di Diana Bacchiaz
Mi si associa la conclusione del Passo IX della «Critica della Ragion Pura» di Kant: «Due cose riempiono l'animo di meraviglia e di venerazione sempre nuove e crescenti, quanto più spesso e più perseverantemente la riflessione se ne occupa: il Cielo stellato sopra di me e la Legge Morale in me. Non devo punto semplicemente supporle, l'una o l'altra, e cercarle, come se fossero avvolte nelle tenebre o (si trovassero) nel mondo trascendente, fuori dal mio campo visivo; io me le trovo davanti e le collego immediatamente con la coscienza del mio esistere».
E rileggendo e ripassando si rivivifica in me la spinta di simmetria, di purificazione, di ascesi. Ognuno di noi deve diventare una Luce sempre più splendente, risvegliando in noi la predisposizione interiore al 'perfezionamento spirituale', risvegliando la qualificazione di concetto morale indispensabile per ricevere la Luce iniziatica.
Una piccola luce in terra riflette specularmente la Luce in alto. In tutte le tradizioni iniziatiche ritroviamo questo concetto di specularità: nel Cristianesimo "come in cielo così in terra", nell'ermetismo estratto dalla Tavola di Smeraldo "Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola"; ed anche negli I.Ching, nell'11.esimo esagramma: "il cielo discende la terra ascende - si uniscono". La Luce, allegoria della Sapienza in opposizione alle Tenebre, Genio del Male, allegoria dell'Ignoranza, due principi in eterna lotta tra di loro. Nel buio delle Tenebre dunque l'accendersi nella volta stellata di mille luci, che rappresentano tutto ciò che è bello, vero, buono. Dare la Luce simboleggia il compiersi dell'iniziazione, e come in Terra in mezzo ai profani si accendono delle Luci, così in Cielo nell'Infinito delle Tenebre si accende il Firmamento Stellato. Cielo stellato che ci copre tutti indistintamente, così come veniamo nudi sulla Terra e senza nulla portarci dietro trapassiamo, così con altrettanta Giustizia ed Eguaglianza il Cielo ci copre tutti nello stesso modo, non discrimina.
Come possiamo accendere una nuova Luce? Con la formazione di una coscienza Iniziatica. La Coscienza Iniziatica ci porta alla 'Conoscenza', che è trascendenza nel senso che presuppone un cambiamento di stato. Non la si consegue che trasformando un modo di essere in un altro modo di essere, mutando la propria coscienza. 'Trasformarsi' questa è la premessa di una conoscenza superiore che porta alla 'Realizzazione'. Tale realizzazione va intesa come qualcosa di positivo ed in genere occorrono una crisi ed un brusco rivolgimento.
Il Cielo stellato ha inoltre sempre assunto una connotazione del Divino, ricordiamo i proverbi:
- Il Cielo sia lodato
- Il Cielo mi aiuti
classici esempi di come l'uomo da sempre ha associato al cielo il concetto del Divino che interviene nella vita, umana proteggendolo.
Già all'epoca degli Egizi la Dea Nut, la dea del Cielo, detta 'la grande', sposa di Geb, dio della Terra, era rappresentata come un corpo femminile conformato ad arco che si appoggia sulle mani, che toccano il sole ad Oriente e sui piedi che toccano l'Occidente. Le stelle ed il sole percorrono il suo corpo. Compare nelle camere funerarie regali e sopra i sarcofagi, offrendo la propria protezione al defunto per l'eternità.
Anche nella tradizione cinese il Cielo ha correlazione col divino, non dimentichiamo che l'imperatore della Cina ha infatti il titolo di 'Figlio del Cielo', come anche il Khan della tradizione mongola, l'iscrizione del sigillo di Gengis Khan è infatti 'Un Dio nel Cielo e il Khan sulla Terra'. E concluderei ricordando ancora che nel nostro lavoro di Ascesi si sale di ottava in ottava, si passa da un livello vibratorio ad un livello vibratorio superiore, salendo nei cieli, come ben ritroviamo nel Paradiso Dantesco e nelle 'Gerarchle Celesti' di Dionigi Areopagita, o nel profano nel momento della felicità quando diciamo: 'Sono al settimo cielo'.
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