Tanti errori sono stati detti nei riguardi del movimento martinista, tante calunnie sono state proferite sulle sue creature e sul suo vero carattere, che si rende opportuno riprendere alcuni punti della sua storia e mettere in chiaro la reale situazione ch'esso occupa oggi di fronte alle diverse società collegate ad un simbolismo qualsiasi.
Per permettere ad ogni ricercatore imparziale, di distruggere per sempre le calunnie più o meno interessate sparse sull'Ordine, ci accingiamo ad esporre assai imparzialmente i differenti aspetti che ha presentato e che possono racchiudersi in quattro grandi periodi:
1 - Il Martinezismo di Martinez de Pasqually
2 - Il Willermozismo di J. B. Willermoz
3 - Il Martinismo di Claude de Saint-Martin
4 - Il Martinismo contemporaneo
GLI ILLUMINATI - SWEDENBORG - MARTINEZ E WILLERMOZ - GLI ILLUMINATI CRISTIANI - LA ROSA-CROCE
É impossibile rendersi conto chiaramente del carattere reale del Martinismo in ogni epoca, se per prima cosa non si stabilisce la capitale differenza che separa le società d'illuminati dalle società di massoni.
La società d'illuminati è legata all'invisibile da uno o più capi.
Il suo principio di esistenza e di durata ha dunque la sua origine in un piano superumano e il suo governo avviene dall'alto in basso, con l'obbligo, per i membri della fratellanza, di obbedire ai capi, allorchè sono entrati nel cerchio interiore, o di abbandonare questo cerchio interiore.
La società dei massoni non è per nulla legata all'invisibile.
Il suo Principio di esistenza e di durata ha origine dai suoi membri e soltanto dai suoi membri; tutto il suo governo si svolge dal basso in alto con selezioni successive per elezione.
Ne segue che quest'ultima forma di fratellanza non può produrre per fortificare la sua esistenza che le carte e i documenti amministrativi comuni ad ogni società profana; mentre gli ordini d'Illuminati si riferiscono sempre al Principio invisibile che li dirige.
La vita privata, le opere pubbliche e il carattere dei capi della maggior parte delle fratellanze d'Illuminati mostrano che questo Principio invisibile appartiene al Piano divino, e che non ha nulla a che fare con Satana o i demoni, come cercano di insinuare i clericali allarmati dal progresso di questa Società.
La Fraternità d'Illuminati più nota, anteriore a Swedenborg e la sola di cui si possa parlare al mondo profano, è quella dei Fratelli Illuminati della Rosa-Croce, la costituzione e la chiave della quale saranno rese note fra parecchi anni.
Sono i membri di questa fratellanza che hanno deciso la creazione di società simboliche, raccomandato di conservare i rudimenti dell'iniziazione ermetica e che hanno dato pure origine ai diversi riti della Massoneria.
Dunque non vi può essere confusione tra l'Illuminismo o centro superiore di studi ermetici e la Massoneria o centro inferiore di conservazione riservato ai principianti.
Solamente entrando nelle fratellanze di illuminati i massoni possono ottenere la conoscenza pratica di questa luce, dopo di che essi progrediscono di grado in grado.
SWEDENBORG
Agli sforzi incessanti dei fratelli illuminati della Rosa-Croce, l'invisibile recò un contributo considerevole con l'illuminazione di Swedenborg il celebre sapiente svedese.
La missione realizzatrice di Swedenborg consistette soprattutto nella costituzione di una cavalleria laica del Cristo, incaricata di difendere l'idea cristiana nella sua primitiva purezza e di attenuare nell'invisibile, i deplorevoli effetti delle concussioni, degli accaparramenti di fortuna e di tutti i procedimenti cari al “Principe di questo Mondo", messi in opera dai gesuiti, con il pretesto di cristianesimo.
Swedenborg suddivise la sua opera di realizzazione in tre sezioni:
1° La sezione di insegnamento costituita dai suoi libri e dal racconto delle sue visioni.
2° La sezione religiosa costituita dall'applicazione rituale dei insegnamenti.
