Sergio Romano
«In Europa e in America la massoneria fu nel Settecento e in buona parte dell’Ottocento, una costola dell’illuminismo, un’associazione animata da una forte fede nei diritti del cittadino e nel progresso dell’umanità. Non è sorprendente quindi riscontrare una sua forte presenza nei movimenti nazionali e liberali dell’epoca. Ma fra la massoneria dei Paesi anglosassoni e quella dei Paesi mediterranei esiste da sempre una fondamentale differenza. Mentre la prima poté spesso contare sulla simpatia delle Chiese protestanti, la seconda dovette scontrarsi con l’ostilità della Chiesa cattolica per almeno due ragioni. In primo luogo anche la massoneria, per certi aspetti, era una religione ricca di omaggi all’Architetto dell’Universo e di complicate liturgie che mettevano in discussione le verità rivelate della Chiesa romana e la sua egemonia sulla società dei Paesi in cui il cattolicesimo era la confessione dominante. In secondo luogo i suoi programmi politici minacciavano l’esistenza dei troni che avevano stretto con l’altare un patto di mutua convenienza e rappresentavano una sfida all’Europa della restaurazione, creata a Vienna dopo la fine delle guerre napoleoniche».
Così Sergio Romano sul Corriere della Sera il 25 maggio 2010. In un’altra occasione, rispondendo al prof. Nunzio Dell’Erba dell’Università di Torino Sergio Romano aveva anche ricordato la natura ‘repubblicana’ della Massoneria, la difesa di Antonio Gramsci contro la legge fascista che ne impose lo scioglimento e la tesi di Benedetto Croce, recentemente riproposta da Tipheret.
In libreria la polemica di Benedetto Croce sulla Massoneria