Abbiatevi una stretta di mano da me ed una parola di gratitudine e di augurio. La stretta di mano è a voi come patrioti dell’Isola iniziatrice. La parola usata e d’augurio è a voi come Massoni. Voi avete una importante missione da compiere: quella di restituire la Massoneria all’antico spirito dell’istituzione. E dico: restituire, perché la Massoneria non fu, nei periodi nella sua potenza, straniera, come poi la fecero, ai destini politici dei popoli. Fu dall’origine la santificazione del Lavoro. E il Tempio, simbolo d’ un ordinamento sociale, racchiudeva nel concetto tutta quanta l’attività umana. Molay cadde vittima d’un re e d’un papa. Più dopo, la Massoneria dava parola d’ordine ai suoi: L.P.D. lilia pedibus destinam e distruggeva infatti i gigli di Francia. Gli Illuminati erano repubblicani. Fu soltanto nell’epoca del suo decadimento che l’istituzione si ridusse a formola di amicizia e di carità mutua, accogliendo principi nel suo seno. Il risorgere d’un Popolo è solenne occasione al risorgere dell’istituzione. E voi lo intendete e lo farete intendere ad altri. L’Italia Una e Repubblicana deve essere il Tempio dal quale la bandiera che non conosce padronise non Dio nel cielo e il Popolo in terra, insegnerà amore, fratellanza d’uguali e associazione delle nazioni. La vostra fede abbraccia tutta quanta l’Umanità. Ma la Patria è il punto d’appoggio della leva, l’altare dell’Umanità. Siate dunque Italiani per potere operare colla forza di venticinque milioni di liberi a pro’ dell’intero mondo. Fate che i vostri non dimentichino nelle forme lo spirito. Il simbolo senza l’idea è cadavere. E i massoni del XIX secolo e d’Italia devono essere più vicini d’un passo alla rivelazione dell’Idea che non quelli dei secoli addietro. Voi volete gli uomini fratelli; volete dunque che sia abolito il privilegio ereditario governativo. Il Gran Maestro non è né può essere ereditario. Voi volete la luce per tutti. Voi dunque volete abolire il monopolio della luce e della scienza in un solo individuo. Il Grande Architetto dell’Universo non ha vicarii in terra, se non quelli che più lavorano col sagrificio all’edificazione del suo Tempio. Guardate al Papato, e dite se la sua caratteristica è il sacrificio. Monarchia e Papato adunque sono incompatibili col trionfo della vostra Istituzione. Non lo dimenticate. Dio e il Popolo: ecco il vostro simbolo; la vostra parola sacra. Guidate per mano i vostri adepti ad esso e moltiplicate.
E non vi separate da quanto riguarda i dolori, i bisogni, le aspirazioni dei vostri fratelli profani ancora. Il miglior metodo d’iniziazione è la comunione con essi. Abbiatemi fratello nella fede dell’avvenire.
Lugano, 27 Agosto 1863