3° La sezione incaricata della tradizione simbolica e pratica, costituita dai gradi iniziatici del Rito swedenborghiano.
Per il momento ci interessa solo quest'ultima. Era suddivisa in tre sezioni secondarie: la prima elementare e massonica, la seconda elevava il recipiendario sino all'illuminismo e la terza attiva.
La prima sezione comprendeva i gradi di: apprendista, compagno, maestro e maestro eletto.
La seconda sezione comprendeva i gradi di: apprendista cohen (o maestro eletto illuminato), compagno cohen, maestro cohen.
La terza sezione comprendeva i gradi di: 1° maestro cohen delegato alla realizzazione elementare o apprendista Rosa-croce; 2° cavaliere Rosa-Croce commendatore; 3° Rosa-Croce illuminato o Kadosch (maestro grande architetto) .
Si rivelerà che gli scrittori massoni e fra gli altri il Ragon, non hanno avuto, sull'illuminismo, che informazioni di seconda mano e che non hanno potuto dare le informazioni che diamo adesso, nè vedere la chiave del passaggio da una sezione all'altra con Io sdoppiamento del grado superiore di ogni sezione.
Inoltre si osserverà che il solo vero creatore degli alti gradi è Swedenborg e che questi gradi si allacciano esclusivamente all'Illuminismo e sono stati gerarchizzati e costituiti direttamente dagli Invisibili.
Più tardi, certi falsi massoni cercheranno di appropriarsi dei gradi dell'Illuminismo e non perverranno che a mettere in mostra la loro ignoranza.
Infatti, il possesso del grado di fratello illuminato della Rosa-Croce non consiste nella proprietà di una pergamena e di un collare.
Essa si prova solo con il possesso di poteri spirituali attivi che la pergamena e il collare non possono che indicare.
Ora, fra gli iniziati di Swedenborg uno di coloro ai quali l'Invisibile prestò in modo particolare la sua incessante assistenza, vi fu un uomo dotato di grandi capacità di realizzazioni in tutti i piani: Martinez de Pasqually che ricevette l'iniziazione dal Maestro a Londra e che venne incaricato di diffonderla in Francia.
IL MARTINEZISMO
Grazie alle stesse lettere di Martinez, abbiamo potuto fissare l'esatta ortografia del suo nome, finora storpiato dai critici (Reghellini, 2° vol. pag 434, citato dal Ragon): grazie anche agli archivi che possediamo, e all'appoggio incessante dell'invisibile, se noi potremo dimostrare che Martinez non ha mai avuto l'idea di ricondurre la massoneria a "principi essenziali" che egli disprezzò sempre, da buon illuminato che era.
Martinez ha passato metà della sua vita a combattere i nefasti effetti della propaganda senza fede di quei pedanti delle logge che, abbandonando la via segnata dai Superiori Incogniti, hanno voluto farsi perni dell'Universo e sostituire l'azione del Cristo con la loro e i consigli dell'Invisibile con i risultati degli scrutini emessi dalla moltitudine.
Dunque, in che cosa consisteva il Martinezismo?
Nell'acquisizione, con la purezza corporale, animica e spirituale dei poteri che permettono all'uomo di entrare in relazione con gli esseri invisibili, quelli che le chiese chiamano angeli e di pervenire così, non solo alla reintegrazione personale dell'operatore, ma anche a quella di tutti i suoi discepoli di buona volontà.
Martinez accoglieva nella sala delle sedute coloro che gli chiedevano la luce.
Tracciava i cerchi rituali, scriveva le parole sacre, pregava umilmente e con fervore agendo sempre in nome del Cristo, così come ne hanno fatto testimonianza tutti coloro che hanno assistito alle sue operazioni e come attestano anche tutti i suoi scritti.
Allora gli esseri invisibili apparivano, sempre in piena luce. Questi esseri agivano e parlavano: impartivano insegnamenti elevati, invitavano alla preghiera e al raccoglimento, e ciò senza medium in trance, senza estasi nè allucinazioni morbose.
Quando l'operazione era terminata e gli esseri invisibili erano scomparsi, Martinez dava ai suoi discepoli il mezzo d'arrivare a ottenere, da soli, i medesimi risultati.
