sabato 31 maggio 2008


Echi di di una polemica che da troppo si trascina.... i cui personaggi sembra abbiamo "gusto all'anonimato" (A.Duranti)

Caro Pasquino,

fino ad ora ti ho seguito con molto interesse e conoscendoti ho più volte conservato il dubbio che dietro la tua opera ci potesse essere un sottile filo di attaccamento, un sottile secondo fine, insomma.

Agli incontri romani, almeno ad un paio, compreso quello di Rimini, hai partecipato direttamente a gli altri compreso quello di Firenze hai mandato un tuo uomo.

Ne ho parlato con alcuni dei presenti che tu ora chiami Monarchici.

E qui il mio dubbio è finalmente risolto, nonostante i monarchici, soprattutto il Buon Virgilio, che di sicuro non si può dire sia un monarchico, ne un papalino, ne un democratico, ma un MASSONE, meglio un INIZIATO, che vive iniziaticamente e anche come un Galantuomo.

Tu caro Pasquino ti sei smascherato definitivamente con questo bollettino.

Hai fatto della demagogia.

Fa un esame della tua coscienza iniziatica, e renditi conto che nonostante Brunello sia stato folgorato sulla via di Damasco, ha condiviso con quello che tu chiami Papa Re e con i Papalini, nove anni di comportamenti antiniziatici.

So benissimo che è stato il tuo referente per la diffusione delle Pasquinate.

Ma Pasquino quello Vero è stato corretto e coerente fino in fondo, non ha ceduto alla simonia ne alla tentazione del potere.

Tu caro Pasquino Muratore, nonostante sia un iniziato (e qui mi sorge l'ennesimo dubbio) ha ceduto ad entrambe le tentazioni.

Ora, solo uno stupido o uno di quei tantissimi maestri fatti in fretta e furia negli ultimi anni, possono essere irretiti dalla tua pseudo purezza.

Ma chi della Massoneria si è servito solo per il proprio percorso di perfezionamento interiore, cercando di portare, per quanto possibile, beneficio all'Umanità Intera, per mezzo dell'esempio, della condotta, nella vita massonica come in quella profana, chi non ha mai usato l'Ordine per soddisfare le proprie nevrosi o per fare affari, si rende subito conto della Tua Malafede.

Si capisce che stai sponsorizzando la Candidatura di Brunello, che in altre circostanze non sarebbe un fatto scandaloso.

Ma Brunello fino ad oggi dov'era!!!

Perchè proprio allo scadere del Mandato di Gustavo ha mostrato i denti? Forse aveva paura di di essere estromesso prima di godere appieno delle sue Prebende?

I noti fatti denunciati da Lui alla G.L. di Rimini sono ed erano noti da anni e quelli che tu hai insultato come Monarchici, li denunciano ormai da 5 anni.

Quei Monarchici, che sarebbe meglio chiamare INIZIATI, sono ONESTI FRATELLI che non hanno mai usato la Massoneria, che non hanno mai vissuto alle spalle dell'Ordine.

Sono Fratelli che in piena DIGNITA' hanno sacrificato il loro tempo libero e a volte anche il proprio Lavoro per difendere l'ORDINE per mezzo del quale hanno potuto elevarsi spiritualmente, quell'Ordine di cui hanno ancora di bisogno per portare a compimento il loro sentiero di Ricerca e di Elevazione, poiché umilmente riconoscono i propri limiti umani.

Tu sembri il più PURO, l'ONNIPOTENTE.

Pecchi di Orgoglio.

Se i Fratelli almeno quelli del Lazio sapessero il tuo nome forse cambierebbero idea sul tuo operato.

Nonostante tutto rispetterò il tuo anonimato, visto che resterò anonimo anch'io, non per paura o vigliaccheria ma nel più puro spirito iniziatico: non contano i nomi ma i fatti.

Poi nell'Ordine io sono un perfetto sconosciuto, non ho nessun peso, nessuna forza, se non quella della Tradizione.

Ricordi quali sono i nemici della Massoneria?: Ambizione, Fanatismo e Ignoranza. Il dubbio è risolto

A Firenze c'ero anch'io giovane Maestro (20 anni di appartenenza all'Ordine) che ha sostato, e non per incapacità, 5 anni in grado di apprendista, e 3 anni in grado di Compagno, prima di assurgere alla DIGNITA' di Maestro, prima di essere deputato umilmente a trasmette la Tradizione Iniziatica dei Liberi Muratori, ormai sconosciuta ai più.

Ma noi sappiamo che non c'è da fare una questione di numeri.

Ai numeri, quando ci sono, deve corrispondere la Qualità Iniziatica.

Ma forse per i più sto farneticando.

Infatti secondo Te io sarei un Monarchico, un restauratore dell'Antico Regime e secondo Gustavo un Carsico che vuole riportare l'Ordine nelle Caverne.

Umilmente, invece, spero di contribuire in "silenzio", come insegna il nostro Ordine, a trasmettere quei simboli e quei riti in cui è celato il VERO!!!

E per fare ciò sono necessarie Qualità Iniziatiche indiscutibili e una Ferma Disciplina.

Assurgere ad Alte Dignità dovrebbe far tremare i polsi e l'Anima poiché significa mettersi al SERVIZIO e non SERVIRSI, con tutto quello che ne consegue!!!

Se ciò fa di me un monarchico?! Lascio ai Fratelli l'Ardua Sentenza: a tutti i Fratelli.

A Firenze non si è parlato di candidature e nemmeno di programmi.

Si è partiti dalla ricerca dei valori, dei Principi (Iniziatici) condivisi che devono portare ai programmi e successivamente alle candidature.

Il tutto non è per niente calato dall'alto.

Come ti ho appena detto si tratta di CONDIVISIONE nel più puro spirito Iniziatico, che va ben oltre la tanto urlata democrazia che spesso sfocia in demagogia e manipolazione delle coscienze, come anche ormai nel tuo caso.

I programmi e le candidature saranno partoriti dal lavoro comune, tanto che gli incontri si vanno facendo già da diverso tempo.

Il tuo anonimato, invece, il tuo bollettino, cala dall'altro fatti ormai manipolati con un fine ben preciso irretire i Fratelli e condurli al tuo mulino che poi sarebbe quello di Brunello!?

Se ami davvero l'Ordine a cui appartieni dimostra il contrario!

Tuo umile operaio al cospetto del GADU.

Presto ben presto mi rivelerò!!!

Se Volete Fate Girare Affinché la Verità Trionfi! Latomorum. (ricevuta il 27 maggio 2008)

Caro Anubis,

non so chi tu sia e non importa, anche se sarebbe bene buttar giù la maschera e identificarsi per quello che si è.

Del resto molti sanno ormai chi è Pasquino come anche il Carbonaro i quali restando in questo pseudo anonimato non fanno altro che peggiorare la loro situazione tra immagine ed essenza, poco coerenti.

(Sarebbe opportuno ripassarsi l'invocazione al dio Pan di Platone e meditare su come agire).

Solo un appunto a quanto sia Pasquino e il Carbonaro vanno sostenendo.

Hanno definito alcuni fratelli ormai anziani e per nulla interessati a cariche, quali Monarchici e parrucconi, manovratori occulti quasi che in tutti questi anni, questi fratelli si siano distinti per la profonda crisi in cui l'Ordine è ormai precipitato (e chi sa se si riesce ad uscirne fuori).

La storia di questi Fratelli è un esempio lampante di Vera Trasparenza, onestà, dignità e libertà oltre che rispetto al nostro Ordine anche, e non è poco, nel mondo profano.

Inviterei i curiosi a digitare i nomi di questi Fratelli su Google...

