Le principali notizie della massoneria Italiana ed estera. Il simbolismo, la filosofia, gli Studi Tradizionali
venerdì 31 ottobre 2008
Convegno sulla Massoneria in Europa e nel Mediterraneo
Convegno sulla Massoneria in Europa e nel Mediterraneo
Le RRLL Pitagora 856 di Taranto, Tommaso Briganti 933 di Gallipoli e Libertini 737 di Lecce, con il patrocinio del Collegio della Puglia e del GOI, organizzano il Convegno "La Massoneria in Europa e nel Mediterraneo.
Il giorno precedente, Venerdì 31 ottobre, Tornata rituale, sempre all’Histò San Pietro alle ore 16.30; verrà illustrata la Tavola "Per il bene dell’Umanità: attualità dell’esoterismo e dell’essoterismo massonico nella costruzione dei popoli d’Europa" redatta dalla RL Pitagora 856. e poi cancella questa riga all’Histò San Pietro sul Mar Piccolo.
I Templari, le radici dell’europa.
I Templari, le radici dell’europa.
I Templari, le radici dell’Europa' è questo il titolo dell'incontro culturale organizzato dall'associazione Novantotto.
L'incontro si tiene domani sabato 1 novembre, alle ore 16.30 presso il Piccolo Teatro della Federazione Operaia Sanremese di via Corradi 47 a Sanremo
Numerosi gli interventi, infatti parteciperanno all'evento: Michele Praz su 'La Regola di San Bernardo per i Cavalieri del Tempio', Lorenzo Bal su 'Vita quotidiana dei Cavalieri del Tempio', Stefano Mosca con 'La cerimonia di iniziazione', Emilio Zanelli 'La Flotta Templare' ed infine, Silvio Canavese parlerà di 'Economia, Logistica e Guerra'.
L’evento, realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Mont-Blanc di Saint-Vincent (AO), rappresenta un’importante occasione per discutere e dibattere su un tema d’interesse sempre più diffuso nell’anno del 60° della Costituzione Italiana e in un momento in cui tanto si dibatte circa la rilevanza delle radici cristiane per la redazione della Costituzione Europea
Fonte: articolo di Stefano Michero su http://www.sanremonews.it
giovedì 30 ottobre 2008
Un principe pugliese del ‘700, alchimista e scienziato, al centro di un thriller mozzafiato
Salvandosi dal ‘gorgo’ della folta narrativa a sfondo esoterico - che spesso mescola in un unico e scriteriato calderone magia, Chiesa Cattolica, servizi segreti, massoneria e quant’altro - vi è per fortuna chi riesce a trattare questi intriganti temi con gusto e soprattutto con ricostruzioni storicamente plausibili, necessarie quando ci si misura con personaggi e situazioni reali.
E’ il caso dello scrittore americano Nathan Gelbche nel suo ultimo libro, uscito il 7 ottobre e intitolato “Delitti sotto la cenere” (Sperling & Kupfer editore), narra una nuova avvincente avventura che ha per protagonista il settecentescoPrincipe di Sansevero, ossia Raimondo de’ Sangro alchimista, scienziato e massone di origine pugliese realmente esistito, con tanto di fastoso palazzo a Napoli in piazza San Domenico Maggiore (oggi al civico 9).
Dopo il primo libro di Gelb, “Il quadro dei delitti’ (2007), nel quale già lo si vedeva alle prese con crimini efferati in veste di ‘detector’ in un romanzo d’esordio di grande fascino ambientato tra la Roma papalina e la Bretagna di Luigi XV, il Principe di Sansevero deve ora misurarsi con un truce delitto che ha come teatro un tempio massonico, il cenacolo di libero pensiero che egli continua a celare nel suo stesso palazzo nonostante l’apparente abiura a cui tempo prima era stato costretto dalle autorità.
Un uomo e una donna vi sono rinvenuti inceneriti, tranne il volto e gli arti.
Autocombustione o omicidio? E in quest’ultimo caso, quale sarà stato il movente? Una vendetta contro il Principe o altro? Tutto rende fosca e intricata la vicenda: dal ritrovamento di un granchio di mare sul pavimento del tempio, alle note ossessive e misteriose, che irrompono non si sa da dove, di un madrigale di Gesualdo da Venosa, musicista del ‘500 che in quello stesso luogo due secoli prima aveva trucidato la moglie Maria d’Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa.
