lunedì 11 febbraio 2019

Tiziano Busca: «La Massoneria deve ridistribuire la cultura nella società»

di Tiziano Busca*

Nietzsche

È noto il giudizio critico di Nietzsche sui dotti e sugli uomini del (suo) presente. La situazione non è che sia cambiata e anzi possiamo dire che, ancora una volta, lo Zarathustra è stato profetico. Gli uomini sono come carri di carnevale, di cartapesta e troppi colori, che non li distingui nemmeno più, sono le varie culture, dicono gli uomini, ma lo dicono senza avere un’anima. I dotti, poi, siedono all’ombra fresca e di tutto vogliono essere spettatori, guardano la gente per via e se ne stanno lì, in attesa di idee pensate da altri. «Lavorano essi come macine e cilindri da molino, purchè si getti in loro il frutto da macinare! — Sanno l’arte di triturare il grano e di ridurlo in polvere».
Nietzsche fu profetico nell’analisi dell’esistente anche in occasione delle conferenze sull’avvenire degli istituti tedeschi di cultura. Una degenerazione in atto, questo lamentava, da una parte verso una specializzazione erudita e dall’altro verso quella che chiamava una ‘cultura generale giornalistica’. La condivisione dei saperi e l’allagamento dell’istruzione non aveva prodotto, e questo ci fa riflettere, quello che si era sperato. Aveva invece prodotto una cultura elitaria sempre più chiusa in se stessa e un’altra cultura di massa, superficiale, giornalistica, da caffè. Né oggi la situazione è diversa. Da una parte la cultura che resiste in cenacoli via via sempre più ristretti, ai margini del main-stream e dei media, dall’altra la grande chiacchiera dei social, le narrazioni retoriche, le contrapposizioni facili, i social, Fabrizio Corona che pubblica tre libri con Mondadori. E il denaro, che asseconda il gusto dei più, orienta le scelte dei grandi editori che anziché ‘educare’ alla conoscenza, ‘assecondano’ un gusto che è ogni giorno più imbarazzante.
Ecco perché la Massoneria deve trovare il suo ruolo nella ridistribuzione delle risorse culturale. Perché il sapere va piano. Il sapere vuole sedersi. «La cultura diventa ogni giorno più scadente, poiché ogni giorno diventa più grande la fretta» era il tema dei convegni citati. E 150 anni fa nelle nostre case non erano entrate ancora le televisioni. E nemmeno Internet. Perché la nostra cultura non ha bisogno di ammirare quadri già dipinti. La nostra cultura deve riappropriarsi della meraviglia del poter dipingere ancora.

* Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dell'Arco Reale - Rito di York in Italia