di Nuccio Puglisi
Tra le cose che ho notato negli ultimi tempi è il tentativo da parte della Massoneria di volersi legittimare di fronte ai profani e di instaurare un colloquio con la Chiesa cattolica
Ad essere sincero, questo tentativo di legittimazione da parte della Istituzione Massonica di fronte al “volgo” mediante l’apertura pubblica dei Templi con visite guidate mi sembra alquanto patetica, perché si pretende di spiegare in qualche ora la simbologia esoterica che a mio avviso, ai più non interessa e si viene a profanare la sacralità di un luogo solo per consentire ad alcuni di soddisfare la propria curiosità.
Mi sembra invece oltremodo valido, l’organizzazione di conferenze aperte al pubblico, patrocinate dal Rito di York, in cui si discute di esoterismo, cabala, alchimia etc, che dimostrano come la Massoneria sia studio approfondito della cultura esoterica invece che una aggregazione di faccendieri senza scrupoli o, peggio ancora, un covo di mafiosi.
Fatta questa premessa, quello che mi preme trattare è il rapporto tra Massoneria e Chiesa cattolica, anche se mi rendo conto che questo sia un argomento alquanto complesso per poter essere trattato in maniera esaustiva in quanto implica questioni di ordine diverso come quello storico, filosofico, scientifico, dottrinale, morale etc.
La lotta tra le due Istituzioni ebbe inizio nel 1738 con la bolla di scomunica “In eminenti” di Clemente XII.
A quell’epoca, la Massoneria era una società come le altre nell’ambito della vita inglese. Era il periodo in cui si contrapponevano due dinastie: quella cattolica degli Stuart e quella protestante degli Hannover.
Inizialmente, la Massoneria si schierò a favore degli Stuart e successivamente apertamente con quella degli Hannover.
Tale decisione determinò una presa di posizione da parte del papato che reagì con la bolla di scomunica.
È indubbio che il problema fu di carattere politico piuttosto che religioso, come affermato da molti studiosi e come si può leggere “tra le righe” nella stessa bolla: «contro le bande clandestine note con il nome di massoni” affinchè “ questa categoria di persone non distrugga la casa del Signore”, ma anche “per altri motivi a noi noti, giusti e legittimi”.
Questi motivi non furono mai specificati, ma quasi tutti gli esperti, vi intravidero il sostegno del papato agli Stuart.
Il Papa, in quanto capo di uno Stato sovrano, poteva intervenire politicamente per perorare la causa degli Stuart, ma, in tale veste, non avrebbe potuto pronunciare alcuna scomunica, per cui per poter intervenire contro la Massoneria era necessaria una motivazione teologica e religiosa
L’ultima scomunica papale contro la Massoneria porta la data 1902 con la bolla
Annum ingressi a firma del Papa Leone XIII.
Successivamente , gli eventi parlamentari come la bocciatura della mozione Bissolati (1908) contro l’insegnamento religioso nella scuola elementare che fu una grossa conquista per la Chiesa cattolica, anche perché a votare contro ci furono molti parlamentari massoni, cosa che creò nella Massoneria del tempo una scissione di notevoli proporzioni ; lo scoppio della grande guerra che portò il fascismo al potere, il quale si scagliò contro la Massoneria dichiarandola fuori legge, concedendo al Vaticano vari riconoscimenti; la preoccupazione del comunismo subito dopo la seconda guerra, fecero si che la Chiesa cattolica pose in secondo ordine il “pericolo massonico”, senza comunque cambiare opinione nei suoi confronti.
Verso la fine degli anni sessanta, dopo il Concilio Vaticano II conclusosi l’8 Dicembre 1965 sembrò che da parte della Chiesa potesse esserci un ammorbidimento.
