Sulla vita e le iniziative dei Capitoli Italiani dell''Arco Reale e rassegna di quelle riguardanti l'Arco Reale nel mondo.
Le principali notizie della massoneria Italiana ed estera. Il simbolismo, la filosofia, gli Studi Tradizionali
Il teatro di Epidauro è stato costruito intorno al 350 a. C. e, grazie all'ottimo grado di conservazione con cui è riuscito ad attraversare i millenni, testimonia le vette raggiunte dall'architettura e dall'ingegneria greche. Di Epidauro si parla spesso anche per l'incredibile risposta acustica della costruzione, spesso posta in relazione con la necessità di sostenere l'emissione vocale degli attori e dei cori di fronte ad un pubblico di più di 15.000 persone.
Nel 2007 uno studio specialistico di Nico F. Declercq e Cindy Dekeyser [entrambi del Georgia Institute of Technology] indicava queste sorprendenti proprietà acustiche come risultato ottenuto da una precisa scelta di progetto: le misure dei gradini sarebbero tali da esercitare una sorta di filtro su alcune frequenze basse, attutendo così alcuni fattori di disturbo, come il mormorio della folla.
Nel 2013, il Maestro Marco Facondini [ http://tanacoustics.com ], ha sottoposto a particolari tipi di analisi digitale il suono di un petardo fatto brillare al centro del teatro, ottenendo dei risultati ancora più sorprendenti di quelli del 2007. La struttura del teatro non opererebbe tanto un filtro su certe frequenze, quanto piuttosto un rinforzo su altre. Un rinforzo che appare incredibilmente indirizzato verso frequenze che hanno tra loro una stretta relazione armonica.
In particolare, il teatro risulterebbe in grado di esaltare frequenze che hanno tra loro le medesime relazioni delle note di una scala diatonica. Le scale diatoniche possono essere considerate come le fondamenta di tutta la musica occidentale e si suppone che il primo a studiarle e formalizzarle sia stato Pitagora, la cui morte risalirebbe a circa 150 anni prima della costruzione del teatro di Epidauro.
Gli studi del Maestro Facondini sono stati pubblicati sulla Rivista Italiana di Acustica e saranno presto disponibili attraverso il sito dell’autore, dove è disponibile anche questo video, realizzato insieme all'architetto Andrew Bowen e coi contributi dei professori Angelo Farina, Eugenio Giordani e, in minima, minima parte del sottoscritto.
Il video dura poco meno di otto minuti ed è in inglese, ma i passaggi più importanti sono sottotitolati. Chi volesse saltare le parti più specialistiche può farlo partire da 05:30.
Sebbene gli strumenti d'indagine a nostra disposizione diventino ogni giorno più affidabili ed efficaci, probabilmente non troveremo mai una prova incontrovertibile di questa ipotesi. È comunque sorprendente che il teatro risulti perfettamente "accordato" alle strutture musicali dell'epoca e ancor più sorprendenti appaiono la potenza intellettuale di Pitagora e degli uomini che negli anni a venire hanno saputo creare costruzioni tanto magnifiche.
Che Venezia sia una città “particolare”, credo sia talmente evidente che è superfluo parlarne; una città costruita su delle palafitte in una laguna. Parlare dell’architettura Veneziana, a parte che ci vorrebbe un architetto ed io non lo sono, richiederebbe troppo tempo e questa poi a dire il vero non è neanche la sede, diciamo solo, giusto per inquadrare il contesto, che ogni centimetro quadrato della città è stato strappato all’acqua.
Questo ci lascia intravedere, pur non essendo come dicevamo degli architetti, come il piano urbanistico della città si sia dovuto adattare alle contingenze ed alle circostanze dei singoli e della città stessa e che quindi tra il Veneziano e Venezia c’è e c’è sempre strato un rapporto, e qui usiamo un parolone, di osmosi. Quando ho cominciato ad interessarmi ad alcuni luoghi, un po’ insoliti di Venezia mi sono ritrovata di fronte ad un muro di gomma, e ad una omertà che non immaginavo; nessuno sapeva nulla e nessuno aveva fatto caso a nulla... sconcertante. Scrivere su questa chiesa è veramente una conquista, ed ogni cosa che vi racconterò è stata letteralmente sudata, sono andata in loco svariate volte, confesso anche per visitare qualche Bacaro, ma sono incidenti di percorso sulla Via della Conoscenza che un po’ tutti commettiamo.I ringraziamenti è giusto farli all’inizio, sono doverosi ma sono anche brevi sono due le persone che voglio ringraziare: la mia amica Giuliana alla quale ho sottoposto le mie difficoltà in occasione di una sua mostra pittorica nella Serenissima, ed Antonio il mio San Pietro personale.
Il Campo veneziano
Il Campo è uno spazio urbano tipicamente veneziano che racchiude, nel nome stesso, le sue origini diciamo 'erbose'; gli elementi che di solito lo caratterizzano sono: la chiesa, il campanile, la vera del pozzo, e gli edifici che vi si affacciano. La chiesa era edificata con il contributo di una o più famiglie benestanti i cui palazzi erano nelle vicinanze. Questo collocava le chiese all’interno della vita e della quotidianità dei cittadini, che nel loro rapporto osmotico con la città hanno sviluppato un senso della spiritualità che ha più del paganesimo oserei dire. Ma c’è un altro elemento architettonico importante per la vita degli abitanti del campo sia da un punto di vista pratico che spirituale ed era la cisterna dell’acqua. Già Venezia è costruita sull’acqua in più se poniamo una cisterna d’acqua che è in movimento e non stagnante questo influisce positivamente sull’energia di un luogo sacro. L’acqua fa da amplificatore energetico, basti pensare alle grandi cattedrali o alle piramidi tanto così per fare due esempi, da questo punto di vista la “particolarità” di Venezia comincia ad assumere delle caratteristiche già più interessanti.
Il Campo della Maddalena
Nelle cronache veneziane si legge: "fin dal X secolo la Famiglia Baffo possedeva in zona la propria casa fortificata e nel 1220 fondò la chiesa titolata a S. Maria Maddalena. La chiesa fu completamente demolita e sostituita nel 1760 dalla struttura attuale progettata da Tommaso Temanza che adottò una pianta perfettamente circolare". Due epoche ben diverse, due chiese, ma un solo nome Maria Maddalena, anzi per la precisione Santa Maria Maddalena. Ma il culto della Maddalena non era squisitamente francese? Sì certo. Come ci è arrivato in Italia ed in modo particolare a Venezia? Qualcuno mi risponderà che nel 1500 ci fu un fiorire del Culto per questa Santa, verissimo ma quel qualcuno forse dimentica o non sa che il Sestriere di cui stiamo parlando ovvero Cannaregio era il Quartier Generale dell’Ordine del Tempio. I Cavalieri Templari avevano la loro sede a pochi metri, nel senso letterale, dalla Chiesa della Maddalena nel palazzo che attualmente ospita il Casinò di Venezia. Purtroppo quasi nulla è rimasto ma un segno che ci dimostra che siamo sulla strada giusta c’è ed è come sempre inciso nella pietra. Quando passate per il canal grande dalle parti della fermata di S.S. Ermacora e San Fortunato noterete un’iscrizione: “NON NOBIS” sulla facciata di Ca’ Vendramin Calergi; sono le prime lettere del motto dei Cavalieri Templari: “Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomine Tuo Da Gloria”. Una leggenda dice che i Templari arrivarono a Venezia con un grosso tesoro che venne sotterrato a San Giorgio in Alga, tesoro che sarebbe dovuto essere prelevato in un secondo momento ma di cui poi non si seppe più nulla.
La Chiesa Della Maddalena
Come dicevamo la Chiesa della Maddalena venne eretta nel sestriere di Cannaregio la prima volta molto probabilmente intorno all’anno mille e , lo abbiamo detto in apertura, spesso queste costruzioni venivano finanziate da signori locali; sa da il caso che gli isolotti di questa zona fossero possedimenti della Famiglia Baffo che secondo le cronache veneziane sarebbe stata una famiglia originaria di Parma. In realtà Baffo è un nome abbastanza controverso e le teorie che lo coinvolgono sono tra le più diverse: c’è chi sostiene che il cognome originario fosse in realtà Balbo e che Baffo sia stato dovuto ad un errore di pronuncia, e che un Balbo fosse luogotenente dell’Ordine del Tempio; c’è chi si spinge molto oltre asserendo poi che Baffo derivi in realtà da Baphomet il famoso idolo dei Templari, nessuno in verità sa con certezza, ma alla fine poco importa basta osservare la chiesa per capire che con i Templari centra eccome. Quello che è veramente curioso è che nel 1356 il Senato della Repubblica aveva dichiarato festivo il giorno 22 luglio in onore della sua Santa, Maria Maddalena appunto, confermando sul sito veneziano una antichissima venerazione che dura ininterrotta da 10 secoli. Se questa cosa si deve al fatto che la Famiglia Baffo faceva parte dell’organo di governo della Repubblica ben venga, ma se i Baffo o Balbo fossero membri dell’Ordine Templare di certo non lo sappiamo anche se facendo due più due è possibile.
