lunedì 31 dicembre 2018

Ti siamo vicino


Nella notte dell'ultimo giorno di questo 2018 è venuto a mancare all'affetto del Gran Maestro Delegato Aggiunto dei Massoni Criptici d'Italia Giuseppe Cosentino, il suo caro Babbo: A nome di tutti i compagni massoni dell'Arco Reale a lui e ai suoi famigliari la fraterna vicinanza del Gran Capitolo Italiano.

venerdì 28 dicembre 2018

La narrazione massonica nel Rito di York

di Joseph ben Canetti

Anche i meno scolarizzati sulla storia della Libera Muratoria, sanno che quando si parla della nostra Arte ci si riferisce ad un sistema inizialmente bigraduale (1717) divenuto poi trigraduale (1725), e chi proviene dai sistemi britannici, sa come nel 1813 la neo formata UGLE promulgherà la dichiarazione di come “la pura ed antica Massoneria è composta dei tre gradi comprendendo il Sacro Arco Reale” quindi non grado in sé o Rito, ma rituale di perfezionamento del grado.
Come sempre molti di noi disinterpretando il concetto di libero pensiero, interpreta in maniera molto autoreferenziale questi concetti, spesso troncandone una o più parti, il resto lo fa il passaggio da bocca a bocca evitando ovviamente l’orecchio. Quante volte nella nostra vita di Loggia abbiamo visto uno sconcerto nei visi di Fr. che alla fine del grado di MM sono andati in sonno perché “non c’è nulla di più oltre questi tre gradi”, se non addirittura il malcelato rimprovero di essere finito in un accolita di buontemponi?. Singolarissimo pensiero di un MM poco MM, nessuno di loro si è mai domandato ad esempio cosa ci sia scritto nella Tavola di Tracciamento di terzo grado, e perché non riesca a leggerla, magari c’è qualcosa in più ?
Ma ritorniamo a noi, nel sistema delle Logge azzurre, le Emulation del GOI sono tronche nell’ultimo percorso del Royal Arch, che ripeto essere non un grado od un Rito, ma un completamento, anche perché oggettivamente il MM resta legato ad una serie di domande mai chiarite, e che vengono esaudite appunto nell’Arco Reale.
Sappiamo però come il grado del Royal Arch (Aldersgate) del sistema inglese (Emulation), sia un condensato di altri gradi muratori, e rappresenta in se un sistema di alto impegno quando si vada nei profondi significati esoterico, cabalistico.
Sotto questa luce dobbiamo poi registrare la presenza di un secondo pezzo mancante che oltrepassa il Royal Arch collegata ad un'altra dichiarazione ufficiale della UGLE del 1856, e che afferma come il grado del Marchio “può essere considerato una forma di gradita aggiunta al grado di Compagno”. A questo punto il sistema inglese appare assai poco “semplice e articolato” come vuole la narrazione comune, per assumere la giusta solennità spesso schernita.
A questo punto ci troviamo nel sistema inglese nell’imbarazzante situazione di avere un grado di Apprendista, di Compagno di Mestiere che andrebbe completato con il Marchio (come Mark Fellow in Scozia), per dare a questo sistema malamente tradotto in italiano come Compagno l’importante ruolo che in realtà nei tempi non ha quasi mai avuto (marcatamente presenti i riferimenti cabalistici della lettura – consiglio di lettura per chi può del Sefer Ha Temunah).
Ed in fine il grado di Maestro Muratore, con un ulteriore declinazione nel Maestro Venerabile e quindi come Compagno e poi principale dell’Arco Reale. Il tutto si riassume su 6/9“sistemi rituali” per poter meglio comprendere quel tragitto iniziato in piedi e bendato, un tragitto iniziato sotto terra (quasi) e proiettato verso il cielo (se si ha la costanza di credere in sé e nel Tragitto).
Ma cosa è a questo punto il “nuovo” rito americano? Lo York richiama tutta l’antica componente rituale esoterica fatta di vari degree e grade, in una componente narrativa e Rituale di enorme portata.
Per comprendere meglio questa narrazione dello York, possiamo semplicemente utilizzare gli intervalli temporali scanditi dalla: costruzione del Tempio salomonico, il secondo Tempio di Zorobabele, e ciò che accade con i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme ( Ordine di Malta) attraverso il mediterranean pass, con una direzione di punti cardinali che va da oriente ad occidente. In questa chiave interpretativa dobbiamo iniziare, a mettere i gradi York nell'ordine temporale in cui potrebbero verificarsi logicamente, invece dell'ordine in cui li abbiamo ricevuti:
1) Apprendista (trigraduale);
2) Compagno (trigraduale);
3) il Tempio è ancora in costruzione e qui andrebbe inserito il grado di maestro del Marchio
(Royal Arch);
4) il Royal Master (criptico) ;
5) abbiamo quindi il selcted Master (criptico) infatti Il nostro Gran Maestro è ancora in vita
6) il grado della dipartita quello di Maestro (trigraduale)
7) Il Tempio non è completato, quindi inseriamo il Most Excellent Master (Royal Arch) preceduto ovviamente dal Past Master (Royal Arch) ;
8) Il Super Excellent Master (criptico) sembra venire dopo – e descrive la distruzione del Tempio e l'inizio della cattività babilonese, chiudendo completamente il ciclo Emulation;
9) Viene poi l'Illustre Ordine della Croce Rossa ( Templare) che traccia perfettamente il come avvenga la restaurazione del secondo Tempio;
10) Quindi arriva l'Arco Reale (Royal Arch), che riassume molti degli eventi dei gradi precedenti e ci porta al punto in cui è oramai avviata la costruzione del 2 ° Tempio;
11) avanziamo velocemente per molti secoli verso il Mediterranean Pass (Templare) dove “il messaggio” passa nuovamente da oriente ad occidente;
12) l'Ordine di Malta (Templare) ovvero i cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme;
13) e si conclude con l'Ordine del Tempio esempio della Nova Gerusalemme.
Tutto il ciclo sopra delineato, esclusa la parte dei cavalieri, è contenuto nel sistema trigraduale inglese, ma ha il grosso svantaggio di essere estremamente sintetico e ai limiti del sincretico, e necessita quindi di una guida di Maestranza particolarmente esperta e perita. Le forme rituali dello York declinano invece con maggiore semplicità ed organicità ogni passaggio, dando anche il tempo necessario alla comprensione ed all’approfondimento nei piani sottili.
Il sistema inglese viene indicato e si auto indica come “la Massoneria” , ed in questo credo che nessuno possa affermare che il 1717 non segni la nascita della moderna massoneria, ma sappiamo tutti, inglesi compresi che l’alba dell’ottocento vedeva questa rinnovata tradizione mutarsi, omogeneizzarsi e cambiare le proprie forme.
Parliamo del sistema britannico e dei gradi presenti nello York, proprio per delineare lo stato di organicità disorganica di quanto successivo al sistema trigraduale classico da loro stessi definito con la dichiarazione del 1813 sulla “vera Massoneria”, e memoria di come prima del 1851 (fondazioni delle Logge del Marchio considerate in un primo momento spurie) e non ostante le riforme in atto , buona parte dei gradi che ritroviamo dello York, definiti side degrees avevano la caratteristica di essere trasmessi personalmente da MM all’altro, al di fuori cioè dal regolare lavoro di Loggia, e quasi sempre al di fuori di una struttura associativa propria. Ma dopo che gli antient degrees cominciarono ad essere praticati in associazione alle Logge del Marchio oramai ufficialmente costituite o come appendant, iniziarono ad essere associati a un determinato corpo massonico senza però far parte del suo sistema, ovvero esistiamo e non esistiamo nel contempo. Da ciò ne deriva che per poter lavorare un dato side degree sia richiesto di rivestire un dato grado nella gerarchia del corpo ospitante, ma non per questo il side degree possa essere considerato rango superiore, resta quindi in se stesso un grado laterale in senso stretto. In questa situazione di grande confusione, credo vi sia memoria delle critiche situazioni determinate negli anni venti del 1700 con i sistemi degli alti Gradi e delle problematiche fra Craft ed Order, ulteriormente intricate dalle situazioni successive di varia rilevanza, a memoria il Royal Arch attuale è del 1830!




