lunedì 31 agosto 2020

La circolarità del silenzio

di Michele Leone




Perché tornare al silenzio? Perché parlare della circolarità del silenzio? Perché farlo partendo dall’accenno al silenzio fatto a Proclo nel brano sotto riportato?

Prima di rispondere, di accennare una risposta, alle domande appena poste mi piacerebbe leggessi il brano di Proclo.

Una volta stabilite da noi preventivamente queste distinzioni, mettiamoci a trattare degli ordinamenti divini cominciando dall’alto, introducendo a partire dall’Uno tutti gli ordinamenti degli dei nella loro totalità e facendoci accompagnare da Platone: in primo luogo ricavando tutte le singole concezioni dagli altri dialoghi connettiamole per mezzo dei ragionamenti inconfutabili, e in seguito connettiamo così anche le conclusioni del Parmenide alle processioni divine e confrontiamole con queste ultime, e mettiamo in rapporto le prime conclusioni alle prime processioni, e le conclusioni che vengono per ultime alle ultime processioni.

A questo punto dobbiamo riprendere la mistica dottrina sull’Uno, per celebrare, procedendo "per la nostra via", a partire dal Principio Primo i secondi e i terzi principi del Tutto. Di fatto a tutti quanti gli enti preesiste una Causa unica, trascendente ed impartecipabile, ineffabile ed indicibile per ogni ragionamento, ma pure inconoscibile ed incoglibile per ogni conoscenza, che da un lato fa apparire da sé tutte e le cose, e che dall’altro preesiste in modo ineffabile a tutte le cose; e che per un verso fa rivolgere tutte le cose verso di sé, e che per un altro è il fine supremo di tutte. Ebbene questa Causa,  che risulta realmente trascendere in modo separato tutte le altre cause, che fa sussistere in modo unitario da un lato tutte le enadi delle realtà divine, e dall’altro tutti i generi e le processioni degli enti, Socrate nella Repubblica la chiama "il Bene" e attraverso l’analogia con il sole svela la sua meravigliosa ed inconoscibile superiorità rispetto a tutti gli intellegibili; a sua volta Parmenide la chiama Uno, e d’altro canto attraverso le negazioni, dimostra che la trascendente ed ineffabile realtà di questo Uno è causa della totalità delle cose; poi nella Lettera a Dionisio, il discorso, procedendo per enigmi, celebra tale Causa come quella "attorno alla quale sono tutte le cose" e come "causa di tutte le cose belle"; infine Socrate nel Filebo onora questa Causa quale principio che fa sussistere la totalità delle cose, proprio per il fatto che è causa di ogni natura divina: infatti tutti gli dei ottengono di essere dei ad opera del Primo Dio.

Dunque sia che risulti lecito chiamarla “Fonte della natura divina”, sia “Re di tutte le cose”, sia “Enade di tutte le enadi”, sia “Bontà generatrice della verità”, sia “Realtà che trascende tutte quante queste realtà” e “al di là di tutte le cause” sia di quelle paterne sia di quelle generatrici, questa Causa sia onorata da noi con il silenzio e con l’unificazione che precede il silenzio e che essa faccia risplendere il destino “del mistico compimento” che si confà alle nostre anime; si contemplino poi con l’intelletto le due sorte di principi che procedono a partire da essa e dopo essa. Cos’altro infatti si deve porre dopo l’unità della natura divina universale se non la diade dei prinicipi? (Proclo, Teologia Platonica, libro III,7, Bompiani, Milano 2012, pp. 337-339).  

domenica 30 agosto 2020

E' passato all'Oriente Eterno il Comp. Giuseppe Fabbri "Beppe"

 

 
"SIT TIBI TERRA LEVIS"

 
 
Ieri sera alle ore 22:00 ha lasciato la Loggia terrena per quella Celeste il carissimo compagno Giuseppe Fabbri. Con lui, il Rito di York Italiano perde uno dei compagni che è stato la figura più rappresentativa dal 2003 al 2010: Illustre Gran Maestro della Massoneria Criptica dal 2003 al 2006 e quindi Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LL.MM. dell'Arco Reale in Italia dal 2007 al 2010.

I labari dei Capitoli Italiani, dei Concili e delle Commende si piegano in segno di rispetto, di dolore fraterno  e vicinanza al suoi famigliari.

Come suo stile, il Fr. "Beppe", - così era chiamato con affetto e famigliarità dai fratelli, dai Compagni e  Cavalieri che gli erano più vicini, -  ci ha lasciati senza rumore, con tatto e dignità. Rimarranno per sempre i suoi insegnamenti e il suo ricordo.
 
nella fotografia: 2008 Assemblea del Gran Concilio. L'entrata del Sommo Sacerdote Comp. Giuseppe Fabbri


martedì 25 agosto 2020

In libreria il vocabolario massonico



Questo volume cerca di soddisfare un bisogno nell’ambito della divulgazione iniziatica, la mancanza di un vocabolario tascabile dei termini utilizzati nel mondo massonico, un qualcosa di pratico che possa essere portato in loggia e consultato tranquillamente da chi questo mondo lo frequenta e lo vive. Per ovvie ragioni questo non è un ‘‘dizionario enciclopedico’’, ma semplicemente uno strumento agile e pratico da poter essere consultato rapidamente. Si è voluto pure riservare uno spazio esplicativo ai diversi Riti, in maniera che il lettore possa farsi un’idea delle differenze che intercorrono tra i vari percorsi di perfezionamento. Il pubblico di riferimento non è ovviamente solo quello massonico, che troverà qui risposta alle proprie curiosità verbali, ma, principalmente, il mondo di profani e neofiti che guardano con attenzione una realtà affascinante e sconosciuta.

