di Paolo Callari
Condividevamo, tempo fa con un amico, un concetto che escluderebbe l’esistenza della legge causa effetto.
Se il quasar a otto miliardi di anni luce da noi emette quella radiazione che, a metà strada, a motivo dello spazio curvo, ci fornisce l’immagine nota come Croce di Einstein, contemporaneamente, un quando dopo l’altro, fotone che eccita fotone, lo spazio tempo sembra, anche alla luce della teoria delle stringhe, ripiegabile, unico.
Qualora accettassimo ciò il karma variabile sarebbe soltanto lasciarsi “prendere per mano” dall’ordine cosmico in una armonia che non ammette angeli ribelli ( lama dei tarocchi con il numero più alto).
Ovviamente tutto ciò escluderebbe paure, ansie, e magie che, in un modo o in un altro, ammettessero che la volontà di un uomo può piegare lo spazio tempo data la sua esigua forza oscura e forza di gravità.
Se, un quando dopo l’altro, escludessimo tutti i “perché”, saremmo astronauti a bordo della navicella terra ad esplorare domani dopo domani la via tracciata per le nostre vite.
Peraltro la Legge impone e non propone, e ciò potrebbe esprimere come il binario è rigido piuttosto che in mano al genere umano.
Non ci sono verifiche matematiche che possano sodisfare alla bisogna quanto quella di desiderare abbandonare il libero arbitrio per quella parte che collide con il destino comportando per noi soltanto sofferenze ed umiliazioni.