Le principali notizie della massoneria Italiana ed estera. Il simbolismo, la filosofia, gli Studi Tradizionali
venerdì 31 agosto 2018
giovedì 30 agosto 2018
Ti sia lieve la terra
Il Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell'Arco Reale in Italia abbruna il suo labaro per il passaggio all'Oriente Eterno del Fr.llo e Comp. Vito Zecca ed è spiritualmente vicino alla famiglia e ai suoi compagni di Capitolo.
Così lo ricorda a tutti i Compagni il Gran Sacerdote Federico S. del suo Capitolo il "Federico II" all'Or, di Taranto: è morto un vero massone: un Uomo buono e disponibile con tutti, ha combattuto a lungo contro il male che lo aveva aggredito, ha voluto partecipare sino alla fine alle tornate, con stampelle e mascherina; sincero appassionato della libera muratoria, grande esempio di serietà e tolleranza. Aveva 63 anni".
«Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo»
«Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo (come cioè egli si immagina il benessere degli altri uomini), ma ognuno può ricercare la sua felicità per la via che a lui sembra buona, purché non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo, in guisa che la sua libertà possa coesistere con la libertà di ogni altro secondo una possibile legge universale (cioè non leda questo diritto degli altri)».
I. Kant, Sopra il detto comune: questo può essere giusto in teoria, ma non vale per la pratica [Ueber den Gemeinspruch: das mag in der Theorie richtug sein, taugt aber nicht für die Praxis], 1793, in Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto.
mercoledì 29 agosto 2018
Il sano buon senso di Hegel
« Ciò che si chiama sano buon senso è spesso tutt’altro che sano. Il sano buon senso è sempre pieno delle massime della propria epoca. Prima di Copernico sarebbe stato ad esempio contrario a ogni sano buon senso che qualcuno sostenesse che la terra gira intorno al sole; o, prima della scoperta dell'America, che ci fosse ancora terra a Occidente. In India e in Cina il concetto di repubblica è contrario a ogni sano buon senso. Il sano buon senso, insomma, è il modo di pensare di un’epoca nel quale sono contenuti tutti i pregiudizi di quell’epoca. Esso è dominato dalle esistenti determinazioni di pensiero senza esserne consapevole».
(Hegel)
martedì 28 agosto 2018
Tiziano Busca: un anno fa la nomina a Grande Oratore del Gran Capitolo Internazionale del Rito di York
lunedì 27 agosto 2018
La linea di San Michele e le cattedrali gotiche
di Marco Bonelli Bassano
La linea, o forse meglio, le linee di San Michele, sono linee di energia. sono un argomento che da secoli appassiona gli studiosi. L’autore ha raccolto queste informazioni, le ha assemblate, e si è accorto che una linea portava ad altre linee, che l’incrocio di queste linee portava ad altre realtà che non potevano essere trascurate e che riguardavano le cattedrali gotiche, il cosiddetto Chemin à Jerusalem, il pellegrinaggio a Gerusalemme che, almeno una volta nella vita doveva essere fatto, a meno di non inginocchiarsi ed addentrarsi in un labirinto posto sul pavimento di una chiesa, il Camino de Santiago, quella strada lunga chilometri, che ancora oggi viene percorsa a piedi, attraversando tutta la Spagna, per giungere alla fine a Santiago de Compostela ed alla sua storica chiesa.
Alcuni elementi sono forse immaginari, altri sono tangibili e assolutamente consultabili. Si lascia pertanto al libero arbitrio del lettore il leggere, il riflettere e trarre le conclusioni. In realtà, come su una scacchiera, quell’alternarsi di bianco e nero porta a molteplici interpretazioni, così la verità dobbiamo cercarla dentro di noi e tentare di farla affiorare.
venerdì 24 agosto 2018
Chi si ricorda della Compagnia de Galantomeni?