Come si presenta la costruzione attuale
Sappiamo che la chiesa attuale, che è di pianta circolare, venne costruita demolendo la proto basilica precedente di cui non si hanno molte informazioni ed immagini ma di cui si sa un particolare interessante, che a differenza di quella attuale era orientata ritualmente. A prova di questo si è portata una iscrizione marmorea ora scomparsa che recitava “post tenebras spero lucem”, il Temanza, architetto costruttore della seconda la volle che si affacciasse sul campo e sulla animata calle di passeggio con lo scopo preciso di “rendere.....ornamento più sensibile alla parrocchia a alla città tutta”. Ma perché questa scelta così radicale? Eppure Tommaso Temanza non doveva essere uno sprovveduto del tutto, secondo il custode della chiesa della Maddalena, era un massone. A riprova di ciò ci ha mostrato la sua lapide posta all’ingresso che presenta simboli che richiamano alla massoneria ma anche a quelle del Compagnonaggio Francese come il Compagnonnage du devoir che secondo Louise Charpentier è sopravvissuto fino ai nostri giorni. Ma questo poi lo vedremo più avanti, quando ci sposteremo in Francia seguendo questo filone della Maddalena.
Storicamente una parte del clero ha sempre manifestato una certa riluttanza a far costruire e poi celebrare in edifici religiosi di questo genere. Essi, riallacciandosi a formule costruttive classiche e quindi pagane, richiamavano una visione del mondo e una cultura di impatto fortissimo in quanto Fedele e Celebrante si trovavano a condividere il medesimo spazio, la consacrazione doveva un mistero che si celebrava a bassa voce in latino sconosciuto ai più.
Se si guarda la chiesa dall’esterno, in alto si nota subito un frontone d’ingresso con un motto
“SAPIENTIA AEDIFICAVIT SIBI DOMUM”
Forse il Temanza esplicitava chiaramente nell’epigrafe del frontone che “la sapienza edificò a se stessa” voleva alludere alla scientifica matematicità dei rapporti proporzionati impiegati nell’edificazione del Tempio, ma non dimentichiamo i Cavalieri Templari per i quali Maria Maddalena era la Sofia, la Conoscenza. Certo è che questo è un tempio in cui si esalta l’uomo più che la divinità. Varcato il portale, la chiesa si apre in uno spazio esagonale con nicchie profonde riquadrate da colonnine binarie.
Nella visita alla chiesa, che per la cronaca è chiusa al pubblico, intanto che eravamo avvolti dalla strana energia del luogo, ad un certo punto il custode mi si avvicina e mi fa: lo vede lì su? Riesce a vedere la Maddalena con il Graal? In effetti sull’organo spunta un affresco monocromo che riprende il concetto dell’Evangelizzazione di Maria Maddalena nel su della Francia, ha in mano un calice, sorregge una croce ed ha un folto pubblico che l’ascolta. Che fosse proprio il Graal quello che sorregge la Santa? Questo affresco merita un approfondimento ed uno studio ulteriore sicuramente. Anche la scelta del colore è fortemente simbolica, Rosso come rossi erano i capelli di Maria Maddalena.
Ai due lati solo due statue: Quella del profeta Isaia e quella di re David chiaro richiamo alla Leggenda del Graal ed alla genia di Gesù e della Maddalena. A questo punto bisognerebbe introdurre un argomento molto complesso che tracci la figura di Maria Maddalena nella storia, a dire il vero avevo anche cominciato a mettere giù qualche riga quando ho sentito forte il desiderio di coinvolgere un’altra persona in questa ricerca; c’è una figura che è una delle fonti contemporanee più autorevoli in merito a Maria Maddalena ed è il Dott. Massimo Agostini studioso, scrittore e Vice Presidente del Clan Sinclair Italia che ha già scritto un libro dal titolo: “Il Mistero di Maria Maddalena. Dai Vangeli Gnostici ai Rex Deus” e so che sta ultimando il secondo che riprende l’argomento. A dirla tutta è lui che devo ringraziare se mi sono appassionata a questo tema e se ho fatto carte false per farmi aprire questa chiesa e mi piacerebbe, se lui è d’accordo, potesse darci la sua interpretazione sulla simbologia di questo Tempio. A me ora solo un’ultima riflessione, una pulce nell’orecchio che si riallaccia con il precedente articolo di questa rubrica; ma non avevamo accennato a due Veneziani, i fratelli Zeno, che andarono nelle Americhe con Prince Henry Sinclair prima di Cristoforo Colombo?
Nella splendida cornice di Tarquinia, nei giorni 14 e 15 Febbraio, si è riunito il Clan Sinclair Italia per una conferenza intitolata “Il Clan dalla Scozia all’Italia” e per una serie di altre iniziative atte alla scoperta del territorio della splendida cittadina Laziale. La conferenza si è tenuta nella antica chiesa di S. Giacomo, chiesa in stile romanico che dalla fine del sec. XII fino alla fine del sec. XVI ospitava un convento di monache del terzo Ordine di S. Francesco, per poi essere affidata, dopo un restauro, ai frati Minori Conventuali. Nel sec. XVIII la chiesa fu sconsacrata ma sul finire dello stesso secolo venne adibita a cappella del cimitero pubblico, per il quale fu edificato il recinto tuttora presente dinanzi alla facciata. La caratteristica di questa costruzione è la cupola a pianta ellittica, di evidente derivazione araba, sopra al transetto. A intrattenere il pubblico presente ci hanno pensato il Presidente Tiziano Busca che ha riepilogato un po' tutta la storia della Famiglia Sinclair e di come si è arrivati a costituire il Clan in Italia. Il Presidente del ha sapientemente condotto il pubblico sulla storia della famiglia Sinclair e sul Templarismo, donando alla stessa il senso dell'essere Templari oggi. A seguire la parola è stata presa dal Vice Presidente Massimo Agostini che, partendo dagli Etruschi e dal popolo del mare è arrivato all’eventuale discendenza di Maria Maddalena e quindi ai Rex Deus. Il Vicepresidente con il suo intervento ha avvolto il pubblico della magica atmosfera dell'antica spiritualità etrusca assimilabile a quella delle prime comunità cristiane: dalla dea Turan alla Sacerdotessa Maria Maddalena. Per finire è intervenuta Valentina Berneschi, ricercatrice storica e guida turistica viterbese, che, in modo semplice ma diretto ha fatto un excursus storico della Tuscia in generale. La giornata è proseguita presso un ristorante della zona dove i soci e i simpatizzanti del Clan hanno potuto condividere un momento di relax fisico e culinario.
La domenica mattina, grazie anche ad un insperato sole di febbraio, i soci, guidati sempre da Valentina, hanno potuto apprezzare le bellezze del museo cittadino e della chiesa Santa Maria in Castello. Essa fu Cattedrale fino al 1435 e successivamente in abbandono, ebbe alterne vicende e fu più volte restaurata. Di forme romaniche, fu finita di costruire nel 1208 sulle presistenze della Cappella altomedievale Santa Maria ad rupes. Denuncia influenze d'oltralpe, lombarde e arabe proprio come fatto notare ai presenti da un attentissimo Fratel Hildebrand. Notevoli le decorazioni dei Cosmati, la vasca battesimale poligonale, il ciborio e l'ambone. La facciata, a terminazione rettilinea con campanile a vela, ha tre portali ad arco a tutto sesto, una bifora a due monofore soprastanti cosmatesche. La parete esterna sinistra, decorata da paraste con archetti pensili e peducci in nenfro, ha dieci monofore. In alto, nella parete centrale, un rosone di tipo lombardo cui corrisponde, nella parete opposta, un oculo. La parete esterna destra è rafforzata da un contrafforte a scarpa. Alcune epigrafi e iscrizioni coeve all'edificio ne documentano la storia (committenza, finanziamneti, clero, maestranze e artisti) e la politica cittadina nei sec. XII e XIII. Le parole di Massimo Agostini: «Una sacralità che viveva dell'energia spirituale di Sir Ian sempre presente nei nostri cuori e nella nostra mente!Abbiamo vissuto tre giorni intensi caratterizzati dalla gioia fraterna di stare insieme che ci unisce nella magica catena di un comune sentire». Al termine della visita alla Chiesa c’è stato il rompete le righe con l’augurio di incontrarsi di nuovo nei successivi eventi di Pisa e Parma. Il prossimo evento del Clan Sinclair Italia ci vedrà a Pisa nei giorni 20/21/22 marzo In occasione dell'equinozio di primavera.
