di Antonino Zarcone
15 luglio 1877, viene approvata la Legge Coppino, provvedimento che prende il nome dall'allora Ministro della pubblica istruzione, il massone Michele Coppino, con il quale, per la prima volta in Italia, viene resa effettivamente obbligatoria l’istruzione elementare inferiore (corrispondente al primo biennio, frequentato da bambini dai 6 ai 9 anni). I principi essenziali del provvedimento legislativo sono, oltre all’obbligatorietà dell’istruzione elementare, (sono previste, infatti, per la prima volta, sanzioni per gli inadempienti), la gratuità e aconfessionalità della scuola. L’insegnamento del catechismo non è più obbligatorio, ma è impartito solo su richiesta dei genitori, ed è sostituito dallo studio delle «nozioni dei doveri dell’uomo e del cittadino». La legge, approvata dalla Camera con 208 voti favorevoli e 20 contrari, segna un momento decisivo nella trasformazione delle istituzioni scolastiche poiché inserisce l’alfabetizzazione del paese nel più generale programma di rinnovamento, laicizzazione e di crescita della società inaugurato dalla Sinistra guidata dal repubblicano e massone Agostino Depretis.