lunedì 7 marzo 2016

Si moltiplicano in Italia gli 'Studi Tradizionali'



È un periodo particolarmente felice per gli studi sulla Massoneria e, più in generale, per gli 'Studi Tradizionali'. E appare sempre più importante, sia per combattere un pregiudizio sempre più diffuso, sia per mettere in guardia i lettori da personaggi ed esperienze quanto meno discutibili, fondato su buffe e inesistenti 'discendenze', che poco o nulla hanno di iniziatico il cui unico scopo è l'arricchimento del portafoglio o dell'ego di chi se ne improvvisa a capo. Avviene nelle periferie della Massoneria e avviene soprattutto in quel movimento generalmente noto come 'Martinismo'. Se negli anni sessanta ancora gli studi si moltiplicavano (Ivan Mosca, Francesco Brunelli, Caio Mario Aceti), dopo aver avuto alcune punte di eccellenza (da Allegri e Reghini a Ovidio La Pera, da Umberto Gorel Porciatti a Carlo Gentile) negli ultimi quarant'anni c'è stato un imbarazzante silenzio (con qualche isolato acuto, Bianca, Bizzarri), che solo ultimamente è cessato grazie all'impegno, nella continuità, pochi nomi per tutti, di Massimo Agostini, Mauro Cascio, Vittorio Vanni. Con un grande nome Michele Moramarco a fare da ponte (con Troisi, Schiavone e pochi altri). E testimonianze importanti anche di ex Gm come Gustavo Raffi o Luigi Pruneti. È merito anche di editori di settore coraggiosi come Tipheret, in questo momento forse la più attiva, Mediterranee, Atanòr, Bastogi, Rebis, Mimesis. Qualche anno fa ci fu un tentativo, di Enrico Simoni e per Bastogi, di tenere aggiornata la Bibliografia in lingua italiana. C'è ancora molto da fare, però, prima che l'obiettivo che dicevamo possa essere davvero raggiunto, così che non ci sia più spazio in Italia per la disinformazione, per la calunnia sui Social con record di Mi Piace e  condivisioni, o per personaggi senza arte né parte che sono solo la vergogna della nostra storia, del nostro prestigio, della nostra cultura.