giovedì 11 giugno 2020

Cabala e Massoneria. La lettera Tet

di Luca Delli Santi



La Tet non compare nelle parole dei Comandamenti e non compone nessuno dei dieci nomi delle sephirot che formano l’Albero della Vita. Si tratta di una lettera che sprigiona un’energia molto intensa, una grande vitalità, è la vibrazione che pervade gli aspetti generativi della creazione.
La forma ricorda quella di un serpente che si sta per ripiegare in se stesso ma che è raffigurato mentre è ancora in posizione aperta, a differenza della Samek, dove, si rammenterà, era chiuso come l’Uroboro. Questa caratteristica la rende molto particolare, infatti è l’unica lettera dell’alfabeto ebraico con un’apertura rivolta verso l’alto.
Il serpente della Tet è quello in cui Mosè trasforma il suo bastone di comando, è questo episodio a mostrarci il legame fra questa lettera e l’energia vitale, attraverso la potenza della parola il patriarca risveglia la forza vitale del legno inerte e la domina per poi farla tornare dormiente. Il bastone domina acqua e fuoco le opposte energie vitali, la forza ed il giudizio, la clemenza e la grazia divina. La cabala è la proprietà di conoscere le “parole di potenza”, entrare in contatto con il Logos, riappropriarsi della Parola come strumento di interazione con le potenze creatrici. Il Massone dell’Arco Reale quando conquista la Parola entra in intimità con questi concetti, acquisisce la consapevolezza che attraverso il logos può colmare la distanza fra l’umano ed il divino, è nella Parola che è celata la strada per la riconquista del primigenio stato adamitico.
La Tet è progressione, cambiamento di stato, un Midrash narra che questa lettera si riferisca alla parola Tith, il fango che indica l’involucro protettivo che consente la muta il “cambiamento di pelle”, il fango ricorda anche l’elemento originario da cui è stato plasmato l’essere umano ed a cui secondo le scritture appartiene: “tutto è venuto alla polvere e tutto torna nella polvere” Qoelet ( Ecclesiaste ) 3:20.
E’ un monito che troviamo di frequente fra i simboli della cabala, è giusto godere dei doni della creazione in quanto sono frutto della volontà creatrice dell’Eterno, ma non dobbiamo lasciarci sedurre dalla materialità e precipitare nel trasporto dei sensi rimanendone prigionieri.
La ghematria della Tet è 9, il numero nove esprime un legame con le forze generatrici, sono nove i mesi di gestazione umana, come dall’embrione potenzialmente deriverà un individuo adulto così la Tet esprime tutte le potenzialità, tutto quello che esiste e che percepiamo nella sua forma completa, o in via di completamento, esiste precedentemente in potenza, il dispiegarsi del potenziale nel tempo e nello spazio è la vibrazione della Tet e del  numero nove.
La nona sephira dell’Albero della Vita è Yesod, è il livello in cui si sviluppa la consapevolezza legata all’On, tradizionalmente era considerata l’energia vitale presente nel seme maschile, ma le interpretazioni più evolute riconoscono in essa la forza legata all’energia creatrice dell’essere umano, l’energia sessuale, è il serpente con la testa rivolta verso l’alto che ci indica la forma della Tet. A nessuno sarà sfuggita la analogia con la Kundalini, è però opportuno ricordare che le analogie fra insegnamenti delle diverse tradizioni sono legittime, talvolta persino opportune, ma la cabala ha la sua peculiarità e analogo è ben diverso da uguale.
On in ebraico può anche significare pena, ed il pronome personale Ani, Io ha la medesima radice, la potenza sessuale può essere o strumento di elevazione del genere umano verso i più elevati stati dell’essere o farci precipitare nella prigione dell’Ego. Si noti che Ani è la permutazione di Ain il divino assoluto ed ineffabile.
La plenitudine della Tet vale 419 come Achdut, Unità, l’Unione, è la meta del divenire, la ricongiunzione dell’umano con il divino, il telos espresso dalle culture abramitiche, la finalità delle pratiche esoteriche nate nel grembo di queste tradizioni, discipline accumunate dalla profonda consapevolezza che non vi è una verità precostituita, un età dell’oro perduta da rimpiangere bensì un nuovo grado di conoscenza superiore da conquistare.
Un’ultima riflessione: il nove, Yesod e la Tet rappresentano il potenziale che deve svilupparsi, si tratta del medesimo concetto dell’iniziazione massonica, la trasmissione di un soffio sottile che crea un potenziale iniziato, un ricercatore della Verità, a lui il compito, insieme ai Fratelli delle Officine ed ai Compagni dei Capitoli, di rendere effettiva quella potenzialità.
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