lunedì 24 agosto 2020

Davanti alla fine del mondo. Mauro Cascio ispira il nuovo disco di Roberto Kunstler



Si intitola Davanti alla fine del mondo l’ultimo ep di Roberto Kunstler, liberamente tratto dall’omonimo libro del filosofo Mauro Cascio, in uscita in questi giorni per Tipheret – Gruppo Editoriale Bonanno. Kunstler, per anni autore dei testi e delle musiche di Sergio Cammariere, ma anche di artisti come Alex Britti, Francesca Schiavo, Paola Turci, torna a interpretare le sue creazioni, dopo prove convincenti come Mentre e Senza dire niente.

Davanti alla fine del mondo si avvale della collaborazione, nella scrittura, di Massimo Ricciuti e di Francesco Musacco (due Sanremo vinti con Vorrei avere il becco di Povia e Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi).

venerdì 7 agosto 2020

Il simbolismo cabalistico del grado di Maestro Istallato nel Rito di York

di Luca Delli Santi



Il Maestro Installato è il grado a cui si accede successivamente a quello di Maestro del Marchio nei gradi capitolari del Rito Di York, originariamente era conferito agli ex Maestri Venerabili, i soli che potevano essere esaltati all’Arco Reale, è divenuta prassi elevare tutti i Compagni dei Capitoli a questo grado, che viene conferito virtualmente, con il rituale tramandato dalla antica tradizione massonica. 
Vi sono alcune giurisdizioni in cui è possibile acquisire questo grado solo per coloro che sono stati eletti Maestri Venerabili nelle logge simboliche.
La breve cerimonia di “installazione” è ricca di significati, etici, morali, esoterici e spiccatamente cabalistici.
Il candidato viene avvolto in corda intono alla vita per cinque volte, la ghematria di questo numero ci illustra un’interessante corrispondenza: Ed ( א ד  )  vapore che ci invita a riflettere su quanto vacuo ed effimero possa essere il potere. Ancora una volta l’insegnamento della cabala ci confonde con il gioco delle corrispondenze e delle contraddizioni, nel momento in cui siamo finalmente elevati al trono di re Salomone, il rituale ci propone il numero cinque e la sua ambiguità. Ambiguità che volge a nostro favore grazie ad un’altra ghematria, Avav ( ב‎ ב‎ ‎א ) germogliare, verdeggiare. 
Il raggiungimento del trono di Salomone, idealmente il completamento del lavoro iniziatico, è l’acquisizione della potenziale Sapienza, dalla cui colonna si è chiamati a guidare i lavori dei Fratelli, maestro fra i maestri.
I meriti del Maestro Installato vengono messi alla prova nel rituale durante il momento della confusione, il tempio precipita nel caos, l’anarchia delle passioni profane prevarica la necessaria disciplina che consente il lavoro ed il  trarne i meritati frutti, sarà necessario un colpo di maglietto per riportare l’ordine ed assicurarsi che tutti riconoscano l’autorità del trono.
Il Maestro Massone è collocato in Tipheret, domina i tumulti di Malkut, le passioni, i desideri, i bisogni della vita quotidiana, ha conosciuto la forza dello tzadik, il giusto, custodita in Yesod, nella rinascita hiramica ha superato Netzach e Hod e la loro dialettica, ha raggiunto il centro simbolico della squadra e del compasso, il medesimo “luogo” rappresentato nel cuore dell’Albero della Vita. Il Maestro Installato è chiamato ad una prova maggiore, deve conoscere il giusto equilibrio fra Chesed e Ghevura, fra la Grazia e la Forza, se eccederà nella prima non sarà la guida di cui la corporazione necessita per completare l’edificazione del tempio, se cederà alle lusinghe della seconda genererà collera ed insoddisfazione.
Si tratta, come è evidente, di una complessa rappresentazione del completo domino di sé e delle proprie prerogative, sul piano fisico, animico e spirituale che il lavoro di costruzione del proprio tempio, il ricettacolo della potenza divina, richiede. 

Un ulteriore momento significativo di questo grado è la consegna di una “corona", sia che venga simboleggiata da una kippah o da un cappello, la corona, Keter è il punto più alto dell’Albero della Vita, nell’essere umano è un punto sopra la testa che consente la connessione con i piani più elevati. Il maglietto è il simbolo del potere, in questo grado il Maestro Muratore regna, ovvero domina Malkut essendo in contatto con Keter.
Il cammino del Massone non è un cammino di rinuncia mistica al mondo, questo grado ci ricorda che per lavorare al bene ed la progresso dell’umanità occorre tenere sempre saldo il piano di Malkut, essere del mondo e nel mondo, dando il proprio contributo al “progresso dell’umanità”.
Il rituale ci offre, infine, la possibilità di riflettere sugli archetipi dei due grandi monarchi biblici, Davide che fu grande guerriero mistico, poeta, ma che visse troppo intensamente il Regno e per questo non fu degno di erigere il Tempio, e Salomone che seppe “viaggiare “fra Malkut e Keter tenendo il giusto equilibrio fra questi due stati dell’essere, il Maestro Installato grazie a questi due punti di riferimento può avviarsi e percorrere la Via Regale.
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