lunedì 1 aprile 2019

La legge dell'Ars contro la Massoneria. Per la Ue è ricevibile il ricorso. «A rischio principio di libertà fondamentale»




«Ricevibile perché il suo oggetto rientra nell'ambito delle attività dell'Unione europea, conformemente al regolamento del Parlamento Europeo». Così la presidente della Commissione per le Petizioni dell'Ue, Cecilia Wikstrom, sulla petizione di un cittadino italiano contro la legge della Regione Siciliana che prevede "l'obbligo dichiarativo dei deputati dell'Ars, dei componenti della giunta e degli amministratori locali, in tema di affiliazione a logge massoniche o similari". Lo rende noto il legale del ricorrente, l'avvocato Salvo Ragusa del foro di Catania. La presidente della Commissione ha "ravvisato l'opportunità di sottoporre le questioni anche alla commissione del Parlamento europeo competente in materia", e ha deciso di trasmettere la petizione "alla commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni e a quella per la Cultura e l'istruzione per informazione".

Nel ricorso si contesta la violazione di articoli della Costituzione italiana, sul diritto inviolabile dell'uomo e sulla pari dignità sociale ed eguaglianza di fronte alla legge, e di diversi articoli della Carta dei diritti europei. In particolare, si legge nella petizione, "questa legge" regionale "va censurata" perché "sottintende finalità non espresse di controllo sull'individuo confliggenti con gli intangibili principi di libertà dello stesso" e "creerebbe delle liste di proscrizione", un "censimento lesivo della dignità" delle persone che, si sostiene, verrebbero "indicati al pubblico giudizio e sospetto".

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