Dalla pagina dei libri sul Corriere della Sera di venerdì 4 aprile, leggo che Armando Torno così presenta un saggio di P.E. Dauzatt Ed. Arkeios dal titolo: Giuda. Dal Vangelo all’Olocausto.
“ Giuda per secoli è stato il simbolo del tradimento.
Oggi è anche altro.
Sull’apostolo che dopo l’Ultima Cena vendette Gesù si sono moltiplicate domande e ipotesi, non sono mancate le assoluzioni.
Di Pierre-Emmanuel Dauzat, che una ventina d’anni or sono fece parlare di sé per il libro “Il suicidio di Cristo” (edito da Puf), è oggi tradotto “Giuda.
Dal Vangelo all’Olocausto”, uscito nel 2006.
Un saggio che non risparmia colpi a quelle invenzioni romanzesche che immaginano amori tra Maddalena e Cristo o Giuda, nonché contro quei manuali scolastici cretini che invitavano a calcolare le rendite del deposito dopo l’avvenuto tradimento (in Francia ne circolavano ancora nel 2001).
Non a caso l’autore definisce questo modo di trattare Giuda come “l’eucarestia degli imbecilli.
Il saggio ha valore per l’indagine storica e letteraria che offre, dedicata sia al Giuda dei Vangeli che a quello della Midrash o della letteratura apocrifa.
E inoltre esamina l’interpretazione che ne diede il tempo: se il medioevo lo considerò parricida e incestuoso (nella “Legenda Aurea” di Jacopo da Varagine), all’epoca di Shakespeare diventava tragico, mentre Johann Sebastian Bach gli riconcedeva voce.
C’è un Giuda illuminista e uno per la contemporaneità; Nietzsche invitava a farne “Buon uso”, Borges gli dedica un apologo, la cultura russa – con Remizov e Voloshin – lo riabilita.
E poi prenderà un nuovo nome: Dreyfus.”