Guardate qua. Non ci credete? E invece è proprio così. Sigari massonici. Ce n’è di tutti i tipi e per tutti i gusti. Questi della foto, i Sanctum, sono per esempio dedicati all’Arco Reale. Ma ci sono anche i Gran Salomon, gli Agapes e i Magus.
I Tarocchi sono uno straordinario universo simbolico, che raccoglie e recupera tutta la tradizione occidentale, segnatamente quella ermetica e cabalistica. Lungi dall’essere uno strumento divinatorio, è piuttosto una matematica esoterica applicata all’Assoluto. Non solo nelle versioni più note, i Tarocchi di Marsiglia o quelli più marcatamente ‘tradizionali’ come quelli di Oswald Wirth o quelli di Aleister Crowley, disegnati da Frieda Harris. Il canale francese Arte ha recentemente trasmesso un documentario, dal titolo «I misteri del Tarocco di Marsiglia» firmato da Philippe Truffault e Christophe Poncet. Gli autori ipotizzano che i Tarocchi di Marsiglia siano stati creati da Marsilio Vicino, nella Firenze del XV secolo, in quel clima culturale neoplatonico, dunque, che proprio dei suddetti sincretismi si nutriva, in nome della ‘philosophia perennis’.
Yves Hivert-Messeca, chi è questo signore? È uno storico, saggista francese ed è autore di libri sulla storia e la sociologia della Massoneria come fatto sociale. Le sue analisi, dal taglio squisitamente accademico, si possono trovare nel suo sito e nel blog che da un po’ di tempo ha cominciato a curare. Il sito è una vera miniera di informazioni.
In occasione della festa della donna, il prossimo 8 marzo al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, un percorso guidato alla scoperta dell’iconografia della figura femminile, nei vari aspetti legati alla sacralità e al privato, attraverso le sale del Museo Archeologico di Firenze. Un viaggio tutto “al femminile” attraverso secoli di storia, con l’ausilio di statue, rilievi, raffigurazioni ceramiche, che ci illustrano come anche nelle epoche più antiche il modo di raffigurare la figura femminile era legato al ruolo e al valore che la donna esprimeva all’interno della società.
Lui si chiama Samuel Gzrybowkski. Nel 2007 ha fondato Coexister, un movimento interreligioso, una massoneria laica che raccoglie al suo interno, in differenti regioni della Francia, ebrei, cristiani, musulmani, buddisti. La dimensione della guerra, del conflitto, della verità assoluta si stempera nella cultura del dialogo, dell’accettazione, della diversità. «Tutti i cammini conducono all’altro» è la cronaca di un viaggio, dall’Egitto a Israele, dalla Serbia alla Bosnia, dalla Turchia al Libano, dalla Malesia all’Indonesia, dal Giappone alla Cina, dalla Nigeria al Kenya, dall’Argentina al Canada..
Pierino – Come a niente? Ti sto osservando da quasi un'ora e sembri così assorto nei tuoi pensieri
Lupo – Caro Pierino, guarda questo magnifico tramonto, il sole che ha assunto delle magnifiche sfumature arancioni, le nuvole che si colorano di un grigio etereo e le rondini volare in stormo. Questo panorama mi ha fatto porre delle domande. Nel tentativo di dare loro una risposta mi ero perso nei miei pensieri, fino a quando non sei intervenuto tu!
Pierino – Scusami, non volevo disturbarti
Lupo – Non disturbi affatto Pierino
Pierino – Dato che ormai ti ho interrotto, potrei partecipare anche io ai tuoi ragionamenti?
Lupo – Certo
Pierino – A cosa stavi pensando allora?
Lupo – Stavo pensando che l'uomo non è mai UNO. Egli non è mai identico a se stesso, ora è Ivan, in un altro momento è Pietro, Matteo, Nicola. Questi Ivan, Matteo e Nicola si chiamano tutti IO, ossia si considerano come padroni e nessuno di loro vuole riconoscerne un altro. Ciascuno di essi è il Re per un'ora, fa ciò che gli piace. Nessun ordine regna fra di loro.
Pierino – Se ho capito bene, caro Lupo, stai dicendo che dentro ognuno di noi regna un caos? Stai dicendo che non esiste un vero IO ma che ne esistono molteplici ed in conflitto tra loro?
Lupo – Infatti, è quello che penso
Pierino – Questa cosa mi spaventa, pensare di non avere un centro di gravità permanente è da folli ed io non mi considero pazzo. Posso farti una domanda?
Lupo – Dimmi pure
Pierino – È da tempo che volevo chiedertelo ma non ho mai avuto il coraggio. È vero che sei un Massone?
Lupo – La domanda è di uno che non lo è
Pierino – Certo! Ma rispondimi onestamente, sei un Massone?
Lupo – Ritengo di essere tale
Pierino – La risposta è di uno che non è proprio sicuro del fatto suo
Lupo – Ti sbagli Pierino, sono abbastanza sicuro del fatto mio
Pierino – Se, allora, sei sicuro del fatto tuo e se ritieni di essere un Massone, potresti spiegarmi cosa vuol dire essere un Massone?
Lupo – Questa è una domanda a cui è molto difficile rispondere. Sono convinto che se poni la stessa domanda a dieci Massoni diversi otterrai dieci risposte diverse. Alla fine mi sono convinto che è proprio questa è l'essenza della Massoneria.
Pierino – Se avevi intenzione di confondermi ci stai riuscendo caro Lupo. Prima mi dici che secondo te non c'è un vero e proprio IO e che dentro di noi regna un caos, poi mi dici che ritieni di essere Massone ma che non sai cosa vuol dire essere un Massone.
Lupo – Ti sbagli, non ti ho detto che non so cosa vuol dire essere Massone, ti ho detto che se lo chiedi a dieci Massoni diversi essi ti daranno dieci risposte differenti.
Pierino – Forse comincio a capire, allora dimmi, cosa significa per te essere Massone?
Lupo – Vedo che cominci a capire caro Pierino. Per me essere Massone significa quello che stiamo facendo io e te in questo momento.
Pierino – Cioè ?
Lupo – Cioè Dialogare. Io mi sono posto delle domande a cui ho cercato di dare una risposta poi sei venuto tu e mi hai chiesto a cosa stavo pensando e io ti ho espresso l'oggetto del mio dialogo interiore, poi sei stato tu stesso a pormi un'altra domanda che ci ha fatto giungere a nuovi argomenti di discussione.
Pierino – Forse ho capito. A questo punto però nella mia testolina ci sono più domande di prima!
Lupo – Ottimo Pierino, Ottimo. E sentiamo, quali sono queste domande ?
Pierino – Hai detto che se domando a dieci Massoni diversi cosa è la Massoneria mi devo aspettare dieci risposte diverse. Ma così facendo non si cade nel relativismo? Questo vuol dire che voi Massoni negate l'esistenza di verità assolute e mettete criticamente in discussione la possibilità di giungere a una loro soluzione assoluta e definitiva?
Lupo – Pierino, Pierino, ti sbagli nuovamente! Lo scopo della Massoneria è proprio l'opposto. Trascendere l'opinione, la doxa, il relativismo e giungere a verità oggettive, all'episteme. Il problema non è questo caro Pierino, il problema è come fare per giungere alla verità oggettiva.
Pierino – Ora davvero mi sono smarrito!
Lupo – Ti ho detto prima che stavo ragionando sulla molteplicità degli IO che governano le nostre azioni. Non so se ci hai mai fatto caso ma noi siamo caratterizzati da una variabilità di comportamenti. A casa, con la nostra famiglia, abbiamo una nostra personalità. Al lavoro, con i nostri colleghi e con il nostro capo, ne abbiamo un'altra. Con gli amici al bar un'altra ancora. Queste sono le nostre personalità di cui abbiamo coscienza. A queste dobbiamo aggiungere tutte quelle personalità di cui non abbiamo coscienza. Il problema sta proprio qui. Ognuno di questi IO, infatti, pretende di di avere una verità oggettiva. In questo caso si che si avrebbe relativismo, anzi si avrebbe un Super-Relativismo. Come si può fare, quindi, per contrastare questa tendenza al relativismo e al caos? Conquistare un'unità interiore. Ed è proprio questo che tentano di fare i Massoni. Costruire metaforicamente il proprio Tempio interiore significa proprio giungere a quell'unità interiore. Questo è un lavoro difficile e penoso. Senza quest'unità, infatti, non è possibile giungere a niente di oggettivo e definitivo. Ecco quindi la grande differenza che caratterizza i Massoni. Essi infatti iniziano la loro opera a partire da se stessi per poi proiettare il processo conoscitivo all'esterno e alla realtà che li circonda. Se hai ben inteso le mie parole allora potrai capire, ora, il significato di un acronimo che a noi Massoni è molto caro
Pierino – Cioè ?