Tra il 1969 ed il 1979, esponenti della Chiesa cattolica e della Massoneria si incontrarono diverse volte ed i segnali furono tali da far scrivere a Padre Giovanni Aprile nella prefazione a “Massoneria e Chiesa Cattolica: ieri, oggi e domani”, (ed. Paoline, Roma 1982), che “conoscersi, stimarsi, dialogare e, chissà giungere un giorno a collaborare in qualche settore, a vantaggio dell’Uomo, non significa accettare tutta l’altra ideologia capitolare su punti irrinunciabili di fede, né rilasciare decreti di canonizzazione! Significa solo incontrarsi con gli altri fratelli, lontani forse, ma pur sempre fratelli e guardarsi sinceramente e cordialmente negli occhi e nel cuore”
La nuova formulazione del Codice Canonico del testo 2335, divenuto 1374, relativo alla condanna della Massoneria, eliminando il termine “setta massonica” e sostituendo “scomunica” con “giusta sanzione” determinò la sensazione che si potesse aprire almeno una porta per un confronto tra le rispettive posizioni.
Tale porta venne letteralmente sbattuta in faccia dall’attuale Papa Emerito Benedetto XVI , allora Cardinale Ratzinger, prefetto della Sacra Congregazione della Dottrina della Fede il quale, tramite l’Osservatore Romano del 26 settembre 1983, il giorno prima che il nuovo Codice Canonico andasse in vigore, ribadì che nei confronti della Massoneria “rimaneva immutabile il giudizio negativo della Chiesa” per cui si continuava a considerare i massoni “in stato di peccato grave e non ammissibili alla Santa Comunione”.
Tutta questa storia mi porta a fare alcune considerazioni.
È evidente che la Massoneria e la Chiesa cattolica, per la natura del rispettivo essere, sono da sempre su posizioni distanti tra di loro.
Le verità a cui si richiamano le due Istituzioni sono e rimarranno, a mio parere, totalmente inconciliabili: rivelata e, perciò indiscutibile quella della Chiesa Cattolica, da ricercare quella della Massoneria.
La differenza mi sembra non di poco conto, differenza che si sostanzia anche nelle finalità e soprattutto nei metodi.
La Chiesa cattolica si sente latrice di un messaggio, o meglio ancora, detentrice di una verità di provenienza divina, e, come tale, dogmatica, assoluta fino al punto di far ritenere eretico chi, già battezzato se ne allontana, passibile fino a qualche secolo fa, di eliminazione fisica mediante il rogo (Giordano Bruno ad esempio).
La Massoneria, invece, propone un metodo di ricerca che porti alla scoperta della verità propria da confrontare con quella degli altri, senza appiattire la propria coscienza e conoscenza sul dogma.
Se la Chiesa rifiuta un dialogo con la Massoneria ed ogni tentativo di approccio da parte di quest’ultima viene sistematicamente respinto, mantenendo invariato il giudizio di condanna che praticamente è una riconferma della scomunica, non deve essere un problema della Massoneria.
Penso che sia giusto che ognuno sostenga e difenda i propri ideali e le proprie credenze, ma demonizzare chi fa la stessa cosa per credenze ed ideali diversi sinceramente non mi sembra un comportamento corretto.
Il prof. Giuliano Di Bernardo quando era il Gran Maestro del G.O.I. propose il riconoscimento reciproco delle rispettive essenze con il contestuale impegno del rispetto delle reciproche e specifiche dottrine concludendo con una ipotesi di conciliabilità “anche se limitata al piano etico”.
Nel momento in cui, annota il Prof Di Bernardo, sia la Chiesa cattolica che la Massoneria si trovano nello stesso ambito nel difendere i valori morali e spirituali, improntati alla trascendenza, anche se intesa diversamente, contro ogni manifestazione del materialismo e dell’ateismo che rappresentano nel mondo contemporaneo le cause principali di quella crisi dei valori che disorienta ed opprime le nuove generazioni, perché , pur mantenendo la propria specificità, non partecipare ad un progetto comune per la soluzione dei gravi problemi che affliggono l’uomo contemporaneo?
La risposta, che fu data mediante un editoriale di oltre 10 pagine , tramite la rivista dei Gesuiti, La Civiltà Cattolica, con il titolo “La Chiesa e la Massoneria oggi” ribadì quanto affermato dal Cardinale Ratzinger nel 1983 e pubblicato dall’Osservatore Romano e quindi l’inconciliabilità tra le due Istituzioni attraverso una serie di deliranti spiegazioni che alla fine volevano significare che tutto quanto è e fa la Chiesa Cattolica vale per tutti e per ognuno, perché solo quello è giusto e perfetto , tutto il resto è errore e menzogna.
