(nella foto: la lapide citata nell'articolo)
La lapide è stata murata capovolta e forse un tempo era la pietra tombale di qualche sepoltura o di un ossario; infatti, agli angoli si notano le tracce dei ganci per fissarla al suolo. La raffigurazione della lapide con teschio e tiara, è molto simile alla simbologia massonica del 30° grado, quello del Cavaliere Kadosh, che significa letteralmente santo, dove il teschio con la tiara rappresenta il potere religioso.
Nel rituale massonico il novizio che viene chiamato al 30° grado si trova davanti ad un altare su cui vi sono tre teschi, uno con la tiara e l’altro con la corona, sono questi i simboli dei principali centri di potere: quello religioso e quello civile; il terzo teschio, posto al centro, inghirlandato e trionfante, rappresenterebbe quello del Grande maestro dei Templari, Jacques de Molay.
La chiesetta in questione fu costruita nel Settecento dalla congregazione degli artigiani del legno che, dopo essere stati ospitati presso la chiesa dei Padri Teatini, vollero erigere un edificio sacro da dedicare al loro protettore San Giuseppe. La macabra lapide con teschio e tiara è forse un elemento originario di altro edificio religioso, poi murato ed utilizzato per completare la zoccolatura di pietra della chiesa e, forse, per motivazioni scaramantiche, fissato volutamente capovolto dai muratori che edificarono la chiesetta.