Lupo – V.I.T.R.I.O.L. Visita Interiora Terrae Rettificando Invenens Occultum Lapidem
Pierino – Spiegami ancora una cosa. Prima hai detto che per te la Massoneria è quello che stiamo facendo ora io e te, cioè dialogare
Lupo – Esatto
Pierino – Ma per dialogare bisogna essere in due o più persone.
Lupo – Esatto. Per noi la Loggia è il luogo in cui ognuno di noi raggiunge quell'unità interiore che nella vita profana, per vari motivi, non riesce a raggiungere. Proprio per questo motivo, per noi, questo luogo è un luogo sacro. E' in questo luogo che, attraverso il dialogo, cerchiamo di raggiungere quell'oggettività condivisa che per noi rappresenta la verità.
Pierino – Tutto molto bello caro Lupo. Molti, però, non crederebbero mai alle tue parole. Mio Nonno, ad esempio, mi ha detto più volte che nelle logge voi tramate e complottate per il dominio del mondo
Lupo – Quante sciocchezze! Quando mi dicono queste cose io in genere leggo una poesia scritta da un mio fratello in cui si capisce bene qual'è l'ambiente nelle nostre officine
Pierino – Sentiamola dunque
Lupo - C'erano Rundle, il capo stazione, E Beazeley, delle Ferrovie, E Ackman dell'Intendenza, E Donkin delle Prigioni, E Blake il sergente istruttore, Per due volte fu il nostro Venerabile. Con quello che aveva il negozio «Europa», Il vecchio Framjee Eduljee. Fuori - «Sergente, Signore, Saluto, Salaam» Dentro, «Fratello», e non c'era nulla di male. Ci incontravamo sulla Livella e ci separavamo sulla Squadra,ed io ero Secondo Diacono nella mia Loggia Madre laggiù! Avevamo Bola Nath il contabile e Saul, l'israelita di Aden, e Din Mohammed disegnatore al Catasto, C'erano Babu Chuckerbutty, e Amir Singh, il Sikh, e Castro delle officine di riparazione, Il Cattolico Romano! Non avevamo belle insegne,E il nostro Tempio era vecchio e spoglio, Ma conoscevamo gli antichi Landmarks, E li osservavamo per filo e per segno E guardando tutto ciò all'indietro, Mi colpisce questo fatto, Che non esiste qualcosa come un infedele, Eccetto, forse, noi stessi. Poiché ogni mese, finiti i Lavori, Ci sedevamo tutti e fumavamo, (Non osavamo fare banchetti Per non violare la casta di un Fratello), E si parlava, uno dopo l'altro, Di Religione e di altre cose, Ognuno rifacendosi al Dio che meglio conosceva. L'uno dopo l'altro si parlava, E non un solo Fratello si agitava, Fino a che il mattino svegliava i pappagalli, E quell'altro uccello vaneggiante; Si diceva che ciò era curioso, E si rincasava per dormire, Con Maometto, Dio e Shiva Che facevano il cambio della guardia nelle nostre teste. Sovente, al servizio del Governo, Questi passi erranti hanno visitato E recato saluti fraterni A Logge d'oriente e d'occidente. Secondo l'ordine ricevuto, Da Kohat a Singapore, Ma come vorrei rivedere Ancora una volta quelli della mia Loggia Madre! Vorrei potere rivederli, I miei Fratelli neri e scuri, Tra l'odore piacevole dei sigari di là, Mentre ci si passa l'appiccicafuoco; E con il vecchio khansamah che russa Sul pavimento della dispensa, Ah! essere Maestro Massone di buona fama Nella mia Loggia Madre, ancora una volta! Fuori - «Sergente, Signore, Saluto, Salaam» Dentro, «Fratello», e non c'era nulla di male. Ci incontravamo sulla Livella e ci separavamo sulla Squadra, Ed io ero Secondo Diacono nella mia Loggia Madre laggiù!
Pierino – Intensa e significativa. Chi è l'autore?
Lupo – Sì Pierino, molto bella. Questa poesia fu scritta da Rudyard Kipling nel 1890 a Lhaore, in India. In questa cittadina esisteva una piccola loggia, quella a cui si fa riferimento nella poesia, che raccoglieva al suo interno persone di diversa estrazione sociale, culturale e religiosa. Le persone del posto credevano che i massoni di quella loggia praticassero una sorta di magia molto potente. Ai loro occhi, infatti, era impossibile riunire in una stessa stanza mussulmani, cristiani, sikh. Lo sai cosa credo Pierino?
Pierino – Cosa?
Lupo – Che non solo in quella loggia ma in tutte le logge del mondo ci sia davvero una magia potente. Una magia che fa sedere fianco a fianco persone diverse e le fa dialogare. Posso, adesso, fartela io una domanda?
Pierino – Certo, sentiamo.
Lupo – Quando poco fa ti sei avvicinato a me e mi hai fatto le domande, non hai avuto paura? Io sono un Lupo e proprio ieri ho mangiato la tua amica, l'anatra sonia. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti?
Pierino – Non ti nego, caro Lupo, che un po di paura l'ho avuta ma la voglia di conoscere era troppo grande! Poi oggi ho capito una cosa
Lupo – Cosa ?
Pierino – Che tu non sei cattivo come tutti dicono. È la tua natura essere un Lupo
Lupo – Ma bravo Pierino! Dimmi ancora... Tu credi in Dio?
Pierino – Credo in un principio, credo in un concetto supremo, da cui tutto deriva a cui tutto tende
Lupo – Pierino ho qui un modello A1 e credo che dovresti riempirlo!
Il Gatto Ivan – I testimoni presenti a questo dialogo (il canarino Trilli, il gufo Gustavo e il cerbiatto Armida) raccontano che i due continuarono a parlare per ancora molto tempo, fino a notte fonda. Oggi è stata una giornata importantissima per il caro Pierino. Oggi, infatti, Pierino è riuscito a vincere delle prove iniziatiche molto dure. Con la potenza della ragione è riuscito a sconfiggere il pregiudizio, il preconcetto e la superstizione. Credo che a breve avremo un Pierino in più tra le colonne della nostra officina. Altre prove, ancora più dure, lo aspettano. Ma da ora in poi lui non sarà più solo e potrà contare sull'aiuto ed il conforto dei suoi Fratelli che, in ogni parte del mondo, lo sosterranno nel suo cammino iniziatico. Stretta è la soglia, larga è la via, dite la vostra che io HO DETTO la mia.
Si è tenuta a Vibo Valentia la tradizionale cerimonia di insediamento delle cariche di Capitoli, Commende e Concili del Rito di York della Calabria. «Ai compagni Maestri dell'Arco Reale, Cavalieri, Illustri Maestri dei Concili, dei Capitoli della Calabria… Grazie», ha detto il Sommo Sacerdote dei LLMM dell’Arco Reale Tiziano Busca. «Grazie per l'affetto, ospitalità e cordialità, grazie per il sostegno che ho ricevuto, grazie per la vostra presenza numerosissima e per la testimonianza che il lavoro e l'impegno per il Rito di York trova un terreno di condivisione nel percorso rituale. Mi sento fortunato nel poter affermare e testimoniare la gioia provata di insediare, per la prima volta nella storia del nostro Rito, i Gran Sacerdoti dei Capitoli che nelle loro dignità rappresentano Giosuè, Aggeo, Zorobabele. È il segno della svolta, è il segno del cambiamento, è il segno della unità. Abbiamo lasciato alle spalle falsi profeti, abbiamo compiuto la rivoluzione culturale che è la strada più forte per avviarsi sulla via di un dialogo che porterà solo successi e ricchezze iniziatiche sia personali che nella comunione che nel nostro Rito di York. La emozione è la parte del sensibile dell'Uomo, non la si governa, è come il pensiero: arriva, si impossessa di te, ti costringe a viverla nella sua pienezza. L' emozione ti aiuta a capire che sei vivo e che non sei solo, che tanti in silenzio ti guardano e ti aiutano... anche se tu non lo sai... puoi solo percepirlo. Ma quando, come nella Alchimia, si compie la Grande Opera, una nuova luce ed una nuova materia appare ed il cuore e la mente iniziano a viaggiare verso nuove frontiere quelle della consapevolezza e dell' amore degli iniziati, dei fratelli. Per tutto questo grazie! Grazie!».
