di Valentina Marelli
In occasione della conferenza del Clan Sinclair Italia dal titolo Il Medioevo delle Eresie che si è tenuta a Valvasone in provincia di Pordenone, il nostro socio Daniele Franceschi ci ha organizzato una visita alla chiesa Templare di Ormelle.
All'inizio credevo che la località si chiamasse Ormelle e che la denominazione “Tempio di Ormelle” fosse riferita alla chiesa della città, in realtà la località si chiama Tempio ed è una frazione del paese più grande che è Ormelle; questo già a segnalarci che l'antico territorio era un possedimento dei Cavalieri del Tempio già in epoca delle Crociate.
Come ci ha raccontato la guida la denominazione di Tempio riferito al luogo risale al 1178 in quanto viene citato in un documento ufficiale conservato negli archivi del tribunale di Ormelle, come testimone un tale Giovanni de Templo, questo a prova del fatto che questa frazione era già conosciuta con il nome di Tempio, ma esistono altri documenti risalenti al 1312 quando viene stilato un elenco dei beni del Priorato, c'è l'intervento dell'inquisizione e a seguito di una lite tra il Priorato del Tempio e la famiglia dei Dacameno, liti che di solito avevano come motivo i confini delle proprietà, viene imprigionato un tale Giovanni di Castel Arquato.
Queste due date, assolutamente certe perché esistono tutt'oggi i documenti citati, sono molto importanti perché ci danno il lasso di tempo nel quale comincia la storia di questa chiesa e il suo legame certo con l'Ordine del Tempio, in quanto ci troviamo con la prima vicini alla sua fondazione, con la seconda appena dopo la sua fine.
La Chiesa dei Templari fu quindi edificata intorno al XII secolo proprio dall'Ordine Monastico-Guerriero dei Cavalieri del Tempio di Gerusalemme; con successivi ampliamenti e nuove costruzioni tra il XIV e XVIII secolo, quando ai Templari subentrarono i cavalieri del Sovrano Ordine Militare di Malta.
La chiesa era anticamente inserita in una unità architettonica ed amministrativa ben delineata chiamata Masòn, termine derivante dal francese Maison, che sta ad indicare un insediamento isolato, originariamente connesso a stazioni di sosta lungo strade principali. La chiesa quindi risulta essere l'unica costruzione sopravvissuta del periodo templare mentre gli altri edifici oggi superstiti appartengono al periodo Giovannita.
I Templari si insediarono in questo luogo dove si snodava uno degli antichi percorsi romani, la Via Opitergium-Tridentum vicinissima alla Via Postumia che collegava Genova ad Aquileia.
Dell'impianto originario di epoca templare abbiamo la prima parte della chiesa costruita in perfetto stile romanico, nel pavimento possiamo vedere i segni di dove un tempo la chiesa finiva e sorgeva l'abside
ed il portico con i suoi affreschi, che purtroppo essendo molto rovinati sono quasi illeggibili per la maggior parte. Di uno, quello maggiormente visibile si raccontano molte storie e mille ipotesi sul suo significato. Due ci sono sembrate particolarmente interessanti.
La prima ce l'ha raccontata la nostra guida e pare che l’affresco sia la rappresentazione di una dormizio Virginis cioè la morte della Madonna pensata come nei luoghi d’origine della Madonna e nella sua epoca, non certamente come qui da noi adesso che quando pensiamo alla morte della vergine qui pensiamo subito all’Assunta, precedentemente era rappresentata con il catafalco con la vergine addormentata ed il figlio che ne raccoglie l’anima qui rappresentato da quella specie di bambolotto che si distingue nell’affresco.
La seconda interpreta l'affresco come Maria Maddalena che, seduta su di una sedia gestatoria, porge quello che sembra un bambino fasciato, quindi un neonato al suo sposo. Secondo i sostenitori di questa ipotesi questo affresco sarebbe la testimonianza della Genia di Gesù e di Maria Maddalena e che quindi la chiesa fosse uno dei luoghi in cui i Templari avevano scelto di custodire il Santo Graal, quindi le prove della discendenza Reale.
Indipendentemente da quale storia si sceglie di credere visitare la chiesa di Tempio ad Ormelle è una esperienza che è meglio non farsi scappare.