Per quanto riguarda le accuse a cui faccio riferimento decadono da sole se si considera che il loro impegno, (ripeto, lungi da assurgere a cariche e a controlli occulti, vista l'età che si aggira dai 70 agli 80 anni, e con una condizione economica autonoma e più che dignitosa tanto da non aver bisogno di servirsi del Tesoro dell'Ordine), il loro impegno, dicevo, è da considerarsi nel più pieno spirito e rispetto della Tradizione Iniziatica.

Si tratta per un certo verso della trasmissione del Testimone. Trasmissione che non può che essere lungi da personalismi ma nel pieno rispetto degli insegnamenti iniziatici.

A Firenze come a Rimini e a Roma non c'erano solo i parrucconi con 40 o 50 anni di appartenenza all'Ordine ma anche e soprattutto giovani maestri con una media di 20 anni di appartenenza.

Quei maestri che si sono formati grazie alla regolarità della trasmissione iniziatica da bocca a orecchio, da Maestro a Maestro.

Vorrei ribadire ancora una volta che in quel di Firenze non si è parlato né di candidature né di programmi ma di Principi!

I programmi e poi le candidature arriveranno visto che almeno sui Principi, i presenti, escluse le spie (sempre ben accette), si sono trovati in unanime accordo!

A mio parere poi la Massoneria non avrebbe di bisogno di particolari programmi salvo che azioni necessarie a ristabilire la Tradizione.

I punti che, ad esempio, elenca il Carbonaro, più che programmi sono Punti di Ripristino, appunto Principi, che i convenuti a Firenze hanno condiviso unanimamente.

Il carbonaro quindi le ha fatte sue, niente di male, almeno non facesse il pappagallo attribuendosi meriti non suoi.

Il suo modo di fare assomiglia tanto a quello dei chi all'indomani della fine del mandato del Ex G.M. Gaito, si attribuì i meriti dell'immane lavoro dell'Ex. G.M. per ristabilire ordine nella comunione e pacificare i rapporti con la politica e con il mondo profano.

E' bene studiarsi la storia degli anni '90: sentenze della Corte di Strasburgo ecc... tutte notizie fatte sparire metodicamente, anche dal sito del GOI.

I metodi, DEMAGOGICI, del Pasquino e del Carbonaro, purtroppo per loro, procurano danno innanzitutto a se stessi e poi alla Comunione ed è un vero peccato.

Al danno si aggiunge la beffa. E' bene fare un passo indietro, dimostrando buona volontà e soprattutto amore per l'ORDINE, cari Pasquino e Carbonaro.

Vigilate Fratelli affinché il Vero trionfi sulla menzogna, sulla strumentalizzazione, sull'ambizione, sull'ignoranza, sul fanatismo!!!

Vostro, Giuseppe. ( ricevita il 29 maggio 2008)

venerdì 30 maggio 2008

Fratelli in convivio” (2° appuntamento)


8 giugno 2008. Il Capitolo Iside n. 53 all’Oriente di Rivoli. Il Concilio Orus Aymar n. 26 all’Oriente di Rivoli. La Commenda Nova Militia n. 29 all’Oriente di Biella organizzano in provincia di Biella l’incontro.
“tema del 2008: “la mitezza”

Il programma: Considerazioni sul tema della “mitezza” scritto da di Tommaso Cimino.

Pranzo.

Momento “dedicato alla solidarietà” raccolta fondi per “l’Associazione Ausonia” interverrà il Presidente dell’Associazione dott. Claudio D.

Consegna de “il sigillo di Iside” attestato e collare ad una Personalità scelta dal Capitolo, Concilio e commenda.( Enrico C.)

In onore del Gran Maestro Tedeschi


LIVORNO 3 giugno 2008. Massoneria labronica ancora alla ribalta con una giornata dedicata ad una figura prestigiosa dell’antifascismo e della Libera Muratoria.

Partecipano il Gran Maestro Raffi e le massime autorità pubbliche locali

Un anno fa con il libro “ La Massoneria a Livorno. Dal Settecento alla Repubblica”, curato dallo storico Fulvio Conti, si era aperto un nuovo capitolo della storia della Libera Muratoria in Italia, facendo emergere figure emblematiche non solo per la Massoneria , ma anche per le vicende storiche del nostro Paese.

Una di queste è senza dubbio Alessandro Tedeschi al quale lo storico messinese Santi Fedele ha voluto dedicare, nel 2008, un’opera a parte che ne esalta il profilo, come massone (resse le sorti del Grande Oriente d’Italia in esilio dal 1931 al 1940) ed esule antifascista.

Edito dal Mulino, il libro “Alessandro Tedeschi, Gran Maestro dell’esilio” sarà presentato per la prima volta a Livorno il 3 giugno (ore 17) nella Sala Consiliare della Provincia alla presenza del Gran Maestro Gustavo Raffi, del sindaco di Livorno Alessandro Cosimi e del presidente provinciale Giorgio Kutufà. Interverranno l’autore e lo storico Maurizio Vernassa.

In mattinata, alle ore 12, nel parco della prestigiosa Villa Fabbricotti, sede dell’amministrazione comunale, sarà inaugurato il busto di Alessandro Tedeschi donato dal Grande Oriente d’Italia alla città.

Saranno presenti il Gran Maestro Raffi e le autorità pubbliche cittadine.

L’iniziativa è del Consiglio dei maestri venerabili di Livorno.


Festeggiamenti a Piombino


Lunedì 2 Giugno, alle ore 12, nella sala consiliare del Comune di Piombino, le Logge della Valle del Cornia doneranno al Comune di Piombino, per l'occasione rappresentato dal Sindaco, un busto in bronzo rappresentante Giuseppe Garibaldi.

Seguirà un'Agape non rituale presso il ristorante "Centrale".

Nel pomeriggio, alle ore 17, la RL Luce del Tirreno 397 festeggerà i suoi 60 anni di vita con una Tornata rituale in un locale appositamente addobbato a Tempio nell'Hotel Centrale, Piazza Verdi 2.

A entrambe le cerimonie parteciperanno il Gran Maestro Gustavo Raffi, il Gran Maestro Aggiunto Massimo B. e il Presidente del Collegio Toscano Stefano B

mercoledì 28 maggio 2008

Torino. Conferenza con Lodovico Cardellino


Su iniziativa dell’Ispettorato Regionale Piemonte – Valle D’Aosta del Rito Scozzese Antico e Accettato - domenica 1° Giugno 1008 ore 11,00 presso la casa Massonica di P.zza V.Veneto,19 – Torino Conferenza “Aprire il Libro…” con Lodovico Cardellino.

Il Vangelo di Giovanni, in confronto ai sinottici, ha un posto importante nell’universo intellettuale massonico soprattutto per la possibilità che offre di una lettura meno storica e più “spirituale”.

Lodovico Cardellino, ha sempre associato lo studio di Dante (“Autocritica infernale”, 469 pp., Jaca Book, 1992) a quello del Nuovo Testamento (non senza importanti excursus sul Vecchio Testamento) imponendosi come personalità di spicco in entrambi i campi.

Ha appena dato alle stampe un “Dante e la Bibbia” (219 pp., Sardini ed., 2007) .

La prestigiosa rivista “Bibbia e Oriente” ospita regolarmente i suoi scritti di esegesi biblica nei quali, tra l’altro, ha argomentato solidamente la priorità cronologica di Giovanni rispetto ai sinottici ed a Paolo.

Il suo curriculum giovanile comprende una laurea in Fisica teorica ed una in Filosofia, alle quali seguì un periodo come addetto culturale italiano in Messico e poi in Somalia: una carriera presto abbandonata per coltivare tutt’altri interessi.

martedì 27 maggio 2008

La Missione dei nove Cavalieri Templari

Uno studio di Fabrizio B. al termine del quale spunti per approfondimenti da effettuare da parte di Cavalieri di buona volontà all'injternpo delle loreo Commende. (A.Duranti)

Nell’anno 1118 nove Cavalieri francesi furono accolti a Gerusalemme da Re Baldovino II, ufficialmente per “proteggere i pellegrini e sorvegliare le pubbliche vie”, proprio in un ala del palazzo, sul sito dell’antico Tempio di Salomone, la Moschea di Al-Aqsa.

