sabato 29 agosto 2015

Armonia ribelle e consapevolezza iniziatica. L'editoriale del Sommo Sacerdote del Rito di York Tiziano Busca



È difficile, da sempre, essere massoni, oggi è ancor più complesso. La massoneria nel suo percorso iniziatico attraverso lo studio e ricerca di valori simbolici e culturali tende a trasformare la visione materiale del singolo in una visione spirituale capace di interpretare la società nella vivida luce della tolleranza libertà. Se ci trovassimo di fronte ad una società a “lenta trasformazione” avremmo più possibilità di un lavoro profondo e consapevole da condurre con passo lento e misurato, senza affanno, in un rapporto  spazio-tempo – trasformazione più consono alle leggi naturali.
Ma oggi non è così. Come Massoni siamo attenti osservatori per comprendere che la “rapida evoluzione sociale” fa derivare la certezza di ieri nell’esatto opposto di oggi, ciò che ieri era costruzione oggi diviene demolizione e sconcerto. Sono fenomeni che coinvolgono  l’intero assetto delle relazioni sociali, politiche, economiche in un contesto globale. Ciò avviene nel campo della ricerca, nei sistemi e modelli organizzativi, nella comunicazione, nella relazione tra gli uomini... il continuo e turbinoso cambio di direzione è talmente repentino che, a volte, oltre a non riuscire a coglierlo, lo subiamo inconsapevolmente.

In un tempo non lontano si avevano punti di riferimento che erano rappresentati dalla politica, dalle istituzioni, dai movimenti di classi sociali, da nuove forme di comunicazione, da innovazioni economiche che cambiavano la struttura delle aziende, delle fabbriche, lo stile di vita delle popolazioni. Oggi quel mondo è lontano  e sopravvive in modo marginale nel contesto globale. Appartiene infatti  “alla globalità del sistema” la variabilità che si determina nelle strutture sociali nazionali. Un tempo la contaminazione, che si generava attraverso trasformazioni che avvenivano in un Paese, tardava a produrre effetti nella comunità degli altri Stati. 
Oggi non più. È difficile trovare ed identificare l’attore del cambiamento, la ricerca  diviene sempre più complessa perché il cambiamento è figlio di una “nuova identità”, lontana dai valori di uguaglianza-libertà-fraternità,  essendo racchiusa sotto il nome di finanza, di mercato. E la finanza ed i mercati, sono le società, sono le monete, sono le concessioni energetiche, sono i gruppi bancari, sono le tecnologie disponibili,  sono i nuovi soggetti dei “senza volto” che, governando, lontano dalla democrazia e dalla rappresentanza che essa esprime, decidono ben oltre il valore dell’Uomo.
Alla logica della finanza vengono sacrificate anche le Sovranità Nazionali che, dopo essere state oggetto di politiche di sfruttamento, divengono sudditi di un potere invisibile, che si cela dietro una sigla, che di volta in volta appartiene al fondo monetario,  al fondo di sviluppo, al fondo di solidarietà ecc. ecc, avendo però come denominatore comune il governo delle risorse, la politica dei profitti, attraverso  una distorsione della lettura dei bisogni dell’Uomo finalizzata all’esclusivo interesse finanziario.
La società del Cittadino dei Diritti, della Responsabilità Etica, dell’Uomo che Sogna gli spazi di libertà e felicità; la società della Cultura diffusa, come motore evolutivo e trainante alla formazione di nuovi modelli e soggetti capaci di liberare l’Uomo dal bisogno, sembra essersi persa nelle stanze del “conio monetario” di qualche Banca o Mercato, la Luce dell’anima dell’Uomo sostituita dalla brillantezza della moneta e dei profitti. L’Europa dei Popoli, il Mondo delle genti, è divenuto il terreno dello scambio monetario e produttivo farcito da velenose intolleranze anche religiose. Sembra che tutto si stia omologando in uno schema unico in cui materialità e mercato divengono sinonimi di progetto e sviluppo.

Ma la superficie non è il tutto, certamente non è l’essenza sostanziale di quel mondo minoritario che, diversamente, si organizza e risponde in altro modo ai modelli sociali  che vengono imposti.  Occorre da massoni offrire un futuro spendibile alla umanità e alle nuove generazioni.  L’essenza è nell’Uomo che diversamente risponde per sopravvivere. 

