Ai giudizi espressi dall'arcivescovo di Messina subito gli ha risposto la Gran Loggia d'Italia, con un comunicato del suo gran maestro Luigi Pruneti che ha sostenuto che "la massoneria è ancora una volta oggetto di attacchi ingiustificati", chiedendo inoltre all'arcivescovo quale fosse il nesso causale che rende certa la responsabilità della massoneria.
Pure il Partito Repubblicano, movimento politico storicamente vicino ad ambiente massonici è intervenuto attraverso Pietro Currò, uomo di spicco del Pri messinese che ha detto: «Il pensiero che emerge dall'equazione mancato sviluppo uguale massoneria è falso e logicamente medievale.
Messina che muore ha responsabili precise e individuabile: sono i partiti politici, naturalmente in diversa misura, e i politici messinesi, con le eccezioni dovute. È la mancanza di politici illuminati, soprattutto nell'ultimo ventennio, che ha impedito e impedisce il decollo della città'', ha concluso Currò.
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