Solamente dopo che essi avevano ottenuto, da soli, l'assistenza dell'Invisibile, Martinez dava loro il grado di Rosa-Croce, come lo dimostrano, con evidenza, le sue lettere.
L'iniziazione di Willermoz, che durò più di dieci anni, quella di Claude de Saint-Martin e degli altri ci insegnano che il Martinezismo era consacrato a cosa diversa dalla pratica della massoneria simbolica e che occorre non essere mai stati ammessi alla soglia di un centro reale d'Illuminismo per confondere i discorsi dei venerabili con i lavori attivi dei Rosa-Croce martinisti.
Martinez vuole innovare così poco che conserva integralmente i nomi dati ai gradi dagli invisibili e trasmessi da Swedenborg. Dunque sarebbe più logico dire Swedenborghismo adattato anzichè Martinezismo.
(Nei misteri - del Rito di Swedenborg - è detto che quando l'uomo, con una vita nuova, santa e esemplare, si è Integrato nella sua primitiva dignità e che, con utili lavori, ha ricuperato i suoi diritti primitivi, allora si riaccosta al suo Creatore con una vita nuova speculativa, animata dal soffio divino: è Iniziato eletto Cohen: nelle Istruzioni che riceve, impara le scienze occulte in ogni loro parte, che gli fanno conoscere i segreti della natura, l'arte chimica, l'ontologia e l'astronomia.).
Ma Martinez considera talmente la Massoneria come una scuola d'istruzione elementare e inferiore che il suo "Maestro Cohen" dice: Sono stato ricevuto maestro Cohen passando dal triangolo ai cerchi.
Il che vuol dire, traducendo i simboli: "Sono stato ricevuto maestro illuminato passando dalla Massoneria alla pratica dell'Illuminismo".
Ugualmente si domanda all'apprendista cohen: "Quali sono i differenti segni, parole e toccamenti convenzionali degli Eletti Massoni Apocrifi?
Ed egli risponde: "Per l'apprendista Jachin, la parola di passo Tubalkain; per il compagno Booz, la parola di passo Shibbolet, per il Maestro Makbenak, la parola di passo Giblin".
Dunque, era necessario possedere non tre, ma almeno sette gradi della Massoneria ordinaria per diventare cohen. La lettura, anche superficiale, del catechismo è sufficiente a questo grado.
Martinez cercò di sviluppare ogni membro del suo Ordine con il lavoro personale lasciandogli tutta la libertà e responsabilità dei suoi atti.
Selezionò con la massima cura ciascuno dei suoi membri e non conferì i gradi che a una reale aristocrazia dell'intelligenza. Infine ammetteva all'iniziazione le donne con gli stessi diritti degli uomini e con le stesse garanzie.
Gli iniziati, una volta preparati, si riunivano tra loro per aiutarsi a vicenda e queste riunioni erano tenute nelle epoche astronomiche determinate a questo fine.
Così si costituì la cavalleria del Cristo, cavalleria laica, tollerante, che si discostava dalle pratiche abituali dei diversi cleri.
Proseguimento individuale della reintegrazione con il Cristo, gruppo di sforzi spirituali per aiutare i deboli e i principianti: tale era, riassumendo, il ruolo del Martinezismo.
Rievochiamo ora la sua situazione in Francia.
Il Martinezismo reclutò i suoi discepoli, sia per azione diretta, come avvenne per Claude de Saint-Martin, sia più frequentemente tra gli uomini già titolari di alti gradi massonici. Nel 1754, Martinez si trovava in presenza di:
1° da una parte, della Massoneria venuta dall'Inghilterra e costituente la Grande Loggia Inglese di Francia (dal 1743) che presto doveva diventare la Grande Loggia di Francia (1756) e dare origine agli intrighi del maestro di danza Lacome.
Questa massoneria elementare e costituita dai tre gradi azzurri (apprendista, compagno, maestro) era senza pretese e formava un eccellente centro di selezione.