La maschera adoperata durante i simposi
Al centro della trama de «Le donne curiose» di Carlo Goldoni, la commedia rappresentata per la prima volta al Teatro Sant'Angelo nel corso del carnevale del 1753, è un'associazione, una Compagnia de Galantomeni, fondata da un gruppo di amici e guidata da una ben nota maschera veneziana: Pantalone de Bisognosi. In tale associazione è vietato l'ingresso alle donne e questo divieto induce una famelica curiosità nell'animo delle compagne dei suoi componenti. Dietro ai sospetti femminili che giustificavano tale curiosità tuttavia, si nascondono tutti i luoghi comuni più classici di propaganda antimassonica. Sicuramente, sospettano a turno le protagoniste, all'interno di 'quel maledetto ridotto' si faranno 'stregonerie', si riceveranno donne in segreto, si praticheranno attività illecite, innominabili alla luce del giorno. O forse, secondo ipotesi più legate alla temperie dell'epoca, si produrrà il lapis philosophorum (cioè la pietra filosofale), o magari si preparerà 'l'oro disputabile'. Che per bocca delle donne vengono formulate accuse di ben altra origine diviene particolarmente chiaro quando attraverso la voce della serva Rosaura giungono parole che riecheggiano assai da vicino la bolla con cui Clemente XII condannò la Massoneria: «Se non vogliono che si veda, ci vi sarà qualcosa di brutto». Goldoni ci presenta la Compagnia de Galantomeni come un gruppo di uomini riuniti in una camera, amici della civiltà, della cultura e del conversare. Tanto lontano dalla cultura del sospetto del senso comune l'amore per la ricerca di una Verità che non si crede data in senso assolto ad una storia e ad una geografia, ma sempre da indagare e cercare, con il dialogo e il confronto. Sarà soltanto l'iniziativa di Brighella, servitore di Pantalone, ad introdurre finalmente le donne nel luogo di riunione e fugare ogni possibile dubbio sull'onestà di intenti dei protagonisti.
Su iniziativa di Mauro Cascio la Compagnia de Galantomeni è rivissuta negli anni scorsi, con i suoi libri, pubblicati da Rubbettino (una collana di filosofia della religione, che dalla Compagnia prende il nome, che ha pubblicato in prima edizione italiana autori come David Strauss, Miguel de Unamuno e la prima traduzione della Metafisica di Tommaso Campanella), i suoi misteri e una serie di simposi che hanno coinvolto decine di filosofi, accademici e studiosi, con rituali di agape originali settecenteschi sul modello delle società socratiche.
giovedì 23 agosto 2018
Annalisa Chirico ospite della Massoneria
Appuntamento il 21 settembre, nell’ambito delle celebrazioni della Breccia di Porta Pia e dell’Equinozio d’Autunno con il Vascello Letterario. Protagonista Annalisa Chirico, che alle 16,30 presenterà il suo libro “Fino a prova contraria”, un saggio, edito da Marsilio, che racconta la malagiustizia e ha dato vita anche a un omonimo movimento di cui la giornalista e volto noto del piccolo schermo è presidente.
In una repubblica giudiziaria gogna e impunità marciano unite. Quale prezzo paga il nostro paese per l’anomalo ruolo dei giudici nella vita delle persone e delle aziende?
«Nei dibattimenti senza fine i processi si celebrano sulle pagine dei giornali, le vittime apprendono l’arte del vivere con lentezza, i colpevoli restano a piede libero nell’attesa di una sentenza che li assicurerà – forse, un giorno – alla giustizia che non c’è.»
Da qualche decennio è in corso un processo all’apparenza irreversibile: la trasformazione del nostro paese in una repubblica giudiziaria, dove giustizia e politica si intrecciano, si confondono, si equivalgono. Il giusto processo somiglia sempre più a una santa inquisizione in un sistema dai tempi pachidermici che lascia la vittima senza risposte e il colpevole impunito. Annalisa Chirico descrive le origini di tali storture mettendone a fuoco i pericoli e le ricadute sulla libertà dei cittadini e sulla competitività del paese. Al grido di «resistenza costituzionale», certe frange giudiziarie hanno condotto mille crociate in barba al principio della separazione dei poteri. Oggi impazza il «populismo penale», cavallo di battaglia di quanti, nell’agone politico, alimentano la falsa credenza del giudiziario come lavacro per la società intera. Il magistrato assume di volta in volta il ruolo dell’imprenditore, del sindacalista, dello scienziato, addirittura del legislatore, in una «giudicatura» che infligge il colpo di grazia al primato della politica.
