di Antonino Zarcone
2 settembre 1921, Enna, muore Napoleone Colajanni. Nato a Castrogiovanni, 28 aprile 1847, dopo aver tentato di unirsi a Garibaldi a Palermo nel 1860, appena quindicenne partecipa alla spedizione per la liberazione di Roma che viene fermata in Aspromonte venendo catturato prigioniero. Liberato nel 1866 prende parte alla terza guerra d’indipendenza con i volontari garibaldini e l’anno successivo è con Garibaldi a Mentana. Repubblicano, nell’aprire 1869 viene arrestato per la partecipazione ad una cospirazione politica. Viene liberato in settembre a seguito di una amnistia concessa per la nascita del principe Vittorio Emanuele. Laureato in Medicina si dedica allo studio della sociologia e continua l’attività politica, iniziata nel 1872 con l’elezione a consigliere comunale a Castrogiovanni e proseguita nel 1882 come consigliere provinciale. Nel 1890 viene eletto deputato. Professore di Statistica all’università di Palermo nel 1892. Leader dei repubblicani in Parlamento, è promotore di iniziative parlamentari come l’inchiesta sull’Eritrea (1891) e la denuncia dello scandalo della Banca Romana (1892). Esponente dei Fasci siciliani, nel 1894 rompe con Francesco Crispi, con cui condivide l’appartenenza alla Massoneria, per lo stato d’assedio in Sicilia. Interventista, negli ultimi anni di vita assume un atteggiamento critico per le simpatie bolsceviche di parte del PSI..