di Antonio Biviano
Impugnata da Re ed Eroi, la Spada rappresenta ancora oggi un oggetto sacro. Proprio di quegli uomini depositari delle più antiche tradizioni, uomini appartenenti a Ordini con carattere iniziatico. Essa esercita l’autorità di una legge superiore, giusta, inflessibile, capace di ripristinare il giusto rapporto tra il bene ed il male.
Per circa duemila anni la spada la si trova al fianco di Cavalieri e Re, considerata il loro più nobile prolungamento, la parte più nobile della loro anima, tanto da meritarsi sempre il nome di una Dama: Brunilde, Excalibur, Brimir, Durlindana..
Attorno ad essa, in passato si sono sviluppati miti valori spirituali, che hanno costituito le basi di vere e proprie filosofie dell’essere, quali ad esempio: il Codice Cavalleresco in occidente, ed il Bushidò in oriente. Filosofie, entrambe legate all’onore di chi la teneva al suo fianco, ed alla purezza di animo che la brandiva, divenendo così un simbolo di casta, che contraddistingueva gli iniziati guerrieri da gli altri combattenti, elevandoli a vera e propria Casta Reale.
Nella simbologia Templare, la Spada è impugnata da colui che combatte innanzitutto una guerra interiore, per il dominio su se stesso e per il raggiungimento di sempre più elevate conquiste spirituali, o livelli superiori di coscienza.
Tutti sappiamo che, nella tradizione Druidica prima, ed in quella Templare dopo, la doppia valenza della spada a doppio filo, ha rappresentato l’agire benefico e l’agire malefico del cavaliere. I due possibili modi di agire, così, in un corpo unico, rappresentando cosi perfettamente la natura dell’Uomo, Guerriero e Sacerdote allo stesso tempo.
Ed ecco perché, San Bernardo nel suo “de laude milites templi”, parlando dei cavalieri templari, spiega della “nuova militia, mai conosciuta prima di ora, che combatte senza tregua nello stesso tempo una duplice battaglia, contro i nemici in carne e sangue, e contro le potenze spirituali del male nello spirito religioso”. Da questo si evince come il dominio del Cavaliere sulla propria Spada, lo porti al controllo sia sulle sue pulsioni che sul nemico, in carne e ossa, alla conquista di un equilibrio fatto di consapevolezza e pace interiore, in armonia con se stesso e con la materia che lo circonda.
Essi, i Cavalieri, dovevano vincere dapprima la piccola battaglia, contro se stessi, per poi affrontare la grande battaglia, contro il nemico.
Così come in Occidente, anche in Oriente ritroviamo la Katana, la Spada del Samurai. Essa parimenti alla simbologia Occidentale, rappresenta l’anima del Samurai stesso. – detta anche Kami, cioè Dio, la portavano al loro fianco i Guerrieri Samurai, al tempo degli Shogun, i Signori Feudali dell’antico Giappone.
Il costruttore della Katana era sempre un Maestro fabbro, di nobile origine, obbligato a condurre un’esistenza dignitosa, quasi religiosa, astenendosi da qualunque eccesso, egli conduceva una vita più che retta, al fine di poter trasmettere le sue stesse doti alle lame che egli forgiava. La Katana, così, diventava simbolo di una Casta Guerriera. Il Samurai però indossava due spade, di diversa forgia e lunghezza: una più lunga detta Dai, ed una corta detta Sho. La Katana e la Wakizaki, esse rappresentavano rispettivamente, la forza sacra del potere del bene sul male, la prima, ed il suo stesso onore la seconda , la piccola, con la quale il Samurai si dava la morte in caso non fosse riuscito nel suo compito di buon cavaliere o avesse disubbidito o deluso il suo Shogun. Si fa a questo proposito notare che il gesto che eseguiva il Samurai al momento di darsi la morte, equivale al segno dato dal maestro massone in segno di lealtà verso i fratelli maestri in loggia: gesto che prevede che la mano dx tagli il ventre orizzontalmente da sn a dx. La presenza della spada corta al suo fianco, voleva anche rappresentare la caducità della vita del cavaliere, il quale si rappresentava come un fiore di ciliegio, Hanami, il quale può essere spogliato dal ramo ad un semplice alito di vento, così la vita del Samurai poteva essere spezzata in un solo attimo dalla mano del nemico.
Tornando alla tradizione epica cavalleresca, è previsto che l’Eroe superi sempre una serie di prove, vinca dei duelli, superi le tentazioni della vita, uccida un mostro, ripudi i suoi beni, perda i suoi affetti, subisca delle sconfitte, tutto al fine di poter raggiungere il vero scopo: la trasmutazione che lo porterà dall’Io al Sé. – Traguardo che lo elevi, portandolo più vicino a Dio.
Egli, quindi, divenendo Cavaliere, scopre la sua spada interiore, fatta di equilibrio, tenacia, consapevolezza integrità ed onore.
Per noi Massoni, oggi, la Spada rappresenta uno strumento spirituale per difendersi dalle proprie paure, dalle proprie debolezze, dalle proprie tentazioni, dalle cadute dello spirito.
Pertanto la spada nei nostri rituali si carica di energia propria, di un’anima, di un potere superiore. Essa ha quindi il compito di difenderci dai demoni del nostro inconscio, dalle forze oscure negative che abitano dentro di noi, subito al di là della luce della buona coscienza.
Alla Spada Fiammeggiante, si attribuiscono doti di accumulatore di energia, cosmiche, positive, catalizzatore dell’eggregore dell’intera officina. Trasmettitore del fuoco iniziatico, essa porta la luce ed il calore della speranza, là dove regnano il buio e le tenebre. Usata contro i demoni dello spirito, la sua lama è lucente come la luce che discende dall’Essere Supremo.
Compito del M.V. è di tenerla ben lucida, esattamente per come deve sempre essere la sua stessa anima. Posta sulla cattedra difende tutti i FF dal vizio, dalla viltà e dal male. È usata nelle iniziazioni, dove col suo fiammeggiare brucia l’uomo vecchio in un rogo simbolico, per ri-crearne uno nuovo, iniziato, in un gesto di tale amore da essere poter essere assimilato al gesto compiuto da Dio al momento della Creazione.
Nella Sacra Bibbia, la Spada Fiammeggiante è il simbolo del verbo, del pensiero Attivo, Creatore.
Concludo col credere che la Spada del Cavaliere è il Cavaliere stesso.
Essa infatti rappresenta contemporaneamente la sua parte nobile, l’anima pura, ed il corpo stesso del Cavaliere. Il suo Io nell’allegoria tra corpo e anima. Ed ecco come l’Uomo per essere un buon guerriero deve saper conoscere e brandire la spada materiale, la deve saper affilare, la deve saper gestire senza mai ferirsi. Ma solo dopo una iniziazione superiore, egli, armato della Spada Spirituale potrà elevarsi e definirsi Guerriero Sacro, un Cavaliere Sacro.
La Spada è dunque un simbolo di Iniziazione Superiore, la via del sangue, la fusione tra azione e meditazione, come unione tra conoscenza e coscienza, brandita da un braccio pregno di energie superiori, elevate, spirituali. Così egli potrà opporsi alle forze inferiori, materiali.
Per noi iniziati, la spada è e deve essere essenzialmente uno strumento spirituale, che ci difende innanzitutto dalle proprie debolezze, dalle proprie frustrazioni, dalle tentazioni del mondo profano, dalle cadute di spirito. La Spada è il Simbolo della Volontà Divina e l’Uomo che la riceve espleta un’azione sacra che va al di là del tempo e dello spazio.