lunedì 11 novembre 2019

Il Rito di York a Milano. «Siamo fatti di studio. Ma anche di cuori»

Da sn: Pusceddu, Pignatelli, Bilotta, Cascio, Delli Santi, Agostini

Lo stato di salute di un Rito lo leggi da tanti fattori, non solo dai numeri. La personalità innanzitutto. Quella eredità raccolta dal lavoro degli ultimi sette anni, quando il Rito di York ha accellerato su un percorso indennitario che prima era un po' sbiadito. Una voglia di chiarirsi e di mettere a fuoco la sua natura 'sapienziale', la sua vocazione cabalistica, la sua natura di luogo privilegiato dello studio, dell'approfondimento. Ma sarebbe ancora poco. Sarebbe accademia. Lo stato di salute di un Rito si dà soprattutto nei cuori, nell'entusiasmo. Quasi lo si versasse, come ha evidenziato nelle sue conclusioni Massimo Agostini, Gran Commendatore dei Cavalieri Templari d'Italia. La voglia, cioè, di incontrarsi, di stare insieme, di restare uniti, compatti, nonostante le difficoltà, nonostante la pioggia. E allora sì, si può dire che lo York, per numeri, per voglia di fare, per cuori, sta messo veramente bene.

Milano è stata una verifica. La riunione dei Corpi Appendant ha acceso gli entusiasmi. Nel pomeriggio di sabato l'atteso viaggio multisensoriale all'interno del Tempio, introdotto dai saluti istituzionali di Domenico Bilotta, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale e di Alessandro Pusceddu, Gran Maestro f.f. dei Massoni Criptici e condotto da Mauro Cascio, Luca Delli Santi e Federico Pignatelli. Un modo originale per presentare l'anima iniziatica e la forma culturale. Ma tante iniziative sono in programma.