2° accanto a questa Loggia Inglese esisteva, con il nome di Capitolo di Clermont, un gruppo che praticava il sistema templare che Ramsay aveva, nel 1728, aggiunto alla Massoneria con i gradi di:
"Scozzese, Novizio, Cavaliere del Tempio" ecc.
Qui è necessario una breve spiegazione.
Uno dei più attivi rappresentanti dell'iniziazione templare era stato Fenelon il quale, durante i suoi studi di cabala, era entrato in relazione con parecchi cabalisti ed ermetisti.
Quando, dopo la lotta con Bossuet, Fenelon fu costretto a fuggire il mondo e a esiliarsi in penosa inattività, organizzò con cura un piano d'azione che presto o tardi doveva assicurargli la rivincita.
Il cavaliere di Ramsey venne iniziato da Fenelon e incaricato di eseguire il piano con l'appoggio dei Templari che avrebbero assicurato nello stesso tempo la loro vendetta.
Il cavaliere di Bonneville, nel 1754, aveva fondato il Capitolo di Clermont con i gradi templari e perseguiva uno scopo politico ed una rivoluzione sanguinosa che Martinez non poteva approvare, nè alcun vero cavaliere del Cristo.
Così, non solo Martinez, ma anche i discepoli di tutti i gradi del suo Ordine, come Saint-Martin e Willermoz, combatteranno energicamente il rito templare che in parte raggiungerà Io scopo nel 1789 e nel 1793 facendo ghigliottinare la maggior parte dei capi del Martinismo- Ma non anticipiamo.
3° oltre a queste due correnti, c'erano ancora in Francia altri rappresentanti dell'Illuminismo.
Innanzi tutto citiamo Pernety che tradusse Il Cielo e l'Inferno di Swedenborg e che doveva costituire il sistema degli Illuminati di Avignone (1766) ed avere una parte importante nella costituzione dei Filaleti (1773).
Allo stesso centro occorre allacciare l'opera di Chastenier (benedettino), il quale, nel 1767, a Londra gettò le prime basi del rito degli Illuminati Teosofi che brillò particolarmente a partire dal 1783, L'Illuminismo in tal modo crea parecchi gruppi uniti tra loro da un comune fine e da guide invisibili venute dal medesimo centro e che in seguito si riuniranno tutti sul piano fisico.
In questa azione l'opera più feconda spetta a Martinez, poiché a lui sono stati dati dal cielo quei "poteri attivi" che i suoi discepoli ricorderanno sempre con ammirazione e rispetto.
Dal punto di vista amministrativo, il Martinezismo seguirà esattamente i gradi di Swedenborg, come constateremo nella lettera di Martinez del 16 giugno 1760.
Il titolo di Maestro Grande Architetto riassume infatti i tre gradi della terza sezione.
Sotto l'autorità d'un tribunale sovrano si costituiranno le logge e i gruppi della provincia, di cui si potranno seguire la nascita e l'evoluzione nelle sue lettere che abbiamo pubblicate.
IL WILLERMOZISMO
Fra i discepoli di Martinez, due meritano in modo particolare la nostra attenzione per le loro opere realizzatrici, sono: Willermoz di Lione e Claude de Saint-Martin.
Occupiamoci subito del primo. Jean Baptiste Willermoz, negoziante lionese, era massone quando cominciò la corrispondenza iniziatica con Martinez.
Abituato alla gerarchia massonica, ai gruppi e alle logge, egli con centrerò la sua opera di realizzazione verso questo scopo e tenderà sempre a costituire riunioni e logge d'illuminati, mentre Saint-Martin concentrerà i suoi sforzi soprattutto verso Io sviluppo individuale.
Ma l'opera capitale di Willermoz sarà l'organizzazione dei congressi massonici o Conventi, che permisero ai Martinisti di smascherare, in anticipo, l'opera fatale dei Templari e che presentarono il Martinismo con il suo vero carattere di Università integrale e imparziale della Scienza ermetica.
Quando Martinez cominciò la sua iniziazione, Willermoz era venerabile regolare della loggia La Perfetta Amicizia di Lione, posto che occupò dal 1752 al 1763. Questa loggia dipendeva dalla Grande Loggia di Francia.
