venerdì 3 luglio 2015

L'Abbazia di Hautecombe. Il luogo di sepoltura dei Savoia

di Valentina Marelli



La dinastia dei Savoia è una delle dinastie reali più antiche d’Europa, attestata sin dalla fine del X secolo nel territorio del Regno di Borgogna, la chiesa di Hautecombe evoca, attraverso la sua architettura così particolare, i grandi ricorsi storici di questa illustre casata. Ci ricorda l’ascensione dell’antico casato alpino dei conti di Maurienne che divennero conti, poi duchi di Savoia e infine re di Sardegna, Piemonte e Savoia, con Hautecombe, si univa alla Francia, la dinastia andava verso il suo nuovo destino: la costruzione del regno d’Italia. 
Per le anime dei principi inumati qui, resta la preghiera di cui hanno desiderato che le loro tombe fossero circondate, e la misericordia di Dio.

Il sito che viene chiamato attualmente Hautecombe fu ben presto frequentato dagli uomini. Si sono infatti scoperti, nelle immediate vicinanze dell’Abbazia, alcuni elementi di abitazioni preistoriche che erano costruite sulle rive del lago.  Nel corso della storia di questa regione, un'espressione spirituale vi si è sviluppata, congiuntamente alle ordinarie attività umane segno che il luogo era considerato sacro già in tempi antichi. 
Fu nel 1137 che la vita monastica mise radici nel sito. Venendo ad occupare questo territorio essa vi apporterà il nome che lo designerà per sempre: 'Hautcombe' ovvero Altacomba. A voler essere proprio precisi, il termine designava il vallone in cima al quale i monaci si erano istallati in un primo momento e che si trovava dall’altra parte del lago. Questi monaci venuti da Cessen erano dei cistercensi che avevano accettato la riforma della vita benedettina proposta da san Bernardo e restarono in questo luogo sacro per più di sei secoli. 

Fu più o meno all’epoca della costrizione della Grange Bateliere, cioè nel XII secolo, che i primi membri della famiglia Savoia furono inumati a Hautcombe. Essi introdussero in questo modo un costume che attribuiva all’Abbazia un carattere che l’accostava alla chiesa di Brou a celebri necropoli dei principi della storia europea.

I nove secoli di esistenza dell’Abbazia sono secoli ricchi di grandi avvenimenti e sono stati testimoni dell’ascesa e del declino di Hautcombe fino al 1792 in cui l’Abbazia fu dichiarata bene nazionale e saccheggiata a più riprese; le tombe furono violate per cercare oggetti preziosi, le statue di bronzo e le campane furono trasformate in cannoni, poi come se non bastasse l’Abbazia fu venduta per essere, nel 1799, convertita in fabbrica di maioliche. Questa fabbrica, che degradò notevolmente l’Abbazia, chiuse definitivamente le sue porte nel 1807 e l’Abbazia rimase abbandonata per i successivi 17 anni. 

Fu solo nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, che Carlo Felice salito al trono di Sardegna decise di ridare dignità e lustro alle tombe dei suoi antenati e nel 1824 cominciarono i lavori di ristrutturazione che terminarono nel 1826, anno di consacrazione della chiesa. Aggiustamenti e piccoli restauri durarono fino al 1843, stravolgendo completamente l’architettura cistercense originaria, ma almeno in questo modo l’Abbazia si risvegliò dal torpore e dall’abbandono in cui era rimasta per troppi anni; quasi come un corpo addormentato, il sacro venne riattivato, l’energia cominciò a rifluire come sangue nelle vene fino a che nel 1826 anche i cistercensi tornarono ad abitare l’Abbazia. Prima arrivarono dalla chiesa della Consolata di Torino, poi nel 1864 vi arrivò quella di Senanque, e nel 1922 vi fu la comunità dei benedettini di Sainte Marie Madeleine de Marseille. 

Tutti nomi importanti che legano questo luogo ad una storia che percorre i secoli e una tradizione gnostica, è una tappa di un percorso che aggiunge un piccolo tassello a quel puzzle che è la conoscenza che fa da specchio alla costruzione della nostra identità.