E se la Massoneria non esistesse? Questa è la questione sollevata dalla rivista "Alpina" in un suo editoriale del 2013 a firma di Daniele Bui.
La questione sollevata non è univoca.
Infatti può essere interpretata in due modi: ci si può chiedere in primo luogo
che cosa succederebbe se la Massoneria non fosse mai esistita. D’altra parte il
senso della domanda potrebbe essere quello di chiedersi che cosa accadrebbe se
la Libera Muratoria dovesse scomparire. Ebbene, per quanto riguarda il primo
problema penso che molto probabilmente nessuno si accorgerebbe della mancanza
del nostro Ordine se non fosse mai esistito. Per sentire la mancanza di qualche
cosa è necessario prima averne avuto esperienza. Posso sentire la mancanza
della musica di Mozart senza avere almeno ascoltato un brano del suo
repertorio? Credo proprio di no. Per contro, se il senso della domanda fosse
quello di considerare l’eventualità di una sparizione della Massoneria allora
la risposta sarebbe opposta. In questo caso chi ha avuto la fortuna di essere
stato iniziato e ha saputo cogliere gli insegnamenti profondi del suo
simbolismo esoterico, risentirebbe senz’altro come una perdita disastrosa la
scomparsa della Fratellanza. Il sentimento di privazione emergerebbe sia
individualmente che collettivamente. Nella sfera personale in quanto molteplici
strumenti per l’elevazione spirituale si perderebbero irreparabilmente. Senza
Tempio, senza Loggia, senza Fratelli e senza rituali molti obiettivi
resterebbero senz’altro preclusi. Ancora più tragica si rivelerebbe poi la
scomparsa della Libera Muratoria in ambito sociale, politico ed educativo.
Ricordiamoci la formula secolare che sintetizza le nostre aspirazioni: “scavare
oscure e profonde prigioni al vizio, per innalzare templi alla virtù e lavorare
al bene ed al progresso dell’umanità”. In un contesto storico come il nostro
dominato da fanatismi di ogni genere, genocidi, terrorismo, discriminazioni ed
ingiustizie economiche e sociali il contributo della Massoneria è
insostituibile ed essenziate. Nell’epoca della globalizzazione, di una società
multietnica, multiculturale e multireligiosa la perdita, o solamente l’affievolimento,
delle forze che promuovono i nostri ideali di libertà, uguaglianza, fraternità,
tolleranza e razionalità sarebbe devastante. Un mondo possibile nel quale la
Massoneria, a un certo momento, scomparisse non assomiglierebbe certo al
cantiere ordinato dove ognuno lavora con gli altri armoniosamente alla
costruzione del Tempio dell’umanità; tenderebbe piuttosto a disgregarsi nel
caotico stato di natura prospettato da Thomas Hobbes, cioè quello della guerra
di ognuno contro tutti. (Daniele Bui)
Fonte: Riv. Massonica "Alpina" 8/9 - 2013