Per noi della gens italica, credo sia poi importante ricordare come I fondatori del rito di York in Italia (Bricchi, Cantore ) conoscessero nel più perfetto stile inglese, a memoria tutto il lunghissimo rituale capitolare. Lodevolissima quindi l’attuale tendenza del conferimento separato dei gradi, al fine anche di poter usufruire degli insegnamenti che altrimenti ne avrebbero sofferto, evitando i sincretismi forieri di confusione e perdita dell’essenza del percorso.
Il “sistema americano” spesso ritenuto di minor valore rispetto al sistema inglese o continentale, in realtà mantiene un apparto di Riti non solo di tutto rispetto, ma anche di immutata radice rispetto alle pesanti ingerenze politiche del sistema inglese od i drammatici accadimenti sul continente europeo di rivoluzioni e guerre.
Gli stessi Stati Uniti hanno anche loro delle piccole gemme rituali connesse al sistema denominato Ancient York che è a sua volta strettamente aderente alla tradizione antica (1730), ed è presente nei rituali dello stato della Pennsylvania, avendo quindi il nuovo mondo come miglior custode della Tradizione! Sempre in terra americana ed a spiegazione della singolarità della Pennsylvania inoltre c’è un curioso accostamento storico per quanto riguarda la stesura dei rituali simbolici più antichi del RSAA dove sta emergendo la paternità non del "giro" di De Grasse-Tilly, ma di un altro "Scozzese" che non passò da Charleston, e prima di Grasse-Tilly ritornò in Francia coi 25 gradi del Rito di Perfezione di Morin e Francken (denominato in seguito Rito di Perfezionamento di Heredom 1848 ). Questo profugo si chiamava Germain Hacquet (nato Ancient ed uno dei fondatori della G.L. di Pennsylvania), e risiedeva con il suo reggimento di cavalleria ad Haiti. Alcune logge delle Antille Francesi si erano poste all'obbedienza della Gran Loggia di Pennsylvania, e Germain Hacquet era il loro Gran Maestro Provinciale. Al suo ritorno in Francia Germain Hacquet si affiliò alla Madre Loggia Scozzese "Triple Unitè Paris", che vide entrare qualche mese dopo anche Grasse-Tilly, che lo cooptò immediatamente nel suo Supremo Consiglio di Francia, Hacquet continuava comunque a lavorare anche nel rito di Perfezionamento di 25 gradi.
Nel Rituale infatti è dato osservare la maniera particolare di far circolare la Parola in apertura e chiusura dei lavori, così come la troviamo e che non aveva riscontri nei rituali europei precedenti e o successivi: né in quelli di derivazione "Modern"e né in quelli "Antient", neppure nei rituali "Ancient York" americani, ad esclusione di uno: quello praticato tuttora in Pennsylvania, e che sappiamo essere il più antico di tutti.
Questa constatazione, che lega lo sviluppo del Rituale alla persona di Germain Hacquet, non è stata particolarmente apprezzata nei circoli scozzesisti francesi, il Supremo Consiglio di Francia ha in effetti lanciato su Germain Hacquet una specie di "damnatio memoriae", perché egli rimase sempre fedele al trattato d'unione col Grande Oriente di Francia, e con la maggioranza dei membri del Supremo Consiglio costituì quello che poi diventò il Gran Collegio dei Riti del GOF - la componente maggioritaria dello Scozzesismo francese.
Dopo questa breve digressione, ritorniamo ai nostri gradi per avere una riflessione breve sul loro significato nella costruzione narrativa.
Iniziamo con il grado di Past Master collegato al raggiungimento della carica di Maestro Venerabile e quindi conduttore della Loggia, elemento di base del cantiere Massonico. Il grado venne introdotto per consentire ai Fr. MM, che non avevano conseguito la carica di Venerabile la possibilità di percorre i successivi gradi e relativi misteri; questo in quanto la numerosità delle Logge dell’epoca spesso impedivano il raggiungimento dello status a troppi MM che restavano esclusi dall’importante ciclo rituale.
Abbiamo poi il Most Excellent Master che secondo George Steinmetz venne creato per colmare una lacuna nella narrazione "... portare al candidato la storia del completamento e della dedica del Tempio di Salomone, e tenta di colmare il vuoto nella leggenda massonica che altrimenti rimarrebbe incompleta ..." con la morte prematura dell’Architetto, chi completerà il Tempio? Il grado è interamente di origine americana e non ha alcuna correlazione con il lavoro simile conferito in Europa. Comunque ritroviamo un grado simile nel sistema delle logge "Ancients" a Liverpool dal 1792, indicato come Excellent Master ma che risulta differente da quello York, così come nel sistema irlandese precedente al 1786. Si narra che l’attuale grado York, abbia avuto origine nel Capitolo del Tempio, ad Albany, New York, nel 1797, ed a Thomas Webb è generalmente attribuito il merito di essere stato il suo autore, assieme ad un Fr. di nome Hanmer, nel corso di una tornata appositamente istituita per un capitolo che lavorava nel Royal Arch.
Non è comunque possibile affermare come Webb possa aver inventato il grado, o semplicemente lo abbia riorganizzato sul modello di sistemi antecedenti al 1797, tuttavia, pubblicandolo sul Monitor, ebbe modo di darne l’opportuna rilevanza; di certo, ad oggi, tutti danno a Webb il merito di aver portato il Most Excellent Master nel sistema capitolare del Royal Arch. Indubbiamente, il grado originario pre 1792 sorse nell’epoca in cui le differenze rituali tra le logge avevano preso la forma di un caos generale, ma è ragionevole, seppur non comprovabile, ritenere come il grado sia stato incorporato nel normale sistema Capitolare proprio per colmare una lacuna che esisteva nel sistema rituale del tempo. Nel sistema trigraduale il Tempio fu lasciato incompiuto nel grado di MM per la prematura morte dell’Architetto, venendo terminato in quello di Most Excellent Master. Il Royal Arch vede la sua ricostruzione dopo l’esilio babilonese.
Dal sistema capitolare oramai concluso, si passa a quello del Concilio Criptico le cui origini sempre avvolte nelle nebbie hanno consentito il formularsi di varie ipotesi che illustreremo per amore della storia ponendo però le basi di una sua genesi su elementi riscontrati.
La prima è la così detta “The Stuart Theory” visto che questa forma rituale comincia proprio ad emergere nel XVIII secolo, in strettissima connessione con le alterne fortune della dinastia reale Stuart, allontanata dal proprio paese e collegata direttamente a Bonnie Prince Charlie al secolo Carlo Edoardo Stuart, detto anche Giovane Pretendente nato in esilio a Roma il 31 dicembre del 1720 ed i suoi tentativi di riportare la corona in famiglia. Il sistema è criptico e segreto, proprio per quanto relativo allo status del principe ed alla necessaria riservatezza nelle terre inglesi ove gli Stuart erano visti come il demonio. Quindi alcuni passaggi rituali come ad esempio, il "figlio della vedova" equivale all'erede del re Carlo I che fu decapitato dai parlamentari; la "parola perduta" è correlata alla "causa persa"; il "sollevamento" di un massone per fare riferimento al restauro della Corona di Stuart. Quindi una forma rituale strettamente collegata alla politica, un po’ come la carboneria in Italia.