Il caso si dipana così tra molteplici personaggi, situazioni, colpi di scena e soprattutto altri terribili omicidi mentre Raimondo, affiancato dalla sua amante - una dotta e sagace Mariangiola Ardinghelli del cui rapporto intimo col Principe lo scrittore ha trovato indizi lampanti in inediti documenti del '700 - tenta di confutare le credenze dell’epoca sulla autocombustione umana, via via che il complesso enigma comincia a rivelare gli angosciosi contorni di una matrice tutta umana.
Un intreccio di grande originalità, ricco di vicende collaterali e di personaggi ben tratteggiati psicologicamente, che Gelb è riuscito a sviluppare col giusto ritmo senza renderlo inutilmente farraginoso, scritto con attenta cura e capace di catturare senza tregua l’attenzione del lettore.
L’altro dato rilevante, che ridona dignità letteraria ad un genere troppo spesso praticato da scrittori ‘da supermarket’ attenti solo a fare cassetta, è la grande padronanza della lingua italiana nella quale il romanzo è stato elaborato, cosa piuttosto rara per uno scrittore straniero.
Del tutto normale invece per il coltissimo Gelb che, nato 46 anni fa a Chicago da una prestigiosa dinastia di librai antiquari di Dresda, parla 4 lingue ed ha appreso il nostro idioma sin da bambino sotto la guida della nonna Rebecca, di Firenze.
Una lingua che nel romanzo si fa equilibratamente forbita e all’occorrenza popolare, dotata dei giusti arcaismi per rendere credibili i dialoghi in un’epoca così lontana.
Ma veniamo al ‘nostro’ principe pugliese, Raimondo de’Sangro.
"Chimico e matematico" si legge sulla lapide viaria a lui intitolata che fa mostra di sé nella piazza principale di Torremaggiore (Foggia), città dove nacque nel 1710, per diversi secoli feudo ducale dei signori di Sangro, dal 1579 anche principi di Sansevero, Grandi di Spagna, proprietari anche di altri feudi dell'area pugliese (Sansevero, Castelnuovo, Casalvecchio di Puglia, Castelfranco ed altri minori) e, attraverso Oderisio conte di Sangro, discendenti direttamente da Carlo Magno.
In realtà la sua è una figura molto complessa, a tratti sfuggente.
Formatosi sin da giovanissimo alla scuola dei Gesuiti di Roma, acquisì un tale superiore sapere da tracciare un profondo solco tra sé e il mondo aristocratico dell’epoca, spesso insulso.
Fu scienziato, esoterista, militare, letterato, conoscitore di diverse lingue straniere e antiche tra cui l’ebraico, corrispondente con alcune delle più illustri menti della cultura europea e inventore di grande originalità: alcune fonti scritte e la tradizione popolare, che a tratti lo investì anche di capacità diaboliche, gli attribuiscono l’invenzione di un lume eterno, di stoffe e vernici speciali, della cera fatta senza api, della tecnica per rendere potabile l’acqua marina, di una carrozza anfibia, la scoperta della radioattività naturale due secoli prima dei coniugi Curie (il ‘raggio attivo’, come lo definiva, da lui ricondotto alla ‘pechblenda’, un minerale da cui i Curie avrebbero isolato il radio), del suo effetto letale sui viventi e della possibilità di schermarlo col piombo.
Ma senza dubbio il lascito più affascinante ed enigmatico del Sansevero rimane il ciclo di sculture ancor oggi visitabili a Napoli nella cappella gentilizia, a pochi metri dal suo palazzo.
In particolare sono sensazionali il Cristo Velato, il Disinganno e la Pudicizia, opere realizzate da scultori conosciuti, ma dotate di virtuosismi tecnico-artistici, ricchi di valori simbolici, che si è scoperto essere opera del Principe.
In Puglia si è tornato a parlare del Principe proprio lo scorso anno a Taranto, nel corso di una conferenza che ha ospitato esponenti di rilievo della massoneria, saggisti, storici dell’arte e l’autore del libro ‘Il Principe e il Mago’, ossia Alessandro d’Aquino di Caramanico, discendente del Sansevero ma anche della famiglia d’Aquino, originaria di Taranto.
