giovedì 9 aprile 2009

SINDONE: LIBRO INDIVIDUA ERRORE IN DATAZIONE CON RADIOCARBONIO

Un errore di calcolo "tale da far considerare nulla la significativita' statistica della prova", inficia i risultati dell'esame al C14 compiuto nel 1988 e per il quale l'anno di nascita della Sindone di Torino si collocava  fra il 1260 e il 1390. (a sin. foto del telo della Sindone).

Lo afferma Daniel Porter, un ricercatore americano per il quale siamo davanti al "piu' grande errore di sempre nella datazione al radiocarbonio". L'errore e' stato ammesso per iscritto da S. Bowmann, una dei tre firmatari, a nome del British Museum, del rapporto, per la quale pero' si e' trattato solo di "un errore di calcolo della media delle variabili dei risultati di Tucson (Arizona). "Non sono una statistica - spiega - e sono quindi solo in grado di dire che, qualsiasi possa essere stato l'errore commesso, esso e' spiacevole. Ma si sarebbe dovuto commettere un errore molto piu' rilevante per cambiare in modo significativo i risultati che si sono ottenuti". 

Per Marco Tosatti, che nel libro "Inchiesta sulla Sindone" pubblicato in questi giorni da Piemme ricostruisce l'accaduto, l'ammissione resta pero' significativa perche' l'errore di calcolo impedisce il raggiungimento della soglia minima di attendibilita' fissata per la prova con il radiocarbonio: "i tre laboratori scelti per l'esame - Oxford, Tucson e Zurigo - hanno deciso di loro iniziativa di scegliere un metodo di controllo dei risultati (Ward e Wilson) e di 5 per cento. In base ai dati che hanno fornito, avrebbero raggiunto proprio il 5 per cento". "Dall'esame compiuto dai professori della Sapienza - scrive Tosatti - emerge che il massimo ottenuto e' dell'1 per cento, che potrebbe scendere ancora di piu', fino allo 0,60 per cento nel calcolo con tre decimali. Usando un altro sistema, il Kruskal Wallis, piu' elastico, la 'significativita'' raggiungerebbe il 4,1 per cento. Sempre inferiore alla soglia che i laboratori stessi si sono fissata".

L'errore di calcolo si aggiunge al fatto gia' noto che la prova non poteva dare risultati esatti perche' il campione esaminato conteneva innumerevoli microdetriti depositati nel tempo sul lenzuolo custodito a Torino. Nel libro, il vaticanista della Stampa ricorda che "il 'campione' che i tre laboratori si sono divisi era in tutto lungo poco piu' di sette centimetri, e largo uno: come e' possibile - si chiede - che esista una tale disomogeneita', all'interno di una piccola striscia di stoffa, e che nonostante queste difficolta' i laboratori abbiano annunciato trionfalmente che il lenzuolo conservato a Torino era di epoca medievale?". "Le differenze di omogeneita' per i tre laboratori - infatti - sono molto rilevanti: Oxford presenta date di antichita' tanto piu' 'vecchie' degli altri due che il suo risultato non sarebbe potuto essere considerato omogeneo". "Vent'anni dopo - sintetizza Tosatti - possiamo dire che quell'esame fu, nel migliore dei casi un colossale errore; che avrebbe dovuto essere rifatto; che i laboratori, e il British Museum, che ha messo in gioco pesantemente la sua reputazione, coprendo un'operazione tutt'altro che limpida, avrebbero dovuto ammettere che la datazione, in base ai risultati ottenuti, non era possibile".

In seguito alle fughe di notizie dai laboratori che precedettero la pubblicazione dei risultati, in Vaticano la Segreteria di Stato apri' un dossier riservato per indagare se e come alcune logge massoniche statunitensi e britanniche potessero aver giocato un ruolo nella vicenda. Il card. Anastasio Ballestrero, che era il custode della Sindone in quanto arcivescov di Torino, lo dira' chiaramente, in un'intervista del 1997. Rispondendo alla domanda se in tutto può averci messo lo zampino la massoneria" risposei infatti: "penso che sia indiscutibile". Per Tosatti, "massoneria, interessi di corporazione, interessi personali, scarsa correttezza dei laboratori, errori di calcolo: tutto ha giocato. Pero' - ragiona il vaticanista della Stampa – forse mai come in questo caso il vecchio adagio 'chi pecora si fa, lupo se lo mangia' e' adatto a descrivere la situazione. 

Insomma la Chiesa fu molto ingenua ad affidarsi alla ricerca scientifica. Giovanni Paolo II fu molto contrariato dal verdetto del C14, e in un'udienza privata, ricorda il libro, rimprovero' Ballestrero della gestione dell'esame. "Lei e' il Custode - gli disse - la responsabilita' e' sua". Incontrammo il cardinale in via della Conciliazione, dopo l'udienza. Era ancora turbato per i rimproveri. Ci racconta: "Gli ho risposto: Santita', ma Lei e' il proprietario, e io ho fatto tutto quello che Lei mi ha detto di fare, dando tutto in mano all'Accademia delle Scienze". Due settimane dopo l'annuncio ufficiale del C14 il presidente dell'organismo vaticano, lo scienziato brasiliano Carlos Chagas, veniva rimosso. E lo stesso Papa Wojtyla, nell'aprile dell'anno successivo, in viaggio verso il Madagascar, rispose a Orazio Petrosillo, vaticanista del Messaggero e grande studioso della Sindone, che gli chiedeva se il lenzuolo fosse autentico: "Se si tratta della reliquia, io penso che lo e'. Se tanti lo pensano, non sono senza fondamento le loro convinzioni del vedere in essa l'impronta del corpo di Cristo".    

Fonte: AGI CdV, 1 apr.