I Cavalieri erano guidati da Ugo de Payns (primo Gran Maestro dell’Ordine quando sarà costituito), imparentato con i conti di Champagne e signore di un feudo vicino a Troyes.

Il suo secondo è Goffredo di Sant-Omer, fiammingo …un altro è Andrea di Montbard, zio di S. Bernardo, abate di Clervaux, imparentato con i conti di Borgogna, poi vi erano Pagano di Montdidier e Arcibaldo di Sain-Amand anch’essi fiamminghi; degli altri 4 conosciamo solo il nome di battesimo: Gondemar, Rossal, Godefroy e Geoffroy Bisol.

Essendo per lo più nobili e Cavalieri, con al seguito scudieri e servitori, non erano certamente poveri, ma sappiamo che rispettarono invece il voto di non possedere alcun bene personale (mettere cioè i beni in comune).

Il compito di sorvegliare le strade e i pellegrini era già stato assegnato all’Ordine degli ospedalieri, la logica vorrebbe quindi che i Cavalieri con lo stesso compito fossero indirizzati a quell’Ordine, ma non fu così.

Non sono crociati, altrimenti farebbero parte di una truppa, non sono pellegrini, essendo uomini d’armi, non partecipano (per almeno 10 anni) ad alcuna azione armata, si presentano totalmente indipendenti, ma vengono accolti con particolare benevolenza dal Re; … poco dopo il loro arrivo il Re si trasferisce nella cittadella di David e i Cavalieri Templari rimangono quindi soli.

Lo storico Guglielmo di Tiro ci dice che per nove anni rifiutano ogni compagnia e arruolamento … tranne l’ingresso di un nuovo Cavaliere nel 1225 (dopo 7 anni) il Conte Ugo di Champagne, personaggio chiave, che abbandona la sua contea (una delle più ricche di Francia), ripudiando moglie e figli.

Dunque uno dei più grandi nobili e sovrani di Francia, abbandona tutto e va a fare la guardia per le strade di Gerusalemme ?

Evidentemente è più che logico che quei Cavalieri avevano un altra missione, che ha a che fare con il luogo dove era il Tempio di Salomone, abbandonato anche dal Re in modo che ne possano disporre interamente.

In questo periodo (1118-1128) i Cavalieri non appartengono ancora ad un Ordine religioso, ma vi è un giuramento di fedeltà che viene prestato dai Cavalieri, proveniente dall’ambiente cistercense e principalmente da S. Bernardo, che poi sarà il principale artefice della costituzione dell’Ordine Templare scrivendone la regola.

Il mandante della Missione dei Cavalieri è stato sicuramente S. Bernardo, la sorveglianza delle strade era una copertura; ma qual è stata la vera missione ?

La missione deve essere stata davvero importante, i Cavalieri infatti dovevano accettare molti sacrifici: dovevano privarsi di beni personali e metterli in comune, dovevano assolutamente ubbidire, dovevano aderire ad una regola monastica rimanendo casti e non sottoposti quindi alle passioni, niente doveva sviarli dal loro compito.

La loro attività è legata sicuramente al Tempio di Salomone, devono trovare qualcosa di nascosto, sappiamo che sotto il Tempio hanno sterrato le immense “scuderie” di Salomone, che certamente erano sepolte prima del loro arrivo, infatti non vengono menzionate sin dalla distruzione del Tempio (70 d.C.).

Giovanni di Wurtzuburg, crociato tedesco che vide le scuderie dice testualmente: “c’è una scuderia d’una si grande e meravigliosa capacità che potrebbe contenere oltre duemila cavalli …”.

I Cavalieri sono venuti per scoprire, custodire, portar via qualcosa di particolarmente importante, prezioso e sacro (di qui la necessità di uomini armati, ma nello stesso tempo religiosi al di sopra delle passioni umane).

Un oggetto che poteva essere nello stesso tempo sacro, prezioso e pericoloso da mantenere segreto, è sicuramente l’ARCA dell’ALLEANZA e le Tavole della Legge con i documenti in essa contenuti.

L’ARCA è un contenitore, una protezione che era in grado anche di fulminare chi la toccava (come afferma la Bibbia), ciò che è importante è sicuramente il suo contenuto le Tavole della Testimonianza o Tavole della Legge “divina”.

L’esodo dice (ES 31,18) : “Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio”.

Le Tavole, distrutte da Mosè una prima volta e poi di nuovo ricevute, erano “scritte sui due lati”, ciò può significare anche una lettura nei due sensi (senso essoterico ed esoterico). Le Tavole di pietra vengono deposte nell’Arca e sorvegliate dai Leviti (consacrati a Dio) … l’estraneo che si avvicina all’Arca viene punito con la morte.

Perché dunque queste Tavole della Legge sono così preziose ed inviolabili, e da tenere nascoste ?

La Chiesa ufficiale ci dice che le Tavole contengono i dieci comandamenti, ma sappiamo che questa Legge era stata data da Mosè al suo popolo come una sorta anche di regole morali e civili e non erano nascoste e da proteggere.

Sappiamo invece che solo il Gran Sacerdote poteva toccare l’Arca e vedere il suo contenuto, una sola volta all’anno.

Sta scritto sulla Bibbia che il potere promesso a Israele proviene da quelle Tavole, sono quindi un mezzo di potere … sono le Tavole della Legge divina, le Tavole del Logos, del Verbo, della Misura, del giusto rapporto, della Parola Perduta.

Nella Bibbia (Genesi) l’Eterno dice di aver fatto tutto con “Numero, Misura e Peso” … La Legge divina di Ordine e di Armonia Universale è probabilmente quella scritta sulle Tavole.

Possedere le Tavole della Legge significa avere la possibilità di accedere alla conoscenza di questa Grande Legge di Armonia e Unità che governa i mondi, e quindi di poter risalire alle cause e conseguentemente di agire sui principi che generano le cause e necessariamente gli eventi o i fenomeni.

Mosé prometteva, in nome di Dio, al popolo ebraico potere e dominio tramite le Tavole della Legge divina.

Ma uno strumento di potere così elevato poteva essere dato solo a coloro che ne erano degni, ecco il motivo della proibizione all’accesso delle Tavole (essendo dentro l’Arca) ed anche a mantenerne il segreto.

Per usare queste Tavole è quindi necessario essere iniziati e purificati, aver completato il processo di rettificazione virtuosa indispensabile per l’elevazione all’iniziazione di Vero Maestro (ricordiamo il VITRIOL ).

Abbiamo a disposizione anche un testo scritto, ermetico e criptato con un sistema numerico, la Kabbala, che è quindi necessario studiare e comprendere.

Si comprende perché Stefano Harding, cistercense abate di Citeaux (1100 d.C.), sin dalla conquista di Gerusalemme, avesse messo con tanto ardore tutta l’abbazia allo studio dei testi ebraici …. Forse i libri ebraici della Kabbala sono “il Trattato di lettura” delle Tavole di pietra ?

Mosé era un principe egiziano e “venne istruito in tutta la sapienza degli egiziani” (Atti 7, 22) … l’élite sacerdotale possedeva una scienza architettonica ed alchemica molto elevata (ancora da scoprire), questo sapere probabilmente ispirato dall’Alto, è stato sintetizzato in formule da Mosé, sul Sinai inciso sulla pietra.

Questo sapere divino deve essere messo in pratica realizzando il Tempio, luogo privilegiato per poter mantenere un contatto con l’Alto.

Finalmente Salomone realizzò il Tempio con l’aiuto di Hiram Re di Tiro che aveva le maestranze addestrate per poterlo realizzare.

