lunedì 1 ottobre 2018

Roberto Gervaso e la Massoneria

Roberto Gervaso

La Massoneria non deve passare la vita a difendersi, anche perché non deve mercanteggiare il suo diritto all'esistenza, non deve rendere conto a nessuno. Ma bisogna registrare che, timidamente, il mondo culturale sta cominciando a schierarsi e a prendere posizione contro le persecuzioni. Recentemente la Massoneria si è confrontata con Ernesto Galli della Loggia, Alessandro Giuli, Giancarlo Loquenzi e Piergiorgio Odifreddi; Tiziano Busca ha incontrato Diego Fusaro e Marco Taradash. Nei mesi scorsi hanno pubblicamente concesso qualcosa Paolo Guzzanti e Paolo Mieli, hanno preso posizione in maniera più decisa Daniele Capezzone, prima e Vittorio Sgarbi, Alessandro Cecchi Paone è impegnato in opera di divulgazione e conoscenza, mentre si è tornati a citare le posizioni di curiosità e ammirazione per la Massoneria di Luciano de Crescenzo (che in un primo momento sembrò ostile, con un giudizio tranchant sull'appartenenza di Totò). A questa galleria dobbiamo aggiungere Roberto Gervaso, che sulle colonne de Il Tempo in questo periodo di caccia alle streghe ha parlato di 'persecuzioni da operetta'. Gervaso, che non ha mai nascosto la sua appartenenza, ha dedicato all'argomento un libro edito anni fa da Bompiani: I fratelli maledetti. Storia della Massoneria.

«La Massoneria è un'istituzione speculativa e filantropica a scopo iniziatico. Aconfessionale e apolitica». Ha scritto l'Illuminismo, suoi sono gli ideali di Fratellanza, Uguaglianza e Tolleranza, come ancora oggi ricordano le Logge. Ma anche di libertà (quanto spirito massonico nei Rotary, nella Croce Rossa, nello scoutismo, nell'ONU). «Scuola di perfezionamento interiore, storicizza, cioè 'laicizza', la parola di Cristo, e a questo deve la sua universalità. [...] I suoi adepti ricercano quei significati esistenziali, refrattari a dogmi, che sono patrimonio inalienabile dell'uomo. Nessun Fratello può percorrere esclusivamente una via esclusivamente interiore o esclusivamente esteriore: l'una e l'altra devono compenetrarsi, fondersi, vicendevolmente arricchirsi. Le esperienze profonde dei Figli della Luce non sono comunicabili, ma sono condivisibili con tutti coloro che le hanno vissute. Non si può conoscere il sapore di un'arancia o di un vino se non dopo averli assaggiati. Fuor di metafora, solo attraverso l'iniziazione l'individuo acquista coscienza di ciò che è e di ciò che può diventare, se lo vuole. Solo attraverso l'iniziazione coglie l'essenza della vita, cioè la sua sacralità, che prescinde da ogni fede ufficiale, pur rispettandole tutte» (I fratelli maledetti, p.343).