di Davide Riboli
- Lei è massone? -
La domanda, secca, affilata come una lama, la pone Enzo Biagi in apertura di intervista ad uno degli artisti italiani più versatili e fantasiosi dell'ultimo mezzo secolo. Siamo nel 1983 e il terremoto P2 non ha ancora smesso di scuotere l'Italia.
- No. -
La risposta è, se possibile, ancora più secca e affilata della domanda. E qui, se questo fosse l'abbozzo di una sceneggiatura cinematografica, ci sarebbe un flashback.
Pier Carpi - nato ad Arceto di Scandiano il 16 gennaio 1940 e scomparso a Viadana il 26 giugno 2000 - è stato commediografo, drammaturgo, fumettista, giornalista, scrittore, sceneggiatore e regista. L'elenco dei premi e dei riconoscimenti ricevuti è lungo almeno quanto quello dei suoi interessi e va dallo Yellow Kid d'oro come miglior autore di fumetti al Premio del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Ha vinto il Premio Internazionale di Giornalismo, l'Hans Cristian Andersen per la fiaba, il premio Carlomagno di Acquisgrana, il Bancarella e il Bancarellino, il Premio Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Premio J. L. Borges, il Premio Linus ed il Gran Guinigi di Lucca. Per quanto riguarda il cinema, ha diretto attrici del calibro di Irene Papas e Valentina Cortese e alcune sue opere sono state selezionate alla Biennale di Venezia e al Festival di Cannes.
Il Carpi fumettista inizia scrivendo sceneggiature per Topolino e poi per Superman e Batman. Ma il suo primo grande successo è Diabolik, di cui può essere considerato una sorta di padrino. È lui infatti a convincere le sorelle Giussani che "Diabolicus" non è un buon nome per il loro personaggio. Stenderà poi molte sceneggiature dei primi anni e scriverà l'intera serie "Il Romanzo di Diabolik". Per la stessa casa editrice crea "Zakimort", una sorta di Diabolik femminile, animata però più dal desiderio di vendetta che dalla cupidigia e poi una lunghissima serie di altri personaggi. Lavora a lungo con Alfredo Castelli, sia per la rivista "Horror" che per "Martin Mystere" e "Zona X".
Scrive dozzine di libri, alcuni dei quali diventano veri successi editoriali. In particolare: "Storia della magia" (Sansoni, 1968), "Le società segrete" (Radar, 1968), "Cagliostro il taumaturgo", (MEB 1972 e poi nuove edizioni nel 1975 e 1979), "Un'Ombra nell'Ombra" (Nord, 1974), "Le profezie di papa Giovanni" (Edizioni Mediterranee, 1976), "Testimoni del mistero" (Rusconi, 1979), "Il caso Gelli" (i.n.e.i., 1982). "Testimoni del mistero" è un piccolo capolavoro giornalistico: si tratta del racconto di sei incontri avuti con personaggi particolarmente appassionati di esoterismo: Agatha Christie, Giorgio Strehler (lo sapevate che era stato massone, sebbene poi la sua immagine sia stata bruciata tra le colonne?), Irene Papas, Felix Yussupoff, la regina Giuliana d'Olanda e Walt Disney.
Come giornalista collabora con molte testate italiane e straniere, tutte prestigiose, tra cui Stern, Gente, Panorama e La Domenica del Corriere. In questo periodo la sua fama raggiunge un tale livello che alcuni ignoti iniziano a spacciarsi per lui pur di ottenere un incarico. Ne incontrerà personalmente uno, senza rivelargli di essere il vero Pier Carpi e, approfittando dell'occasione, si farà raccontare dall'emulo la sua stessa vita.
Per il cinema realizza "Cagliostro" per la 20th Century Fox, "Povero Cristo" per la Nord Film e "Un Ombra nell'Ombra" per la RassyFilm, lavorando con Valentina Cortese, Irene Papas, Curd Jurgens, Rosanna Schiaffino, Anne Heywood e John Phillip Law. "Povero Cristo", interpretato da Mino Reitano, riscosse molto successo alla Biennale del Cinema, ma - a causa del tema difficile e dello "stile libero" del Pier Carpi regista e sceneggiatore - fu condannato ad una distribuzione infelice prima ed all'oblio poi.
Per il teatro scrive il dramma religioso "L'abbraccio" (premiato al Festival dei Due Mondi di Spoleto) e le commedie "Il Papa in vacanza" e "Mandrake a Dallas".
È facile comprendere, anche solo dai titoli delle sue opere, il suo profondo interesse nei confronti della spiritualità e dell'esoterismo. Pier Carpi aderisce alla Società Teosofica e, all’inizio degli anni '90, arriva a fondare un proprio Gruppo Teosofico, da lui stesso presieduto, che aveva sede a Reggio Emilia.
Fine del flashback.
- Lei è massone? - chiede Biagi.
- No. - risponde Carpi.
Ma certo conosce bene i massoni e la massoneria: ha scritto un libro sulle società segrete, è amico di Licio Gelli (una amicizia che non rinnegherà mai) e - purtroppo per lui - il suo nome compare sulla lista degli affiliati alla P2 in possesso della magistratura. Al termine delle indagini viene prosciolto da qualsiasi accusa, ma la sua firma da prestigiosa inizia ad essere considerata imbarazzante. E lui, da uomo libero e assai poco politically correct qual è, non fa nulla per invertire la rotta degli eventi. Nel 1994 dichiara addirittura di stare preparando la sceneggiatura di un film su Licio Gelli che dovrebbe essere diretto da Coppola e interpretato da Sean Connery, titolo provvisorio: "Il Venerabile". Pare quasi una guasconata e logicamente non se ne fa nulla, ma la sceneggiatura esiste davvero e Gelli stesso ne ha parlato di nuovo, poco tempo fa.
Sono sufficienti delle amicizie "imbarazzanti" ed un talento indomito e indomabile per finire condannati al limbo? Forse sì.
Pier Carpi non ha commesso alcun reato, non ha fatto nulla di male, ma un certo tipo di potere costituito non gli perdona le opere su Cristo e le amicizie massoniche, mentre un certo tipo di intellighenzia ce l'ha con lui fin dagli anni '70 per gli articoli in cui ha definito Evola come il massimo filosofo italiano contemporaneo.
Mi piacerebbe chiudere questo scritto dicendo che ormai i tempi sono maturi per una rivalutazione oggettiva e senza pregiudizi del suo lavoro, ma purtroppo non ne sono affatto convinto. Allora mi limito a immaginarlo seduto in poltrona, mentre discute dei segreti templari con Walt Disney, come racconta nel suo libro. E sorrido.
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