domenica 1 febbraio 2009

QUALE PRIMAVERA PER I FIGLI DELLA VEDOVA? TREVISO VISTA E VISSUTA DAI MASSONI DI UNA LOGGIA DEL GRANDE ORIENTE D’ITALIA.

Giovedì 19 febbraio 2009  alle 17.45  presso la sala della Biblioteca comunale "Pacifico Guidolin"  di Castelfranco Veneto  in vicolo dell'Abaco si svolgerà la presentazione del volume di Carlo Silvano intitolato: Quale primavera per i figli della Vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia. Introdurrà la serata  il prof. Armando Fiscon (editore) e sarà presente l’autore Carlo Silvano.  (Vd. foto)

Nel darvi questa comunicazione che interesserà in modo particolare i cittadini di Treviso e più in generale i Veneti, vi proponiamo l’intervista realizzata da  Chiara Marcon   il 15 dicembre 2008 e pubblicata su http://www.ilgiornale.ch/ in occasione della pubblicazione del libro edito da Ogm editore, pp. 104, € 10.

L'intervista.

A Treviso vive da diversi anni Carlo Silvano: laureato in sociologia e originario della Campania, per Ogm editore cura la collana “Questioni di identità”, dove, tra l'altro, ha pubblicato un volume intitolato “Una memoria per gli emigranti”, che propone un confronto tra diverse esperienze emigratorie dell'Italia (provincia di Treviso e Santa Ninfa in Sicilia) e alcune realtà elvetiche (l'emigrazione dei secoli scorsi che ha investito le valli della Mesolcina, Calanca e Val Poschiavo). 

Proprio in questi giorni, Silvano è ritornato in libreria con un nuovo testo, “Quale primavera per i figli della vedova? Treviso vista e vissuta dai massoni di una loggia del Grande Oriente d'Italia”; si tratta di un volume – sempre pubblicato da Ogm editore – che raccoglie le interviste ai maestri che si sono succeduti alla guida della loggia “Primavera”, così da offrire al lettore l'occasione per conoscere più da vicino il clima valoriale che si può respirare in un'officina della massoneria. Per capirne di più, gli abbiamo rivolto alcune domande. 

Che cos'è secondo te la massoneria?

Non mi sento di aggregarmi al coro di quanti ritengono - per sentito dire - che i massoni appartengano a centri di potere occulto, e mi lascia anche perplesso chi paragona le logge massoniche a circoli culturali in cui si parla semplicemente di uguaglianza e libertà. Anche se i massoni trevigiani che ho intervistato hanno sostenuto con forza che nella loro loggia non si parla né di politica, né di religione, tuttavia essi hanno dimostrato di conoscere molto bene la realtà sociale, economica, politico-amministrativa e religiosa in cui sono ben inseriti. 

Chiedendo, ad esempio, all'attuale maestro della loggia “Primavera” se ritiene opportuna o meno la presenza di una moschea a Treviso, ho ottenuto una risposta molto dettagliata, tale da riempire ben tre pagine del libro che ho pubblicato. Acuti, poi, anche certi giudizi sulla politica locale. Se a questo si aggiunge che la prima qualità che si richiede a un massone è la riservatezza, il non “apparire”, risulta evidente, allora, che una loggia massonica può anche non costituire un centro di potere occulto, tuttavia il rischio che lo diventi è forte. E' di pochi mesi fa, ad esempio - e ciò non deve meravigliarci - la notizia di connivenze tra massoni e mafiosi. Un massone da me intervistato ha escluso la possibilità che possa nascere e operare un'organizzazione massonica come la famigerata P2 di Licio Gelli, ma io non ne sono tanto sicuro, perché fino a quando i massoni non manifesteranno pubblicamente la loro appartenenza alla Libera Muratoria, le loro logge costituiranno un terreno fertile per quanti hanno interessi discutibili e sono dediti ad affari illeciti.  

