di Luca Delli Santi
La mistica ebraica è un complesso sistema di pratiche e di meditazioni volte alla contemplazione delle emanazioni divine, quali le sephirot e le lettere dell’Aleph-Bet. Si tratta dei mattoni e della malta con cui si è edificata l’intera Creazione. I cabalisti, divisi nelle loro diverse scuole, hanno strutturato un complesso sistema esegetico ed ermeneutico delle Scritture, in molti casi è assimilabile con quello di altri correnti rabbiniche dell’ebraismo in altri, come osserva il filologo Giulio Busi, se ne distacca costituendo un corpo di insegnamenti originale, pur rimanendo saldamente ancorato nella cultura e nelle teologia ebraica.
La Cabala ha una propria struttura ermeneutica riguardo la Torah ed in particolare riguardo la cosmologia. Nel Sepher ha Yetzirah e nel Sepher ha Zohar troviamo vasti riferimenti, anche una struttura cosmogonica, riguardo le origini e la finalità dell’universo. Queste dottrine esposte in forma spesso poetica e letteraria ci offrono una complessa ed articolata visone metafisica. Secondo alcune recenti interpretazioni vi si possono incontrare anche evidenti intuizioni che sarebbero oggi confermate da alcune teorie della meccanica quantistica, teorie affascinanti ed in evoluzione che vanno comunque considerate con la consapevolezza che talvolta un ricercatore può, in buona fede, credere di trovare conferma di ciò che presuppone. È certo che la cabala ci offra una articolata e completa visione del sistema di “comunicazione “ fra Creatore, Creazione e Creature, descrivendoci il movimento delle emanazioni e come queste si collochino in un complesso sistema di relazioni che si dispiega su una scala.
Questo sistema graduale viene definito come una pluralità di realtà: i Mondi della Cabala.
Anche riguardo la complessità e l’articolazione della scala naturalmente vi sono diverse interpretazioni, essa si è evoluta ed arricchita nel tempo, ed è tutt’oggi oggetto di diverse rappresentazioni.
Di seguito illustrerò, sinteticamente, l’interpretazione della Cabala Lurianica condivisa dalla grande maggioranza delle scuole contemporanee.
I Mondi possono essere immaginati o, se si preferisce interpretati, sia come eventi, tappe che si susseguono nel processo creativo del cosmo, sia come stati di coscienza, diversi livelli spirituali.
Seguendo la rappresentazione narrativa che ce li propone come accadimenti in ordine cronologico partiamo dalla fase precedente alla Creazione. Un “mondo” in cui c’era solo Dio, i cabalisti ebrei dicono HaShem, Il Nome. Una realtà indefinita nella quale il Nome prende coscienza di sé stesso, del suo proprio essere, siamo nel Mondo della Luce Infinita, Or Ain Sof.
La seconda tappa è il Sod Ha’Tzimtzum, il Segreto della Contrazione. Si tratta di un atto di contrazione con cui il Creatore lascia spazio al Creato, secondo la Tradizione questa tappa è a sua volta strutturata in tre fasi.
La prima fase è l’atto di contrazione, la Luce si ritira, la seconda fase è detta dell’impressione o della sensazione, a questo livello c’è una separazione, solo apparente, fra il Creato, che in questo momento è uno spazio buio privato della Luce divina, ed il Creatore. La terza fase è quella del raggio della Luce, detta anche della Corda. Un raggio di luce divina illumina l’oscurità del Creato.
La terza tappa è l’Uomo Primordiale, in ebraico l’Adam Kadmon, che non ha nulla a che vedere con l’Adamo del Genesi, rappresenta la volontà creatrice divina di emanare i mondi. Mosè Luzzato, maestro di Cabala italiano vissuto nel XVIII secolo, il Ramchal, ce lo descrive come la prima manifestazione dell’emanazione delle sephirot nel vuoto primordiale, il primo partzufim, la prima “espressione” delle sephirot congiunte. È affascinante constatare che la prima espressione che si scorge nella creazione è quella di un essere umano. L’Adam Kadmon è un concetto analogo a quello descritto in Giovanni 1:3 “tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.”
Le luci emanate da Adam Kadmon si distribuiscono nei recipienti, è la dialettica or-Kelim, polarità maschili e femminili, che si congiungono e danno forma alla matrice della creazione. Sono le tappe successive quelle dei mondi di Akudim, Nekudim, Brudim, delle legature, dei punti e delle connessioni.
Scendendo ancora di un gradino incontriamo la Corona dell’emanazione la Keter Atzilut. Il passo immediatamente successivo è l’Olam Atzilut, il mondo dell’emanazione. Gli archetipi della creazione sono già definiti, ma la distinzione dal Creatore è labile, le individualità umane non si sono ancora formate, il tutto in potenza esiste ma la connessione con il Principio è ancora stretta, è il livello della perfetta conoscenza dell’unità divina. Qui prendono forma i partzufim, i volti, le espressioni del divino, sono le sephirot unite in complesse intersezioni che con il loro movimento esprimono queste ipostasi.
Siamo giunti al livello, probabilmente assai più noto, dei quattro mondi, che culminano con il nostro, quello della manifestazione fisica, si tratta del mondo dell’emanazione, della creazione, della formazione e dell’azione. Atzilut, Berià, Yetzirah, Assià. Il mondo della creazione è il livello della Materia Prima ricercata dagli alchimisti, è l’oscurità del ventre materno in cui si sviluppa l’embrione, le anime degli esseri umani iniziano ad acquisire la propria individualità. La Formazione è la dimensione dove il progetto assume la sua forma più prossima alla definizione ultima, è un mondo di esistenze separate dal Creatore, non ancora precipitate nella materialità, è il Mondo Immaginale descritto negli studi di Henry Corben. Nella Tradizione cabalistica è il livello delle ipostasi angeliche, sia di quelle benigne che di quelle maligne. La dimensione in cui opera la magia. Assià è l’azione, la realtà sensibile, l’universo fisico con le sue leggi.
Questa che ho descritto è senza dubbio una rappresentazione cosmologica, ma è anche, nell’ottica della cabala, una road map e la distanza non deve incutere timore in quanto i diversi livelli spirituali sono interconnessi e la loro successione non è gerarchica né cronologica, del resto in queste dimensioni non ha alcun senso il concetto di tempo. Questa è la mappa, lo strumento per percorrerla sono i trentadue sentieri della Sapienza o meglio i concetti che rappresentano, i quali, espressi nei simboli dell’arte muratoria, sono disseminati nel Tempio dei massoni.
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