Il maschile, il femminile e le relazioni erotiche che ne derivano costituiscono, fin dall’epoca più remota, anche un modo di pensare le coppie di elementi opposti o complementari e i rapporti che fra essi intercorrono. In Occidente, alla tradizione di pensiero che da Empedocle e dal Simposio di Platone giunge sino ai testi ermetici si affianca quella ebraica, e più specificamente cabbalistica. Il racconto della creazione androgina del primo essere umano e della sua scissione in Adamo ed Eva e l’interpretazione del Cantico dei Cantici sono i fondamenti da cui si sviluppano speculazioni che estendono la sfera del pensiero erotico sino ad abbracciare la dimensione intradivina, creando una molteplicità di coppie sessuate che si rifrangono specularmente a tutti i livelli della realtà.
In questo libro Moshe Idel, oggi il massimo studioso di Qabbalah, esplora, all’interno della letteratura mistica ebraica, «trattazioni sulla sessualità che vanno dalle descrizioni delle relazioni sessuali tra Dio e la Sua demonica concubina superna alle prescrizioni più conservatrici e scrupolose sulle relazioni che un cabbalista deve avere con sua moglie». Idel si addentra dunque, audacemente, in quella che definisce la «cultura dell’eros» peculiare dell’ebraismo, dove il rapporto sessuale non solo assolve a un comandamento fondamentale, ma ha una valenza cosmica, poiché esercitando un’azione teurgica sulla sfera superna favorisce di riflesso l’unione fra gli elementi maschile e femminile della divinità, e fa così discendere sul mondo la sua benedizione e il suo influsso.
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