Il Sansevero del romanzo è un personaggio geniale dipinto, senza irriverenza, con aspetti caratteriali a volte un po’ istrionici, come di chi quasi si diverte con ironia ad assecondare l’idea leggendaria che il popolino si è fatta di lui ma che non rinuncia nella vita, nei suoi studi e nella sua attività ufficiosa di ‘detector’ ad applicare i parametri ferrei della logica, sia pure una logica del tutto speciale che non si nutre solo di razionalismo ma attinge ai territori della sapiente intuizione, di una sorvegliata ipersensibilità ai limiti della chiaroveggenza.
Del resto non c’è da stupirsene visto che accanto agli studi di taglio scientifico - all’avanguardia per l’epoca - il Sansevero storico navigava nei territori misteriosi dell’ermetismo e della sapienza spirituale iniziatica, con esiti di cui non conosceremo mai la reale portata.
Il romanzo peraltro ce ne mostra anche i lati profondamente umani che rendono il personaggio ancora più accattivante.
Suggestivo e realistico anche l’affresco nel quale Nathan Gelb, attraverso una mirabile fusione di storia e fiction, ha reso i luoghi e le atmosfere della Napoli settecentesca, la sua anima caleidoscopica e ambigua di città sfarzosa e stracciona al tempo stesso, quale certamente essa allora fu e in parte ancora è.
Città capitale di un Regno, luogo di ‘delizie’ per nobili, scrigno di un’anima popolare ‘teatrale’ e di grande umanità, ma anche postribolare rifugio della peggiore fauna umana.
Insomma uno spaccato di quel ‘paradiso abitato da diavoli’ di crociana memoria, offerto da un libro di 500 pagine suggestive (costellate di splendide incisioni d'epoca) che inchiodando il lettore scorrono rapidamente verso la sorprendente soluzione del caso.
di Enzo Garofalo su http://www.cannibali.it/leggi.php?i=397&c=2&n=1
Gli incontri alle "Giubbe Rosse" di Firenze
Queste "giubbe rosse" non hanno niente a che vedere né con i garibaldini né con la "mounted police" canadese: erano semplicemente la divisa che un tempo indossavano i camerieri di questo caffè del centro storico di Firenze che ha avuto come suoi abituali frequentatori alcuni fra i personaggi più illustri dell'arte e della cultura del '900.
mercoledì 29 ottobre 2008
Un nuovo CD musicale del Fr.llo Harm Timmerman.
alcuni brani del CD corredati da immagini.
Pungitopo editrice – V, scaletta,2 Marina di Patti (ME).
formato 12 x 17 pp. 144 € 12,00
CLAUDIO SAPORETTI è docente di Assiriologia all’Università di Pisa; come esperto di questa materia ha insegnato anche nelle Università di Heidelberg e di Viterbo, ed ha ricoperto la carica di Dirigente di Ricerca al CNR.
martedì 28 ottobre 2008
Riflessioni della settimana
Messaggio di saggezza.
Vai serenamente in mezzo al rumore e alla fretta ma ricorda quanta pace ci può essere nel silenzio.
Finché è possibile, senza arrenderti, conserva i buoni rapporti con tutti. Dì la tua verità con calma e chiarezza, e ascolta gli altri, anche il noioso e l’ignorante: anch’essi hanno una loro storia da raccontare.
Evita le persone prepotenti e aggressive; esse sono un tormento per lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e aspro, perché sempre ci saranno persone superiori e inferiori a te.
Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti. Mantieniti interessato alla tua professione, benché umile; è un vero tesoro nelle vicende mutevoli del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, poiché il mondo è pieno di inganno. Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c’è di buono. Molti lottano per alti ideali e dappertutto la vita è piena di eroismo.
Sii te stesso. Non essere cinico, non fingere di amare, perché a dispetto di ogni disillusione l’amore è perenne come l’erba. Accetta di buon grado l’insegnamento degli anni; abbandonando riconoscente le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d’animo per difenderti dall’improvvisa sfortuna. Ma non angosciarti con fantasie; molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Abbi rispetto di te stesso.
Tu sei figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai un preciso diritto ad essere qui.
Perciò stai in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca. Qualunque siano i tuoi travagli e le tue ispirazioni, nella rumorosa confusione della vita conserva la pace con la tua anima. Nonostante tutta la sua falsità, il duro lavoro e i sogni infranti, questo è ancora un mondo meraviglioso. Fai di tutto per essere felice.