Probamente la giusta misura (il cubito sacro) per poter costruire il Tempio era conservato dentro l’Arca, il bastone vivente, il bastone d’Aronne che scomparve ai tempi di Salomone.

Ora l’Arca con il suo contenuto poteva essere ancora nei sotterranei del Tempio al tempo dei Cavalieri Templari ?

L’Arca, secondo la Bibbia, era presente nel Tempio di Salomone il quale fece costruire il Tempio dai Fenici di Tiro ma fu lui a fornire lo schema per la costruzione, con le giuste misure che la Bibbia riporta in modo minuzioso.

Salomone è un saggio, un iniziato, quindi un cabalista e può decifrare le Tavole della Legge divina e sembra che abbia anche composto un ulteriore commento scritto alle Tavole, criptato, che al tempo stesso era anche il suo testamento: il Cantico dei Cantici.

Questo canto d’amore, apparentemente profano, fu introdotto tra i libri sacri ... Perché ? … Perché S. Bernardo gli consacrò circa 120 sermoni ? Evidentemente c’è una ragione.

Il primo verso del Cantico ne denuncia il contenuto ermetico: “Bruna sono ma bella, o Figlie di Gerusalemme”.

L’alchimia e l’architettura sacra sono inseparabili … e grazie al Fenico Hiram Abif, che era in grado di utilizzare le antiche conoscenze, il Tempio fu costruito.

La tradizione iniziatica degli antichi costruttori egiziani, passò ai Fenici che poi probabilmente la trasmisero ai Greci e giunse a noi fino al medioevo.

Molte sono le supposizioni sull’Arca; secondo un’ipotesi il figlio di Salomone e della Regina di Saba (Menelik) sarebbe venuto a far visita a suo padre, il quale lo avrebbe istruito e quindi gli avrebbe affidato l’Arca, che sarebbe poi stata trasportata in Etiopia, dove ancora si trova.

Sembra comunque strano che Salomone abbia affidato l’Arca a suo figlio allontanandola dal popolo eletto, e non sembra nemmeno probabile che Menelik possa averla rubata, perché era ben protetta; mentre potrebbe essere senz’altro possibile che Salomone abbia fatto copiare le Tavole e l’Arca per consegnarle al figlio e renderlo partecipe del potere divino della Legge.

Sappiamo infatti che in Etiopia a Lalibela esistono molte copie dell’Arca, ancora gelosamente conservate.

Quando Nabucodonosor prese Gerusalemme (587 a.C.), nel bottino non fu menzionata l’Arca … è molto probabile che sia stata seppellita nei sotterranei del Tempio.

In un testo ebreo si parla dell’Arca seppellita, e i sotterranei presenti a tutt’oggi, come le numerose ricerche effettuate nel tempo dimostrano questa tesi molto probabile.

L’Arca era la cosa più preziosa del popolo d’Israele e doveva essere sottratta ai dominatori, si trova menzione dell’Arca anche in documento Esseno, il documento di Damasco : “… poiché i venerabili di Astàrte si erano resi impuri, l’Arca fu nascosta finché nacque Sadoc”.

Quando gli Arabi presero Gerusalemme potrebbero aver trovato l’Arca, sappiamo che anch’essi tengono in gran conto e venerano Salomone, e possiamo ammirare ancora oggi la meraviglia delle costruzioni delle Moschee (la Cupola della Roccia e quella di Al –Aqsa), ciò spiegherebbe anche lo sviluppo della civiltà musulmana.

I Templari hanno trovato l’Arca ? La loro missione era segreta ed altrettanto segreto è rimasto il risultato.

Ugo de Payns torna in Francia (1128), accompagnato da 5 Cavalieri, sarà presente al concilio di Troyes, sotto la protezione del conte di Champagne e proprio in Champagne si poteva assicurare un sicuro nascondiglio per l’Arca.

Sul portale settentrionale della Cattedrale di Chartres, si trova un’immagine scolpita del trasporto dell’Arca sopra un carro da parte di una coppia di buoi con sotto l’iscrizione “Archa : cederis” (opererai tramite l’Arca).

A fianco vi è un’altra scultura di un uomo che prende con un velo l’Arca con sotto la scritta “Hic . amititur . Archa . cederis” (qui è ammessa [o è ospitata] opererai tramite l’Arca).

Dal 1130 per 150 anni si manifesterà quello che è stato chiamato il miracolo della fioritura gotica; scomparirà ai primi anni del 1300 insieme all’Ordine del Tempio.

Lo sviluppo dell’architettura gotica è sicuramente da collegare all’Ordine Templare.

I Cavalieri erano stati inviati da S. Bernardo cistercense ed il gotico nasce nel monastero cistercense di Citeaux.

Gli attuali Compagnons des devoirs e les enfants de Salomon, eredi costruttori delle Cattedrali gotiche, non nascondono di possedere segreti geometrici grazie all’Ordine cistercense di Citeaux.

Nell’arte gotica di quel periodo c’è di più delle soluzioni tecniche, c’è la costruzione del Tempio inteso come collegamento con il Regno di Dio; e ciò richiede una scienza più alta … è necessaria una conoscenza delle Leggi universali, dei Numeri-rapporti, delle leggi dello Spirito ed anche una conoscenza delle leggi fisiologiche e psichiche per agire sugli uomini.

Queste conoscenze devono essere state raccolte, se non è l’Arca, se non sono le Tavole della Legge, i Cavalieri del Tempio devono aver portato in Occidente uno straordinario documento iniziatico.

Alla Luce di queste riflessioni quali potrebbero essere gli argomenti, con contenuto spiccatamente esoterico, da studiare ed approfondire nella nostra Commandery ?

Ne elenco alcuni su cui potremmo lavorare (se siete d’accordo):

Il Tempio di Salomone,… l’Arca ed il suo contenuto

La Kabbala … Trattato di lettura delle Tavole della Legge divina

Il Cantico dei Cantici … commento di Salomone alle Tavole della Legge

La Cattedrale di Chartres … libro sacro di pietra

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam.

A cura del Fr. Fabrizio Bartoli – riferimenti : I Misteri della cattedrale di Chartres (Charpentier)

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam.

lunedì 26 maggio 2008

Martinismo e Martinismi




Tanti errori sono stati detti nei riguardi del movimento martinista, tante calunnie sono state proferite sulle sue creature e sul suo vero carattere, che si rende opportuno riprendere alcuni punti della sua storia e mettere in chiaro la reale situazione ch'esso occupa oggi di fronte alle diverse società collegate ad un simbolismo qualsiasi.

Per permettere ad ogni ricercatore imparziale, di distruggere per sempre le calunnie più o meno interessate sparse sull'Ordine, ci accingiamo ad esporre assai imparzialmente i differenti aspetti che ha presentato e che possono racchiudersi in quattro grandi periodi:

1 - Il Martinezismo di Martinez de Pasqually

2 - Il Willermozismo di J. B. Willermoz

3 - Il Martinismo di Claude de Saint-Martin

4 - Il Martinismo contemporaneo

GLI ILLUMINATI - SWEDENBORG - MARTINEZ E WILLERMOZ - GLI ILLUMINATI CRISTIANI - LA ROSA-CROCE

É impossibile rendersi conto chiaramente del carattere reale del Martinismo in ogni epoca, se per prima cosa non si stabilisce la capitale differenza che separa le società d'illuminati dalle società di massoni.

La società d'illuminati è legata all'invisibile da uno o più capi.

Il suo principio di esistenza e di durata ha dunque la sua origine in un piano superumano e il suo governo avviene dall'alto in basso, con l'obbligo, per i membri della fratellanza, di obbedire ai capi, allorchè sono entrati nel cerchio interiore, o di abbandonare questo cerchio interiore.

La società dei massoni non è per nulla legata all'invisibile.

Il suo Principio di esistenza e di durata ha origine dai suoi membri e soltanto dai suoi membri; tutto il suo governo si svolge dal basso in alto con selezioni successive per elezione.