Fonte: GOI
mercoledì 22 agosto 2018
martedì 21 agosto 2018
Eros e Qabbalah
Il maschile, il femminile e le relazioni erotiche che ne derivano costituiscono, fin dall’epoca più remota, anche un modo di pensare le coppie di elementi opposti o complementari e i rapporti che fra essi intercorrono. In Occidente, alla tradizione di pensiero che da Empedocle e dal Simposio di Platone giunge sino ai testi ermetici si affianca quella ebraica, e più specificamente cabbalistica. Il racconto della creazione androgina del primo essere umano e della sua scissione in Adamo ed Eva e l’interpretazione del Cantico dei Cantici sono i fondamenti da cui si sviluppano speculazioni che estendono la sfera del pensiero erotico sino ad abbracciare la dimensione intradivina, creando una molteplicità di coppie sessuate che si rifrangono specularmente a tutti i livelli della realtà.
In questo libro Moshe Idel, oggi il massimo studioso di Qabbalah, esplora, all’interno della letteratura mistica ebraica, «trattazioni sulla sessualità che vanno dalle descrizioni delle relazioni sessuali tra Dio e la Sua demonica concubina superna alle prescrizioni più conservatrici e scrupolose sulle relazioni che un cabbalista deve avere con sua moglie». Idel si addentra dunque, audacemente, in quella che definisce la «cultura dell’eros» peculiare dell’ebraismo, dove il rapporto sessuale non solo assolve a un comandamento fondamentale, ma ha una valenza cosmica, poiché esercitando un’azione teurgica sulla sfera superna favorisce di riflesso l’unione fra gli elementi maschile e femminile della divinità, e fa così discendere sul mondo la sua benedizione e il suo influsso.
.
lunedì 20 agosto 2018
Vittorio Sgarbi torna a difendere la Massoneria
di Vittorio Sgarbi (da Il Giornale)
Non avendo problemi, in Sicilia, se li creano. Non bastassero la mafia e l’antimafia, la disoccupazione e lo sconvolgimento del paesaggio, gli sfaccendati parlamentari dell’Assemblea regionale si trastullano con disegni di legge come quello che impone l’obbligo di dichiarare l’affiliazione dei deputati e degli assessori regionali a logge massoniche e similari.
Il proponente è Claudio Fava, che si compiace di sovrapporre associazione a delinquere con le libertà di associazione religiosa, culturale, politica previste dall’articolo 18 della Carta Costituzionale. Un simile arbitrio era stato tentato nelle Marche e prontamente dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato. Infatti la norma discrimina l’appartenenza alla Massoneria da ogni altra per cui non è richiesta alcuna declaratoria. Le leggi speciali odorano di stato di polizia e di dittatura. E umiliano un’appartenenza come se essa stessa fosse un crimine. Il crimine presuppone una responsabilità individuale. La massoneria ha una storia gloriosa che non può essere infangata dai disturbi persecutori di un Fava, seguito da parlamentari distratti e opportunisti, privi di rispetto per la storia e per la libertà di idee, senza nulla fare di penalmente rilevante. Essere massoni non significa essere criminali. Gli iscritti al Grande Oriente d’Italia, anche per statuto interno, devono avere i medesimi obblighi di rispetto delle leggi dello Stato, con la «dovuta obbedienza e la scrupolosa osservanza alla Costituzione dello Stato democratico e alle Leggi che ad essa s’ispirino». La vera colpa è ignorarla.
lunedì 6 agosto 2018
Nobili Viaggiatori per le rotte del pensiero: Diego Fusaro ospite dello York
Diego Fusaro
Mauro Cascio e Saverio d’Ottavi, con il Patrocinio del Gran Capitolo dei LLMM dell’Arco Reale - Rito di York, presentano: «Nobili Viaggiatori per le rotte del pensiero». Un'escursione con il ‘battello filosofico’ nel lago di Paola con Diego Fusaro per parlare di 'Precariato', a partire dal suo ultimo libro, Storia e coscienza del precariato. Si tratta del primo appuntamento di una serie di navigazioni (per fiumi, laghi e mari) che coinvolgeranno professionisti della Filosofia, della Politica, dell'Economia. Interviene Tiziano Busca.
