venerdì 6 febbraio 2015

Ars Gratia Artis. A cuor leggero

di Davide Riboli



L'immagine di apertura raffigura la cerimonia della "Pesatura del Cuore" per come viene descritta dal Libro dei Morti egizio. È conservata presso il British Museum e datata circa 1275 a. C.

A sinistra si vedono Ani e la sua sposa Tutu entrare nell'Assemblea degli Dei. Al centro, Anubis pesa il cuore di Ani contro la piuma di Ma'at, osservato dalle dee Renenutet e Meshkenet e da Shay, dio del Fato. A destra, Ammut il Divoratore che inghiottirà l'anima di Ani se ritenuto indegno, mentre il dio Thoth si prepara a registrare il verdetto. In alto gli dei giudici: Hu e Sia, Hathor, Horus, Iside e Nefti, Nut, Geb, Tefnut, Shu, Atum, e Ra-Horakhty.

Il Libro dei Morti racconta che, dopo la morte, si dovrebbe entrare nel Duat [gli "inferi"] e lì affrontare molte sfide. Ad un certo punto del suo viaggio attraverso il Duat, il deceduto verrebbe guidato dal dio Anubis nella "Sala delle due Ma'ats". Lì, in presenza di giudici divini, sarebbe chiamato a recitare una "confessione negativa" ovvero la propria estraneità in vita a 42 peccati. L'elenco delle 42 azioni da non compiere è assai simile ai Dieci Comandamenti e, se vi interessa, lo trovate qui.

Dopo questa confessione, il cuore del defunto, simbolo della sua personalità e del suo intelletto, verrebbe pesato contro una piuma della dea Ma’at, rappresentante la verità e la giustizia. Se la bilancia rimanesse in equilibrio significherebbe che il defunto ha condotto una vita buona. Anubis lo condurrebbe da Osiris e gli verrebbe assicurato un ruolo nella vita ultraterrena, diventando maa-kheru che significa "giusto di voce". Ma se il cuore risultasse più pesante della piuma, il terribile Ammut, il Divoratore, riserverebbe all'anima del defunto una fine assai sgradevole.

Il tema della psicostasia ["Pesatura dell'Anima"] è ben presente anche nell'iconografia di ogni epoca successiva, tanto da far diventare la bilancia il simbolo più diffuso della Giustizia stessa. Eschilo scrisse due tragedie sul mito di Memnon. In una di queste, intitolata proprio "Psicostasia", racconta il duello tra Memnon e Achille. Per decidere quale dei due eroi debba morire, Zeus pesa le loro anime, mentre Eos e Tetys ognuna in cima ad una scala, supplicano per la vita dei loro figli. La scena è raffigurata su una ceramica risalente circa al 540 a.C.

Il mito attraversa poi tutte e tre le principali religioni monoteiste. Nel cristianesimo è soprattutto San Michele ad essere incaricato da Dio alla pesa delle anime. Questo è proprio San Michele intento alla pesatura, in un pannello realizzato da Juan de la Abadia il Vecchio. Il pannello, datato 1495, oggi è conservato al "Museum of Art of Catalonia", ma proviene da una chiesa di Huesca Liesa.



Quasi contemporaneamente, Lucas Cranach nel 1506, dipingeva così lo stesso soggetto.



Nell'iconografia cristiana il Diavolo cerca spesso di far pendere il piatto della bilancia dalla sua parte, per potersi assicurare l'anima del defunto e San Michele lo tiene a bada con la lancia. Guariento di Arpo ha dipinto più volte questa scena, tra il 1338 ed il 1367.



E a ben guardare tra le nubi della sequenza d'apertura del capolavoro di Robert Zemeckis, si nasconde il sorriso di una dea di 4000 anni fa.