«Da bambino un po' mi dispiaceva non essere Dio e non sapevo, sciocchino che non ero altro, di struggermi per niente, perché già a dieci anni se fossi stato Dio non avrei cambiato una virgola in niente e in nessuno, non sarei stato tanto egoista da togliere agli esseri umani la soddisfazione di farcela, di non farcela e di ritentare da soli attimo dopo attimo e millennio dopo millennio, quindi, non fosse stato che per la debolezza di dare una mano qui e là e anche di prendermela, Dio lo ero già: indifferente, impassibile, neutro per la troppa compassione e inesistente per infinita generosità verso gli esistenti tutti, e così buono da aver convogliato esclusivamente su di sé e in sé tutto l'odio, proprio e altrui, che si prova a non poter amare qualcuno in particolare o, massimamente, non poter dargliene alcun segno amandolo. Perché Dio, oltre a non poter amare alcun essere umano, non ha nemmeno un Dio da inventarsi e da amare e da inventarsi di amare perché Dio è già Lui. Oggi credo proprio che al Suo posto mi sarebbe dispiaciuto un bel po' non essere me bambino. [...] Oltre a essere Dio, poi, quanto a farcela, non farcela, risollevarmi e ritentare da solo, ero anche IO, ero anche AB, l'inizio stesso di ogni alfabeto, di ogni lingua morta e di ogni lingua che nasce, e tutto moriva e rinasceva con me e attraverso di me, io universale collettore di ogni singolo io passato e presente, autobiografo dell'umanità».
Le principali notizie della massoneria Italiana ed estera. Il simbolismo, la filosofia, gli Studi Tradizionali
mercoledì 30 settembre 2015
Il Dio di Aldo Busi
«Da bambino un po' mi dispiaceva non essere Dio e non sapevo, sciocchino che non ero altro, di struggermi per niente, perché già a dieci anni se fossi stato Dio non avrei cambiato una virgola in niente e in nessuno, non sarei stato tanto egoista da togliere agli esseri umani la soddisfazione di farcela, di non farcela e di ritentare da soli attimo dopo attimo e millennio dopo millennio, quindi, non fosse stato che per la debolezza di dare una mano qui e là e anche di prendermela, Dio lo ero già: indifferente, impassibile, neutro per la troppa compassione e inesistente per infinita generosità verso gli esistenti tutti, e così buono da aver convogliato esclusivamente su di sé e in sé tutto l'odio, proprio e altrui, che si prova a non poter amare qualcuno in particolare o, massimamente, non poter dargliene alcun segno amandolo. Perché Dio, oltre a non poter amare alcun essere umano, non ha nemmeno un Dio da inventarsi e da amare e da inventarsi di amare perché Dio è già Lui. Oggi credo proprio che al Suo posto mi sarebbe dispiaciuto un bel po' non essere me bambino. [...] Oltre a essere Dio, poi, quanto a farcela, non farcela, risollevarmi e ritentare da solo, ero anche IO, ero anche AB, l'inizio stesso di ogni alfabeto, di ogni lingua morta e di ogni lingua che nasce, e tutto moriva e rinasceva con me e attraverso di me, io universale collettore di ogni singolo io passato e presente, autobiografo dell'umanità».