Gianni de Michelis
«Chi come me ha per principio irrinunciabile – etico oltreché politico - il rispetto senza condizioni dell' 'altro' e crede fermamente e indiscutibilmente nella necessità che questa differenza vada non solo rispettata ma aiutata ad esprimersi, non può che rinnovare anche in questa circostanza [...] l'auspicio – che è esigenza civile e morale a un tempo - che tale orientamento faccia sempre più proseliti nell'opinione pubblica. Questo obiettivo, credo rappresenti un punto fermo non solo per la salvaguardia, legittima e indiscutibile, dei valori e delle regole su cui la Massoneria fonda la propria esistenza, ma, più in generale, per la difesa di un mondo in cui la libertà, la scelta di un'idea e di un cammino di vita siano fruibili senza limiti e condizionamenti di alcun genere. Un mondo in cui, in definitiva, il pregiudizio non torni a far sentire, come spesso è accaduto, il suo peso opprimente, per le coscienze dei singoli e per il destino dei popoli; e non svolga più, come esperienze anche recenti dimostrano, una funzione corrosiva e destabilizzante, contraria ad un cammino di pace, solidarietà e uguaglianza verso cui tutti dobbiamo tendere i nostri sforzi e le nostre intelligenze».
(tratto dalla nota introduttiva a Mauro Cascio, Storia (Apologetica) della Massoneria, 2005)