di Valentina Marelli
Correva l’anno 813 e il conte di Razes decide di fondare l’Abbazia di Santa Maria di Alet, sotto la guida di Papa Leone III.
Ci siamo imbattuti in questo luogo decadente ma dalla bellezza straordinaria mentre ci recavamo alla più famosa Rennes le Chateaux, qualcuno ci aveva detto che nel cimitero del paesino erano presenti lapidi con simboli che richiamavano la massoneria, bhe fatto sta che il cimitero non lo abbiamo trovato, ma quando abbiamo visto l’abbazia non abbiamo resistito.
Ora dell’antico edificio restano solo i ruderi decadenti, ma è palpabile la strana sensazione di essere accompagnati nella visita dai personaggi che un tempo vi ci hanno vissuto le vicende controverse che andremo a narrare.
Il Conte di Razes, Bera, ansioso di controllare la sua contea, decide di creare una sede monastica e quindi costruisce e fonda l’abbazia. Padre Benoit di Saint-Hilaire fu il primo abate del famoso santuario. Fin dal suo esordio l’abbazia visse un periodo di agitazioni e di lotte tra i vari monasteri, compreso Lagrasse, tanto è vero che la lista degli abati rimase sconosciuta fino all’apoteosi del monastero del XII secolo.
Fu l’abate Raimond che, approfittando della fine del conflitto, ripristinerà le attività dell’abbazia, insieme a quelle dei monasteri vicini, tra le reliquie che furono “ritrovate” fu vantato anche un frammento della vera croce di Cristo, e come c’era da immaginarsi questo portò un ingente numero di donazioni tanto che, con questa nuova ricchezza, Padre Pons Amiel inizierà la costruzione delle mura della città. Sembrava iniziare un periodo fiorente per questo luogo sacro costruito in una zona già importante ed energetica sin dall’antichità, tuttavia questa ripresa è ancora segnata da un episodio sanguinoso, nel 1197 l’abate di S. Policarpo, S. Bernardo di Ironwood viene eletto abate di Alet ma questa scelta è aspramente contestata da Bertrand de Saissac.
Dopo aver imprigionato l’abate e fatta una nuova elezione presieduta dal corpo del defunto abate Pons Amiel, che per l’occasione fu vestito di tutto punto e posizionato sulla sedia abbaziale, l’abate Boson viene posto a capo del monastero. Scelta che si rivelerà alquanto fallimentare. E vista la cerimonia a dir poco macabra dell’elezione, cominciò nel volgo a serpeggiare una nefasta profezia che vedeva Boson fautore della rovina del monastero.
La rovina dell’abbazia si avvera a causa delle spese di Padre Boson, in cerca di protezione a pagamento, a causa della confisca dei beni durante le Crociate.
Bisognerà attendere il 1318 affinché si vedesse una ripresa del monastero, con l’elezione di Alet, preferito a Limoux a seguito delle petizioni dei domenicani, che percependo un reddito dai suoi possedimenti non hanno visto di buon occhio l’elezione dello stesso.
In questo modo l’abbazia diventa Cattedrale e Bartolomeo fu di conseguenza l’ultimo abate e primo vescovo, i vescovi a venire trasformeranno la vecchia abbazia romanica in una grande cattedrale gotica.
Le guerre di religione inaugurano un nuovo periodo molto travagliato: nel 1575 gli ugonotti assediano la città, nel 1577, i protestanti distrussero le statue e gli altari, nel 1583 venne l’era dei cattolici ma oramai la cattedrale era già irrimediabilmente rovinata. Per ovviare a questi problemi strutturali viene costruita una chiesa provvisoria nell’ala est del monastero, questo luogo di culto diventa definitivo con il nome di Cattedrale di San Benedetto.
Nel XVII secolo, precisamente nel 1637, Nicolas Pavillon è nominato vescovo di Alet, si dedicherà all’educazione dei suoi sacerdoti, delle ragazze meno abbienti, creando in tal modo una comunità di reggenti e un seminario. Nel 1662 farà costruire un ponte sul fiume Aude che faciliterà l’accesso alla città, muore nel 1677 e viene sepolto nel cimitero parrocchiale di Alet.
Di diversa natura è invece il suo successore, Charles del Chanterac Cropte, l’ultimo vescovo, che autorizzerà la vendita di un lembo di terra dove sorgeva l’abside gotica, per costruire la nuova strada. Il risultato è la rimozione di alcune cappelle. Oramai il decadimento era in fase di caduta libera, con la Rivoluzione la diocesi di Alet è smembrata, le trasformazioni e la distruzione del monumento accelerano in maniera irreversibile e rapidissima.
Nel 1840 Prosper Merimee, ispettore generale dei monumenti storici propose, in vano, la classificazione delle vestigia di Alet come monumento storico. Bisognerà attendere il 1889 perché il sito venga dotato di tale protezione ma è solo a partire dal XX secolo che verranno adottate le prime misure per la salvaguardia strutturale del sito.
Questa che via abbiamo narrato è una storia tragica che raramente si incontra quando si parla di siti sacri, ed il rudere che si può visitare porta visibili le ferite della sua storia travagliata. È strano come una sorte simile sia capitata alla vicina chiesa di Maria Maddalena di Rennes, tanto conosciuta e meta di milioni di pellegrini ogni anno. Oggi dei fasti vissuti dal famigerato abate Saunier non resta più nulla Villa Betania e la sua biblioteca sono oramai vuote. ma questa è un’altra storia che racconteremo un’altra volta.
Il Sommo Sacerdote del Rito di York Tiziano Busca