«La Massoneria: l'armonia del dubbio, strada della Conoscenza, via del Dialogo» è il tema del Convegno organizzato a Palermo dal Rito di York. Dopo i saluti di Giuseppe Trumbatore, presidente del Collegio dei MMVV della Sicilia, ci saranno gli interventi di Giuseppe Schimmenti, Gran Sacerdote del Capitolo Aishar di Trapani e del filosofo Mauro Cascio che introdurrà i suoi ultimi lavori, «Un Dio che riposa tra i fenomeni del mondo» e «Il vacillare del senso». Modera Gilberto Bonaccorso, Gran Reggente Rito di York in Italia. Le conclusioni sono affidate a Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale - Rito di York.
La ricercatrice Laura Miriello, presenta un incontro con il filosofo e ricercatore della tradizione occidentale Mauro Cascio che, in questo incontro napoletano, intitolato «Filosofia e tradizionale occidentale, un viaggio fra i simboli», affronterà i temi della filosofia ma soprattutto fornirà le chiavi di lettura della simbologia umanista ed esoterica della tradizione rituale delle grandi società iniziatiche. Un incontro che vuole fornire strumenti di conoscenza su cui lavorare individualmente al fine di elaborare una propria esperienza di sviluppo interiore, di ricerca delle fonti e di approfondimento spirituale. Sarà l’occasione per parlare dei suoi ultimi libri come autore e di quelli a sua cura (Wirth, Chevillon, Willermoz). Mauro Cascio inoltre da anni esercita l' attività di counselling filosofico, una figura di umanista che "conduce" il ricercatore verso una chiara identificazione delle chiavi e dei strumenti a sua disposizione nel grande mondo della conoscenza. Entrata libera. Appuntamento il 2 marzo alle 17.30 presso il Centro Direzionale - Torre Azzurra. Infoline 320. 6875887..
Nel complesso San Giovanni in Monte a Bologna si svolgerà il 28 febbraio il convegno «Dalla Grande Guerra alla Gran Maestranza», dedicato a Ugo Lenzi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia dal 1949 al 1953. Introdurrà Giangiacomo Pezzano, presidente del Collegio Circoscrizionale dell'Emilia.
Tra i relatori Giovanni Greco (Università di Bologna), Zeffiro Ciuffoletti (Università di Firenze) e Angelo Scavone (Università di Bologna) con la giornalista Rita Bartolomei.
Lenzi fu iniziato in Massoneria il 10 aprile del 1909 nella loggia felsinea "Otto Agosto". Attivista socialista abbandonò la politica dopo che il Partito socialista stabilì l'incompatibilità con la Libera Muratoria. Come massone si oppose al fascismo e venne perseguitato e arrestato più volte. Il 19 marzo del 1949 assunse la guida del Grande Oriente d'Italia. Durante il suo mandato fece approvare la prima costituzione massonica italiana del dopoguerra. Bologna gli ha intitolato una strada.
Il Kitzur Shulchan Aruch è un compendio riguardante le regole dell’ebreo osservante; ci soffermeremo in questo breve articolo su alcune regole che non riguardano strettamente la sfera religiosa, intesa come insieme dei precetti che stabiliscono il modo di pregare ed i tempi per svolgere le funzioni liturgiche, ma concernono invece, aspetti della vita quotidiana e dei rapporti con gli altri. Al capitolo 29 del Kitzur Shulchan Aruch sono trattate “Le qualità nelle quali l’uomo deve impegnarsi”. Il capitolo inizia precisando che ogni uomo è diverso come temperamento per sua natura, e che esistono comportamenti opposti; analizzato questo aspetto per il quale la natura propria di ogni individuo lo conduce ad avere comportamenti che possono tendere verso una qualità o verso la qualità opposta, il testo si sofferma sulla considerazione che per l’individuo, l’atteggiamento più giusto da tenersi, è quello equilibrato, informando che “chi si attiene alla via di mezzo può considerarsi saggio”. Mi occuperò in questo breve articolo solo di alcuni aspetti trattati dal capitolo e che ritengo siano di una certa attualità, ed abbiano la capacità di suscitare maggiore interesse, in quanto certamente riguardano il vissuto quotidiano di ognuno di noi:
Orgoglio ed umiltà
L’orgoglio è qualificato come un atteggiamento molto negativo; il consiglio pertanto è quello di esercitarsi ad essere umili, per esempio “considerando il tuo prossimo come se ti fosse sempre superiore”. L’orgoglio può nascere sia nei confronti di chi è più acculturato di noi o più agiato, sia nei confronti di chi, invece, lo è meno di noi. Nel primo caso l’atteggiamento idoneo che permette di esercitarsi all’umiltà è quello di portare rispetto, considerando il fatto che se D-o ha voluto così, evidentemente costui ne è degno; nel secondo caso il modo per esercitarsi all’umiltà verso chi ha minori mezzi di noi, oppure una cultura inferiore alla nostra, è quello di considerare che questi è più meritevole di noi, in quanto “ se lui commette un errore, questo può considerarsi come se lo avesse compiuto involontariamente a causa dei suoi limiti”. Bisogna riconoscere che sia il primo atteggiamento che il secondo non sono così comuni e che anzi, la naturale inclinazione, porta evidentemente ad avere comportamenti opposti; è bene soffermarci sul fatto che il testo parla di “esercitarsi” e quindi di agire sul proprio comportamento in modo volontario e cosciente. È evidente che questo non può prescindere dall’avere una buona dose di volontà, senza la quale tutto ciò non sarebbe possibile. Nel secondo caso inoltre, è evidente come l’orgoglio che può nascere nel considerare chi si trova in una condizione inferiore alla nostra o per ceto sociale o per cultura, scaturisce come conseguenza diretta di un altro fattore proprio a cui l’individuo è naturalmente incline: il giudicare il proprio prossimo. Risulta a questo punto pertinente citare uno dei 613 precetti dell’ebraismo, il quale afferma: «Non giudicare».
L’ira
Al pari dell’orgoglio anche l’ira è classificata come “sentimento molto nocivo”. In questo caso il consiglio dato dal testo è di “addestrarsi a non esercitarla”. Come nel caso dell’orgoglio in cui si parla di “esercitarsi”, nel caso dell’ira è utilizzato un vocabolo dall’accezione affine: addestrarsi. Questo evidentemente vuole significare che l’abitudine, la quale è il fondamento dell’educazione di un individuo, che poi è il ripetersi più volte di pratiche e comportamenti, è capace di indurre sullo stesso dei cambiamenti profondi e di correggere quella che potrebbe essere la sua indole naturale. L’ira certamente è un sentimento che può accendersi a seguito di un torto subito, oppure di un’offesa per la quale reagire con ira potrebbe sembrare anche umanamente comprensibile; a tal proposito il testo riporta la strada degli tzaddikim (giusti ): “ essi vengono offesi, ma non insultano, avvertono la propria umiliazione ma non ribattono, agiscono con amore e si rallegrano malgrado le sofferenze”.
Divieto di umiliare il prossimo
Il testo afferma il divieto di umiliare il prossimo in privato ed ancor più in pubblico, sia con gesti che con parole. Sono riportate le parole del Talmud: “ Colui che fa impallidire il compagno in pubblico non avrà diritto al Mondo Futuro”; questo vale anche per i bambini. È fatto divieto pertanto di mortificare il proprio prossimo specialmente in pubblico, per esempio mettendolo in imbarazzo raccontando fatti che lo riguardano.
Rapporto con vedove ed orfani
Lo studio della Torah ha condotto i Maestri ad evincere dai Testi della Sacra Scrittura la particolare considerazione che D-o ha verso le vedove e gli orfani: “ogni vedova ed orfano non affliggerete” ( Esodo 22,21 ) – “Se griderà verso di Me, Io ascolterò il suo lamento” ( Esodo 22,22 ) – “D-o ascolterà la loro causa” ( Proverbi 22,23 ). Il testo pertanto precisa che bisogna avere verso le vedove e gli orfani un atteggiamento molto particolare, che altrimenti non si avrebbe se loro non fossero in questo stato: parlare loro con dolcezza, trattandoli con riguardo e dignitosamente, senza rattristarli neppure con parole “ poichè la loro anima già è molto infelice ed il loro spirito abbattuto, anche se sono benestanti”. Le parole del Kitzur Shulchan Aruch sembrano condurci a considerazioni che hanno un’evidente attualità, sia per i molteplici aspetti che riguardano la vita di ognuno di noi, che per un significato di più ampia portata che abbraccia la sfera dell’etica della società civile, nella quale indubbiamente possiamo determinare come i principi sacrosanti laici che la governano, siano condivisi o forse abbiano addirittura fondamento, da una tradizione antichissima millenaria, pervenuta integra fino ai giorni nostri.