Da un manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica Chiesa di San Paolo
Come consuetudine mi faccio sentire penso ad una settimana luminosa e proficua per voi e per me. Enrico C. Maestro (Venerabile Loggia Ankus n. 1003 all’Oriente di Caselle Torinese)
Parigi. 6° Salone del libro massonico.
lunedì 27 ottobre 2008
Antonio D’Alonzo, laureato in filosofia presso l’Università degli Studi di Pisa, ha dissertato una tesi sul concetto di nichilismo in Nietzsche ed Heidegger. Ha seguito corsi di Storia delle Religioni Orientali presso L’Università degli Studi di Tubinga e ha pubblicato articoli su diverse riviste di studi tradizionali (Agorà, il Laboratorio, etc.) e siti web (Esoteria, Alternativamente, etc.).
Templari in Brianza
La lezione magistrale per il ritrovamento di un codice
Il sociologo Gallino ha rilevato come spesso il percorso del cultore sia connotato da uno spessore invidiabile.
E’ questo il caso del Professor Marco Grasso Primario chirurgo all’Ospedale di Monza, che ha tenuto nei giorni scorsi una interessante relazione sul tema : “La Brianza dei Templari” nella suggestiva chiesa di famiglia di Villa Soriani Marzorati a Missaglia, dimora antica dell’eclettico conte Alberto Uva.
Il rinvenimento di un “Sator” all’interno dell’antico castello, una piastrella di forma quadrata espressione di un codice templare, è stato presentato dal Professor Grasso, rotariano, appassionato studioso di simbologia esoterica sotto il titolo impegnativo e per certi versi inedito per il grande pubblico, di:“ Brianza dei Templari”.
La lettura e l’interpretazione della tavola polindromica dei leggendari crucesiani è stata arricchita da riferimenti storici intorno alle vestigia che offre anche la Brianza e in particolare quell’area compatta ed omogenea dal punto di vista, geografico e culturale, che va sotto il nome di “ Piramidi di Montevecchia”.
Epicità e mistero, messaggi simbolici e suspense hanno fatto da cornice alla brillante conversazione di Grasso.
Negli ultimi anni, infatti, anche in seguito a una corrente letteraria di vasta divulgazione intorno al mito dei Templari e dei loro successori, si è accesa una notevole curiosità sulla simbologia e ai luoghi in cui secoli fa sono state lasciate volutamente nitide impronte per svelare un misterioso percorso che parte dagli antichi egizi per arrivare alla condanna al rogo dei cavalieri, avvenuta a Parigi nel 1314, non come eretici ma come relapsi senza aspettare le conclusioni delle commissioni istituite dal Papa in accordo con il potere regio, fino ai giorni nostri.
Senza escludere l’emanazione del XXX° grado filosofico della Massoneria - il Cavaliere Kadoscch - quale derivazione di quel Collegio dei Santi che pare costituisse la più alta dignità dei Templari.
L’oratore ha infine richiamato la forte presenza di una comunità Catara nelle vicinanze dell’attuale Concorrezzo, sottolineando come nell’epoca della glacializzazione il territorio Brianteo potesse favorire e incoraggiare insediamenti particolari.
Fonte:di Fossati Gianni su http://www.opinione.it
Dell'evento ha scritto anche Carlotta Colciaghi su http:// www.brianzanews.it con il seguente articolo: I MESSAGGI NASCOSTI:La Brianza dei templari.
Sabato 18 ottobre a Missaglia, presso la cappella di Villa Sormani, si è svolta una conferenza dal titolo “I messaggi nascosti, la Brianza dei templari”.
L’evento, organizzato dall’assessore della cultura Loredana Manzoni, ha avuto come relatori il dottor Marco Grasso, medico chirurgo all’ospedale S. Gerardo di Monza, appassionato di simbologia esoterica e il viceredattore del quotidiano “Libero”, Renato Farina, introdotti dal conte Alberto Uva, proprietario della prestigiosa villa.
Durante l’incontro, primo di una serie di appuntamenti con la storia, si è cercato di fare un po’ di luce sui misteri che circondano da sempre i cavalieri dell’ordine del Tempio, puntando in particolare l’attenzione sul codice Sator, o sigillo dei templari, uno tra i simboli il cui significato è maggiormente discusso tra studiosi e appassionati.
