Re Salomone, con il Profeta Natan e il Gran Sacerdote Zadok
In questi giorni, nei Capitoli del Rito di York, si stanno insediando i nuovi eletti. La Comunità di Israele, cioè la sposa terrestre della divinità, era governata da tre ‘pilastri’. Il Re (maleck), il Gran Sacerdote (cohen ha-gadol) e il Profeta (navì). Sono le uniche persone che venivano ‘unte’. L’unzione, a partire da Esodo (40,1-33), trasforma una cosa profana in una sacra, vale per gli oggetti, ma vale anche e soprattutto per gli uomini. È il momento, per un uomo, di massima trasformazione della sua interiorità. Unto, in ebraico, si dice ‘Messiach’ (e in greco ‘cristos’).
In ebraico una cifra indica anche un numero, non eccendoci i numeri arabi: accade così che ogni parola possa essere un valore numerico e possa essere espressa da un numero, ottenuto sommando i valori dei singoli caratteri. Così Re vale 90, Profeta vale 63 e Gran Sacerdote dà 75. La loro unione dà 228 come il valore numerico della parola ‘etz chaim’ che vuol dire ‘Albero della Vita’.
Anche l’albero della Vita ha tre colonne, basta vederne una qualsiasi rappresentazione. Quella centrale (Kether/Malkuth) è detta ‘Regale’ (Malkuth, la sephirah più bassa è il Regno, Kether è la corona). La colonna di destra è assimilabile all’intuizione e alla sacralità del Gran Sacerdote, quella sinistra può rinviare analogicamente al dottore della legge.
Queste tre figure, questi tre ‘messiach’ li troviamo anche nel Capitolo: c’è un Re (che più propriamente è un ‘Reggente’, visto che era a capo di una comunità senza terra, cioè Zorobabele), un Gran Sacerdote (Giosuè), e un Profeta (Aggeo, il decimo dei profeti minori i cui oracoli sono raccolti nell’omonimo libro della Bibbia). Bisogna anche considerare che, nel Gran Sacerdozio del Rito di York, il corpo appendant che da qualche mese ha ripreso a funzionare, l’apice dell’iniziazione viene toccato proprio con l’unzione, riservata agli ex GS.
Per queste considerazioni sarebbe opportuno che la comunità York fosse governata da tre figure. Il GS a capo del capitolo, il Profeta sarebbe opportuno fosse l’Illustre Maestro della Criptica, perché un grande che allude alla interiorità, mentre la carica del Reggente dovrebbe essere rivestita dal Commendatore della Commenda, facendo riferimenti alle esteriorità del regno e del dominio (spirituale).
(emmecì)