Il nostro è il Paese della “rivoluzione mancata”. Anche volendo guardare la storia con occhio non partigiano lo stesso Risorgimento non è “una rivoluzione di popolo” in cui le coscienze sono coese per realizzare un diverso modello. Diciamo che forse il risorgimento è stato, nella sua guida ispiratrice, una “rivoluzione borghese” che ha attratto coscienze popolari che, più di un sogno identitario di un popolo, ha avuto come alleati uomini sfruttati che cercavano dignità e sopravvivenza. È anche vero che il periodo risorgimentale è stato un periodo fecondo per la formazione di nuove culture ed idealità. Il pensiero massonico ed i valori da esso espressi  sono stati indubbiamente, nel mondo borghese del tempo,  lievito e pane per molti. La massoneria in quel momento, pur avendo avuto  grandi esempi e uomini, non è riuscita a “coinvolgere diffusamente le coscienze e rendere popolare il suo messaggio”.  Sicuramente anche questa è una delle ragioni per cui la massoneria “nella sua accezione organizzativa- istituzionale” assunse quella identità elitaria e riservata consapevole che la reazione del potere politico-religioso avrebbe, con forza, osteggiato le idee ed i valori che esprimeva. I caratteri di allora, sotto altri aspetti, ci appartengono ancora. Forse, oggi, se la storia si fosse svolta diversamente, si sarebbe potuto registrare un altro Paese, un altro modello di Stato, un diverso pensiero sulla “cosa comune” probabilmente più trasparente, più moderno, meno consociativo, più consapevole sui valori di libertà sui diritti, aperto al nuovo attraverso la cultura del merito e dei bisogni. Sicuramente più laico.

In questa “rivoluzione mancata” si sono create forme ibride di relazione tra il mondo iniziatico ed il mondo profano, con sconfinamenti reciproci, talvolta di comodo, lasciando alle individualità dei singoli l’espressione dei valori universali ma senza trovare quella forza della “comunione” aperta e dialogante come insieme partecipato. Sociologi, economisti, uomini di cultura e filosofi per rappresentare lo stato della attuale società  hanno scomodato anche molte espressioni fantastiche. Ritengo che la miglior descrizione stia nel mezzo della forbice, che si può immaginare, da un lato citando Vattimo,  dall’altro lato citando  Bauman. Nell’uno  “ora che Dio è morto, vogliamo che vivano molti dèi” quale modello sociale di un pensiero “debole”, nell’altro “la paura avvelena la società liquida” in cui si declina l’immagine di una società che assiste al declino, alla scomparsa delle organizzazioni sociali e politiche, con la ricchezza solo per pochi  in un mondo contemporaneo che ha perso le sue certezze.

In questo tempo di “Uomo senza radici” è indubbio che dobbiamo ricercare, anche nella mutazione dei valori antropologici, la minor incidenza esercitata dalle società iniziatiche sul dibattito culturale per potercene riappropriare. Nel secolo scorso la massoneria era una voce rilevante nel dibattito politico e sociale sui temi dell’UOMO, oggi invece pur attenta alla complessità dei temi, non trova  quello spazio culturale di attenzione tale da essere considerata valore aggiunto al dibattito sulle grandi questioni dei diritti, della scuola, della libertà di ricerca, della libertà religiosa della laicità. La questione non è certamente liquidabile con il parallelismo:  anche le società iniziatiche rispecchiano la società e, quindi anche esse sono (parzialmente) lo specchio della crisi. È forse giunto il tempo di consolidare delle scelte che rafforzino il percorso della Maestria con una attenzione forte ed una voce chiara su temi ed aspetti di natura sociale ed economica in cui emerga la posizione di una identità valoriale capace di produrre indicazioni all’operato delle Istituzioni.

Nella strada iniziatica occorre una lente più grande per capire e vedere meglio. In essa intervengono elementi e codici che non sono formule,  la trasversalità della ricchezza culturale è fattore di stimoli e determina variabili importanti.  In questa via la “parola”, la semantica, cambia il risultato. Anche il codice ed il valore dei linguaggi usati dalle “comunioni massoniche”, riconoscendo alle stesse un valore pedagogico sui valori ed il viaggio dell’Uomo,  assume centralità. La mutazione del linguaggio è anche esso un incipit di riflessione di trasformazione ed omologazione delle “comunioni massoniche”. Nella Massoneria, è sempre più frequente l’uso di espressioni profane che falsano la sostanza ed il significato  della descrizione della via iniziatica, queste espressioni divengono di uso comune quasi fosse una moda, forse perché sono espressioni sicuramente più accattivanti.