Piastrelle e incisioni contenenti il codice Sator sono state rinvenute in diversi luoghi in tutta Europa e proprio una di queste è stata trovata anche all’interno della cappella dove si è svolta la conferenza.
Questo speciale reperto tuttavia non è l’unico segno di un passato misterioso lasciato nei nostri territori. La Brianza infatti è un luogo che, grazie alle sue peculiarità geologiche, è stato oggetto di insediamenti umani fin dal settimo secolo a.C., come testimoniano alcune grandi colonne ricoperte di incisioni in alfabeto etrusco, trovate nel terrapieno sotto la chiesina del 1200, in Valle Santa Croce.
Altre importanti tracce sono state rinvenute sulle colline di Montevecchia, accertati luoghi di culto dei Celti, dove sono state scovate anche strutture druse, costituite da monoliti alti più di sette metri, usate probabilmente per scopi religiosi. Suggestiva, seppur molto debole, è anche la tesi per cui sotto le colline di Montevecchia siano nascoste delle piramidi.
Molto significativa è stata la riflessione finale del giornalista Renato Farina, che ha sottolineato quanto sia bello e affascinate scoprire che certe storie, certi misteri non siano solo appannaggio di paesi lontani, ma appartengono anche alle nostre terre, alla nostra Brianza.
La nostra Redazione ha già girato un documentario sulla presenza dei Templari nel Comune di Castelmarte , Erba .
domenica 26 ottobre 2008
Il Fr.llo Luigi C. è passato all'Oriente Eterno
Il 4 Settembre 2008 è passato all’Oriente Eterno il Fr.llo Luigi C.
"Per conoscersi bisogna svolgere la propria vita fino in fondo, fino al momento in cui si cala nella fossa. E anche allora bisogna che ci sia uno che ti raccolga, ti risusciti, ti racconti a te stesso e agli altri come in un giudizio finale." Queste le profonde riflessioni di Salvatore Satta ne "Il giorno del giudizio".
A se stesso impose non avvilirsi mai, non avvilire alcuno.
Uomo giusto, schivo delle pompe terrene, è adesso e per sempre nella Luce dell’Oriente Eterno insieme al fratello Mauro ed a tutti gli scomparsi Fratelli di Loggia e del mondo che ora conoscono, come lui, la verità.
Fonte: Coll. Circ. dei MM. VV.della Toscana
La delegazione Italiana del Rito di York a Montecarlo
(nella foto: la delegazione italiana)
Durante i lavori il Sommo Sacerdote ha voluto manifestare la sua amicizia e stima ai compagni monegaschi auspicando una sempre maggiore intesa tra i due Corpi rituali, rimarcando l’attaccamento al Gran Capitolo Generale Internazionale al quale i Grandi Capitoli del Rito di York in Europa si conformino e dal quale non ci si deve distanziare per evitare che ambiziose interferenze personalistiche possano condurre ad una falsa interpretazione dell’indirizzo iniziatico del Rito di York.
L’Eminentissimo Gran Commendatore ha voluto rimarcare la importanza di un Gran Capitolo del Rito di York in Montecarlo auspicando che nel breve tempo si possa arrivare alla costituzione di una Gran Commenda Monegasca che possa perfezionare, completandolo, il cammino iniziatico che i compagni hanno intrapreso.
I Compagni del Gran Capitolo di Montecarlo hanno voluto manifestare tutta la loro stima e amicizia ai compagni intervenuti nominandoli membri onorari del Gran Capitolo del Montecarlo.
Fonte: contributo del Gran Tesoriere Faggi Walter.
sabato 25 ottobre 2008
Dichiarazione del Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dell'Arco Reale del Rito di York in Italia a Montecarlo
Innalzate le colonne della RL Andrea Zarra 1326 di Massa Marittima
Erano oltre cento i Fratelli presenti all'innalzamento delle Colonne della R.L. Andrea Zarra 1326 di Massa Marittima - avvenuto Mercoledì 8 Ottobre nel Tempio di Ghirlanda - giunti non solo dalla Toscana ma anche dall'Emilia e dalla Lombardia.
Oltre a Stefano Bisi, Presidente del Collegio della Toscana ed autorità installante, erano presenti il GMA Massimo Bianchi, Garanti d'Amicizia, Consiglieri dell'Ordine, Ispettori di Loggia e ben 27 Logge, rappresentate dai Maestri Venerabili o loro delegati.
