A Don Luigi Ciotti
Le parole che ella ha pronunciato a Locri hanno profondamente offeso e indignato migliaia di liberi muratori e persone perbene che nulla hanno a che fare con le mafie che lei associa con disdicevole certezza e libera facilità d’espressione tout court alla Massoneria.
Le devo sinceramente dire che quella sua frase sulla massoneria accostata alla n’drangheta, alla corruzione e all’illegalita’ mi ha personalmente ferito come uomo e come massone del Grande Oriente d’Italia, Istituzione e scuola etica-iniziatica la cui storia e i cui meriti per l’affermazione della Libertà, dei diritti dell’Uomo, la nascita dello Stato Italiano e della Repubblica sono state ampiamente riconosciute e vivono nei valori e nella grande ed alta considerazione di tanti Italiani non tutti appartenenti alla Libera Muratoria che lei ha messo sui roghi della più odiosa inquisizione.
Dal suo pulpito calabrese e con un populismo di facile presa Lei ha arringato la folla ed attaccato gli appartenenti alla Libera Muratoria come delle persone che non fanno parte della categoria buona del Paese ma della componente cattiva secondo quella che è la sua idea profondamente e vergognosamente sbagliata degli ideali e dei principi filantropici e umanitari portati avanti da 300 anni dai massoni in tutto il Mondo.
Mi spiace e sono deluso che una personalità del suo calibro si metta in prima fila fra i tanti, facili opportunisti e professionisti dell’Antimafia e che inneggi pure lei alla caccia alle streghe che qualcuno ha voluto forzosamente mettere in atto e che qualche altro utilizza e sbandiera come paladino della più totale legalità.
Sono deluso perché un simile affronto alla dignità ed alla lealtà di tanti uomini che affermano i principi di Libertà-Uguaglianza-Fratellanza sia venuto da un prete, cioè da chi dovrebbe unire gli uomini, anche se hanno visioni diverse o divergenti, non soltanto per la sua missione spirituale.
Invece, carissimo Don Ciotti, se mi permette di chiamarla così senza livore e senza alcuna ironia, lei con le sue provocatorie parole ha soltanto diviso, ha scavato un profondo solco fra italiani e italiani, fra calabresi della stessa generosa e martoriata terra, di un Sud di cui e’ facile parlare sempre male senza poi risolvere i problemi di quella terra.
In base al suo pregiudizievole assunto chi è massone non può rientrare nella folta schiera degli angeli che lei ha iscritto di diritto nel suo personale libro della purezza assoluta e della vera ed insindacabile Legalità condannando a destra ed a manca chi fa parte di una nobile associazione di uomini liberi e che, il sottoscritto lo ha dichiarato pubblicamente all’Antimafia, sono pronti a dare la vita per la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro. Come sono pronti a combattere da sempre contro la malavita organizzata.
Caro don Ciotti, noi che siamo tolleranti e pazienti, che non siamo supponenti e che non ci scagliamo avventatamente contro nessuno, siamo uomini che hanno un’alta considerazione di tutti gli altri uomini e che ascoltano e aiutano il loro prossimo. Ha mai sentito qualcuno di noi attaccare la Chiesa di fronte ai numerosi e preoccupanti casi di pedofilia di tanti sacerdoti? Forse qualcuno ha chiesto le liste dei sacrestani calabresi di fronte all’indagine su un noto prelato coinvolto nelle inchieste di Reggio?
Qualora non lo sapesse, o lo avesse dimenticato, la invito a chiedere anche alle istituzioni della sua Torino chi sono i massoni e cosa fanno per l’Umanità. Asili notturni, vuol dire pasti caldi e cure dentistiche ai bisognosi e agli indigenti. Vuol dire Solidarietà che noi facciamo generosamente non certo per coprire le nefandezze che Lei pensa possano appartenere alla massoneria.
Ma perché i liberi muratori sono uomini di pensiero e di cuore. Che regalano le tende per dormire ai giovani operai africani che lavorano la terra a Campobello di Mazara e la luce per illuminare il campo di calcio dei ragazzi terremotati di Norcia.
È per tutto quello che facciamo, nella maggior parte dei casi sempre in silenzio, che non possiamo permettere a nessuno di offendere la nostra dignità usando un linguaggio e dei luoghi comuni che sono opposti a quella che dentro e fuori i Templi è la nostra sublime Opera.
E, siccome, pur offesi nell’animo, non portiamo rancore nei confronti di nessuno, e siamo convinti che anche il più acerrimo avversario può redimersi, La invitiamo sin d’ora ad incontrarci. La invitiamo a partecipare con noi, domani, alla cerimonia delle Fosse Ardeatine dove ricorderemo i morti dell’eccidio nazista fra cui vennero barbaramente uccisi diciannove fratelli massoni.
La invitiamo a sfilare insieme a noi contro la malavita organizzata, che non deve avere bandiere, colori, coalizioni ma essere un monito costante di tutti i liberi cittadini italiani. Fra i quali ci sono certamente anche i fratelli del Grande Oriente d’Italia.
Con cordialità
Il Gran Maestro
Stefano Bisi
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