Ne segue che quest'ultima forma di fratellanza non può produrre per fortificare la sua esistenza che le carte e i documenti amministrativi comuni ad ogni società profana; mentre gli ordini d'Illuminati si riferiscono sempre al Principio invisibile che li dirige.

La vita privata, le opere pubbliche e il carattere dei capi della maggior parte delle fratellanze d'Illuminati mostrano che questo Principio invisibile appartiene al Piano divino, e che non ha nulla a che fare con Satana o i demoni, come cercano di insinuare i clericali allarmati dal progresso di questa Società.

La Fraternità d'Illuminati più nota, anteriore a Swedenborg e la sola di cui si possa parlare al mondo profano, è quella dei Fratelli Illuminati della Rosa-Croce, la costituzione e la chiave della quale saranno rese note fra parecchi anni.

Sono i membri di questa fratellanza che hanno deciso la creazione di società simboliche, raccomandato di conservare i rudimenti dell'iniziazione ermetica e che hanno dato pure origine ai diversi riti della Massoneria.

Dunque non vi può essere confusione tra l'Illuminismo o centro superiore di studi ermetici e la Massoneria o centro inferiore di conservazione riservato ai principianti.

Solamente entrando nelle fratellanze di illuminati i massoni possono ottenere la conoscenza pratica di questa luce, dopo di che essi progrediscono di grado in grado.

SWEDENBORG

Agli sforzi incessanti dei fratelli illuminati della Rosa-Croce, l'invisibile recò un contributo considerevole con l'illuminazione di Swedenborg il celebre sapiente svedese.

La missione realizzatrice di Swedenborg consistette soprattutto nella costituzione di una cavalleria laica del Cristo, incaricata di difendere l'idea cristiana nella sua primitiva purezza e di attenuare nell'invisibile, i deplorevoli effetti delle concussioni, degli accaparramenti di fortuna e di tutti i procedimenti cari al “Principe di questo Mondo", messi in opera dai gesuiti, con il pretesto di cristianesimo.

Swedenborg suddivise la sua opera di realizzazione in tre sezioni:

1° La sezione di insegnamento costituita dai suoi libri e dal racconto delle sue visioni.

2° La sezione religiosa costituita dall'applicazione rituale dei insegnamenti.

3° La sezione incaricata della tradizione simbolica e pratica, costituita dai gradi iniziatici del Rito swedenborghiano.

Per il momento ci interessa solo quest'ultima. Era suddivisa in tre sezioni secondarie: la prima elementare e massonica, la seconda elevava il recipiendario sino all'illuminismo e la terza attiva.

La prima sezione comprendeva i gradi di: apprendista, compagno, maestro e maestro eletto.

La seconda sezione comprendeva i gradi di: apprendista cohen (o maestro eletto illuminato), compagno cohen, maestro cohen.

La terza sezione comprendeva i gradi di: 1° maestro cohen delegato alla realizzazione elementare o apprendista Rosa-croce; 2° cavaliere Rosa-Croce commendatore; 3° Rosa-Croce illuminato o Kadosch (maestro grande architetto) .

Si rivelerà che gli scrittori massoni e fra gli altri il Ragon, non hanno avuto, sull'illuminismo, che informazioni di seconda mano e che non hanno potuto dare le informazioni che diamo adesso, nè vedere la chiave del passaggio da una sezione all'altra con Io sdoppiamento del grado superiore di ogni sezione.

Inoltre si osserverà che il solo vero creatore degli alti gradi è Swedenborg e che questi gradi si allacciano esclusivamente all'Illuminismo e sono stati gerarchizzati e costituiti direttamente dagli Invisibili.

Più tardi, certi falsi massoni cercheranno di appropriarsi dei gradi dell'Illuminismo e non perverranno che a mettere in mostra la loro ignoranza.

Infatti, il possesso del grado di fratello illuminato della Rosa-Croce non consiste nella proprietà di una pergamena e di un collare.

Essa si prova solo con il possesso di poteri spirituali attivi che la pergamena e il collare non possono che indicare.

Ora, fra gli iniziati di Swedenborg uno di coloro ai quali l'Invisibile prestò in modo particolare la sua incessante assistenza, vi fu un uomo dotato di grandi capacità di realizzazioni in tutti i piani: Martinez de Pasqually che ricevette l'iniziazione dal Maestro a Londra e che venne incaricato di diffonderla in Francia.

IL MARTINEZISMO

Grazie alle stesse lettere di Martinez, abbiamo potuto fissare l'esatta ortografia del suo nome, finora storpiato dai critici (Reghellini, 2° vol. pag 434, citato dal Ragon): grazie anche agli archivi che possediamo, e all'appoggio incessante dell'invisibile, se noi potremo dimostrare che Martinez non ha mai avuto l'idea di ricondurre la massoneria a "principi essenziali" che egli disprezzò sempre, da buon illuminato che era.

Martinez ha passato metà della sua vita a combattere i nefasti effetti della propaganda senza fede di quei pedanti delle logge che, abbandonando la via segnata dai Superiori Incogniti, hanno voluto farsi perni dell'Universo e sostituire l'azione del Cristo con la loro e i consigli dell'Invisibile con i risultati degli scrutini emessi dalla moltitudine.

Dunque, in che cosa consisteva il Martinezismo?

Nell'acquisizione, con la purezza corporale, animica e spirituale dei poteri che permettono all'uomo di entrare in relazione con gli esseri invisibili, quelli che le chiese chiamano angeli e di pervenire così, non solo alla reintegrazione personale dell'operatore, ma anche a quella di tutti i suoi discepoli di buona volontà.

Martinez accoglieva nella sala delle sedute coloro che gli chiedevano la luce.

Tracciava i cerchi rituali, scriveva le parole sacre, pregava umilmente e con fervore agendo sempre in nome del Cristo, così come ne hanno fatto testimonianza tutti coloro che hanno assistito alle sue operazioni e come attestano anche tutti i suoi scritti.

Allora gli esseri invisibili apparivano, sempre in piena luce. Questi esseri agivano e parlavano: impartivano insegnamenti elevati, invitavano alla preghiera e al raccoglimento, e ciò senza medium in trance, senza estasi nè allucinazioni morbose.

Quando l'operazione era terminata e gli esseri invisibili erano scomparsi, Martinez dava ai suoi discepoli il mezzo d'arrivare a ottenere, da soli, i medesimi risultati.

Solamente dopo che essi avevano ottenuto, da soli, l'assistenza dell'Invisibile, Martinez dava loro il grado di Rosa-Croce, come lo dimostrano, con evidenza, le sue lettere.

L'iniziazione di Willermoz, che durò più di dieci anni, quella di Claude de Saint-Martin e degli altri ci insegnano che il Martinezismo era consacrato a cosa diversa dalla pratica della massoneria simbolica e che occorre non essere mai stati ammessi alla soglia di un centro reale d'Illuminismo per confondere i discorsi dei venerabili con i lavori attivi dei Rosa-Croce martinisti.

Martinez vuole innovare così poco che conserva integralmente i nomi dati ai gradi dagli invisibili e trasmessi da Swedenborg. Dunque sarebbe più logico dire Swedenborghismo adattato anzichè Martinezismo.

(Nei misteri - del Rito di Swedenborg - è detto che quando l'uomo, con una vita nuova, santa e esemplare, si è Integrato nella sua primitiva dignità e che, con utili lavori, ha ricuperato i suoi diritti primitivi, allora si riaccosta al suo Creatore con una vita nuova speculativa, animata dal soffio divino: è Iniziato eletto Cohen: nelle Istruzioni che riceve, impara le scienze occulte in ogni loro parte, che gli fanno conoscere i segreti della natura, l'arte chimica, l'ontologia e l'astronomia.).

