Tiziano Busca con Emilio Attinà
«Grazie professore per il convegno che ha fatto.... ah, ma ci sono degli ospiti... non di Reggio... la prossima volta dovete venire alla Moschea: sono io il responsabile del Tempio». Solo questi brevi parole sarebbero sufficienti a raccogliere e testimoniare quanto il convegno promosso dall' Associazione Culturale La Concordia abbia avuto il successo e colto lo spirito del dialogo.
Emilio Attinà accoglie soddisfatto il commento, sorride, condivide con i relatori e tutti i presenti l'indiscutibile risultato della manifestazione svoltasi al Cinema Odeon dal tema Un ponte tra Oriente ed Occidente, tra rischi globali e prospettive nello scacchiere del mondo.
I contributi ricchi di analisi e spunti di riflessione per comprendere la via di un dialogo inteso profondo e condiviso hanno visto impegnati il prof. Massimiliano Ferrara dell'Università di Reggio che ha tracciato il quadro di riferimento degli interessi politici, economici, strategici che coinvolgono l'area mediterranea alla luce delle nuove e diverse strategie geopolitiche che coinvolgono sia la politica internazionale che i gruppi ed i movimenti che oggi rappresentato la minaccia non solo allo scacchiere europeo ma anche alla comunità islamica locale che ben distingue tra processo politico e percorso religioso.
«Nessun Dio spinge alla guerra», ha infatti affermato il prof. Daniele Castrizio della Università di Messina, ma sono i fattori e gli interessi finanziari e di sfruttamento delle risorse energetiche a determinare i conflitti in un territorio che storicamente ha dimostrato invece di essere terreno di dialogo e di fusione di culture che sempre hanno condiviso percorsi comuni. È successo che le stesse culture si siano contaminate tanto da risultare persino somiglianti. L'area del mediterraneo è stata per secoli la fucina dello sviluppo culturale ancor prima che una politica lontana e che guarda più al nord Europa che alle aree centrali mediterranee favorisce una sorta di nuova marginalità.
«Un pugno di api, che fanno miele, sono meglio di tante mosche che fanno solo puzza» con questo detto islamico il prof. Zouhairi Abderrhaim della università di Rabat ha cercato di far cogliere il senso ed il bisogno di conoscenza profonda dell'Islam per distinguere e marcare la differenza tra Islam e terrorismo. Il terrorismo è tale al di là del contesto religioso e brucia la terra e le anime dei popoli. L'Islam è una religione di pace, il Corano nella sua natura non è solo un testo di fede ma un contesto anche di regole che poggia su cinque pilastri fondamentali che rappresentano per il popolo islamico anche il modello delle norme sociali e politiche.
«Una carezza all'anima, una carezza alla intelligenza ed alla sensibilità: questo è il valore distintivo di questo incontro» ha esordito nel suo intervento Tiziano Busca che ha posto la centralità dell'Uomo ai percorsi di sviluppo per un nuovo dialogo politico dove gli elementi anche utopici del passato possono trovare oggi nuovi terreni di condivisione. Il diritto alla felicità non è solo un richiamo alla dichiarazione di indipendenza americana ma anche il pensiero di uomini che in questa terra di Calabria avevano capito che una via nuova all'imperialismo era possibile. E ricordando Gaetano Filingeri che a Castelmonardo voleva creare la comunità di Filadelfia per i suoi rapporti con Benjamin Franklin, ha invitato coloro che vivono un percorso introspettivo a testimoniare una diversa presenza capace di rendere ricco un nuovo processo di dialogo tra gli uomini ricordando che le diversità si formano e gli scontri si manifestano quando la nostra intelligenza si chiude alla comprensione, alla cultura, alla conoscenza, alla condivisione. «Noi non possiamo chiudere gli occhi ed il cuore ad un mondo che si muove e che ci viene incontro. Noi diventeremo ricchi e l'uomo che abbiamo di fronte ci riconoscerà solo se saremo capaci di leggere la luce nei suoi occhi... entrambi ed insieme avremo condiviso con senso la via al dialogo e della solidarieta», ha concluso Busca che ha anche auspicato il moltiplicarsi di questi incontri che la regia di Emilio Attinà ha reso straordinariamente importante.Emilio Attinà accoglie soddisfatto il commento, sorride, condivide con i relatori e tutti i presenti l'indiscutibile risultato della manifestazione svoltasi al Cinema Odeon dal tema Un ponte tra Oriente ed Occidente, tra rischi globali e prospettive nello scacchiere del mondo.
I contributi ricchi di analisi e spunti di riflessione per comprendere la via di un dialogo inteso profondo e condiviso hanno visto impegnati il prof. Massimiliano Ferrara dell'Università di Reggio che ha tracciato il quadro di riferimento degli interessi politici, economici, strategici che coinvolgono l'area mediterranea alla luce delle nuove e diverse strategie geopolitiche che coinvolgono sia la politica internazionale che i gruppi ed i movimenti che oggi rappresentato la minaccia non solo allo scacchiere europeo ma anche alla comunità islamica locale che ben distingue tra processo politico e percorso religioso.
«Nessun Dio spinge alla guerra», ha infatti affermato il prof. Daniele Castrizio della Università di Messina, ma sono i fattori e gli interessi finanziari e di sfruttamento delle risorse energetiche a determinare i conflitti in un territorio che storicamente ha dimostrato invece di essere terreno di dialogo e di fusione di culture che sempre hanno condiviso percorsi comuni. È successo che le stesse culture si siano contaminate tanto da risultare persino somiglianti. L'area del mediterraneo è stata per secoli la fucina dello sviluppo culturale ancor prima che una politica lontana e che guarda più al nord Europa che alle aree centrali mediterranee favorisce una sorta di nuova marginalità.
«Un pugno di api, che fanno miele, sono meglio di tante mosche che fanno solo puzza» con questo detto islamico il prof. Zouhairi Abderrhaim della università di Rabat ha cercato di far cogliere il senso ed il bisogno di conoscenza profonda dell'Islam per distinguere e marcare la differenza tra Islam e terrorismo. Il terrorismo è tale al di là del contesto religioso e brucia la terra e le anime dei popoli. L'Islam è una religione di pace, il Corano nella sua natura non è solo un testo di fede ma un contesto anche di regole che poggia su cinque pilastri fondamentali che rappresentano per il popolo islamico anche il modello delle norme sociali e politiche.