giovedì 11 gennaio 2018

La Massoneria: una danza dell'anima tra le colonne del Tempio

di Manolo Cacciatori

Anonimo, Riunione in una Loggia massonica a Vienna, 1786


Rinnovare le cariche di una Officina non è soltanto un atto amministrativo dovuto,  significa ben di più: significa dare un futuro alla nostra Istituzione, significa trasmettere quella luce iniziatica cosi come ci è stata consegnata da chi in passato ci ha preceduto, garantendo, grazie a quella ininterrotta catena di unione che lega passato, presente e futuro dei nostri Valori,  che coloro i quali si avvicineranno alla Massoneria, possano trovare questo Simbolico edificio sempre in buon ordine, ricco di Luce e pronto ad accoglierli.

Sento quindi come nostro preciso compito quello di rappresentare dei Tedofori della via iniziatica tradizionale, alternandoci in questa staffetta con forza e vigore a portare quella luce che rischiari le ombre sempre più cupe che vediamo allungarsi sulla morale della nostra società e sul futuro dei nostri figli.
Una via iniziatica tradizionale da percorrere come prescritto dai nostri rituali affinché tutto sia: serietà, senno, benefizio e giubilo.

Un passo del rituale, questo, che mi ha sempre colpito per la sua capacità di indirizzare le tornate: in questo armonico equilibrio tra compiti, ci sta tutto il senso dei nostri lavori di Loggia.

La serietà dell’impegno contratto con il giuramento e perpetrato con la frequenza, lo studio, ed il rigore nell’applicazione della ritmica rituale: serietà è essenzialmente lo stato d'animo con il quale ci si appresta ad iniziare il cammino iniziatico.

Il senno: il senno del dubbio, la saggezza con la quale ci esprimiamo in loggia, con la quale trasformiamo le tensioni in pace ed armonia, con il quale abbandoniamo i metalli fuori dallo stargate delle colonne Boaz e Jachin, rendendoci accoglienti nei confronti dei Fratelli. ll senno del Massone è in qualche modo la capacità di osservare il mondo con gli occhi del dubbio, non accettando mai verità imposte e dogmi ma rispettando al contempo i punti di vista e le idee dei Fratelli e dell’umanità intera.

Il benefizio ci introduce in una dimensione nuova, apparentemente allontanandosi dalla razionalità indicata dai primi due termini; nel suo significato esso indica infatti non un semplice vantaggio ricevuto, ma l’atto del «fare bene», traendone soddisfazione e giovamento. Se per fare bene si intende non solo svolgere bene il proprio lavoro, profano o iniziatico, ma anche fare bene ad altri, donando una parte di sé, allora il concetto di benefizio indica non solo una tappa fondamentale ma anche un vero e proprio salto di qualità nel cammino muratorio: il passaggio dall’io al Noi.

Avvicinare l’uomo al proprio Fratello, svolgere un lavoro proficuo, per sé e per l’intera  Comunità e per l’umanità, applicare la saggezza, essere in grado di rispettare le idee degli altri mantenendo sempre il senno del dubbio, traendone e offrendo Benefizio, può sfociare solo in una grande ricompensa: il Giubilo.
Siamo arrivati quindi, col termine giubilo a quella che a mio parere è la dimensione spirituale dell’esperienza massonica: alla ricompensa impagabile che ci portiamo a casa una volta chiusi i lavori rituali.

Ma perché tutto questo funzioni è necessario mantenere quell’equilibrio dinamico tra di Noi che genera Armonia.
Un’armonia che non è compiacenza.
Un'armonia che è la possibilità di affermare con forza le proprie idee, accettando con amore fraterno quelle, anche contrarie, degli altri.

Armonia significa uscire arricchiti da questa esperienza.

Credo che l'armonia e l’equilibrio passino per la piena consapevolezza comune della nostra identità massonica.

Purtroppo viviamo in una società, dove in questo momento storico non godiamo del credito e del rispetto che meriteremmo.
Eppure è indubbio che proprio questa società che spesso ci diffama avrebbe tanto bisogno dell’impianto morale che i nostri Valori sanno apportare, della nostra modalità di dialogo franca ed aperta, di quella relazione civile ed inclusiva che caratterizza la nostra Cultura, di quel sottile velo di premura, per citare l’indimenticato Fratello Augusto Fornaciai, con il quale siamo abituati a relazionarci.

