Tiziano Busca con Giovanni Vinci al Museo della Gran Loggia Nazionale di Francia
«È buffo vedere i protagonisti di ieri che oggi non riescono a fare le comparse e allora vogliono far saltare la commedia. È ancora più incredibile vedere come spesso di programmi nemmeno più si parli. Si recita a soggetto, della drammaturgia si fa a meno. Ma non deve essere così, siamo tutti attori in questo momento storico, c'è chi è stato scelto per recitare le parti più in vista e c'è il magazziniere. Dobbiamo lavorare tutti perché lo spettacolo riesca. Ma una cosa deve essere chiara. Ci sono valori, ci sono diritti, che non sono negoziabili. Sono le libertà fondamentali che ancora oggi vengono calpestate. L'idea che si possa riunire con chi si vuole, perché si persegue un obiettivo comune, che si possa amare chi si vuole senza dar di conto, che si possa cioè disporre della propria vita privata, cioè quello che facciamo indipendentemente dalla finzione scenica in cui ci 'rappresentiamo'. Perché il sipario, a una certa ora, viene giù. E ognuno di noi torna a quegli spazi di vita in cui nessuno può mettere becco.
'Resipiscenza' è un termine che imbarazza perché bisogna andarne a cercare il significato nel vocabolario. Eppure è una parola efficace che esprime quello che tutte le persone di buon senso si augurano. Vuol dire imparare dai propri errori, è il contegno del colpevole che affronta ed emenda gli sbagli che ha fatto. Noi vorremmo che gli antagonisti della democrazia si fermassero a riflettere e immaginassero, con noi, una grande società, dove ognuno è finalmente libero di esprimersi senza danneggiare o infamare l'altro. Con una consapevolezza così non avremo bisogno né di vocabolario né di teatri».
Sono parole di Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale - Rito di York.