Nel 1760, una prima selezione era stata operata e tutti i membri detentori del grado di Maestro avevano costituito una Grande Loggia dei Maestri di Lione con Willermoz Gran Maestro.
Nel 1765, fu operata una nuova selezione con la creazione di un Capitolo dei Cavalieri dell'Aquila Nera, sotto la direzione del dott. Jacques Willermoz, fratello minore del precedente.
Nello stesso tempo, Jean Baptiste Willermoz lasciava la presidenza della Loggia ordinaria e della Loggia dei Maestri che era posta sotto la direzione del f.::. Sellonf, per mettersi a capo della loggia degli Eletti Cohen, formata dai migliori elementi del Capitolo.
Sellonf, il dott. Willermoz e J. B. Willermoz formavano il Consiglio Segreto che dirigeva tutti i fratelli di Lione.
Occupiamoci prima di quanto avveniva nelle logge dei Cohen e poi parleremo dei conventi.
Risulta formalmente dai documenti attualmente custoditi dal Supremo Consiglio Martinista e provenienti direttamente da Willermoz che le sedute, riservate ai membri di grado, di poter giustificare il loro titolo d'illuminati, erano consacrati alla preghiera collettiva ed alle operazioni che permettevano la comunicazione diretta con l'Invisibile.
Possediamo tutti i particolari concernenti la modalità di questa comunicazione; ma devono essere riservati esclusivamente al Comitato direttivo del Supremo Consiglio.
Ciò che dobbiamo rivelare e che getterà una grande luce su molti punti è che gli iniziati chiamavano l'essere invisibile il Filosofo Incognito; che è lui che ha dettato, in parte, il libro "degli Errori e della Verità" e che Claude de Saint-Martin non ha assunto per sè questo pseudonimo che più tardi e per ordine.
Diamo le prove di questa affermazione nel nostro volume su Saint-Martin.
Ma ciò che teniamo ad affermare sin d'ora, è che la spiritualità più grande, la sottomissione più completa alle volontà del Cielo e le preghiere più ardenti a N. S. Gesù Cristo non hanno mai cessato di precedere, accompagnare e terminare le sedute presiedute da Willermoz. (Ho conosciuto molti Martinisti, sia di Lione che di altre città delle province meridionali.
Lungi dall'apparire attaccati alle opinioni dei filosofi moderni, essi professavano il disprezzo dei loro principi - La loro Immaginazione, esaltata dall'oscurità degli scritti del loro patriarca, li disponeva ad ogni genere di credulità; sebbene parecchi si distinguessero per capacità e conoscenze, essi avevano la mente incessantemente occupata da fantasmi e prodigi.
Non si limitavano a seguire i precetti della religione dominante; ma si davano alle pratiche di devozione della classe meno istruita.
Generalmente i loro costumi erano molto regolari.
Si notava un grande cambiamento nella condotta di coloro che, prima di adottare le opinioni dei Martinisti, erano vissuti nella dissipazione e nella ricerca dei piaceri.
(Mounier: Influence des Illuminès dans la Revolution, Paris, 1822, pag- l57))
Dopo di che, se i clericali vogliono vedere un diavolo peloso e cornuto in ogni influenza invisibile e sono sempre disposti a confondere tutto ciò che è extra terrestre con le influenze inferiori, ciò li riguarda e noi non possiamo che deplorare tal partito preso che apre le porte a tutte le mistificazioni e a tutti gli schemi.
Il Willermozismo, come il Martinezismo e il Martinismo, è sempre stato esclusivamente cristiano, ma mai clericale e giustamente.
Esso dà a Cesare quello che è di Cesare e a Cristo quello che è di Cristo; ma non vende Cristo a Cesare.
"L'Agente o Filosofo Incognito" aveva dettato 166 quaderni di istruzioni, dei quali Claude de Saint-Martin aveva preso conoscenza e ne aveva copiato alcuni di propria mano.
Di questi quaderni circa 80 furono distrutti nei primi mesi del 1790 dall'agente stesso, che volle evitare di farli cadere nelle mani degli inviati di Robespierre che compirono sforzi inauditi per impossessarsene.
