziali dei “Monaci Bianchi”, grazie alle loro proporzioni e all’assenza di altri materiali oltre alla pietra, servono perfettamente la funzione liturgica dei canti religiosi. A Le Thoronet in particolare, le conoscenze empiriche degli architetti romanici hanno conseguito risultati eccezionali, e l’Abbazia è ancora famosa per l’ampiezza data alle frequenze della voce umana.

Ma da dove nasce in terra di Provenza l’esigenza di edificare queste tre “pietre”?

Un riposta la possiamo ricercare nel fatto che pare che a Lougers, distante qualche chilometro, ci fosse una Commenda Templare che prestava personale nei terreni dell’abbazia di Le Thoronet, è possibile che sia stata scambiata anche manodopera edile per la costruzione dell’Abbazia. Abbiamo osservato, un po’ in tutta Europa, come le abbazie cistercensi conoscano la loro massima ascesa e prestigio nei due secoli circa in cui anche l’Ordine Templare era all’apice poi, declinando e venendo soppresso il secondo, paradossalmente sono “decadute” anche moltissime abbazie cistercensi. Qualche legame è anche di tipo diplomatico/religioso visto che San Bernardo uno dei fondatori dell’Ordine Cistercense propugno anche la causa dei Poveri Cavalieri di Cristo.

Strano a dirsi ma ci troviamo su quello che fu chiamato il Cammino della Var, su uno dei percorsi battuti dai pellegrini che si recavano a Santiago. Qui dicevamo si trovava la Commenda di Ruou la cui prima menzione ufficiale reca la data del 1155, in un atto di donazione di fondi che servirono per la costruzione della Commenda. Il primo comandante Raymond Hughes si stabilì nella città di Lorgues nel 1170 in attesa che la Commenda fosse terminata. In principio i documenti, che sono prevalentemente di natura economica, attestano che i fratelli del Tempio avevano solo l’area di Ruou poi gradualmente si diffusero nelle terre di Salgues e Salguettes. A metà del XIII secolo, la Commenda aveva completato la sua espansione nella regione del Var, il suo territorio che si estendeva dalla valle del Verdon al Mediterraneo fu una delle più grandi in Provenza e divenne una delle prime tre in tutta la Francia.

La mappa del tesoro della chiesa di Santo Stefano e il mistero della sacra sindone



Sabato 28 giugno alle ore 16 presso la sala conferenze della Biblioteca comunale di Vimercate (MB), piazza Unità d'Italia 2G, ci sarà un incontro, ad ingresso libero, promosso dall'associazione F.A.S.T.I., tenuto da Michelangelo Magnus (autore del saggio «Viaggio nei misteri della Brianza templare ed esoterica», ebook edito nel 2011 da Amazon Kindle) dal titolo «La mappa del tesoro della chiesa di santo Stefano e il Mistero della sacra sindone». L'incontro sarà l'occasione per presentare l'ipotesi che a Vimercate sia esistita una confraternita templare, legata ai costruttori di cattedrali e ai Maestri campionesi che avrebbe celato una antichissima reliquia (Sacra Sindone? Bafometto?) in un sotterraneo della chiesa, lasciandone una mappa disegnata sopra un affresco posto all'interno della cripta della Chiesa di Santo Stefano. L'autore ipotizza che tale tesoro sia tuttora nascosto in un passaggio sotterraneo posto sotto la chiesa accessibile attualmente solo con droni.

mercoledì 13 maggio 2015

Grande Assemblea del Rito di York: ci siamo

Il Sommo Sacerdote Tiziano Busca con l'ex GM del GOI Gustavo Raffi

Avrà luogo a Rimini dal 15 al 16 maggio l'Assemblea dei Corpi Rituali del Rito di York in Italia. Un'occasione di incontro e di confronto, anche, per fare il punto sulle tante iniziative formative e culturali che il Sommo Sacerdote Tiziano Busca ha voluto portare avanti per valorizzare il patrimonio simbolico e tradizionale di tutta l'Istituzione e dei corpi dello York in particolare. Per vedere gli alberghi con cui abbiamo stilato una convenzione clicca qui.  Per non trovarvi in difficoltà all'ultimo momento, organizzatevi per tempo e approfittate delle convenzioni prenotando subito.