Ma Martinez considera talmente la Massoneria come una scuola d'istruzione elementare e inferiore che il suo "Maestro Cohen" dice: Sono stato ricevuto maestro Cohen passando dal triangolo ai cerchi.

Il che vuol dire, traducendo i simboli: "Sono stato ricevuto maestro illuminato passando dalla Massoneria alla pratica dell'Illuminismo".

Ugualmente si domanda all'apprendista cohen: "Quali sono i differenti segni, parole e toccamenti convenzionali degli Eletti Massoni Apocrifi?

Ed egli risponde: "Per l'apprendista Jachin, la parola di passo Tubalkain; per il compagno Booz, la parola di passo Shibbolet, per il Maestro Makbenak, la parola di passo Giblin".

Dunque, era necessario possedere non tre, ma almeno sette gradi della Massoneria ordinaria per diventare cohen. La lettura, anche superficiale, del catechismo è sufficiente a questo grado.

Martinez cercò di sviluppare ogni membro del suo Ordine con il lavoro personale lasciandogli tutta la libertà e responsabilità dei suoi atti.

Selezionò con la massima cura ciascuno dei suoi membri e non conferì i gradi che a una reale aristocrazia dell'intelligenza. Infine ammetteva all'iniziazione le donne con gli stessi diritti degli uomini e con le stesse garanzie.

Gli iniziati, una volta preparati, si riunivano tra loro per aiutarsi a vicenda e queste riunioni erano tenute nelle epoche astronomiche determinate a questo fine.

Così si costituì la cavalleria del Cristo, cavalleria laica, tollerante, che si discostava dalle pratiche abituali dei diversi cleri.

Proseguimento individuale della reintegrazione con il Cristo, gruppo di sforzi spirituali per aiutare i deboli e i principianti: tale era, riassumendo, il ruolo del Martinezismo.

Rievochiamo ora la sua situazione in Francia.

Il Martinezismo reclutò i suoi discepoli, sia per azione diretta, come avvenne per Claude de Saint-Martin, sia più frequentemente tra gli uomini già titolari di alti gradi massonici. Nel 1754, Martinez si trovava in presenza di:

1° da una parte, della Massoneria venuta dall'Inghilterra e costituente la Grande Loggia Inglese di Francia (dal 1743) che presto doveva diventare la Grande Loggia di Francia (1756) e dare origine agli intrighi del maestro di danza Lacome.

Questa massoneria elementare e costituita dai tre gradi azzurri (apprendista, compagno, maestro) era senza pretese e formava un eccellente centro di selezione.

2° accanto a questa Loggia Inglese esisteva, con il nome di Capitolo di Clermont, un gruppo che praticava il sistema templare che Ramsay aveva, nel 1728, aggiunto alla Massoneria con i gradi di:

"Scozzese, Novizio, Cavaliere del Tempio" ecc.

Qui è necessario una breve spiegazione.

Uno dei più attivi rappresentanti dell'iniziazione templare era stato Fenelon il quale, durante i suoi studi di cabala, era entrato in relazione con parecchi cabalisti ed ermetisti.

Quando, dopo la lotta con Bossuet, Fenelon fu costretto a fuggire il mondo e a esiliarsi in penosa inattività, organizzò con cura un piano d'azione che presto o tardi doveva assicurargli la rivincita.

Il cavaliere di Ramsey venne iniziato da Fenelon e incaricato di eseguire il piano con l'appoggio dei Templari che avrebbero assicurato nello stesso tempo la loro vendetta.

Il cavaliere di Bonneville, nel 1754, aveva fondato il Capitolo di Clermont con i gradi templari e perseguiva uno scopo politico ed una rivoluzione sanguinosa che Martinez non poteva approvare, nè alcun vero cavaliere del Cristo.

Così, non solo Martinez, ma anche i discepoli di tutti i gradi del suo Ordine, come Saint-Martin e Willermoz, combatteranno energicamente il rito templare che in parte raggiungerà Io scopo nel 1789 e nel 1793 facendo ghigliottinare la maggior parte dei capi del Martinismo- Ma non anticipiamo.

3° oltre a queste due correnti, c'erano ancora in Francia altri rappresentanti dell'Illuminismo.

Innanzi tutto citiamo Pernety che tradusse Il Cielo e l'Inferno di Swedenborg e che doveva costituire il sistema degli Illuminati di Avignone (1766) ed avere una parte importante nella costituzione dei Filaleti (1773).

Allo stesso centro occorre allacciare l'opera di Chastenier (benedettino), il quale, nel 1767, a Londra gettò le prime basi del rito degli Illuminati Teosofi che brillò particolarmente a partire dal 1783, L'Illuminismo in tal modo crea parecchi gruppi uniti tra loro da un comune fine e da guide invisibili venute dal medesimo centro e che in seguito si riuniranno tutti sul piano fisico.

In questa azione l'opera più feconda spetta a Martinez, poiché a lui sono stati dati dal cielo quei "poteri attivi" che i suoi discepoli ricorderanno sempre con ammirazione e rispetto.

Dal punto di vista amministrativo, il Martinezismo seguirà esattamente i gradi di Swedenborg, come constateremo nella lettera di Martinez del 16 giugno 1760.

Il titolo di Maestro Grande Architetto riassume infatti i tre gradi della terza sezione.

Sotto l'autorità d'un tribunale sovrano si costituiranno le logge e i gruppi della provincia, di cui si potranno seguire la nascita e l'evoluzione nelle sue lettere che abbiamo pubblicate.

IL WILLERMOZISMO

Fra i discepoli di Martinez, due meritano in modo particolare la nostra attenzione per le loro opere realizzatrici, sono: Willermoz di Lione e Claude de Saint-Martin.

Occupiamoci subito del primo. Jean Baptiste Willermoz, negoziante lionese, era massone quando cominciò la corrispondenza iniziatica con Martinez.

Abituato alla gerarchia massonica, ai gruppi e alle logge, egli con centrerò la sua opera di realizzazione verso questo scopo e tenderà sempre a costituire riunioni e logge d'illuminati, mentre Saint-Martin concentrerà i suoi sforzi soprattutto verso Io sviluppo individuale.

Ma l'opera capitale di Willermoz sarà l'organizzazione dei congressi massonici o Conventi, che permisero ai Martinisti di smascherare, in anticipo, l'opera fatale dei Templari e che presentarono il Martinismo con il suo vero carattere di Università integrale e imparziale della Scienza ermetica.

Quando Martinez cominciò la sua iniziazione, Willermoz era venerabile regolare della loggia La Perfetta Amicizia di Lione, posto che occupò dal 1752 al 1763. Questa loggia dipendeva dalla Grande Loggia di Francia.

Nel 1760, una prima selezione era stata operata e tutti i membri detentori del grado di Maestro avevano costituito una Grande Loggia dei Maestri di Lione con Willermoz Gran Maestro.

Nel 1765, fu operata una nuova selezione con la creazione di un Capitolo dei Cavalieri dell'Aquila Nera, sotto la direzione del dott. Jacques Willermoz, fratello minore del precedente.

Nello stesso tempo, Jean Baptiste Willermoz lasciava la presidenza della Loggia ordinaria e della Loggia dei Maestri che era posta sotto la direzione del f.::. Sellonf, per mettersi a capo della loggia degli Eletti Cohen, formata dai migliori elementi del Capitolo.

Sellonf, il dott. Willermoz e J. B. Willermoz formavano il Consiglio Segreto che dirigeva tutti i fratelli di Lione.

Occupiamoci prima di quanto avveniva nelle logge dei Cohen e poi parleremo dei conventi.

Risulta formalmente dai documenti attualmente custoditi dal Supremo Consiglio Martinista e provenienti direttamente da Willermoz che le sedute, riservate ai membri di grado, di poter giustificare il loro titolo d'illuminati, erano consacrati alla preghiera collettiva ed alle operazioni che permettevano la comunicazione diretta con l'Invisibile.