I CONVENTI
Il 12 agosto 1778 Willermoz annunciava la preparazione del Convento delle Gallie che si tenne a Lione dal 25 novembre al 27 dicembre.
Lo scopo di questo convento era di epurare il sistema scozzese distruggendo i cattivi germi che vi avevano introdotti i Templari.
Da questa riunione uscì la prima condanna, sotto l'influenza degli Illuminati di ogni paese, del sistema di vendetta sanguinosa, che si preparava in silenzio in certe logge.
Il risultato dei lavori di questo convento è contenuto nel Nuovo Codice delle logge rettificate di Francia che si trova nel nostro archivio ed è stato pubblicato nel 1779.
Per comprendere la necessità di questo sforzo verso l'unione non dobbiamo dimenticare che il mondo massonico era in piena anarchia.
Il Grande Oriente di Francia era nato nel 1772, dall'usurpazione della Grande Loggia di Francia da parte di Lacorne e dei suoi, diretti di nascosto dai Templari i quali, dopo aver fondato il Capitolo di Clermont, si erano trasformati nel 1760 in consiglio degli Imperatori d'Oriente e d'Occidente, poi in Cavalieri d'Oriente (1762) e infine erano entrati nel Grande Oriente al seguito di Lacorne.
A cagione della loro influenza il sistema delle logge venne modificato profondamente; dappertutto il regime parlamentare con elezioni successive di tutti gli ufficiali sostituì l'antica unità e l'autorità gerarchica.
Nella confusione causata da questa rivoluzione, intervennero i Martinisti per portare a tutti la conciliazione. Da ciò il primo convento del 1778 e i suoi sforzi per impedire le dissipazioni finanziarie che avvenivano dappertutto.
Incoraggiato da questo primo successo, J. B. Willermoz convocò il 9 settembre 1780 "tutte le grandi logge scozzesi dell'Europa al Convento di Wilhelmsbad, nei pressi di Hanau" (Ragon, 162).
Il Convento ebbe inizio martedì 16 luglio 1782, sotto la presidenza di Ferdinando di Brunswick, uno dei capi dell'Illuminismo internazionale.
Da questo Convento sorse l'Ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa di Gerusalemme ed una nuova condanna del sistema templare.
Così il Willermozismo tende sempre al raggruppamento delle fratellanze iniziatiche, alla costituzione di collettività di iniziati dirette da centri attivi collegati all'Illuminismo.
Si è creduto a torto che Willermoz avesse abbandonato le idee dei suoi maestri; vuol dire conoscere male il suo nobile carattere.
Sempre, sino alla morte, egli ha voluto stabilire la Massoneria su solide basi dandole per fine la pratica delle virtù per i suoi membri e della carità verso gli altri; ma ha sempre mirato a fare delle logge e dei capitoli un centro di selezione per i gruppi d'Illuminati.
La prima parte della sua opera era palese, la seconda occulta; ecco perché le persone poco informate vedono Willermoz diversamente dal suo vero Carattere.
Dopo la tormenta rivoluzionaria, dopo che suo fratello fu ghigliottinato con tutti i suoi iniziati e che egli stesso a stento riuscì a sfuggire alla stessa sorte, è ancora lui che ristabilisce in Francia la Massoneria spiritualista, grazie ai rituali che aveva potuto salvare dal disastro.
Tale fu l'opera di questo Martinista, al quale dedicheremo un intero volume, se Dio vorrà.
CLAUDE DE SAINT-MARTIN E IL MARTINISMO
Se non si conosceva neppure il modo di scrivere il nome di Martinez, se non si sapeva di più circa l'opera reale di Willermoz, prima dell'apparizione delle lettere di Pasqually che abbiamo pubblicate, al contrario si è scritto molto, e strane cose, su Claude de Saint-Martin.
Le critiche, le analisi, le supposizioni ed anche le calunnie fatte a questo proposito si basano unicamente sulle opere e sulle lettere exoteriche del Filosofo Incognito - La sua corrispondenza d'iniziato indirizzata al collega Willermoz, dimostra gli errori commessi dai critici e, in particolare, da Matter.
