venerdì 27 febbraio 2015

Un piccolo gioiello tutto veneziano. La chiesa della Maddalena

di Valentina Marelli


Che Venezia sia una città “particolare”, credo sia talmente evidente che è superfluo parlarne; una città costruita su delle palafitte in una laguna. Parlare dell’architettura Veneziana, a parte che ci vorrebbe un architetto ed io non lo sono, richiederebbe troppo tempo e questa poi a dire il vero non è neanche la sede, diciamo solo, giusto per inquadrare il contesto, che ogni centimetro quadrato della città è stato strappato all’acqua.
Questo ci lascia intravedere, pur non essendo come dicevamo degli architetti, come il piano urbanistico della città si sia dovuto adattare alle contingenze ed alle circostanze dei singoli e della città stessa e che quindi tra il Veneziano e Venezia c’è e c’è sempre strato un rapporto, e qui usiamo un parolone, di osmosi. Quando ho cominciato ad interessarmi ad alcuni luoghi, un po’ insoliti di Venezia mi sono ritrovata di fronte ad un muro di gomma, e ad una omertà che non immaginavo; nessuno sapeva nulla e nessuno aveva fatto caso a nulla... sconcertante. Scrivere su questa chiesa è veramente una conquista, ed ogni cosa che vi racconterò è stata letteralmente sudata, sono andata in loco svariate volte, confesso anche per visitare qualche Bacaro, ma sono incidenti di percorso sulla Via della Conoscenza che un po’ tutti commettiamo.I ringraziamenti è giusto farli all’inizio, sono doverosi ma sono anche brevi sono due le persone che voglio ringraziare: la mia amica Giuliana alla quale ho sottoposto le mie difficoltà in occasione di una sua mostra pittorica nella Serenissima, ed Antonio il mio San Pietro personale.


Il Campo veneziano

Il Campo è uno spazio urbano tipicamente veneziano che racchiude, nel nome stesso, le sue origini diciamo 'erbose'; gli elementi che di solito lo caratterizzano sono: la chiesa, il campanile, la vera del pozzo, e gli edifici che vi si affacciano. La chiesa era edificata con il contributo di una o più famiglie benestanti i cui palazzi erano nelle vicinanze. Questo collocava le chiese all’interno della vita e della quotidianità dei cittadini, che nel loro rapporto osmotico con la città hanno sviluppato un senso della spiritualità che ha più del paganesimo oserei dire. Ma c’è un altro elemento architettonico importante per la vita degli abitanti del campo sia da un punto di vista pratico che spirituale ed era la cisterna dell’acqua. Già Venezia è costruita sull’acqua in più se poniamo una cisterna d’acqua che è in movimento e non stagnante questo influisce positivamente sull’energia di un luogo sacro. L’acqua fa da amplificatore energetico, basti pensare alle grandi cattedrali o alle piramidi tanto così per fare due esempi, da questo punto di vista la “particolarità” di Venezia comincia ad assumere delle caratteristiche già più interessanti.


Il Campo della Maddalena

Nelle cronache veneziane si legge: "fin dal X secolo la Famiglia Baffo possedeva in zona la propria casa fortificata e nel 1220 fondò la chiesa titolata a S. Maria Maddalena. La chiesa fu completamente demolita e sostituita nel 1760 dalla struttura attuale progettata da Tommaso Temanza che adottò una pianta perfettamente circolare". Due epoche ben diverse, due chiese, ma un solo nome Maria Maddalena, anzi per la precisione Santa Maria Maddalena. Ma il culto della Maddalena non era squisitamente francese? Sì certo. Come ci è arrivato in Italia ed in modo particolare a Venezia? Qualcuno mi risponderà che nel 1500 ci fu un fiorire del Culto per questa Santa, verissimo ma quel qualcuno forse dimentica o non sa che il Sestriere di cui stiamo parlando ovvero Cannaregio era il Quartier Generale dell’Ordine del Tempio. I Cavalieri Templari avevano la loro sede a pochi metri, nel senso letterale, dalla Chiesa della Maddalena nel palazzo che attualmente ospita il Casinò di Venezia. Purtroppo quasi nulla è rimasto ma un segno che ci dimostra che siamo sulla strada giusta c’è ed è come sempre inciso nella pietra. Quando passate per il canal grande dalle parti della fermata di S.S. Ermacora e San Fortunato noterete un’iscrizione: “NON NOBIS” sulla facciata di Ca’ Vendramin Calergi; sono le prime lettere del motto dei Cavalieri Templari: “Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomine Tuo Da Gloria”. Una leggenda dice che i Templari arrivarono a Venezia con un grosso tesoro che venne sotterrato a San Giorgio in Alga, tesoro che sarebbe dovuto essere prelevato in un secondo momento ma di cui poi non si seppe più nulla.