Possediamo tutti i particolari concernenti la modalità di questa comunicazione; ma devono essere riservati esclusivamente al Comitato direttivo del Supremo Consiglio.

Ciò che dobbiamo rivelare e che getterà una grande luce su molti punti è che gli iniziati chiamavano l'essere invisibile il Filosofo Incognito; che è lui che ha dettato, in parte, il libro "degli Errori e della Verità" e che Claude de Saint-Martin non ha assunto per sè questo pseudonimo che più tardi e per ordine.

Diamo le prove di questa affermazione nel nostro volume su Saint-Martin.

Ma ciò che teniamo ad affermare sin d'ora, è che la spiritualità più grande, la sottomissione più completa alle volontà del Cielo e le preghiere più ardenti a N. S. Gesù Cristo non hanno mai cessato di precedere, accompagnare e terminare le sedute presiedute da Willermoz. (Ho conosciuto molti Martinisti, sia di Lione che di altre città delle province meridionali.

Lungi dall'apparire attaccati alle opinioni dei filosofi moderni, essi professavano il disprezzo dei loro principi - La loro Immaginazione, esaltata dall'oscurità degli scritti del loro patriarca, li disponeva ad ogni genere di credulità; sebbene parecchi si distinguessero per capacità e conoscenze, essi avevano la mente incessantemente occupata da fantasmi e prodigi.

Non si limitavano a seguire i precetti della religione dominante; ma si davano alle pratiche di devozione della classe meno istruita.

Generalmente i loro costumi erano molto regolari.

Si notava un grande cambiamento nella condotta di coloro che, prima di adottare le opinioni dei Martinisti, erano vissuti nella dissipazione e nella ricerca dei piaceri.

(Mounier: Influence des Illuminès dans la Revolution, Paris, 1822, pag- l57))

Dopo di che, se i clericali vogliono vedere un diavolo peloso e cornuto in ogni influenza invisibile e sono sempre disposti a confondere tutto ciò che è extra terrestre con le influenze inferiori, ciò li riguarda e noi non possiamo che deplorare tal partito preso che apre le porte a tutte le mistificazioni e a tutti gli schemi.

Il Willermozismo, come il Martinezismo e il Martinismo, è sempre stato esclusivamente cristiano, ma mai clericale e giustamente.

Esso dà a Cesare quello che è di Cesare e a Cristo quello che è di Cristo; ma non vende Cristo a Cesare.

"L'Agente o Filosofo Incognito" aveva dettato 166 quaderni di istruzioni, dei quali Claude de Saint-Martin aveva preso conoscenza e ne aveva copiato alcuni di propria mano.

Di questi quaderni circa 80 furono distrutti nei primi mesi del 1790 dall'agente stesso, che volle evitare di farli cadere nelle mani degli inviati di Robespierre che compirono sforzi inauditi per impossessarsene.

I CONVENTI

Il 12 agosto 1778 Willermoz annunciava la preparazione del Convento delle Gallie che si tenne a Lione dal 25 novembre al 27 dicembre.

Lo scopo di questo convento era di epurare il sistema scozzese distruggendo i cattivi germi che vi avevano introdotti i Templari.

Da questa riunione uscì la prima condanna, sotto l'influenza degli Illuminati di ogni paese, del sistema di vendetta sanguinosa, che si preparava in silenzio in certe logge.

Il risultato dei lavori di questo convento è contenuto nel Nuovo Codice delle logge rettificate di Francia che si trova nel nostro archivio ed è stato pubblicato nel 1779.

Per comprendere la necessità di questo sforzo verso l'unione non dobbiamo dimenticare che il mondo massonico era in piena anarchia.

Il Grande Oriente di Francia era nato nel 1772, dall'usurpazione della Grande Loggia di Francia da parte di Lacorne e dei suoi, diretti di nascosto dai Templari i quali, dopo aver fondato il Capitolo di Clermont, si erano trasformati nel 1760 in consiglio degli Imperatori d'Oriente e d'Occidente, poi in Cavalieri d'Oriente (1762) e infine erano entrati nel Grande Oriente al seguito di Lacorne.

A cagione della loro influenza il sistema delle logge venne modificato profondamente; dappertutto il regime parlamentare con elezioni successive di tutti gli ufficiali sostituì l'antica unità e l'autorità gerarchica.

Nella confusione causata da questa rivoluzione, intervennero i Martinisti per portare a tutti la conciliazione. Da ciò il primo convento del 1778 e i suoi sforzi per impedire le dissipazioni finanziarie che avvenivano dappertutto.

Incoraggiato da questo primo successo, J. B. Willermoz convocò il 9 settembre 1780 "tutte le grandi logge scozzesi dell'Europa al Convento di Wilhelmsbad, nei pressi di Hanau" (Ragon, 162).

Il Convento ebbe inizio martedì 16 luglio 1782, sotto la presidenza di Ferdinando di Brunswick, uno dei capi dell'Illuminismo internazionale.

Da questo Convento sorse l'Ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa di Gerusalemme ed una nuova condanna del sistema templare.

Così il Willermozismo tende sempre al raggruppamento delle fratellanze iniziatiche, alla costituzione di collettività di iniziati dirette da centri attivi collegati all'Illuminismo.

Si è creduto a torto che Willermoz avesse abbandonato le idee dei suoi maestri; vuol dire conoscere male il suo nobile carattere.

Sempre, sino alla morte, egli ha voluto stabilire la Massoneria su solide basi dandole per fine la pratica delle virtù per i suoi membri e della carità verso gli altri; ma ha sempre mirato a fare delle logge e dei capitoli un centro di selezione per i gruppi d'Illuminati.

La prima parte della sua opera era palese, la seconda occulta; ecco perché le persone poco informate vedono Willermoz diversamente dal suo vero Carattere.

Dopo la tormenta rivoluzionaria, dopo che suo fratello fu ghigliottinato con tutti i suoi iniziati e che egli stesso a stento riuscì a sfuggire alla stessa sorte, è ancora lui che ristabilisce in Francia la Massoneria spiritualista, grazie ai rituali che aveva potuto salvare dal disastro.

Tale fu l'opera di questo Martinista, al quale dedicheremo un intero volume, se Dio vorrà.

CLAUDE DE SAINT-MARTIN E IL MARTINISMO

Se non si conosceva neppure il modo di scrivere il nome di Martinez, se non si sapeva di più circa l'opera reale di Willermoz, prima dell'apparizione delle lettere di Pasqually che abbiamo pubblicate, al contrario si è scritto molto, e strane cose, su Claude de Saint-Martin.

Le critiche, le analisi, le supposizioni ed anche le calunnie fatte a questo proposito si basano unicamente sulle opere e sulle lettere exoteriche del Filosofo Incognito - La sua corrispondenza d'iniziato indirizzata al collega Willermoz, dimostra gli errori commessi dai critici e, in particolare, da Matter.

É vero che non si poteva estrarre di più dai documenti attualmente conosciuti, soprattutto quando non si ha alcuna idea delle possibilità che offre l'Illuminismo a questo riguardo.

Così attenderemo, per pubblicare queste lettere, che nuove inesattezze siano state prodotte sul conto del grande realizzatore martinista, in maniera da distruggere in una sola volta molte ingenuità e molte leggende.

Se Willermoz fu soprattutto incaricato del gruppo degli elementi martinisti e dell'azione in Francia, Claude de Saint Martin ricevette la missione di creare la iniziazione individuale e di portare la sua azione più lontano possibile.

A questo scopo gli fu concesso di studiare gli insegnamenti dell' “Agente Incognito" e possediamo, nell'archivio dell'Ordine, parecchi quaderni copiati e annotati da Saint-Martin.

