di Domenico Priolo
La tavola templare di Monterotondo
L’area della bassa Sabina è ricca di reminiscenze templari. A Monterotondo che anticamente era chiamato Monte Rotondo in Sabina sopravvive, all’inizio della storica Passeggiata, la ‘tavola tonna’ così chiamata dagli ultimi nonagenari viventi: È un tavolo ottagonale in pietra contornato da quattro sedili, anch’essi a sezione ottagonale. Secondo alcuni appassionati di storia locale essa è una tipica Tavola templare. Ciò non deve tanto meravigliare data la vicinanza con Palombara in Sabina ove si svolse l’ultimo Processo ai Templari. Un’altra curiosità: l’Architrave della Chiesetta santuario di San Rocco è visibilmente incrinato nel mezzo; come di altri Edifici di culto si tramanda che tale frattura risale alla condanna dei Templari. Nella storia di Palombara Sabina, i Cavalieri Templari compaiono soltanto nel processo che li vide imputati nei primi anni del XIV sec., che si tenne proprio nelle stanze del Castello Savelli, e che si concluse, il 17 Luglio 1310, con la condanna di Gualtiero Di Natale, l'ultimo dei Templari italiani.
Si possono ipotizzare altri collegamenti tra il paese e la confraternita di monaci guerrieri? In mancanza di dati certi, si possono fare alcune osservazioni. Il nome Columbaria (poi divenuto Palombara) appare citato per la prima volta in una bolla di papa Giovanni XIX del 1029, in riferimento al feudo dei discendenti del duca longobardo Alberico, gli Ottaviani, che avrebbero al lungo governato il paese. Curiosamente, però, lo stesso nome era di uso frequente nella toponimia dei Templari, che appresero durante le Crociate in Terrasanta l'uso di colombi viaggiatori come mezzo di comunicazione strategica. Nella loro ottica, in particolare, il nome Columbaria, Colombara, Palombara e simili indicava una torre d'avvistamento con annessa colombaia per le comunicazioni d'emergenza. Un altro indizio ce lo suggerisce la presenza dell'abbazia. Durante il Medioevo nella regione della Sabina l'Abbazia di Farfa aveva un'influenza massiccia e quasi esclusiva sul territorio. Intorno al VIII sec., però, anche l'Abbazia dell'Argentella cominciava ad avere una certa autorità. Tutta l'area era infestata dai Saraceni, che all'epoca compivano scorrerie di ogni tipo e che fecero di Farfa la loro base d'appoggio. Il fatto che sia testimoniata per quell'epoca la diffusione, a Palombara, del culto di San Biagio, considerato il protettore delle popolazioni minacciate dagli infedeli, suggerirebbe l'ipotesi di una prolungata permanenza dei Saraceni anche in questo paese. Ecco quindi innestarsi un altro buon motivo per la presenza templare nel territorio, tanto più che il convento non era solo un semplice ricovero per religiosi ma un'abbazia fortificata, ricca di possedimenti e ben collegata con i centri politici e di potere del suo tempo.
Si potrebbe anche segnalare la vicinanza del paese di San Polo dei Cavalieri. Il nome 'San Polo' deriva dal fatto che per lungo tempo il luogo appartenne alla Basilica di San Paolo fuori le Mura, in Roma. Più interessante l'appellativo "dei Cavalieri" il quale, pur non comparendo nei documenti ufficiali prima del XVIII sec., sembrerebbe richiamare una passata appartenenza del posto, se non ai Templari, perlomeno agli Ospitalieri, che nell'XI sec. occupavano la Rocca medievale. Nella Piazza centrale di Palombara c’e un Fontanile monumentale a pianta ottagonale con tanto di Gargoyle, chiamato Fontanile del Templare e dulcis in fundo il Ristorante ‘Il Fontanile del Templare’.
Il fontanone del templare a Palombara