Passiamo poi alla teoria di Batimora, Baltimora era una città importante, sia commercialmente che massonicamente all'inizio del XIX secolo e parte della Gran Loggia del Maryland, dove nel 1810, il Select Master Degree (di Philip Eckel e Hezekiah Niles) veniva conferito in un "Gran Consiglio". Jeremy Cross, personaggio ben noto nel mondo della massoneria, riceveva il grado da Eckel e riusciva a portarlo nelle più remote Logge proprio in forza della sua riconosciuta autorevolezza e fama. Un po’ più intricato i il collegamento con l’altro grado criptico quello del Royal Master. Infatti se risulta reale che Eckel ricevette il Royal Master Degree nel 1819 nove anni dopo aver conferito il Select Master a Jeremy Cross in una Royal Arch Lodge, Folger ci informa come sia stato proprio Jeremy Cross e non altri a metterli insieme nel 1818 previo benestare dell’onnipresente Thomas Smith Webb nel 1819.
C’è poi un elemento particolare collegato alla teoria di Baltimora, Eckels avrebbe ricevuto il grado da un Fr. di nome Henry Wilmans, un ex maestro di una loggia a Charleston, nella Carolina del Sud. Wilmans sembra essere stato anche un ispettore generale di Rito Scozzese accreditato nel circuito
europeo, in forza di questo riconoscimento ufficiale Eckel poteva a sua volta conferire il Select Master a Cross nel marzo del 1792, portandoci quindi alla derivazione scozzese.
A questo punto abbiamo le due teorie del sistema criptico, la tesi Stuart sull'origine, dove i "significati" dovevano essere mantenuti segreti proprio perché erano "tradimento" agli occhi della monarchia inglese (quella Orange istallata dal Parlamento inglese) ed anche perché i luoghi di incontro venivano identificati come siti di pianificazione e di indottrinamento della successione Stuart, ma perpetuata in modo discreto ( leggenda del "Secret Vault").
La pretesa origine Stuart va oltre sostenendo che i nove archi sono specificamente un'invenzione Stuart alludendo al loro adattamento della Leggenda di Enoch, ed addirittura secondo Hinman, ... è apparso in due gradi francesi chiamati rispettivamente, il" Maestro scozzese della volta segreta di Giacomo VI "e il" Grande massone scozzese della volta sacra di Giacomo VI" il riferimento specifico alle origini stuartiste del sistema. Le vecchie leggende ebraiche e massoniche o hanno tre archi, uno sotto l'altro, o sette archi su un livello. Il candidato che cerca l'ammissione al caveau segreto è stato chiamato Adoniram, che in alcuni dei gradi è il produttore dei Sacri Vasi del Tempio e non Hiram Abif. Come raccoglitore di imposte dei re di Israele e di Giuda, rappresentava gli Stuart".
La teoria è stupenda, peccato come non esista una sola prova documentale di queste affermazioni. Non c'è dubbio che gli Stuart in esilio usassero i gradi massonici originari per i loro scopi, ma affermare che li abbiano inventati non appare credibile.
Per venire all’ipotesi di Baltimora diamo lettura ad un documento interessante "...la maggior parte degli ispettori è in possesso di un certo numero di diplomi rilasciati in diverse parti del mondo e che generalmente sono lieti di comunicare a loro volta a quei fratelli che sono abbastanza elevati per comprenderli ...". Appare a questo punto fondante come il Rito Scozzese possa rivendicare l'origine e il controllo sui gradi criptici, ipotesi supportata dal fatto che i loro membri all’epoca dei fatti, erano ispettori (ad esempio Cohen, Jacobs e Lownds), in realtà conferivano i gradi in quanto parte del Rite of Perfection. "
Tutto interessante, ma resta irrisolta una domanda fondamentale, da dove traeva origine il sistema rituale? Come abbiamo visto dai precedenti capitolo di questa storia, ci sono una molteplicità di teorie sulla genesi del Rito Criptico, ma questa volta rifacendosi a documenti, siamo in grado di tracciare una storia fuori dalla leggenda o dalle ipotesi per quanto suggestive ed interessanti.
Culla del sistema criptico è nella Francia sud-orientale, a Bordeaux, questa è la patria di vari gradi di derivazione sia francese che inglese, scozzese e irlandese. Uno di questi ha dato origine ai gradi criptici. Alla fine hanno fatto parte di quel complesso assai ben rappresentato dal Ramsey, e che sarà parte con la tradizione "Eccosais" da Bordeaux a Berlino.
Senza entrare in dettaglio sulle origini dell'Antico e Accettato Rito Scozzese mi sembra necessario delineare per tratti di cosa storicamente si stia parlando, anche per non confonderlo con altre forme di Rito attualmente in essere.
Fondato in Francia l’AARS, emigrò negli Stati Uniti per mezzo di diversi FFrr. Il più importante fu sicuramente Stephen Morin, nel 1761 nei Caraibi e da lì a Charleston Carolina del Sud.
Parte del primo Rito di perfezionamento (articolato su 25 gradi) era il 5 ° grado, definito "Cavaliere dell'Aquila o Maestro Scelto". Morin e i suoi successori, Francken (Charleston, 1762 e Albany, New York 1767) e Moses Hayes di Boston (1768) furono i primi sostenitori non solo dell'AASR ma anche dei "Gradi criptici". Secondo Hinman, e altri, poco dopo l'organizzazione del Supremo Consiglio AASR di Charleston, nel 1802, pubblicarono un manifesto che descriveva i gradi di cui rivendicavano la giurisdizione.
Fu a Berlino che il Rito scozzese e il Rito criptico trovarono un mecenate entusiasta, nel re di Prussia Federico il Grande. Fu lui a fare in modo che esistesse una Costituzione del rito scozzese (circa il 1750) ed anche un rito per i massoni criptici. Il primo ritornò a Bordeaux e da lì Morin in Giamaica e da lì in Carolina del Sud, Albany, New York, ecc., mentre il sistema del Rito Criptico sembra sia giunto negli Stati Uniti direttamente tramite Wilmans e Cohen.
Le somiglianze dei gradi a Berlino, Bordeaux e Stati Uniti d'America sono assolutamente interessanti, è noto come il Selected Master fu eseguito attivamente in Francia prima del 1751 ed è considerato più vecchio dei gradi del Rito di Perfezione del Rito Scozzese (1760 circa) ed è stato anche verosimilmente celebrato dal Capitolo di Clermont nel1754.
Il titolo di "Select Master of Clermont" (più tardi abbreviato in Select Master) ha creato non poche perplessità, perché connesso alla simbolicamente potente Abbazia nera di Clermont con la cappella dedicata a Santa Maddalena, o l’altra minore di sant’Illidio già benedettina e sempre presente a Clermont. Possiamo poi dimenticare, il concilio di Clermont del 1095 con il germe della nascita templare? Un'altra tradizione più secolare ritiene che il titolo del grado sia molto probabilmente un complimento al Duca di Clermont, il Gran Maestro di Muratori francese (1743- 1770).
Che cosa è succeso di questi gradi nello York e nello Scozzese ? Secondo Hinman, vi fu una divergenza tra le fila dell'AASR, giurisdizione settentrionale e precisamente tra J.J. Gourgas e Joseph Cerneau e Lownds, fratello di grande prestigio sia per il rito di York che per i gradi criptici,
che si schierò dalla parte di Cerneau, tanto che i gradi furono effettivamente esportati permanentemente nel rito di York, dal 1818.
Il sistema criptico può anche essere stato utilizzato per problemi dinastici, ma trae comunque origine dalla fucina francese che aveva il fato di accogliere Tradizione continentale, inglese ed irlandese (Stuart) e rinnovata di nuova linfa vitale nella grande fucina del nuovo continente. Da ultimo ed a beneficio dei Fr. di Rito Emulation, ricordiamo come solo con il grado di Super Excellent Master si riesca a chiudere il cerchio del sistema Emulation, veramente è possibile affermare “tutto è giusto e perfetto”.