Puoi illustrarci le attività dei massoni a Treviso?

Ciò che mi ha spinto a preparare un libro su una loggia del Grande Oriente d'Italia, è stata la curiosità di sapere cosa i massoni pensano della società in cui vivono, delle persone con le quali si confrontano quotidianamente sul lavoro, nel tempo libero e nelle varie attività sociali, e quali siano i valori che orientano il loro stile di vita. Ho posto domande, allora, soprattutto su temi come l’aborto e la famiglia, sui pregi e limiti dei trevigiani, sulla concezione che i massoni hanno della Chiesa cattolica, sul mobbing – inteso come uno dei prezzi che i lavoratori trevigiani devono pagare per lo sviluppo economico –, e altre relative alla presenza dei musulmani, alla politica locale, alla magistratura, al fenomeno della prostituzione, e così via. Come dicevo prima, i massoni sono ben inseriti nella società e svolgono anche attività filantropiche. Sono certo che se si riuscisse a convincere i dirigenti della massoneria ad aprire gli archivi delle singole logge alla comunità degli studiosi, con ogni probabilità si dovrebbero aggiungere nuove e significative pagine alla storia locale.

Secondo te perché una persona decide di aderire alla massoneria?

Penso che ogni persona abbia i suoi personali motivi. Di certo c'è il fascino di entrare a far parte di un'organizzazione che ha una storia e una tradizione di circa tre secoli, con tanti misteri e rituali. I massoni che ho intervistato hanno sottolineato come l'adesione ad una loggia si registra quando le persone, intorno ai 30-40 anni di età, hanno trovato una definitiva sistemazione lavorativa. E' vero che una loggia non può essere paragonata a un'agenzia per il lavoro, però è anche vero – facendo un discorso molto in generale – che i gruppi sono composti da 15-20 persone e, appartenendo a un certo strato sociale, possono essere in grado di individuare degli appoggi non solo per chi ha bisogno di consolidarsi nella vita professionale, di fare carriera, ma anche per chi è costretto a mantenere una certa posizione lavorativa e a non perdere l'occupazione raggiunta.

Chi sono le persone che aderiscono alla massoneria?

E' noto che circoli come il Rotary o i Lions costituiscono il “vivaio” delle logge massoniche. Anche se ufficialmente la massoneria è aperta a tutti, è impensabile che ci siano massoni impegnati a fare proselitismo in posti come il Dopolavoro ferroviario o nei tipici circoli ricreativi di quartiere. Del resto, se la quota di adesione può essere versata anche da persone che non hanno un reddito alto, tuttavia ritengo che ci siano altri oneri che impediscono alle persone comuni di iscriversi e frequentare una loggia. 

Tu hai un blog molto attivo  (http://massoneriatreviso.Blogspot.com/), quanti contatti riesci ad avere e che beneficio porta poi a quello di cui tu ti occupi?

Grazie a questo blog vengo contattato da massoni appartenenti a diverse logge presenti a Treviso, e ciò mi consente di raccogliere preziosi dati sulla massoneria locale, che appare come una realtà viva, giovane e in continua evoluzione.

Hai in cantiere altre pubblicazioni o progetti?

Le idee non mancano, ma adesso, con questa prima pubblicazione, intendo incontrarmi col pubblico. Sento la necessità di sapere cosa, effettivamente, la gente comune conosce della massoneria. So anche che alle varie presentazioni del libro non mancherà la partecipazione di massoni, e intendo cogliere ogni occasione utile a instaurare con loro un dialogo prima di mettere in cantiere un'altra pubblicazione. Il mio intento, come ho scritto anche nelle conclusioni del libro, è quello di offrire un contributo utile a far sì che i massoni arrivino pubblicamente a confrontarsi con quanti, a vario titolo, sono chiamati dalla nostra Carta costituzionale a costruire una società migliore.   

Fonte: di Chiara Marcon   su  http://www.ilgiornale.ch/