Ora, se la Chiesa Cattolica, oppone alla Massoneria i suoi dogmi, le sue dottrine e le sue verità rivelate è un diritto ed un dovere perfettamente rispettabile che nessuno deve impedire e contestare, ma tutto questo è sufficiente e giusto per ergersi a giudice infallibile?
Non esiste l’infallibilità umana, non è esistita e non esisterà mai. Se così non fosse, l’ammissione di condanne e comportamenti sbagliati da parte di uomini di chiesa, che portarono Papa Giovanni Paolo II a chiedere pubblicamente perdono, non ci sarebbe mai stata.
Quindi condannare chi crede in cose diverse, quando, soprattutto, non travalicano i confini dell’etica comune, manifesta una presunzione di infallibilità inaccettabile.
Ritengo che la mentalità di base della Chiesa cattolica non sia assolutamente cambiata ed ancora oggi continua a mancarLe quello che nella Massoneria risulta essere un valore preminente: la tolleranza.
La tolleranza, non deve intendersi nella sua accezione comune come la capacità di sopportare ciò che non piace, ma come un atteggiamento morale verso chiunque, riconoscendole il diritto di professare, manifestare e diffondere opinioni e convincimenti difformi da quelle proprie , e ciò in nome di quella libertà di pensiero e di coscienza che non deve mancare in un uomo e in una società civile.
Il problema della tolleranza emerse ed emerge in maniera evidente proprio nel rapporto del cittadino con la religione.
La Chiesa Cattolica ha avuto sempre una vera e propria fobia nei confronti dell’eresia, più presunta che vera fino a fare uso spietato del rogo e della forca, mediante la Santa Inquisizione.
S. Roberto Bellarmino, persecutore accanito e spietato di Giordano Bruno e di Tommaso Campanella, spiegò che il supplizio per gli eretici era da considerare un atto di carità, per loro e per il popolo cristiano, nel senso che, con la morte ne guadagnavano, mentre vivendo più a lungo, andavano ad aggravare la loro posizione, in quanto commettendo altri errori (?), andavano ad aumentare le pene eterne.
Nella nostra attuale società, una persona capace di dire una colossale stupidaggine come questa, verrebbe messa al “bando” , ma nel 1600 queste persone in nome di una “verità rivelata” mandavano a morte i propri simili tra atroci sofferenze.
Come dimenticarsi di Galileo Galilei, che venne accusato di eresia, sempre da S. Roberto Bellarmino, ed arrestato dal Tribunale dell’Inquisizione solo perché sosteneva la teoria Copernicana di sfericità della terra contro quella Tolemaica che la credeva piatta, e che fosse la Terra a girare intorno al Sole e non il contrario come voleva Tolomeo?
Risultato: carcere a vita, commutato in confino nella sua villa di Arcetri, ad abiurare la dottrina copernicana, nonchè alla recita settimanale di salmi penitenziali.
Praticamente la morte intellettuale e scientifica che anticipò di 10 anni quella corporale nel 1642. In compenso la Chiesa cattolica, anche se parzialmente, si è ravveduta riconoscendo di avere infierito contro lo scienziato; solamente che per riconoscere questo errore ci sono voluti “solamente” 350 anni e questo grazie a Papa Giovanni Paolo II.
Senza volere togliere nulla ai meriti di tanti studiosi che coniugarono i valori della tolleranza, da Montaigne a Locke, da Spinoza a Bayle, Voltaire ne diede la misura precisa quando, ad un suo interlocutore che gli manifestò un convincimento contrario al suo, gli disse: “ Non condivido la tua opinione, ma sono pronto a dare la vita affinchè tu la possa esprimere”.
Quale espressione migliore di questa può sintetizzare il concetto di tolleranza?
Se la religione cattolica ha la presunzione di essere depositaria della “Verità” allora tutte le altre religioni non hanno valenza, tutti si trovano ai suoi occhi in peccato grave, il colloquio con rappresentanti di altre religioni ha solo ed esclusivo valore politico.
Domando: possibile che la storia non abbia insegnato niente, possibile che non sia stato fatto tesoro di tanti errori fatti in passato?
Se io credo nel Dio creatore, lo cerco nel mio cuore, mi comporto nella vita seguendo i principi etici e morali, questo Dio potrà condannarmi alla dannazione eterna solo perchè sono Massone?
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