Come superare o tentare di superare allora questa contraddizione ?

Nei nostri Templi, attraverso lo studio dei simboli propri di un linguaggio iniziatico, alleniamo la nostra cultura del dialogo, la capacità di ascolto attivo, di comprensione e di accoglienza delle diversità di pensiero ed opinione che stanno alla base del nostro tendere ad essere uomini sempre migliori.

Bene, come iniziati abbiamo tutti, nessuno escluso, il preciso mandato di esportare queste modalità al di fuori delle nostre officine, iniziando proprio dalle famiglie, dove alle volte distrattamente non ci accorgiamo del bisogno di un dialogo migliore, per continuare sul posto di lavoro, ed in ogni occasione di incontro sociale.
Facciamoci percepire “diversi” nelle nostre modalità di interazione con il prossimo promuovendo cosi, anche senza strombazzi e stendardi, ma con forza e vigore quei valori che perseguiamo nelle nostre logge.

Può forse sembrare una poca cosa, ma citando una piccola grande donna, “importante non è quanto è grande ciò che facciamo, ma quanto impegno mettiamo in ciò che facciamo: bisogna fare piccole cose con grande dedizione”
Solo cosi, credo, possiamo concretamente affermare di concorrere a lavorare per il bene ed il progresso dell’umanità.

Percorriamo allora la Via iniziatica tradizionale con il regolo lungo 24 pollici in mano, a ricordarci di avere a disposizione un impercettibile porzione di eternità per compiere la nostra opera, e con i nostri rituali nell’altra mano, affinché ci indichino la via del simbolo nei momenti di smarrimento.

Percorriamola bene, dunque, la Via affinché la nostra fievole luce sia percepita come la stella più bella e luminosa dell’universo.

Percorriamola attraverso lo studio ed il lavoro dei rituali nei tre gradi, che ci giungono a noi come il distillato di culture sapienziali che nei secoli si sono coagulate in una simbolica mappa capace di indicare una strada, per capire chi siamo e quale sia la testimonianza che siamo chiamati a portare, come tedofori, nelle logge e nel mondo profano.

Negli scorsi tre anni sotto la guida del nostro ex Maestro Venerabile Maurizio, abbiamo proficuamente lavorato sulla simbologia che i costruttori del passato hanno saputo celare negli edifici di culto, probabilmente per trasmettere messaggi agli iniziati del tempo e tramandare antiche tradizioni.

Abbiamo tra l’altro studiato ed analizzato dettagli di chiese della nostra Lucca dove sono nascosti simboli che passano inosservati a chi non ha la sensibilità iniziatica per andare oltre il velo delle apparenze, uscendone accresciuti e affinando al tempo stesso la nostra personale capacità di osservazione critica.

Siamo riusciti perfino ad ideare, costruire e donare un monumento che nei secoli rammenterà alla città la nostra storia ed i nostri Valori.

Adesso lavoreremo su quegli strumenti che la tradizione libero muratoria ci consegna con i rituali, attraverso i quali costruire quotidianamente i nostri sogni possibili.

Ci aspetta quindi in quest’anno un lavoro attento di approfondimento della simbologia delle tre camere e di come i simboli e gli arnesi del mestiere, attraverso il loro messaggio  esoterico, indichino chiaramente quale sia la via da percorrere incessantemente, per la costruzione di quel simbolico edificio a cui tutti tendiamo.
Permettendoci forse un giorno di riconoscere tra le tante pietre scartate nei nostri cantieri, quella dalla forma bizzarra che permetterà di completare la nostra Opera.


Ognuno di noi quindi, attraverso il lavoro coordinato dai Sorveglianti, deve raggiungere la piena consapevolezza del proprio ruolo in Loggia e di quale sia la testimonianza che è chiamato a portare nel mondo profano, indipendentemente da esperienza e colore del grembiule.

Ognuno consapevole che, come in un organismo, ogni cellula con la propria funzione,  è indispensabile a mantenerlo in vita.
Nessuna esclusa.

Per costruire alla gloria del Grande Architetto dell’Universo quella città dello spirito dove la fratellanza sia il vero ed unico cemento tra uomini liberi ed uguali, e tutto sia serietà, senno, benefizio e giubilo !

La massoneria è un idea coraggiosa, possibile e giusta.
Una piccola fiaccola che acceca d’amore l’universo… e se tutti ci impegniamo, nessun vento riuscirà mai a spegnerla.