L'appuntamento è per Giovedì 6 settembre, ore 18.00 presso la Proprietà Scalfati, via Casali di Paola 6, San Felice Circeo (Latina).
Il Lago di Paola
Il 'battello filosofico'
La sostenibile leggerezza di «Piazza Dalmazia»
di Almerindo Duranti
E dilla la verità Mauro: il reticolo di strade che porta a piazza Dalmazia è in realtà il reticolo di comunicazioni neurali del tuo cervello, quelle stesse, che a tratti, nelle connessioni autobiografiche 'ti slampano' come un Fantozzi (un Fantozzi filosofo, ovviamente) che si dimena e sculetta all’interno di un bagno chimico, con i calzoni calati fino alle caviglie, attento a non farli sporcare sul bagnato del pavimento. Un reticolo di sinapsi 'teoretiche' che, per chi ne possiede la chiave di lettura, dis-velano una piazza Dalmazia che come un buco nero risucchia il lettore nel suo vortice e lo invita a spogliarsi della sua natura di 'essere-creato' e a cercare, guardare 'l’ombra del 'Creatore'. Al lettore che questa chiave non possiede, te lo strattoni dietro, facendolo come te sudare e appiccicare gli indumenti, per le vie di Roma prima e Parigi poi, guidati dal dettaglio di una cartina di Google Maps. Lo porti sul tram, in aereo, sopra nelle strade e sotto nelle metropolitane sotterranee. Con te lo fai sgomitare sballottato in mezzo a una folla di 'creati' e di 'uno e nessuno', di una città sotto la città. Sei tu, caro Mauro, non puoi negarlo, il-finto-basso-e-mancato-campione-di-ping-pong che provochi noi lettori facendoci scontrare o intravvedere in quella magmatica marea umana Leopardi, Foscolo, Pasquale Panella, Dante, Blake, Luzi, Carducci, Alda Merini, Petrarca, Pascoli, Quasimodo, Victor Hugo, Neruda, Pessoa, Ungaretti, Tagore, Verlaine, Fo, Turgenev, Dostoevskij, Tolstoj, Buber, Wiesel, Basanov, Tito, Zuckerberg, Venditti, Salgari, Marco Polo, i Duran Duran, Darwin, Beethoven, Celine, Mirabeau, Balzac, Camus, Onfray, Proust, Zola, Jacques de Molay, Nicolas Flamel.
Se il lettore pensa di aver capito qualcosa, TU, presuntuoso filosofo, Iniziato Reale, non ci sussurri ma urli, per farti sentire sopra quell’ininterrotto 'cicalio neuronale', e quello 'stridio sinaptico': «Il marciapiede giusto è quell'altro!». Dalla prima all’ultima pagina, Mauro Cascio ci sillaba, ci fa lo spellino 'materiale' e 'spirituale', perché anche noi si possa attivare il nostro individuale Google Maps che ci permetta di raggiungere la nostra piazza Dalmazia. «Come un Dio ha dato nome alle cose, e loro le cose, da quel momento esistono», Cascio fa un ultimo regalo al suo lettore (dopo tanti averne fatti): lo invita a smettere di essere 'Cosa-Creata', per divenire 'Creatore', il 'Matto' del Tarocco del proprio universo neuronale che aspetta solo di essere sinteticamente 'acceso'.