venerdì 21 dicembre 2018

Buon Solstizio d'Inverno

di Cesare Marco Delorenzi




Dicembre è un mese importante e suggestivo. Non solo è l’ultimo mese dell’anno, il mese delle feste, di Natale, del cambio dell’anno, ma è anche il mese del Solstizio d’inverno, ovvero il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno.
Se accettate un suggerimento, si potrebbe celebrare il Solstizio con una semplice, ma gravida cerimonia in cui poniamo nella terra i proponimenti del prossimo anno, in forma di semi di melograno, affinché germoglino all'Equinozio di primavera. Io lo farò, sperando che i semi portino amicizie e serenità. Il mio anno è stato funestato da troppe negatività, per cui aggiungerò cinque semi di grano, tenero, sette di grano duro ed un fagiolo, magico.

Il Solstizio d’inverno è il momento in cui il Sole raggiunge la massima distanza angolare rispetto all’equatore, ossia quando l’emisfero Nord riceve il minimo irraggiamento dal sole, è dunque il giorno con meno luce e di conseguenza la notte è la più lunga.

Nel nostro emisfero, ovvero quello boreale, al mezzogiorno locale del solstizio di giugno il Sole raggiunge l'altezza massima possibile sull’orizzonte per quella latitudine, mentre in quello di dicembre raggiunge l'altezza minima

Il solstizio ritarda ogni anno di circa 6 ore rispetto all'anno precedente (più precisamente 5h 48' 46") e si riallinea forzosamente ogni quattro anni in corrispondenza dell’anno bisestile, introdotto proprio per evitare la progressiva divergenza delle stagioni con il calendario. A causa di tali variazioni può capitare che i solstizi cadano il 20 o il 21 giugno oppure il 21 o il 22 dicembre.

Già ho molto tediato, nelle mie dissertazioni periodiche, sull’importanza che ha sempre avuto nei più svariati contesti socio-storico-culturali questo periodo; pertanto oggi mi limiterò a semplicemente ricordare che il Solstizio d’Inverno sia stata una festività pagana importante nota come Sol Invictus, dal 17 al 23 a Roma erano i Saturnalia, nel neopaganesimo Yule e nel cristianesimo si associa il Natale.

La tradizione popolare vuole che il giorno più corto dell’anno sia il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia. Il 13 dicembre è il giorno in cui il sole tramonta prima, ma il 21 l’alba è ritardata. Quindi a conti fatti il 21 dicembre abbiamo meno ore di luce. Da quella data fino ad inizio gennaio il sole sorge più tardi e tramonta più tardi.

Insomma abbiamo delle notti più lunghe in quanto l’alba avviene più tardi e la notte più lunga di tutte sarà quella fra il 20 e il 21 dicembre 2017. Il sole il 20 dicembre andrà a dormire alle 17 e lo rivedremo alle 7.30 del mattino del 21 dicembre. Dal Solstizio d’inverno l’ora del tramonto si allungherà ogni giorno di preziosi minuti, ma l’alba avverrà sempre qualche minuto più tardi, fino ad inizio gennaio quando l’alba inizierà a riacquistare minuti e le notti si faranno quindi più brevi.

In Italia tutti conoscono il detto «Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia». Il 13 dicembre viene festeggiato in alcuni luoghi del nostro Paese (Bergamo, per esempio) come il giorno in cui si fanno i regali ai bambini. In Svezia, e in generale nei Paesi nordici, la notte di santa Lucia è accompagnata da tradizioni e cerimonie che celebrano la luce e un sonetto del poeta inglese John Donne canta come «la mezzanotte dell’anno». Eppure non è questo il giorno più breve, quello in cui tra l’alba e il tramonto trascorre il minor numero di ore e dopo il quale le giornate tornano finalmente ad allungarsi: il solstizio cade invece il 21 o il 22 di dicembre (quest’anno il 21). La responsabilità dello sfasamento tra la tradizione e la realtà ricade su Giulio Cesare e sulle conoscenze astronomiche non del tutto precise dei Romani, o meglio dell’astronomo Sosigene di Alessandria. Fu a lui, infatti, che Cesare nel 46 a.C. diede incarico di mettere ordine nel calendario in uso all’epoca, che vedeva continui sfasamenti. Il calendario giuliano fu un deciso passo avanti, grazie all’introduzione del mese bisestile ogni quattro anni. Il giorno in più serviva, come accade ancora oggi, a recuperare la differenza tra i 365 giorni dell’anno segnati normalmente dal calendario e i 365 giorni e 6 ore che rappresentano l’effettiva durata del tragitto che la Terra compie attorno al Sole. Sei ore in più per quattro anni danno appunto la durata di un giorno, che dovrebbe riportare in pari le cose.

