Bicentenario il 13 ottobre della nascita di Aurelio Saffi, figura di primo piano del Risorgimento italiano. Nato Forlì, dove morì il 10 aprile 1890. Patriota appassionato partecipò alla straordinaria avventura della Repubblica Romana del 1849, prendendo parte prima come deputato all’Assemblea Costituente (eletto a nella sua città) e come ministro degli Interni, poi come componente del Triumvirato a capo del potere esecutivo, assieme a Giuseppe Mazzini e Carlo Armellini. Un’esperienza politica intensa e brevissima, al termine della quale si ritirò in esilio a Civezza, in Liguria, per raggiungere successivamente Mazzini in Svizzera, e quindi trasferirsi con lui a Londra, dove rimase fino al 1852, quando tornò in patria per pianificare una serie di moti rivoluzionari che ebbero luogo a Milano l’anno successivo. Condannato in contumacia a vent’anni di carcere, tornò in Inghilterra, dove sposò, nel 1857, Giorgina Janet Craufurd, da allora nota come Giorgina Saffi (Firenze, 1827 – San Varano di Forlì, 1911) figlia dello scozzese Sir John Craufurd e della nobile Sophia Churchill, ardente mazziniana ed esponente del movimento femminista risorgimentale italiano. Ebbero quattro figli, tutti maschi: Giuseppe Attilio (nato a Londra, 1858 – 1923), Giovanni Emilio (nato a Napoli, 1861 – 1930), Carlo Balilla Luigi (nato a Genova, 1863 – 1896) e Rinaldo Arturo (nato a San Varano di Forlì, 1868 – 1929). Nel 1860 fu a Napoli, per ricongiungersi nuovamente con Mazzini. Nel 1861 venne eletto deputato al parlamento del nuovo Regno d’Italia nel collegio di Acerenza. E il primo marzo 1862 fu iniziato nella loggia Dante Alighieri di Torino.
Dopo pochi anni, nel 1864, tornò a vivere a Londra dove rimase fino al 1867, quando si stabilì definitivamente nella villa della campagna di San Varano (una frazione di Forlì). Nell’agosto del 1874 fu arrestato a Rimini insieme con altri esponenti repubblicani con l’accusa di partecipazione ad un’insurrezione di stampo antimonarchico. Fu prosciolto nel dicembre dello stesso anno. Saffi, in realtà, è costantemente stato sostenitore di una concezione municipalista della vita politica. A Forlì promosse la fondazione del Circolo Giuseppe Mazzini, di cui fu anche il primo presidente. Nel 1877 si trasferì a Bologna, dove cominciò la carriera di docente di Diritto pubblico presso la locale Università. Nel frattempo si occupò della memoria storica dell’amico Mazzini, morto il 10 marzo 1872, curandone gli scritti e la loro pubblicazione. Morì nella sua casa a 70 anni.
Dopo la sua scomparsa alcuni fratelli del Grande Oriente gli vollero dedicare una loggia che con il numero distintivo 150 venne inaugurata il 23 ottobre 1900 per concludere la sua attività nel 1925, quando le camicie nere di Mussolini, devastarono i templi massonici, e riprenderla di nuovo il 5 maggio 1945.
FONTE: GOI