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È per me doveroso oltre che fonte di grande onore ringraziare il Clan Sinclair per avermi supportato in questi studi, durati ormai 4 anni, che mi hanno permesso di cominciare le ricerche su questo particolarissimo luogo, ringraziare per le informazioni che mi hanno fornito, sono state preziosissime, con l’augurio che la ricerca vada avanti e che il futuro sia portatore di nuove importanti scoperte.
Un particolare grazie va a Sir Ian Sinclair Archivista e storico del Clan Sinclair, che era fortemente legato a questo luogo… so che il suo spirito è li, ricongiunto a quello dei guerrieri che hanno combattuto per difendere la libertà.
Il castello Girnigoe della Famiglia Sinclair è stato l’unico castello scozzese ad entrare a far parte del World Monuments Fund; un' organizzazione che si occupa della salvaguardia e del recupero di antichi monumenti scozzesi di grande valore storico. Oltre a questo Girnigoe è uno dei più spettacolari ruderi che si staglia nel panorama della Sinclair Bay, nel nord della Scozia. In realtà Girnigoe è un luogo carico di notevole fascino, non soltanto per la spettacolare location, ma anche per la sua complessa storia. Esistono pochissimi documenti, in possesso della famiglia Sinclair, che ne raccontano la storia. Quello che è certo è che nel 2002 sono cominciati i primi studi da quando alcuni studiosi di archeologia dell’università di York hanno redatto un piano di conservazione del castello: da qui è emersa la possibilità che sul sito, in realtà, ci fossero due castelli; il primo costruito nella seconda metà del XV secolo e l’altro nei primi anni del XVII secolo entrambi attaccati e distrutti nel 1680. Non si sa con certezza ancora ma sembra che la seconda costruzione del XVII secolo fosse un ampliamento alla prima, e che non fossero in realtà strutture indipendenti, nei documenti ritrovati si parla di Castello Sinclair e Castello Girnigoe e questo ha incrementato l’idea che le strutture fossero due.
La prima testimonianza di una visita al sito archeologico l’abbiamo in un racconto del reverendo John Brand che si reca a Caithness per la prima volta nel 1700 come Commissario per l’Assemblea Generale della chiesa di Scozia. Scrive:
«... Sul lato sud della baia, vicino a Wick si trovano due castelli fortificati uniti tra loro da un ponte levatoio, chiamati Castello Sinclair e Castello Girnigoe. [...] Quest’ultimo era la loro dimora abituale; sono collocati su di una roccia disgiunta dalla terra, contornati prevalentemente dal mare, per poter accedere alla terraferma usavano un ponte levatoio che veniva sollevato tutte le notti, per impedire l’accesso agli stessi. Ho trovato impresso sull’architrave di una finestra l’anno del Signore 1607, che deve essere stato l’anno di costruzione del castello o l’anno in cui ha subito un intervento di restauro o ampliamento. C’è chi sostiene che i castelli, vista la loro vicinanza, siano in realtà uno solo…».
Il Reverendo John Brand aveva lanciato senza saperlo una moda, difatti anche il Reverendo Pococke nel 1760 andò a visitarlo, questo è quello che scrive in una lettera alla sorella:
«Sono andato a vedere i Castelli Sinclair e Girnigoe, il primo è situato su una roccia in mezzo al mare separato da un fosso molto profondo dalla terraferma su cui c’era un ponte levatoio, il secondo è proprio li accanto, costruito per un figlio maggiore. In entrambi sono presenti diversi appartamenti e al di là del primo sono visibili piccoli tribunali sugli scogli; Sinclair è stato costruito nel regno di Carlo II di Scozia e le armi del Re sono su di lui. Questo Sinclair è stato l’ultimo di essi...”.
Sembrerebbe che la struttura geologica del sito archeologico abbia contribuito a far sorgere l’idea che ci fossero due castelli piuttosto che uno; ad accrescere questa idea è la presenza di un fossato asciutto che separa i due castelli oltre al grande fossato intorno all’intera proprietà. La struttura principale è la Tower House, la Torre, che divenne nota come Castello Girnigoe. Tutto quello che invece resta della West Gate House è la struttura intorno alla ciminiera, e il tipo di costruzione e l’aspetto ha generato l’idea che questo era il Castello Sinclair. La caratteristica principale del Castello Giringoe è la Resistenza, la Forza, mentre quella del Castello Sinclair è la Bellezza, dualità che ricorda un ben noto edificio sempre appartenente alla famiglia Sinclair la Cappella di Rosslyn e le sue famose colonne. Da studi successivi risalenti al 2003 fu lampante che di castelli su quel sito ne esisteva uno solo da sempre e che George Sinclair quarto Conte di Caithness nel 1606 dichiarò che Girnigoe doveva essere conosciuto come Castello Sinclair. Poiché i due nomi sono stati in uso per oltre 300 anni, gli Amministratori hanno deciso di chiamare il Castello Sinclair Girnigoe.
Ma la domanda che ci poniamo a questo punto è: quando è stato costruito il Castello? È una domanda estremamente complessa a cui rispondere; i libri di storia ci dicono che la Tower House conosciuta con il nome Girnigoe, è stata costruita alla fine del XV secolo. Non vi è alcuna prova ma presumiamo che questa deduzione sia venuta fuori dal fatto che il titolo di conte di Caithness è stato concesso nel 1455 e vi è un documento firmato a Girnigoe nel 1496. Quello che però non si è tenuto in considerazione in queste ricostruzioni storiche è il fatto che i membri della stessa famiglia Sinclair che divennero Conti di Caithness erano già Conti delle Orcadi, proprietari di un castello a Kirkwall e che erano presenti a nord ben 100 anni prima di diventare Conti di Caithness, tanto che se è vero che la Tower House viene datata intorno alla seconda metà del 1400 è altrettanto vero che venne costruita su una rovina ancora più antica. La storia di Girnigoe è ricca di misteri, le sue rovine parlano ai visitatori che con il cuore puro vanno li ad ascoltare di leggende e noi siamo andati ad ascoltare cosa Girnigoe ha da dire….
Girnigoe è strettamente e strategicamente legato alle vicende dei Cavalieri del Tempio se non altro per due elementi molto importanti. La collocazione geografica. E il nome di almeno due dei suoi proprietari: Prince Henry e Sir William Sinclair.
Sulla collocazione geografica abbiamo già dato qualche informazione e a ben guardare il sito si capisce che era una fortificazione ideale per coloro che viaggiavano per mare; sicura, con un comodo approdo, ma allo stesso tempo molto vicino alle Orcadi da cui passavano le rotte commerciali. Sui suoi proprietari, i primi due Conti di Caithness, giusto due parole: il Primo Prince Henry Sinclair tra le altre cose, anticipando una leggenda di cui parleremo in seguito, era stato compagno di viaggio degli italiani fratelli Zeno nelle Americhe quasi 100 anni prima di Colombo… Ma questa è una Leggenda di cui ci occuperemo più avanti qui sul Blog.
Chi era Sir William Sinclair
Sir William Sinclair nasce nel 1410 e muore all’età di 74 anni nel 1484; dal 1455 al 1476 è stato il Primo Conte di Caithness, e pare che la cerimonia in cui gli è stato conferito il titolo si sia tenuta al Castello Sinclair Girnigoe; attuale Conte di Caithness che riceve il titolo per asse ereditario è Lord Malcom Sinclair, 20simo Conte di Caithness, attuale Chief del Clan Sinclair. È altresì quel nobiluomo scozzese che nel 1440 fa costruire la famosa Cappella di Rosslyn sita nelle vicinanze di Edimburgo. La sua famiglia possedeva già, abbiamo detto prima, il Castello di Kirkwall, che fu presumibilmente la prima dimora delle cinque casse che in seguito furono seppellite sotto Rosslyn, e leggenda vuole che quando Sir William divenne Primo Conte di Caithness portò con se dalle Orcadi le cinque casse che trovarono alloggio provvisorio presumibilmente a Girnigoe, prima di essere trasportate definitivamente al Castello di Rosslyn, per poi essere sepolte sotto la Cappella, visto che era il primo approdo utile. Ma cosa contenevano le cinque casse? Secondo una tradizione esoterica, dopo aver scavato sotto il Tempio di Salomone per nove anni, i Cavalieri Templari lasciarono il Medio Oriente con cinque casse il cui contenuto è a tutt’oggi sconosciuto; anche se di ipotesi ce ne sono molteplici, da documenti riguardanti la genia di Gesù e Maddalena, a rituali iniziatici... Questa intrigante ipotesi fu avvalorata negli anni '90 da Andrew Sinclair, che praticò una serie di scansioni sotto la Cappella di Rosslyn e individuò cinque oggetti rettangolari nella cripta. La Rosslyn Chapel è stata da sempre indicata come uno dei luoghi più misteriosi di tutta l'Europa del nord: la leggenda racconta che Sir William la costruì servendosi di templari travestiti da scalpellini, gli stessi templari che erano sfuggiti alla persecuzione del 1307 e si erano rifugiati in Scozia. Si sa inoltre che sotto la cappella sono custoditi i resti di diciannove signori Sinclair, sepolti senza bara e ricoperti della propria armatura, ma nessuno è entrato nei sotterranei di Rosslyn da quando possiamo dire è stata costruita.