Purtroppo, però, le 6 ore usate per il calcolo dell’anno bisestile sono solo una approssimazione della durata esatta dell’anno solare che è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. La differenza è poco più di undici minuti, abbastanza per portare nei secoli ad accumulare un ritardo che a un certo punto era arrivato attorno ai dieci giorni. Nel Medioevo il solstizio era dunque più vicino al giorno di santa Lucia che al 21 dicembre, giustificando pienamente le tradizioni popolari.

 Fu solo nel 1582 che le cose vennero rimesse a posto. Papa Gregorio XIII che, anche lui con l’aiuto degli astronomi e soprattutto del calabrese Luigi Giglio, diede il via al calendario gregoriano e decise di far saltare il mondo dal 4 al 15 ottobre: i giorni in mezzo, quelli dal 5 al 14 ottobre del 1582. Dal 1582 dunque il solstizio si è spostato dove lo conosciamo oggi, anche se non tutti i Paesi adottarono il nuovo calendario nello stesso anno: John Donne scrisse il suo sonetto all’inizio del 1600, cioè dopo la riforma, ma in Inghilterra il calendario gregoriano arrivò solo nel 1750 e quindi per lui il solstizio era ancora attorno al 13 dicembre. L’insurrezione dei bolscevichi a Pietrogrado del 1917 avvenne a ottobre per Lenin e i suoi (in Russia si usava ancora il calendario giuliano) e a novembre per gran parte del resto d’Europa.

Gli appassionati di astronomia segnalano che comunque attorno al 13 dicembre qualcosa nelle nostre giornate succede. È in questi giorni, infatti, che il tramonto del Sole avviene, secondo i nostri orologi, all’ora minima. Dipende da una complicata questione di calcoli dell’ora media, cioè quella che segnano gli orologi, e ora reale, ma fatto sta che da oggi in poi il tramonto si sposta un poco in avanti, dando l’impressione che i giorni siano già tornati ad allungarsi

Santa Lucia: La sua festa liturgica ricorre il 13 dicembre; antecedentemente all'introduzione del calendario gregoriano (1582), la festa cadeva in prossimità del solstizio d’inverno (da cui il detto "santa Lucia il giorno più corto che ci sia"), ma non coincise più con l'adozione del nuovo calendario (differenza di 10 giorni). La celebrazione della festa in un giorno vicino al solstizio d'inverno è probabilmente dovuta alla volontà di sostituire antiche feste popolari che celebrano la luce e si festeggiano nello stesso periodo nell'emisfero nord. Altre tradizioni religiose festeggiano la luce in periodi vicini al solstizio d'inverno come ad esempio la festa di hanukkah ebraica, che dura otto giorni come le celebrazioni per la santa a Siracusa, o la festa di Diwali di celebrata in India. Il culto di santa Lucia inoltre presenta diverse affinità con il culto di Artemide, l'antica divinità greca venerata a Siracusa nell’isola di Ortigia. Ad Artemide, come a santa Lucia, sono sacre la quaglia e l'isola di Ortigia - anche chiamata Delo in onore della dea della caccia. Artemide e Lucia sono entrambe vergini. Artemide è inoltre vista anche come dea della luce mentre stringe in mano due torce accese e fiammeggianti.

Con il Solstizio d’inverno si entra nel Capricorno, ultimo segno di terra: “Colui che compie l’ascesa”. La terra del segno del Capricorno appare arida, spoglia, dura e fredda.

È la terra invernale che non offre frutti, che non abbellisce esteriormente perchè tutte le sue energie sono rivolte all’interno per il lento processo di crescita in seno alla Natura. La morte apparente, che vediamo all’esterno corrisponde al massimo momento spirituale, alla maggiore ingegnosità dell’uomo, libero dagli ordinari lavori stagionali; rappresenta la spoliazione, la concentrazione verso una meta, ma anche è la cima della montagna e la profondità della grotta dove l’individuo, addestrata la la volontà e controllato l’istinto, giunge al dominio del sé e diviene UOMO DIO.

In Gran Bretagna, a Stonehenge, si possono ancora ammirare e studiare imponenti ruderi: due cerchi concentrici di monoliti che raggiungono le 50 tonnellate. L'asse del monumento è orientato astronomicamente, con un viale di accesso al cui centro si erge un macigno detto "pietra del calcagno" (Heel Stone, detta anche Fryar's Heel, cioè "Tallone del frate"). All’alba del Solstizio, il Sole si leva al di sopra della Heel Stone. Stonehenge, insomma, sarebbe non solo un tempio, che le più moderne teorie archeologiche lo vedono come tempio cimiteriale, ma anche come un calendario astronomico.

A Nabta Playa vi è un circolo calendariale, dove due monoliti hanno allineamento Nord-Est in direzione del sorgere del sole il 21 giugno e risulta essere più antico di Stonehenge di almeno mille anni.

Tracce di culti solari s'incontrano in tutto il mondo, dalla Polinesia all’Africa alle Americhe e giungono fino ai nostri giorni: per gli eschimesi il sole è la vita mentre la luna la morte, in Indonesia il sole s'identifica con un uccello e con il potere del volo, tra le popolazioni africane primitive la pioggia è il seme fecondatore del dio Amma, il sole, creatore della terra.

Per gli Inca, la cui massima fioritura si ha intorno al XV secolo, la divinità Inti è il sole, sovrano della terra, figlio di Viracocha, il creatore, e padre della sua personificazione umana, l'imperatore. Attorno a Cuzco, capitale dell'impero, sorgono i Mojones, torri usate come "mire" per stabilire i giorni degli equinozi e dei solstizi. A Macchu Picchu, luogo sacro degli Inca, si può ancora vedere il Torreon, una pietra semicircolare incisa per osservazioni astronomiche, e l'"Intihuatana", un orologio solare ricavato nella roccia.

Per i Maya il sole è il supremo regolatore delle attività umane, sulla base di un calendario nel quale confluiscono credenze religiose e osservazioni astronomiche per quell'epoca notevolmente precise.