Sono preferiti i fatti e le cose a bassa voce o anche “meglio non dire”, temendo quasi di fare chiasso ed evitando di entrare in argomenti e temi che avrebbero il ben diritto di avere la voce alta, chiara e ribelle.Da iniziati non possiamo essere conformisti, abbiamo valori ben più alti ed universali da difendere.

In massoneria l’espressione Armonia che è un valore finale –non solo personale- di  un percorso turbolento, complesso ed elaborato, assume  la rappresentazione di un “bon ton”, uno stile ad evitare turbamento nella espressione di pensieri diversi da una verità evidente. Per cui un valore semantico a volte mal compreso svilisce un percorso iniziatico. Nel percorso iniziatico l’Armonia il completamento della sapienziale dei Maestri che hanno lavorato sulla pietra e raccolto le diversità e le buone ragioni per garantire all’Uomo la libertà, la fraternità e l’uguaglianza. L’Armonia va quindi, dal punto di vista iniziatico,  diversamente intesa rispetto al mondo profano che riassume, invece,  altri valori altri modelli altri archetipi. L’Armonia è elevarsi all’Alto coniugando le diversità e le differenze. È come un balletto classico. Non devi andare a destra o sinistra ma elevarti dal pesante al sottile. È l’elemento che sa trasmutare il pesante in sottile, che divide e riunisce perché tutto è Uno. Non esistono gli opposti nella via iniziatica perché tutto è Uno. Noi, profanamente, dividiamo per capire ma poi non riusciamo a riunire. Il compito di un Maestro dell’Arco Reale è quello di ottenere e mantenere l’Unità attraverso la Forza. La Forza, questa rappresentazione continua, ha una formula compositiva che per essere compresa trova nel  Vitriol  la chiave: rectificando. Il rectificando è il nostro “balletto classico” per salire in punta di piedi verso l’Alto dell’Armonia di Massoni dell’Arco Reale. È l’Armonia il “codice ribelle” dei Maestri dell’Arco Reale, è il codice “dell’orgoglio della conoscenza”, è il codice del grembiule che viene lasciato a terra, di fronte all’Ara, quando si viene elevati a Eccellentissimi Maestri. Per questo diviene più semplice a noi comprendere il “Maestro” dai “maestri”!  Per questo distinguiamo “Armonia” da “armonia”! Ma un Nathan come lo definiamo un pacifico armonioso o un ribelle consapevole? Garibaldi è un guerrafondaio o un eroe della libertà dei popoli? Dobbiamo essere attenti a non prendere da iniziati, come valore, un codice linguistico che, confusamente, viene preso acriticamente come patrimonio sbagliato di una storia che è ben lontana dalla Comunione.

Attraverso l’Armonia dobbiamo insegnare il coraggio della Verità e per questo non possiamo da Maestri dell’Arco Reale fermarci ai confini della Terra. Dobbiamo conoscere il valore forte ed il significato della ricerca ed in essa dobbiamo includere anche ciò che può sembrarci il dubbio “continuo” perché attraverso esso dobbiamo trovare l’elemento di trasformazione.  Cos’è la pietra filosofale? È l’elemento che serve per fare l’oro, per trasmutare il piombo in oro.  Cosa significa elemento? L’elemento è la Forza. Nei tarocchi la forza è rappresentata da una donna che apre la bocca del Leone, questo significa che la Forza è la negazione della Forza per cui è la “Dolcezza” che è capace di dominare il Leone. La donna con la sua dolcezza esprime la Forza e quindi doma la forza dell’Uomo profano. Nella Loggia di Kirkwall 38, nelle Orcadi, la loggia di William Sinclair in Scozia, un grembiule di Eccellentissimo Maestro dell’Arco Reale  rappresenta questa sintesi della Forza  con una immagine (impensabile nella logica maschile della massoneria): la Maddalena insieme all’Arca, alle chiavi, all’ Agnus Dei; La Forza (la Maddalena) che porta in sé la Conoscenza (l’Arca) che viene aperta e protetta (Chiavi) dalla Maestria (Squadra e compasso disposti). La Forza quale Armonia, Il Viaggio quale strumento di percorso iniziatico alla ricerca dei valori e dei simboli. 
In quel Viaggio il Maestro dell’Arco Reale non può essere confuso e l’Armonia che trasmette è tale solo se lascia il seme della diversità tra i fratelli perché essi crescano viaggiando con la idea del ribelle che deve costruire una nuova identità sociale per l’Uomo che cerca per l’Uomo che Sogna... altrimenti cediamo al conformismo, al nero dell’Ego, alla superficiale attenzione del turista dentro una chiesa o in una trattoria.