La Chiesa Della Maddalena

Come dicevamo la Chiesa della Maddalena venne eretta nel sestriere di Cannaregio la prima volta molto probabilmente intorno all’anno mille e , lo abbiamo detto in apertura, spesso queste costruzioni venivano finanziate da signori locali; sa da il caso che gli isolotti di questa zona fossero possedimenti della Famiglia Baffo che secondo le cronache veneziane sarebbe stata una famiglia originaria di Parma. In realtà Baffo è un nome abbastanza controverso e le teorie che lo coinvolgono sono tra le più diverse: c’è chi sostiene che il cognome originario fosse in realtà Balbo e che Baffo sia stato dovuto ad un errore di pronuncia, e che un Balbo fosse luogotenente dell’Ordine del Tempio; c’è chi si spinge molto oltre asserendo poi che Baffo derivi in realtà da Baphomet il famoso idolo dei Templari, nessuno in verità sa con certezza, ma alla fine poco importa basta osservare la chiesa per capire che con i Templari centra eccome. Quello che è veramente curioso è che nel 1356 il Senato della Repubblica aveva dichiarato festivo il giorno 22 luglio in onore della sua Santa, Maria Maddalena appunto, confermando sul sito veneziano una antichissima venerazione che dura ininterrotta da 10 secoli. Se questa cosa si deve al fatto che la Famiglia Baffo faceva parte dell’organo di governo della Repubblica ben venga, ma se i Baffo o Balbo fossero membri dell’Ordine Templare di certo non lo sappiamo anche se facendo due più due è possibile.


Come si presenta la costruzione attuale

Sappiamo che la chiesa attuale, che è di pianta circolare, venne costruita demolendo la proto basilica precedente di cui non si hanno molte informazioni ed immagini ma di cui si sa un particolare interessante, che a differenza di quella attuale era orientata ritualmente. A prova di questo si è portata una iscrizione marmorea ora scomparsa che recitava “post tenebras spero lucem”, il Temanza, architetto costruttore della seconda la volle che si affacciasse sul campo e sulla animata calle di passeggio con lo scopo preciso di “rendere.....ornamento più sensibile alla parrocchia a alla città tutta”. Ma perché questa scelta così radicale? Eppure Tommaso Temanza non doveva essere uno sprovveduto del tutto, secondo il custode della chiesa della Maddalena, era un massone. A riprova di ciò ci ha mostrato la sua lapide posta all’ingresso che presenta simboli che richiamano alla massoneria ma anche a quelle del Compagnonaggio Francese come il Compagnonnage du devoir che secondo Louise Charpentier è sopravvissuto fino ai nostri giorni. Ma questo poi lo vedremo più avanti, quando ci sposteremo in Francia seguendo questo filone della Maddalena.




Storicamente una parte del clero ha sempre manifestato una certa riluttanza a far costruire e poi celebrare in edifici religiosi di questo genere. Essi, riallacciandosi a formule costruttive classiche e quindi pagane, richiamavano una visione del mondo e una cultura di impatto fortissimo in quanto Fedele e Celebrante si trovavano a condividere il medesimo spazio, la consacrazione doveva un mistero che si celebrava a bassa voce in latino sconosciuto ai più.



Se si guarda la chiesa dall’esterno, in alto si nota subito un frontone d’ingresso con un motto

“SAPIENTIA AEDIFICAVIT SIBI DOMUM”

Forse il Temanza esplicitava chiaramente nell’epigrafe del frontone che “la sapienza edificò a se stessa” voleva alludere alla scientifica matematicità dei rapporti proporzionati impiegati nell’edificazione del Tempio, ma non dimentichiamo i Cavalieri Templari per i quali Maria Maddalena era la Sofia, la Conoscenza. Certo è che questo è un tempio in cui si esalta l’uomo più che la divinità. Varcato il portale, la chiesa si apre in uno spazio esagonale con nicchie profonde riquadrate da colonnine binarie.



Nella visita alla chiesa, che per la cronaca è chiusa al pubblico, intanto che eravamo avvolti dalla strana energia del luogo, ad un certo punto il custode mi si avvicina e mi fa: lo vede lì su? Riesce a vedere la Maddalena con il Graal? In effetti sull’organo spunta un affresco monocromo che riprende il concetto dell’Evangelizzazione di Maria Maddalena nel su della Francia, ha in mano un calice, sorregge una croce ed ha un folto pubblico che l’ascolta. Che fosse proprio il Graal quello che sorregge la Santa? Questo affresco merita un approfondimento ed uno studio ulteriore sicuramente. Anche la scelta del colore è fortemente simbolica, Rosso come rossi erano i capelli di Maria Maddalena.
Ai due lati solo due statue: Quella del profeta Isaia e quella di re David chiaro richiamo alla Leggenda del Graal ed alla genia di Gesù e della Maddalena. A questo punto bisognerebbe introdurre un argomento molto complesso che tracci la figura di Maria Maddalena nella storia, a dire il vero avevo anche cominciato a mettere giù qualche riga quando ho sentito forte il desiderio di coinvolgere un’altra persona in questa ricerca; c’è una figura che è una delle fonti contemporanee più autorevoli in merito a Maria Maddalena ed è il Dott. Massimo Agostini studioso, scrittore e Vice Presidente del Clan Sinclair Italia che ha già scritto un libro dal titolo: “Il Mistero di Maria Maddalena. Dai Vangeli Gnostici ai Rex Deus” e so che sta ultimando il secondo che riprende l’argomento. A dirla tutta è lui che devo ringraziare se mi sono appassionata a questo tema e se ho fatto carte false per farmi aprire questa chiesa e mi piacerebbe, se lui è d’accordo, potesse darci la sua interpretazione sulla simbologia di questo Tempio. A me ora solo un’ultima riflessione, una pulce nell’orecchio che si riallaccia con il precedente articolo di questa rubrica; ma non avevamo accennato a due Veneziani, i fratelli Zeno, che andarono nelle Americhe con Prince Henry Sinclair prima di Cristoforo Colombo?