Gli Spiriti del Castello Sinclair Girnigoe
Girnigoe è indubbiamente un luogo carico di fascino e di mistero, e come in tutti i castelli che si rispettino ha il suo... fantasma! Che ha anche un nome e un volto: Hamish.
Nella foto qui in alto c'è Hamish, detto anche il Custode del Castello, non si conosce esattamente la sua storia ma sappiamo che si manifesta in una camera del castello sovrastante la volta della sala del pozzo. Questa manifestazione pare sia legata ad una presenza femminile seduta in un punto preciso della stanza. La sala chiamata “Sala del pozzo” sottostante, è piena di detriti e fango e per il momento non è ancora stata analizzata dagli archeologi, questo vuol dire che nessuno vi ha avuto ancora accesso da molti molti anni. Viste le manifestazioni “soprannaturali” pare che questa sarà una delle zone che vedrà impegnati gli archeologi per i prossimi lavori, chissà magari Hamish potrebbe essere ancora a guardia del Castello… La sala del pozzo, per motivi ovvi di sopravvivenza, era uno degli ambienti meglio difesi in qualsiasi Castello. Si dice che quando il Castello fu assediato, gli ultimi superstiti si erano rinchiusi là dentro, murando la porta dall’interno. Infatti, i “graffiti” trovati su di una pietra in quella zona trovano incise le parole “Nae Hope” – non c’è speranza.
La Chiave di Volta del Castello Sinclair Girnigoe
Questa meravigliosa chiave di volta è stata trovata circa due anni fa negli scavi svolti presso il Castello Sinclair, nella parte sud-ovest dei quartieri del Duca di Caithness. Con grande probabilità era la chiave di volta della sala del banchetto del Duca. Essendo la struttura più elevata dell’arco a botte, ovviamente si trovava al di sopra delle macerie del crollo, fortunatamente non è stata danneggiata
Attualmente la pietra si trova nel bellissimo museo di Thurso , ma appena i lavori di ristrutturazione del Clan Sinclair Study Center saranno completati (una parte del Faro verrà utilizzato come museo ufficiale del Clan), la pietra farà il suo ritorno a Noss Head. Il reperto è particolarmente interessante poiché dimostra un Gallo con le ali aperte – l’interpretazione di questo simbolo è ancora incerta, ma ovviamente il Gallo apre le sue ali per difendere la sua famiglia e spaventare il nemico. C’è da dire che il Gallo è parte integrante dello Stemma di Famiglia, e, come diceva spesso in modo scherzoso Sir Ian, l’Archivista del Clan questo Re del Cortile è colui che cura gli affari della sua famiglia, sveglia tutti al mattino, avverte dell’arrivo dei nemici. Ovviamente sul simbolismo del Gallo ci sono molte cose da dire:
«Il Gallo è strettamente legato al fuoco e al sole, di cui annuncia il sorgere, è il simbolo della rinascita ed è un alleato delle forze benefiche e protettrici. Svolge la funzione di sorveglianza scacciando gli spiriti del male. Sacro al dio solare Apollo, nella mitologia greca è associato anche a Persefone, il principio luminoso degli inferi, ed a Ermes il messaggero degli dei. Nella mitologia norrena (le primi radici del Clan Sinclair sono Norvegesi), il Gallo è legato alla leggenda del frassino Yggdrasill, l’albero del mondo, in quanto è il gallo Víðópnir appollaiato su di esso che avverte gli dei delle minacce da parte delle forze del male. Inoltre al suo simbolismo solare il Gallo incarna il principio maschile, la virilità e l’aggressività del combattente».
Tutti presi dal fenomeno medianico che è stato Il Codice Da Vinci di Dan Brown, che pongono l’attenzione sulla famosissima Cappella di Rosslyn, ma pochi conoscono questo Castello e la sua storia e di conseguenza pochi riescono a cogliere la connessione tra la Storia della Famiglia Sinclair, questo Castello e la Cappella di Rosslyn, e i Cavalieri Templari. Ho cercato di gettare le basi per tracciare un filo conduttore tra questi tre elementi, passando per Kirkwall, un luogo possessore di un interessante reperto che è il Rotolo di Kirkwall.
Oggi parliamo di una mostra davvero particolare che si tenne a Washington nel 2005 e fu poi ripetuta nel 2011, in occasione del 200esimo anniversario della fondazione della Grand Lodge of Free and Accepted Masons of the District of Columbia. La mostra si intitolava "The Initiated Eye" e venne realizzata grazie alla collaborazione della Gran Loggia del Distretto di Columbia con l'artista Peter Waddell ed il museo della American Architectural Foundation.
Peter Waddell è un artista americano contemporaneo, noto e apprezzato per la sue opere raffiguranti scene storiche e architetture. Dopo una serie di incontri coi Maestri della Gran Loggia del Distretto di Columbia, Waddell ha realizzato ventuno dipinti raffiguranti l'architettura e la storia di Washington in relazione alle sue radici massoniche.
Ad esempio, il quadro che pubblichiamo qui, intitolato "First Light of Morning", raffigura uno scorcio di Decatur House, uno degli edifici più antichi di Washington D.C., progettato da Benjamin H. Latrobe, massone considerato il padre dell'architettura americana.
La collezione dei dipinti, accompagnati da didascalie esplicative, è ancora visibile in rete a questo indirizzo.
Sul medesimo argomento è stato pubblicato «La chiave di Salomone - I simboli della massoneria e i segreti di Washington», interessante studio di Anthony Lomas, disponibile sia in formato cartaceo che digitale. E, sui rapporti tra Architettura e Massoneria, non si può dimenticare di citare «Architettura e Massoneria - L'esoterismo della costruzione» di Marcello Fagiolo.
Per chiudere, una piccola curiosità. L'edificio che ospita il museo della American Architectural Foundation è noto col nome di "The Octagon" e si dice che sia una delle case più infestate dai fantasmi di tutti gli Stati Uniti.
Massoneria e modernità è stato il tema del dibattito svoltosi il 13 febbraio a Palazzo D'amico, in Milazzo, nell'ambito di un ciclo di incontri culturali promossi dalla locale Amministrazione comunale. Introdotti dall'Assessore alla cultura del Comune di Milazzo professor Dario Russo, il professor Carmelo Romeo, componente il Comitato scientifico di "Hiram" e l'avvocato Giuseppe Gentile, attuale Maestro Venerabile della Loggia "Antonio La Maestra" all'Oriente di Messina, hanno trattato momenti salienti della storia della Massoneria italiana e ne hanno evidenziato le finalità etiche.
Sull'attualità è stato invece incentrato l'intervento del Gran Maestro aggiunto Santi Fedele. Rispondendo alle domande rivoltegli da un folto e qualificato uditorio, egli ha ribadito con forza come la più assoluta trasparenza nella vita interna e nei rapporti esterni contraddistingua l'operato del Grande Oriente d'Italia, il cui nome non è ad alcuno consentito accostare a formazioni sedicenti massoniche che non meritano neppure la denominazione di "Logge deviate", perché nulla esse hanno in comune con l'esperienza storica e l'ispirazione ideale della Libera Muratoria Universale.
Dal microbo più piccolo al mammifero più grande, l’uomo è convinto di riuscire a riconoscere la vita. Ma potrebbe esistere anche su scala molto più grande, diciamo a “livello cosmico”, in cui i pianeti fungono da cellule e i buchi neri da DNA dello spazio? I segreti del cosmo potrebbero risiedere nella biologia invece che nella fisica? Insomma, l’Universo è vivo?