É vero che non si poteva estrarre di più dai documenti attualmente conosciuti, soprattutto quando non si ha alcuna idea delle possibilità che offre l'Illuminismo a questo riguardo.
Così attenderemo, per pubblicare queste lettere, che nuove inesattezze siano state prodotte sul conto del grande realizzatore martinista, in maniera da distruggere in una sola volta molte ingenuità e molte leggende.
Se Willermoz fu soprattutto incaricato del gruppo degli elementi martinisti e dell'azione in Francia, Claude de Saint Martin ricevette la missione di creare la iniziazione individuale e di portare la sua azione più lontano possibile.
A questo scopo gli fu concesso di studiare gli insegnamenti dell' “Agente Incognito" e possediamo, nell'archivio dell'Ordine, parecchi quaderni copiati e annotati da Saint-Martin.
Come abbiamo detto prima, il libro degli Errori e della Verità è dovuto quasi interamente a questa origine invisibile e in questo occorre vedere la causa dell'emozione provocata, nei centri d'iniziazione, dall'apparizione di questo libro, emozione che i critici cercano di spiegare con tanta pena.
Questo punto, come molti altri, verrà schiarito quando sarà necessario.
Oltre agli studi relativi all'Illuminismo, iniziati accanto a Martinez e continuati con Willermoz, Claude de Saint-Martin si occupò attivamente d'ermetismo pratico e un poco d'alchimia. Aveva a Lione un laboratorio organizzato a questo scopo.
Ma lasciamo la sua vita che ricostruiremo più tardi, ed occupiamoci solamente della sua opera dal punto di vista che ci interessa.
Dovendo spingere la sua azione in lontananza, Claude de Saint Martin era costretto a compiere certe riforme nel Martinezismo.
Così gli autori classici della Massoneria hanno dato il nome del grande realizzatore al suo adattamento e designano con il nome di Martinismo il movimento sorto da Claude de Saint-Martin.
É divertente vedere certi critici, che ci asterremo dal qualificare, sforzarsi di far credere che Saint-Martin non fondò mai un ordine.
Dobbiamo veramente ritenere i lettori male informati per osar sostenere ingenuamente tale assurdità.
É l'Ordine di Saint-Martin che, penetrato in Russia sotto il regno della Grande Caterina, ottenne un tal successo al punto che venne recitata a corte una commedia interamente dedicata al Martinismo che si voleva mettere in ridicolo.
All'Ordine di Saint-Martin si ricollegano le iniziazioni individuali di cui si parla nelle memorie della baronessa d'Oberkierch; infine l'autore classico della Massoneria, il positivista Ragon, che non è tenero con i Riti degli Illuminati, descrive alle pagine 167 e 168 della sua Ortodossia Massonica i cambiamenti operati da Saint-Martin per costituire il Martinismo.
Sappiamo che non vale la pena di prendere parte a queste critiche più seriamente dei loro autori e che certi massoni difficilmente perdoneranno a Saint-Martin di aver disprezzato, per tutta la vita, la massoneria positivista, come fece Martinez e di averla riportata al suo vero ruolo di scuola elementare e di centro d’istruzione simbolica inferiore.
Quando si vogliono negare dei fatti storici, ci si rende ridicoli.
Colui che i critici universitari hanno chiamato il Teosofo d’Amboise era dunque un realizzatore molto pratico sotto l’apparenza mistica.
Usò, come Weishaupt l’iniziazione individuale, e grazie a questo procedimento, diede all’Ordine una facilità d’adattamento e d’estensione che gli invidiano molti riti massonici.
E’ così vero che Saint-Martin fu il grande diffusore della Cavalleria Cristiana di Martinez, che i più violenti attacchi furono rivolti contro la sua opera, il suo carattere e anche contro la sua vita.
Occorrerebbe un intero volume per rispondere minutamente a questi attacchi; così noi ci limiteremo, in questo breve studio, a indicare, servendoci soprattutto dei documenti già stampati, quale era il vero carattere del martinismo all’epoca di Saint-Martin. (Giovanni P)