Se incalzati dall’appuntamento che il genere “centenario dello scrittore” esercita puntuale su critici e ammiratori, anche i più timidi possono infine uscire allo scoperto. Perfino uno studioso al centro del dibattito internazionale, e lontano quanto mai possibile da Roland Barthes (dalla schiera degli ammiratori di Barthes), come Jean-Marie Schaeffer pubblicherà a settembre una sorta di lettera postuma a lui (Thierry Marchaisse). Nel frattempo, altri intimi stanno aggiungendo ricordi ad altri ricordi, come nel caso delle recenti memorie di Chantal Thomas (Pour Roland Barthes, Seuil), che ha seguito un genere già consolidato, quello del monumento al maestro. Queste ricorrenze di calendario diventano un modo pratico per verificare la notorietà di uno scrittore, soprattutto tra gli addetti ai lavori.
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