di Domenico Fragata
La tradizione occidentale prevede una tripartizione dell’essere umano che si suddivide in corpo, anima e spirito. Se facciamo corrispondere ad ognuno di questi livelli dell’essere un grado scopriremo che la fase del compagno si configura come l’anima del percorso iniziatico della massoneria azzurra. La psiche (mercurio alchemico) è la mediatrice, il gancio (Vav1) che tiene uniti, ed al medesimo tempo separati, il corpo e lo spirito. Così il grado di compagno unisce e separa l’apprendista dal maestro. Il postulante, dopo aver veduto la stella fiammeggiante, viene consacrato all’arduo compito di completare la sua istruzione muratoria illustratagli durante i 5 viaggi. Meditando sul pentalfa massonico mi sono accorto che questa raffigurazione, emblema esoterico del numero del compagno2, racchiude in sè il simbolismo di un altro numero apparentemente estraneo al grado: il sei. Percorrendo i cinque viaggi siamo passati per le cinque punte della stella, ma come siamo giunti alla gnosi simboleggiata dalla lettera G? Quale viaggio abbiamo compiuto? Esiste forse un sesto viaggio occulto? Durante i primi quattro viaggi l’aspirante ripercorre il percorso dell’apprendista e gli vengono forniti tutti gli strumenti necessari per giungere alla compiutezza del grado di compagno. Cosa accade nel quinto viaggio? Cosa significa questo viaggio misterioso? Il quinto viaggio si svolge a mani nude passando da nord e ripercorrendo tutta la loggia. Il rituale spiega: “Il simbolismo di questo ultimo viaggio è la Libertà3.[...] La vostra educazione da iniziato è finita, non vi resta che da ricordare ciò che avete appreso al fine di potere, con il vostro esempio e con la vostra parola, dare a coloro che verranno dopo di voi l’istruzione da voi ricevuta”. Prestando attenzione alle parole del rituale risulta chiaro che nell’ultimo viaggio viene donato all’iniziato il segreto per divenire maestro massone. Il compagno dovrà apprendere che ogni strumento andrà un giorno superato, non abbandonato, per essere pienamente interiorizzato. Il sesto viaggio è prettamente interiore: l’Arte diviene spirituale, il Tempio diventa corpo e “Dio” si tramuta nella scintilla Divina dell’anima. Il sesto viaggio può essere compiuto esclusivamente in solitudine, è il viaggio che viviamo dentro noi stessi per giungere al significato più profondo della lettera G (Yod4). Le informazioni acquisite dallo studio dalle 7 arti liberali ed elaborate dai 5 sensi dovranno condensarsi all’interno del nostro cuore, l’unico luogo nel quale il percorso iniziatico produce autenticamente i suoi effetti. Ora che il processo gnostico è stato realizzato verrà chiesto all’iniziato di elevarsi all’arduo compito della maestria; insegnare con l’esempio vivificando il metodo grazie all’esperienza personale. Avendo acquisito il significato della colonna Boaz5 ed avendo compreso il simbolismo di Jakin6 sarà possibile percorrere la via mediana, chiamata anche Via Regale, dell’Albero della Vita di cui il tempio massonico dovrebbe riprodurne la struttura7. Bellezza e Forza trovano il loro naturale equilibrio nella Saggezza che il maestro massone dovrebbe incarnare.
1 Vav è la sesta lettera dell’alfabeto ebraico, ha spesso una funzione di congiunzione. Vav è la terza lettera del
tetragramma mistico YOD- HE- VAV- HE (valore numerico 26) che indica in nome impronunciabile di Dio. Vav è una
delle tre componenti della lettera Alef, la prima lettera dell’alfabeto ebraico, il cui significato è Ineffabile. Nella lettera
Alef (valore numerico semplice 1, valore numerico complesso 26) potremmo scorgere l’intero percorso iniziatico della
massoneria azzurra, ella si compone di una YOD inferiore (Apprendistato), una VAV (Compagnonaggio) ed una YOD
superiore (Maestria). YOD, decima lettera del’alfabeto ebraico e prima lettera del tetragramma, indica la scintilla
divina che anima l’essere umano. Dunque nell’Alef è possibile vedere un percorso di elevazione che si svolge secondo
tre gradi che sviluppano il processo di reintegrazione nell’Uno. Tre grafemi, una lettera che è il sigillo stesso del
Divino.
2 Il numero 5.
3 Potremmo intendere il termine Libertà anche come Liberazione (Moksha) o Nirvana (Cessazione dei condizionamenti).
א = י + ו + י
2 Il numero 5.
3 Potremmo intendere il termine Libertà anche come Liberazione (Moksha) o Nirvana (Cessazione dei condizionamenti).
4 La cui trascrizione è G. Come già spiegato nella nota precedente YOD si collega simbolicamente alla scintilla Divina dell’anima. YOD è l’iniziale
posta sulla colonna dei Compagni oltre che la prima lettera della parola sacra donata al Compagno: YOD – CAPH- YOD- NUN (valore numerico 90).
5 Boaz significa Forza. Inoltre Boaz ( valore numerico 79) fu il bisnonno di Re Davide; per questo motivo la colonna B si configura come il pilastro Regale.
6 Jakin significa Sostegno. Inoltre Jakin (Iachim) fu uno dei primi sacerdoti del Tempio. Le colonne del Tempio di Gerusalemme rappresentano fondamentalmente i due poteri: Regale-Boaz e sacerdotale Jakin; il primo simboleggia Mishpat- Il Giudizio mentre il secondo Tzedeq (Tzaddi valore numerico 90) -La Rettitudine
7 Il valore numerico della somma dei termini Jakin e Boaz (169) corrisponde perfettamente alla somma dei termini Netzach e Hod (169) sephirot radici dei due pilastri laterali dell’albero della vita. Ad ogni lettera dell’alfabeto ebraico corrisponde un valore numerico dunque ogni parola è associata ad un numero. La cabalà ebraica prevede che tutte le parole aventi lo stesso valore numerico siano riconducibili a delle aree semantiche e che, in qualche modo, siano relazionabili fra loro. Questo metodo esegetico si chiama Ghematria.
5 Boaz significa Forza. Inoltre Boaz ( valore numerico 79) fu il bisnonno di Re Davide; per questo motivo la colonna B si configura come il pilastro Regale.
6 Jakin significa Sostegno. Inoltre Jakin (Iachim) fu uno dei primi sacerdoti del Tempio. Le colonne del Tempio di Gerusalemme rappresentano fondamentalmente i due poteri: Regale-Boaz e sacerdotale Jakin; il primo simboleggia Mishpat- Il Giudizio mentre il secondo Tzedeq (Tzaddi valore numerico 90) -La Rettitudine
7 Il valore numerico della somma dei termini Jakin e Boaz (169) corrisponde perfettamente alla somma dei termini Netzach e Hod (169) sephirot radici dei due pilastri laterali dell’albero della vita. Ad ogni lettera dell’alfabeto ebraico corrisponde un valore numerico dunque ogni parola è associata ad un numero. La cabalà ebraica prevede che tutte le parole aventi lo stesso valore numerico siano riconducibili a delle aree semantiche e che, in qualche modo, siano relazionabili fra loro. Questo metodo esegetico si chiama Ghematria.