È in uscita il nuovo lavoro di Mauro Cascio, “Dove Sei?” (Tipheret ed.). Mauro Cascio è filosofo rigoroso che non smette di porsi domande. La domanda in sé è la chiave dell’essere. La domanda che dà il titolo al nuovo volume è quella che Dio pone ad Adamo, “Ayeka?”. Dove siamo? Dove è, oggi, l’uomo? È un interrogativo che ci poniamo dal momento della nascita, e anche prima. È l’interrogativo ancestrale, l’archetipo del dubbio, la forma della conoscenza in sé. Nel libro affiora continuamente il centro della cultura giudaico-cristiana. Anzi, l’Antico Testamento e la cultura ebraica emergono come cardini teoretici della formazione di Cascio (ma sono i fondamentali della cultura occidentale tutta). Il testo, agile e potente, è composto da quattro capitoli. Quattro “quinte” dove si muove un dialogo tra un filosofo laico e hegeliano (come ama definirsi l’autore) e un religioso. In particolare un rabbino. Infatti “Dove Sei? Un disegno melodico attorno a un’assenza che pesa” ha al termine di ogni brano un “controcanto”. Le Note in Controcanto sono le riflessioni del rav Alexandre Meloni, rabbino capo della Comunità Ebraica di Trieste. È un duetto tra Hegel e l’Antico Testamento che inizia a Venezia. Il primo “dialogo”, la prima “quinta”, si intitola “Venezia, Il Ghetto Ebraico, L’Agnello”. È un testo di una intensità rara, che non cessa di attrarre e si apre in abissi intrisi di sapienza antica in cui il lettore sprofonda cercando se stesso e trovando l’umanità tutta. L’uomo e l‘universo. Il momento e l’eternità. Il dilatarsi di un istante che diventa vita e D-o. Il nome di D-o in ebraico -il Tetragramma- è il verbo essere coniugato con tutti i tempi: passato, presente e futuro di cui l’unica traduzione, anche se imperfetta, diventa Eterno (cit. pag 71). L’Ebraismo investe il tempo per dare all’uomo una dimensione fondamentale e segnare così l’unica vera libertà che può avere con il tempo: evadersi dall’istante presente e trovare in questo istante la dimensione dell’infinito (cit. Idem). E poi si prosegue tra citazioni di Nietzsche e De Gregori per arrivare al BéRéSHYT BaRa ELOKIM ET Ha-SHaMaYM Vé-ET Ha-‘ARetz , il versetto più famoso in assoluto della Torah (Genesi I, 1) “In principio, creò D-o il cielo e la terra”. È davvero difficile riuscire a resistere a questo testo, è impossibile non essere incantati da questa violenta conoscenza che ti inchioda nell’interrogativo eterno. Così che al termine del testo si torna indietro e lo si rilegge al contrario in alto a destra, come giusto che sia. E occorre avere rispetto, molta delicatezza, perché per conoscere bisogna prestare ascolto e attenzione. Lasciare tutto il resto, e riprendere a leggere, scoprendo ogni volta un senso in più dietro ogni parola. Una polivalenza semantica che si estende da un suono fino a un concetto. E ecco che capiamo che il posto dove siamo è il “tutto”. Eppure non bisogna mai smettere di porci la nostra domanda. “Dove Sei?”! La lettura di questo testo ci introduce nel mondo di Mauro Cascio, figura straordinaria della filosofia contemporanea. Autore di una ventina di testi e curatore della collana di Storia delle Religioni per Rubbettino. Pensatore non accademico e dotato di un’assoluta adesione nei confronti degli accadimenti dell’umano. Cascio scrive, pensa e vive con estrema passione… coinvolgendo chi ha la fortuna di incontrarlo nel suo mondo. Il mondo. La vita in sé.
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