Dio determina se stesso ed il generato, quel che è determinato da lui in se stesso e che appartiene a lui. L'altro, che Dio distingue da sé, è un aspetto di se stesso. È necessario pensare Dio in modo concreto. Dunque, da un lato, l'idea di Dio è limitata a Dio stesso. Dapprima Dio è l'uno, il quale è però indeterminato, mentre Dio è concreto, vivente, Dio distingue in sé stesso, si determina: nel λόγος, nel figlio primogenito. Pertanto si può affermare che si Dio fosse solo l'ὄν, non potrebbe venir conosciuto; che esiste si potrebbe solo vedere, constatare. Questo è assolutamente gusto. Il conoscere concerne il sapere circa Dio che determina se medesimo, Dio che si determina entro se stesso, Dio come Dio vivente».
Innanzi tutto c'è la luce originaria, l'essenza, la sostanza che riempie ed abbraccia tutto. Una luce piena di sé, αὐτὸς ἐαυτοῦ (πλήρωμα), mentre il resto è bisognoso e vuoto. «La sostanza riempie ed abbraccia tutto ciò che è vuoto, tutto ciò che è negativo: è uno e tutto. L'uno è l'astratto, il tutto è pienezza assoluta. Ma la pienezza è essa stessa ancora astratta, non è ancora concreta. Il concreto è il λόγος. Dio vive solo nell'eone, nell'archetipo, nel concetto puro del tempo. L'intelletto, il λόγος, è ciò che è capace di determinare, ciò che contiene l'essere determinato: il regno del pensiero, l'angelo della luce; è l'uomo delle origini, l'uomo celeste, l'uomo in Dio, il lógos, se con questo termine si rappresenta l'attività dello spirito; è il sorgere del sole. Il λόγος, si scinde nelle idee, che da Filone sono chiamate anche 'angeli'. L'uomo originario, il lógos primigenio, è il mondo del pensiero in quiete. Da esso si differenzia il λόγος προφοριχός, il lógos prοduttivo, attivo, che esprime l'efficienza, la creazione del mondo: come nella conservazione del mondo esso è lógos che permane. Rispetto alla coscienza di sé, esso è maestro di saggezza, è il sommo sacerdote, è lo spirito della divinità che insegna agli uomini il ritorno cosciente dello spirito all'interno di se stesso.
(Hegel, Lezioni sulla storia della filosofia, Laterza, Roma-Bari 2009, p.372)