Tra gli indiani d’America il sole è simbolo della potenza e della provvidenza divine. Presso gli Aztechi è assimilato a un giovane guerriero che muore ogni sera e ogni mattina risorge, sconfiggendo la luna e le stelle: per nutrirlo il popolo azteco gli offriva in sacrificio vittime umane. Leggende analoghe, anche se fortunatamente meno feroci, si trovano ancora tra le popolazioni primitive nostre contemporanee. Gli stessi inuit (eschimesi) ritenevano fino a poco tempo fa che il sole, durante la notte, rotolasse sotto l'orizzonte verso nord e di qui diffondesse la pallida luce delle aurore boreali: convinzione ingenua, ma non del tutto errata, visto che è stato studiato come le aurore polari siano proprio causate da sciami di particelle nucleari proiettate nello spazio ad altissima energia dalle regioni di attività solare. Tutto il culto degli antichi Egizi è dominato dal sole, chiamato Horus o Kheper al mattino quando si leva, Ra quando è nel fulgore del mezzogiorno e Atum quando tramonta. Eliopoli, la città del Sole, era il luogo sacro all'astro del giorno, il tempio di Abu Simbel, fatto costruire da Ramsete II nel XIII secolo a.C., era dedicato al culto del sole.Secondo la cosmologia egizia il Nilo era il tratto meridionale di un grande fiume che circondava la Terra e che, verso nord, scorreva nella valle di Dait, che raffigurava la notte; su esso viaggiava un'imbarcazione che trasportava il Sole (raffigurato come un disco di fuoco e impersonato nella figura del dio Ra) che nasceva ogni mattino, aveva il culmine a mezzogiorno e al tramonto viaggiava su un'altra imbarcazione che lo riportava a est. Si devono agli Egizi alcune delle prime precise osservazioni astronomiche solari, in base alle quali i sacerdoti del faraone prevedevano le piene del Nilo e programmavano i lavori agricoli. Le Piramidi sono disposte secondo orientamenti astronomici, stellari e solari. Gli obelischi erano essenzialmente degli gnomoni, che con la loro ombra scandivano le ore e le stagioni. Gli orologi solari erano ben noti e ne esistevano diversi tipi, alcuni dei quali portatili, a forma di T o di L, chiamati merket: il faraone Thutmosis III, vissuto dal 1501 al 1448 a.C., viaggiava sempre con la sua piccola meridiana, come noi con il nostro orologio da polso. La prima comparsa di Sirio, la stella più luminosa del cielo, all'alba, in estate, era per gli Egizi il punto di riferimento fondamentale del calendario. Il loro anno era di 365 giorni, ma sapevano già che in realtà la sua durata è maggiore di circa sei ore, per cui avevano calcolato che nel corso di 1460 anni la data delle inondazioni del Nilo faceva una completa rotazione del calendario.

Il solstizio d'estate, rappresentando l'inizio dell'omonima stagione, è sempre stato nella storia occasione di feste, come i Litha nel neopaganesimo o la natività cristiana di Giovanni Battista, cosiddetta "Notte di San Giovanni" o "Notte di mezza estate".

Il Solstizio è il momento che segna, per il nostro pianeta, la fine del ciclo annuale. Il Sole si ferma, apparentamente, nel punto più basso rispetto all’equatore e, il terzo giono, riprende a salire, o a rinascere, nella volta del cielo. Simbolicamente è la fine del vecchio e il principio del nuovo. In tutte le religioni, dal culto di Zoroastro a quella di Cristo, segna la nascita dei Grandi esseri che hanno il compito di far progredire l’Umanità, salvandola dal suo stesso inciampare lungo il percorso evolutivo.

Il Natale cristiano prosegue questa tradizione indicando che il salvatore nasce in una grotta lontano dai clamori e dagli sfarzi del mondo per redimere il Karma attraverso l'Amore e stabilire la Fratellanza tra gli Uomini di Buona volontà. La sacralità dell'evento cosmico è, purtroppo, sovrastata dal peso dell'evento consumistico che, nei Paesi opulenti della civiltà occidentale, ne svilisce la forma ma non il significato. Vorremmo invitare tutti gli individui consapevoli a non regalare oggetti ma donare un poco del proprio amore. Sarebbe molto più proficuo per la crescita delle coscienze e la manifestazione del Piano Divino.

La rinascita solare rappresenti il simbolo di una rigenerazione cosmica, in cui il Sole e la Luce sono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che opera la sua seconda nascita spirituale, sviluppando e superando il proprio stato sottile, nella notte del solstizio d’inverno, quando è possibile accedere alla via divina in cui l’uomo, restaurando in sé l’Adamo Primordiale, può intraprendere la strada dello sviluppo sovraindividuale.

Ciò detto, AUGURO A TUTTI un buon Solstizio, Natale ed Epifania ( Il termine deriva dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω, epifàino (che significa "mi rendo manifesto"), dal sostantivo femminile ἐπιφάνεια, epifàneia (manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina). Sin dai tempi di San Giovanni Crisostomo il termine assunse una valenza ulteriore, associata alla Natività di Gesù Cristo Redentore) e che il NUOVO sia positivo, fecondo e ricco sia materialmente che spiritualmente per ognuno di NOI.

Uno studio esoterico sul sesso



Lo “Studio Esoterico del Sesso”, è un testo che tratta un tema cruciale nella storia dell’esoterismo: il ruolo delle energie sessuali e la loro trasmutazione sul piano più prettamente spirituale.
L’argomento era ben noto alla filosofia e alle scuole mistiche dell’antichità, poi è transitato in un limbo tardo medioevale, per essere riproposto dalla psicanalisi del XX secolo, sia come pulsione energetica personale (Freud) sia come aspetto più specificamente mistico-esoterico (Jung), aprendo così ad una rivisitazione profonda del tema e alla sua diffusione in ambiti di studio anche non specialistici e/o riservati a cerchie limitate..

giovedì 20 dicembre 2018

Massimo Cacciari: «Il noûs è il nostro proprio respirare»



«Ciò che ci rende capaci di indagare Physis, e penetrando in essa indagare noi stessi, sembra qualcosa di troppo 'singolare' per poter essere spiegato sulla base dello 'spirito' che tutto pervade, a tutti comune. I princìpi stessi che questa facoltà giunge a intuire, la loro universalità e necessità, non sembrano fare segno all’immortalità dell’agente che ne dispone? Potrebbe un fattore soltanto sensibile, quella sola dimensione della 'psyché' che avvertiamo coi sensi, essere il fondamento del nostro 'theoreîn'? Eppure anche tale 'psyché' sembra si debba concepire come immortale; nulla vivrebbe, infatti, se venisse meno. Ma i corpi che fa vivere sono mortali. Tuttavia questi corpi finiti pensano l’infinito, contemplano idee immortali. Dunque, in loro l’universale 'psyché' si dà in una forma che attiene all’immortale. Questa forma è ciò che rende possibile il pensare, la sua condizione o presupposto: 'noûs'. 'Noûs' chiamiamo la forma in cui l’onnipotente 'psyché' si caratterizza nell’esserci dell’uomo e sembra renderne l’anima immortale. Ma tutta? Anche quelle parti o funzioni che sono in noi affatto simili a quelle di altri animali? O immortale è il 'noûs' soltanto? È esso il nostro proprio 'respirare' (dalla radice ‹an›- di anima e vento si formano in sanscrito le voci indicanti il respirare. Assumere la sostanza che ci dà vita è inizio del conoscere, origine immanente in ogni suo atto: ciò appare chiarissimo nella prossimità tra ‹gígnomai›, ‹gigno› ‹gignósko›)».