Cosa rende vivo un organismo? Cosa ci rende diversi da un sasso o da un robot? È il battito del cuore? Sono i pensieri che abitano la nostra mente? O per il fatto che nasciamo, cresciamo e moriamo? Alcuni scienziati hanno pensato che potremmo condividere questi aspetti con qualcosa di molto più grande: è possibile che l’intero cosmo sia un unico organismo vivente, nel quale viviamo e ci muoviamo? In questo articolo la risposta a queste domande
Il 6 febbraio del 1886 nasceva a Scalea (CS) Amedeo Rocco Armentano. Fu l'ultimo grande Pitagorico calabrese, maestro di Arturo Reghini, rinnovatore del vero esoterismo italiano, occulto ispiratore dell' 'imperialismo pagano', visionario di una nuova civiltà latina cesarea e dantesca; morì, esule volontario dal 1924, a San Paolo del Brasile, il 14 settembre 1966)
«Debbo dirti che io mi giudico un uomo fortunato, giacché ho il bene di avere, insieme al tuo, l’affetto di tutti i miei vecchi amici, i quali non mi hanno dimenticato nonostante la lontananza. Mi riferisco agli amici che sono vivi, i molti che sono già morti li ho presenti come se fossero ancora vivi e con la certezza che anch’essi, sia pure in altro modo, sentono la mia presenza. Sono un conservatore e perciò amo tutto quello che fu ed è mio… in tutti i sensi. Mi dici che non hai raggiunto tutto quello che era nei tuoi voti! Neppure io ho raggiunto tutto quello che volevo e sognavo. Il fatto di non arrivare fin dove volevamo e potevamo arrivare, non è soltanto colpa nostra. Gli anni attraverso i quali siamo passati non sono stati (e continuano a non essere) favorevoli a coloro che hanno dei meriti e sono onesti. […] Io fra poco compio 71 anni e per me… non c’è più futuro. Ho fatto tutto quel che potevo fare. Non conviene mischiarsi con la folla né tanto meno con la caterva dei demagoghi… affamati… non di pane… ma del ricco companatico che potranno prendere… dopo il successo malamente raggiunto. L’importante per tutta questa gente è di vivere bene, giorno per giorno, il resto non conta nulla. Venga pure la Torre di Babele, per essi è lo stesso. Forse ho un po’ divagato, ma questo breve commento serve per farti capire il mio disgusto per le istituzioni e i costumi esistenti. Sento grande nostalgia della Torre!» (lettera a Leopoldo Cupido, amico di Scalea, 1957 – In ARA, Massime di Scienza Iniziatica, Ignis ed.).
Vi segnaliamo da You Tube l'intervento dell'archeologo dott. Giuseppe Barbera, presidente Associazione Tradizionale Pietas, all'evento Maschera e Volto dell'Iniziazione, organizzato da ereticamente.net e tenutosi il 30 gennaio 2015 e.v. presso la sede milanese dell'A.N.V.G., con la collaborazione de Il Cervo Bianco ed il patrocinio di: Ellenismo, rivista telematica, Fondazione Evola, Edit@ e Rebis.
Un tesoro di conoscenza grosso così, di infinita portata teoretica e conoscitiva ma anche storica, nel mondo della teologia, della filosofia e delle scienze. L'archivio digitale dei manoscritti Vaticani da oggi è disponibile online.
Appuntamento l'11 marzo alla Galleria d'Arte Moderna di Roma con Gerado Lo Russo che terrà una conferenza alle 17 su "Il ruolo della Massoneria nell'arte e cultura post unitaria a Roma". E' il 1870 e la Capitale dell'Italia Unita vive le diverse tendenze culturali e politiche tra cattolici e laici, monarchici e repubblicani, conservatori e progressisti e si avvia a divenire la metropoli moderna che tutti si aspettano.
«..Se Corbin vede nel Templarismo ( Capitolo di Clermont) e nella rispettiva interpretazione dell’immagine del tempio, il tentativo profondo di conciliare la visione medio-evale con la classicità antica del Tempio salomonico, che per i massoni “scozzesi” era anche l’origine, per quanto metastorica, di ogni architettura, cioè anche egizia, greca e latina e non solo di quella dei costruttori medievali, ed è effettivamente assodato che il Templarismo del Diciottesimo secolo fonda il suo linguaggio costantemente sulla metafora architettonica, sovente eleggendo negli elementi classici e nell’architettura gotica i due estremi di un unico edificio sapienziale, è vero pure che parimenti questo linguaggio è profondamente intriso dall’universo alchemico, che soggiace alla base della sapienza stessa, ovvero dell’Arte Reale (alchemica) che detiene Re Salomone. Quando Marc-Antoine Laugier opera, in assoluta sintonia con il clima culturale francese dell’epoca, rievocando il sogno esotico di un origine araba dell’architettura gotica, associando i caratteri attribuiti alla nazione francese, ad un nuovo ordine architettonico; quando tenta di conciliare questo sistema-ordine, con la classicità più pura, manifesta una sintonia profonda con l’anelito “templare”, proteso alla comprensione di una scienza assoluta e originale, che è simbolicamente incarnata dai segreti alchemici ( Arte reale) celati nella pietra cubica secondo il mito…». Un nuovo luogo per studiare l’esoterismo dell’architettura.
Un volto diabolico incombe minaccioso dall'alto, moltiplicato lungo tutta la circonferenza della cupola della Cappella Reale dei Savoia, nel cuore di Torino, a ridosso di Palazzo Reale e piazza Castello: l'opera barocca di Guarino Guarini è solo uno dei tanti angoli magici e spesso inquietanti della città della Mole, censiti ora da una pagina Facebook appena nata, "Torino Esoterica”.
L’esilio a Babilonia, le distruzioni del Tempio di Gerusalemme, sono centrali nel simbolismo massonico ma soprattutto dei gradi capitolari dell’Arco Reale. Passando dal simbolo alla storia, va sicuramente segnalata questa importante mostra. Centodieci tavolette d’argilla, incise in lingua tardo accadica e risalenti all’antica Babilonia, svelerebbero aspetti della vita quotidiana degli ebrei durante l’esilio babilonese, avvenuto circa 2.500 anni fa. La collezione, ora visitabile a Gerusalemme, consiste principalmente in certificati amministrativi, contratti di vendita e indirizzi, incisi in caratteri cuneiformi accadici nell’argilla, cotta poi nei forni. Le tavolette, scoperte in Iraq in circostanze ancora non ben chiarite, descrivono una città chiamata Al-Yahudu, il «villaggio degli ebrei», vicino al fiume Chebar, menzionato nella Bibbia nel libro di Ezechiele.
Ci sono traguardi fondamentali, nella storia di un Capitolo, ma quello dell’Apperson Royal Chapter ad Ashland, Kentucky, ha sicuramente qualcosa di più. Il Capitolo infatti compie 150 anni. La ricorrenza cadrà il prossimo 19 marzo, nel Tempio Massonico di Central Avenue.
«È prova di una mente semplice e molto primitiva che uno
desideri di pensare come le masse o la maggioranza,
semplicemente perché la maggioranza è maggioranza.
La verità non cambia perché è, o non è, creduta dalla maggioranza delle persone»
Giordano Bruno
L’amore della verità, il vivere nello spirito con la brezza della ribellione contro ogni forma di condizionamento, percorrere la strada della libertà e della conoscenza, non essere schiavo o dipendente degli integralismi e dei dogmi, accogliere il confronto con l’animo aperto alla ragione ed al senso della tolleranza… sono queste le cause che hanno portato al rogo il libero pensiero, sono queste le ragioni per cui ancora oggi la Libera Muratoria dei Maestri dell’Arco Reale e della Comunione ricordano un martire dell’anima e della libertà.
Giordano Bruno ha raccolto sotto la bandiera del libero pensiero il sogno dell’Uomo libero e non prigioniero del potere, i sogni dell’Uomo che respira Amore.
Ed è nella forza dell’amore e della Libertà che ancora oggi dobbiamo trovare la via per infondere speranza a tutti coloro che non riescono a comprendere che la soluzione del dialogo è la più forte tra le armi di pace e di rispetto anche di fronte alle gravi situazioni che i dogmatismi e gli integralismi paventano all’orizzonte della nostra quotidianità.
È la via che gli iniziati percorrono con impegno e che testimoniandola confidano di trovare le migliori forze per scongiurare le grandi catastrofi.
Lottare per cambiare lo spirito anche di coloro che vivono senza cogliere la bellezza della fraternità e della ricerca. Pietra su pietra la Massoneria continua a costruire il futuro contro lo spirito della paura attraverso l’Amore per la libertà, attraverso l’Amore per il fratello, per l’Uomo...
Tiziano Busca
Sommo Sacerdote Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale
I Maestri Comacini sono gli antenati probabilmente più antichi della Massoneria Operativa. Di che si tratta? Quali erano i loro obiettivi? Come e in che senso l’orizzonte della costruzione può diventare una percorso di elevazione per l’uomo? Come una corporazione di mestiere può ereditare una tradizione sapienziale millenaria, che è l’attuale cuore esoterico della Massoneria moderna? Ci sono molti studi sull’argomento e molti punti di vista. Vi proponiamo un interessante studio.