«Piazza Dalmazia» sarà in scena il prossimo 29 settembre alle 20.30 al Teatro Tertulliano di Milano, in uno spettacolo di Raffaele Bruno, interpretato da Margò Volo con il Patrocinio del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale - Rito di York. Margò Volo, diplomata al Piccolo di Milano, ha appena finito di girare l’ultimo film con Boldi e De Sica, ed è nota al grande pubblico di Rai e Mediaset e ha lavorato con Iacchetti, Luca e Paolo e Gene Gnocchi.
venerdì 3 agosto 2018
Come offendere e come migliorare
giovedì 2 agosto 2018
Grande Oriente d’Italia: «Illegittimo e incostituzionale il ddl approvato dalla I Commissione dell’Assemblea regionale siciliana che obbliga deputati e assessori a dichiarare l’appartenenza alla Massoneria»
Un atto illegittimo e anticostituzionale che, dietro la bandiera di una strumentale pseudo trasparenza istituzionale da garantire, nasconde solo ed esclusivamente una profonda e radicata Massofobia già ampiamente mostrata durante
i lavori della Commissione Antimafia di cui l’onorevole Claudio Fava è stato vicepresidente. Il disegno di legge, approvato dalla prima commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana, che impone l’obbligo di dichiarare l’affiliazione dei deputati e degli assessori regionali a logge massoniche e similari rappresenta per il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani l’ennesimo grave tentativo antidemocratico, palesemente discriminatorio e in contrasto non solo con le norme della Costituzione della Repubblica Italiana, di dover imporre a dei cittadini facenti parte di libere e legali associazioni previste dall’articolo 18 della Carta Costituzionale, di manifestare a tutti i costi e ledendo il principio del diritto alla riservatezza, la propria appartenenza alla Massoneria senza alcun plausibile motivo.
La Libera Muratoria ha una sua naturale e caratteristica riservatezza che deriva dal carattere iniziatico e dalla Tradizione ma che non e’ in conflitto con le leggi dello Stato e la legalità. Non ci risulta che ci siano stati e ci siano associazioni, clubs, partiti, circoli e quant’altro di cui si pretende a tutti i costi la messa in piazza delle proprie intime peculiarità. Che solo i massoni debbano farlo, come vuole l’onorevole Fava, appare quantomeno discutibile sul piano giuridico e morale, e denota il poco commendevole intento di marchiare gli affiliati alla Massoneria.
Giustificare poi la richiesta di promulgazione di un simile obbligo normativo rivolto esclusivamente agli iscritti alla massoneria ed artatamente giustificato sull’asserita sussistenza di principi di “obbedienza” e “riservatezza” che un iscritto dovrebbe alla propria Loggia, significa mistificare la realtà giuridica al fine di creare un pregiudizio palesemente discriminatorio nei confronti di un associazione riconosciuta che, come detto, ha gli stessi obblighi e gli stessi diritti delle altre associazioni.
In particolare, gli iscritti al Grande oriente d’Italia devono avere pari dignità e tutela degli iscritti in altri enti associativi per quanto riguarda la protezione dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche anche con riguardo al trattamento dei propri dati personali (art. 1 Reg. Ue 2016/679).
Allo stesso modo gli Iscritti al Grande Oriente d’Italia devono obbligatoriamente, anche per statuto interno, avere i medesimi obblighi di rispetto delle leggi dello stato, al pari di qualsiasi altro cittadino, come emerge espressamente dall’ art. 4 della costituzione del Grande Oriente d’Italia che determina i principi e le finalità ai cui deve attenersi l’associato, tra cui prestare la “dovuta obbedienza e la scrupolosa osservanza alla Costituzione dello Stato democratico italiano ed alle Leggi che ad essa s’ispirino”.
Una diversa interpretazione risulta quindi mistificatoria della realtà nonché palesemente discriminatoria. Essa inoltre viola gli articoli 2,3 e 18 della Costituzione nonché gli articoli 8 (paragrafo 1) e 12 della Carta Europea dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e l’articolo 16 (paragrafo 1) del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Ci auguriamo pertanto che L’Assemblea regionale Siciliana in sede di votazione del disegno di legge valuti attentamente la violazione dei precetti costituzionali e legislativi posti dai padri della Costituente e dell’Unione Europea a protezione dei diritti fondamentali dei cittadini che l’inverosimile proposta legislativa viola.
Iscriviti a:
Post (Atom)