Massimo Cacciari, Labirinto filosofico, Adelphi, Milano 2014 (prima edizione), 6. ‘In ascolto del Logos’, 6.2 De anima, p. 178.

mercoledì 19 dicembre 2018

Tiziano Busca ospite di Andrea Di Leonardo. «La Massoneria è la scelta nuova per chi non ha fretta»

La copertina del libro

Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori del Rito di York, è stato ospite su Eterne Verità di Giuseppe Tamo della rubrica di Andrea Di Leonardo, per parlare di «La Massoneria parla all’uomo. Dalla Tradizione un progetto ribelle» il libro nato la scorsa estate da lunghe chiacchierate informali con Mauro Cascio ed Egidio Senatore e pubblicato di recente da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.
È avvilente una Massoneria che non sappia dire più niente all’uomo. «La Massoneria può sembrare complessa e difficile, ma è lo specchio più profondo di noi stessi, ma è uno specchio difficile con cui fare i conti, perché ci troviamo sostanzialmente nudi di fronte alle nostre debolezze, alle nostre passioni. Provare a ricostruire altrimenti la nostra identità pone nuovi problemi, che vanno oltre a quanto raccontato da certa stampa e da prese di posizione spesso dettate da ignoranza. L’uomo ha sempre guardato in alto. Lo strumento è una scala ed è dentro di sé, valori, conoscenze, sapienzialità antiche che in molti casi non ci appartengono più. È la stessa differenza che c’è tra il pellegrino e il viaggiatore. Il pellegrino si gode il viaggio, lo assapora, si sofferma. Il viaggiatore deve arrivare a destinazione a ha fretta. Lo aspetta, dopo il viaggio, la quotidianità. La Massoneria è la scelta nuova per chi non ha fretta. Spiegare cosa sia un iniziato non è semplice ma lo direi così: un nuovo Adamo. Chi è uscito da vecchi rapporti, al centro del creato, ad un certo punto esce e si misura con una condizione materiale, che lo pone in conflitto con persone e cose, con la cultura, con la società. E quando quest’uomo si guarda ha voglia di salire una scala allora trova identità, consapevolezza. Qui non esistono segreti. La Massoneria ha un segreto che è quello di assegnare a ciascuno di noi una chiave di lettura diversa dal quotidiano. Il segreto della Massoneria è talmente evidente che è rappresentato da tutte le immagini che possono essere ricercate in ogni spazio e in ogni luogo: il libro sacro, la squadra, il compasso».

Insomma. C’è il problema della Ricerca. «Il Massone non ha schemi. Per questo diciamo che è un Ribelle. Quando la dignità dell’uomo viene offesa c’è la lotta contro la realtà sociale. L’uomo per poter essere libero deve lavorare. Abbiamo cercato in questo lavoro di trovare gli anelli, le congiunzioni, gli anelli di questi passaggi. Ci siamo soffermati sul Rinascimento. Sull’uomo nuovo edificato in base ai valori di una cultura europea. È quello che veniva da lontano, dalle gilde».

Che cos’è, allora, l’iniziazione massonica al di là da quanto racconta la stampa scandalistica? «Quando uno arriva ad un percorso di rilettura di sé non lo fa sulla base di quello che viene raccontato. La storia della Massoneria è la storia di una grandezza, ma la grandezza è data dagli uomini che l’hanno interpretata, non dall’Istituzione in sé. È un percorso fatto anche, ma non esclusivamente, di studio, di conoscenza. L’iniziazione è una scommessa: trovare la propria identità, come bagnarsi nel Giordano è il simbolo di una rigenerazione. Si comincia una via, si prende una strada che è fatta di pietra, della voce del verbo costruire. Perché siamo muratori. Nell’ambito di uno spazio sacro. Si fa presto a dire che la Massoneria è il ritrovo di tutti i delinquenti, a buttare il fango del sospetto, mai accertato peraltro. Si fa presto a calunniare. La Massoneria  è la ricchezza dello sguardo di chi sa vedere anche la ricchezza dell’altro e che dà modo, se ascoltata, di far leggere diversamente i problemi».

E di questo si deve preoccupare oggi la Massoneria: delle mafie, dei fenomeni migratori. Perché la Massoneria cerchi sì ia definizione del compito ontologico dell’uomo ma non si preoccupi poi solo di universali astratti, ma dell’elevazione dell’uomo. «La Massoneria deve saper leggere i bisogni, deve anticiparli i problemi. Cioè la lettura di un uomo che ama l’altro uomo.Io non posso semplicemente accogliere un uomo che fugge. Io devo far sì che nel suo ambiente quell’uomo trovi risposta ai suoi bisogni. Solo allora avrà dignità. Questa accoglienza non dà dignità. Questi ragazzi non hanno comunque lavoro, dimensione. Non vedo grandi episodi di razzismo».

La conversazione è poi proseguita parlando del ruolo della Massoneria nel Risorgimento, ripercorrendo le pagine del libro, perché la Massoneria ha fatto l'Italia, suoi sono tutti gli uomini che hanno costruito l'idea di Nazione. «Una pedagogia civile. Citiamo, nelle chiacchierate, spesso Nathan, sia come sindaco che come Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. In quell'agire c'era tutto, c'era Giordano Bruno, c'era il Rinascimento, c'era l'illuminismo, c'era l'idealismo. Ed è questa pedagogia civile che ci dovrebbe far riscoprire figure come Adriano Olivetti, e la sua economia a misura di uomo. È questa pedagogia civile che ci ha avere in odio questa Europa, che è solo l'Europa delle banche. Chi dice che questa è solo l'Europa della Finanza ha ragione. Come fa un apostolo della Verità a metterlo in discussione? C'è solo Capitale e Mercato, non è l'incontro delle genti. Sono valori che calpestano quelli massonici, il concetto di uguaglianza. Perché la bara non ha tasche, come ne 'A Livella ci ricordava il massone Totò».

Cosa dire delle campagne di stampa contro la Massoneria? «Non voglio sminuire l'eventuale pericolo, tutto da dimostrare, di patologie che anche statisticamente riguardano una parte minima. Ma si tratta di una raccolta, violenta, di Fake News. Fatte da chi non sa, da chi non conosce la Massoneria».

Andrea Di Leonardo ha infine ricordato il primo lavoro di Tiziano Busca, «Rito di York. Storia e metastoria», sempre edito da Tipheret.


martedì 18 dicembre 2018

Ecco a cosa serve il Silenzio (secondo Cioran)



«Più facciamo progressi “interiori” più diminuisce il numero di coloro con cui possiamo realmente comunicare»
E. Cioran, Quaderni 1957-1972

lunedì 17 dicembre 2018

La Festa della Luce. Il sindaco di Firenze Dario Nardella ospite della Massoneria

Dario Nardella

Si è svolta a Firenze la 'Festa della Luce' l'iniziativa annuale della Massoneria Italiana. In apertura dei lavori ha portato il saluto della città il sindaco in persona, che si è rivolto ai fratelli del Grande Oriente con parole di stima e profonda considerazione. Una delle voci quella di Dario Nardella, fuori dal coro, libere e senza pregiudizio.  “Parlo a voi –ha detto-  soprattutto in qualità di cittadini, professionisti, lavoratori presenti ciascuno nelle vostra comunità, nei vostri contesti professionali e sociali. Possiate con forza, con la vostra testimonianza, ma anche, con le vostre idee,  parlare, dialogare, convincere, donne e uomini, invitandoli a stare un po’ meno davanti a un computer e un po’ più davanti a un tavolino a ragionare, a parlare, ad ascoltare, a confrontarsi”. “Abbiamo bisogno –ha sottolineato il primo cittadino di Firenze-  di recuperare questo gusto del rapporto umano, dello stare insieme, della riflessione, la curiosità di conoscere. Dobbiamo tutti combattere la vacuità e l’apatia con cui si vogliono fare ammalare i nostri concittadini. Non possiamo permettercelo. Ho voluto partecipare a questo evento – ha concluso- per condividere con voi questi pochi pensieri alla vigilia di una festa che ci accomuna tutti. Ed è con questo messaggio di augurio e di sollecitazione che vi saluto”.