I diciassette fondatori - tra cui sei ex Maestri Venerabili e lo stesso padre di Andrea, Alessandro Zarra - hanno voluto tributare una testimonianza d'amore a questo giovane Fratello, prematuramente passato all'Oriente Eterno dopo aver lasciato una traccia indelebile, anche attraverso i suoi scritti, la cui famiglia ha consentito la realizzazione della nuova e bella Casa Massonica, impreziosita dagli affreschi del Fratello Fabrizio P..
Agli interventi di Massimo Bianchi, di Stefano Bisi e del Maestro Venerabile eletto Mario P., hanno fatto seguito quelli di numerosi altri Fratelli.
Fonte: Coll.Circ. MM.VV. Toscana
Tracce di Cavalieri Templari nella Basilica di Siponto
Si ritiene che i templari si stabilirono a Siponto nei primi anni del XIII Secolo.
Come ormai noto, quello dei “Pauperes commilitones Christi templique Salomonis” (Poveri Compagni d’armi di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio noti come Cavalieri templari o semplicemente Templari, fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani.
La fama di quest’ordine è dovuta alla leggenda che nella custodia del Tempio di Salomone, siano venuti in possesso dell’Arca dell’Alleanza e del santo Graal.
Il Santo Graal, come è noto, è il calice di cristallo di rocca nel quale Giuseppe d’Arimetea raccolse il Sangue di Gesù Crocifisso e quindi simbolo della Sapienza.
Oltre alla tutela e difesa del tempio di Salomone (da cui Templari) l’Ordine si prefisse anche di assicurare la incolumità dei pellegrini in Terrasanta.
Per questi motivi l’Ordine si diffuse in ogni parte dell’Europa, approdando anche in Italia.
La Puglia fu la regione italiana che per prima accolse le domus Templari.
Nella Puglia settentrionale prevalevano gli insediamenti interni nelle fertili terre della Capitanata.
Le domus della capitanata erano dedite alla coltivazione e raccolta dei cereali e legumi che venivano poi imbarcati per la Terrasanta.
Si ritiene che i templari si stabilirono a Siponto nei primi anni del XIII Secolo.
Il patrimonio immobiliare di quella fondazione era composto da “4 casalini,13 domus,3 orti, 3 saline, 1 terra, 1 vinea “ che rendevano 5 once annue.
Gli storici identificano la domus templare sipontina con la Chiesa di Santa Maria Maggiore. Per Manfredonia non si dispongono di testimonianze dirette della presenza templare con una propria do
mus, tuttavia è lecito pensare che una fondazione templare fosse presente a Manfredonia che era dotata di un porto rilevante, utilizzato per le spedizioni di derrate alimentari da parte dei Templari come testimonia un documento del 1274 e da un altro del 15 maggio 1299, dal quale sappiamo che i “Bardi facevano salpare da Manfredonia un bastimento dei Templari con grano destinato agli stessi Templari e all’ordine agli Ospedalieri di Cipro.”
La simbologia templare è rappresentata da una serie di sigilli e da croci templari propriamente dette che erano lasciate come testimonianza dai Templari.
In un sigillo appare uno scudo crociato del tutto simile a quello presente in una parete della Basilica di Siponto. (vedi foto).
Per quanto concerne le tipologie di Croci: la semplice croce greca è stato il primo modello distintivo dell’ordine: nella nostra Basilica sono presenti molte di queste croci semplici graffitte o a rilevo, in posizioni diverse. (Vedi foto)
Gli altri modelli di periodi successivi, sono più o meno ispirati a quello della croce patente, ovvero la croce a bracci uguali che si allargano nella parte esterna.
Questi simboli si ritrovano comunemente in luoghi di frequentazione templare.
Di questa tipologia di croci patenti ve ne sono diverse sui muri della Basilica.
La più evidente e ben fatta è quella che si riscontra sulla facciata nord, all’interno di una losanga.
Sicuramente il tau templare che si è scoperto in un concio della parete interna della chiesa è molto raro ed è stato eseguito con una tecnica singolare e raffinatissima. (vedi foto)
Ve ne sono molte altre che possono essere ammirate, insieme ad altri graffiti, non solo templari, ma di diverse epoche, in quello straordinario giacimento artistico e storico che è la Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto.
di Aldo Caroleo su http://www.manfredonia.net