Fonte: GOI

venerdì 14 dicembre 2018

Il libro di ermete. La recensione su Solo Libri



Imprescindibile la lettura del primo volume, ma, se possibile, il volume secondo risulta ancora più affascinante e ciò poiché l’autore rende partecipe il lettore delle proprie personali riflessioni e così quest’ultimo ha l’occasione di addentrarsi nelle materie affrontate scrutandole con l’occhio di chi, con tanto interesse e tanta passione, ha voluto trasmettere, anzi direi donare, agli altri il proprio sapere.

Le discipline più disparate: ghematria, astrologia, alchimia, buddhismo, esoterismo cabalistico, cristianesimo, gnosticismo si sommano e si intrecciano per rivelarci, attraverso una lettura attenta, scevra di pregiudizi e preconcetti, libera da ottusità intellettuale e da dogmatismi tramandati ed acquisiti senza spirito critico, come tutti i diversificati rami del sapere non siano poi così distanti.
L’autore, attraverso l’utilizzo della conoscenza derivante dalle dottrine menzionate, interpreta i ventidue arcani maggiori dei Tarocchi, dalle origini antichissime, da una nuova prospettiva e per il tramite di nuove vie ermeneutiche, superando le interpretazioni usualmente accettate.
Un lavoro serio e accurato non può essere contaminato da credenze precostituite o dogmaticamente recepite; bisogna avere il coraggio di spingersi oltre il banale senso comune.

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lunedì 10 dicembre 2018

La Massoneria parla in fiera. Tipheret a «Più libri più liberi». Con Bisi, Busca e Cascio

Tiziano Busca con Stefano Bisi

Si è chiusa a Roma la Fiera della piccola e media editoria «Più libri più liberi», presso la Nuvola di Fuksas. Tra gli espositori anche Tipheret, il marchio del Gruppo Editoriale Bonanno che in questi anni si sta distinguendo per qualità e completezza del suo catalogo, nell'ambito degli studi massonici. In questo intenso fine settimana si sono tenuti degli incontri con alcuni importanti autori per il firmacopie. Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, autore di Massofobia. Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell'Arco Reale - Rito di York, autore de La Massoneria parla all'uomo. Dalla Tradizione un progetto ribelle, una sorta di Manifesto programmatico che è già un piccolo caso editoriale. Mauro Cascio, presente con le sue ultime curatele (Ambelain. de Cléré) e con i suoi lavori La Sapienza di Re Salomone e Lo schiaffo a Benedetto Croce.

Tiziano Busca con l'on. Borghezio

Mauro Cascio con Mauro Bonanno

sabato 8 dicembre 2018

Che la terra ti sia lieve


Un grave lutto ha colpito le colonne del Cap. Etruria 66 all'Oriente di Grosseto: il comp. Segretario Mauro Rambelli ha varcato l'ultimo velo e si è incamminato nella verità ultima dell'Oriente Eterno. Alla sua famiglia e ai compagni del capitolo l'abbraccio solidale del Gran Capitolo che inchina il suo labaro nel porgergli l'ultimo saluto terreno.

venerdì 7 dicembre 2018

Il Rito di York a «Più libri più liberi»



Si sta svolgendo in questi giorni a Roma, presso la nuvola di Fuksas all'euro, la nuova edizione di «Più libri più liberi» la Fiera della piccola e media editoria. Oggi pomeriggio alle 17 appuntamento con il fimacopie con Mauro Cascio e i suoi ultimi lavori (La Sapienza di Re Salomone e Lo schiaffo a Benedetto Croce). Domani tocca a Tiziano Busca, presentare il suo La Massoneria parla all'uomo. Stand Tipheret, Gruppo Editoriale Bonanno, Stand A67

giovedì 6 dicembre 2018

Presentato il terzo volume del Talmud



All’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede è stato presentato il terzo volume del Talmud Babilonese in Italiano, Ta’anit.

Dopo i saluti dell’Ambasciatore Pietro Sebastiani, sono intervenuti il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, il Rabbino Capo di Roma e Presidente del Progetto Talmud, Rav Riccardo Di Segni, Il Presidente del CNR, Massimo Inguscio, la Presidente dell'UCEI, Noemi di Segni, Sua Em.za Mons. Guerino Di Tora e il Coordinatore della Traduzione Rav Gianfranco Di Segni. L’incontro è stato moderato dal Direttore del Progetto Talmud, la Prof.ssa Clelia Piperno.
«È stato per noi un grande onore poter presentare il nuovo trattato nella splendida cornice della sala del Camino di palazzo Borromeo. Grazie a tutti gli amici che hanno partecipato e che hanno scelto di essere al nostro fianco anche in questa occasione speciale. Come ha detto il nostro Direttore, Clelia Piperno: “ogni persona in questa stanza, ha contribuito alla realizzazione di questo progetto. Grazie a tutti voi”».

martedì 4 dicembre 2018

Cosa intendeva Einstein per “Dio non gioca a dadi”



Lo scrittore Jim Baggott ripercorre le vicende principali che hanno portato la scienza, e la fisica, a riabbracciare filosofia e trascendenza. Quella di Albert Einstein, in particolare, è una storia che ha molto a che fare con l’idea di “Dio”, che, però, non è quello religioso.

Leggi qui (da L'Indiscreto)

lunedì 3 dicembre 2018

Lo York a Savona per continuare a parlare di Cabala



Grande successo a Savona, grazie all'impegno del Capitolo York di Imperia dell'EGS Flavio Franco, per il settimo modulo del "Risorgimento della Tradizione. Il Ritmo nuovo della Qabalah", l'iniziativa che nell'ultimo anno il Rito di York ha proposto a Milano, Benevento, Novara, Crotone, Trieste, Compiano. In un luogo davvero splendido e significativo: la sala rossa del Comune, per l'occasione piena di tantissime persone.
Luca Dellisanti ha introdotto i lavori, definendo la Cabala, il suo rapporto con il mondo ebraico, passando in rassegna i concetti più importanti di una sapienzialità così stretta al mondo e al simbolismo massonico. Massimo Agostini è tornato a riferirsi al femminino sacro, citando le espressioni e dalle figure classiche cabalistiche, dalla Shakinah a Lilith. Mauro Cascio, il cui ultimo libro si intitola significativamente La Sapienza di Re Salomone. Massoneria e Cabala, si è soffermato sull'importanza degli studi filosofici, soprattutto di discipline quali la Logica, perché il Logos è quanto unisce gli uomini, là dove tutto il resto è 'espressione' e 'rappresentazione'.
Le conclusioni sono state affidate a Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo del Rito di York, che ha sottolineato l'importanza della figura dell'iniziato, che ha il dubbio nel cuore e la certezza come approdo.