Come abbiamo detto prima, il libro degli Errori e della Verità è dovuto quasi interamente a questa origine invisibile e in questo occorre vedere la causa dell'emozione provocata, nei centri d'iniziazione, dall'apparizione di questo libro, emozione che i critici cercano di spiegare con tanta pena.

Questo punto, come molti altri, verrà schiarito quando sarà necessario.

Oltre agli studi relativi all'Illuminismo, iniziati accanto a Martinez e continuati con Willermoz, Claude de Saint-Martin si occupò attivamente d'ermetismo pratico e un poco d'alchimia. Aveva a Lione un laboratorio organizzato a questo scopo.

Ma lasciamo la sua vita che ricostruiremo più tardi, ed occupiamoci solamente della sua opera dal punto di vista che ci interessa.

Dovendo spingere la sua azione in lontananza, Claude de Saint Martin era costretto a compiere certe riforme nel Martinezismo.

Così gli autori classici della Massoneria hanno dato il nome del grande realizzatore al suo adattamento e designano con il nome di Martinismo il movimento sorto da Claude de Saint-Martin.

É divertente vedere certi critici, che ci asterremo dal qualificare, sforzarsi di far credere che Saint-Martin non fondò mai un ordine.

Dobbiamo veramente ritenere i lettori male informati per osar sostenere ingenuamente tale assurdità.

É l'Ordine di Saint-Martin che, penetrato in Russia sotto il regno della Grande Caterina, ottenne un tal successo al punto che venne recitata a corte una commedia interamente dedicata al Martinismo che si voleva mettere in ridicolo.

All'Ordine di Saint-Martin si ricollegano le iniziazioni individuali di cui si parla nelle memorie della baronessa d'Oberkierch; infine l'autore classico della Massoneria, il positivista Ragon, che non è tenero con i Riti degli Illuminati, descrive alle pagine 167 e 168 della sua Ortodossia Massonica i cambiamenti operati da Saint-Martin per costituire il Martinismo.

Sappiamo che non vale la pena di prendere parte a queste critiche più seriamente dei loro autori e che certi massoni difficilmente perdoneranno a Saint-Martin di aver disprezzato, per tutta la vita, la massoneria positivista, come fece Martinez e di averla riportata al suo vero ruolo di scuola elementare e di centro d’istruzione simbolica inferiore.

Quando si vogliono negare dei fatti storici, ci si rende ridicoli.

Colui che i critici universitari hanno chiamato il Teosofo d’Amboise era dunque un realizzatore molto pratico sotto l’apparenza mistica.

Usò, come Weishaupt l’iniziazione individuale, e grazie a questo procedimento, diede all’Ordine una facilità d’adattamento e d’estensione che gli invidiano molti riti massonici.

E’ così vero che Saint-Martin fu il grande diffusore della Cavalleria Cristiana di Martinez, che i più violenti attacchi furono rivolti contro la sua opera, il suo carattere e anche contro la sua vita.

Occorrerebbe un intero volume per rispondere minutamente a questi attacchi; così noi ci limiteremo, in questo breve studio, a indicare, servendoci soprattutto dei documenti già stampati, quale era il vero carattere del martinismo all’epoca di Saint-Martin. (Giovanni P)


Il Talmud in Italiano


Dal Fr.llo e Compagno Giovanni P. ricevo questa segnalazione. Talmud in Italiano: Per chi è interessato al tema in oggetto, è possibile trovare una parte dell'Opera tradotta in italiano (credo che a breve saràdisponibile integralmente) all'indirizzo:

http://www.kosherli
ve.com/talmuditalianomenu.asp

http://www.chavruta .net/


domenica 25 maggio 2008

Centenario della R.L. ÇA IRA N°1130


Bologna, 1908 – 2008

28 maggio 2008

LOGGIA ÇA IRA: VECCHIA SIGNORA CHE FU… ARTIGIANA!


Celebrazione del centenario della R ... L ... ÇA IRA N°1130 OR ... DI BOLOGNA

ore 20,00 ritrovo presso la sede di via Castiglione,6;

ore 20,30 inizio dei lavori rituali;

Durante i lavori sono previsti:

- Celebrazione evento da parte del M...V... della ÇA IRA Giovanni GRECO;

- breve storia della ÇA IRA a cura del Fr... Vincenzo SANTORO;

- analisi massonica della poesia ÇA IRA da parte del Fr... Marco VEGLIA;

- interpretazione musicale della poesia ÇA IRA del Fr... Daniele TONINI;

- esecuzione di brani massonici a cura di Fr... musicisti ;

- chiusura dei lavori;

seguirà un rinfresco in sede per i partecipanti.

IL M...V... G. G.



Per incollare altri paragrafi è sufficiente che batti "a capo" prima di incollare.

venerdì 23 maggio 2008

Continuano il ricordo del caro "Ugo".

Carissimo Fratello Ubaldo, ho appreso con immenso dolore la triste notizia della grave perdita del ns. carissimo Fr:. Ugo, e pertanto con la presente Ti esprimo il più sentito e vivo cordoglio per il lutto che ha colpito Voi Compagni del Capitolo e tutta la Famiglia Massonica.

Un Fratello che è stato un punto di riferimento per tutti noi Liberi Muratori, così come lo è stato, oltre che per Te e per i Fratelli del Tuo Oriente, pure per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di averlo conosciuto anche in campo profano.

Noi Massoni lo ricorderemo sempre per la sua illuminata competenza a ricoprire con spirito di servizio le varie cariche a cui l'affetto e la stima dei Fratelli lo eleggevano, sia nell’Ordine sia nel Rito di York, qualità che hanno caratterizzato il suo cammino iniziatico, unitamente al suo modo semplice e sincero di relazionarsi con gli altri, modo comportamentale che lo ha reso subito amabile ad ognuno.

A lenimento del nostro dolore c’é la certezza che le persone a noi care, con la loro fulgida luce, contribuiranno ad illuminare maggiormente il nostro cammino anche dall’Oriente Eterno, dandoci la forza di continuare a lavorare “per il bene dell’uomo e dell’umana famiglia”, in un momento, tra l’altro, molto delicato per il la ns. Comunione.

Con il rammarico di non aver potuto presenziare al suo funerale per gli inderogabili impegni profani ed istituzionali precedentemente assunti, Ti prego di estendere le condoglianze all'E.G.S. C. C. ed a tutti i componenti del Tuo Capitolo e della sua Famiglia.

A tutti Voi un gran Triplice Fraterno Abbraccio. (G. B. - Gran Dignitario della Gran Commenda dei Cavalieri Templari d'Italia)



giovedì 22 maggio 2008

In ricordo di "Ugo".

Il ricordo commosso del Sommo Sacerdote dell’Arco Reale in Italia G.F. e quello del Gran Commendatore della Gran Commenda dei Cavalieri templari E.A.

E' morto un Fratello, un Compagno, un Amico....
Così avevo iniziato il mio pensiero di ricordo quando, verso la fine del mese di giugno di tre anni fa, se ne era andato un carissimo Compagno a cui ero molto legato.

"Ugo" lo ha prematuramente raggiunto e ora, forse, camminano insieme nei Giardini di Jalu, dove, come credevano gli antichi egizi, i prati sono sempre verdi ed il grano è alto sei piedi.

Ci sono Fratelli-Compagni che ti restano nel cuore più di altri e questo non sarebbe giusto, però è così e non ci puoi fare niente, è più forte di te.

Ti ci riconosci perché ti rassomigliano, oppure perché sono già, più o meno consciamente, come vorresti essere tu, un giorno.

Eppoi accade che se ne vanno e tu ti senti solo.., sovente con la triste compagnia di un tardivo risveglio di coscienza.

Ti domandi allora che cosa hai perso.., quali occasioni.., così come quando se ne andato tuo padre.., quante domande e risposte rinviate a domani per un domani che non ha più potuto esserci.

Ma così è la vita...... Non puoi non uccidere il Maestro! (G.F. - Sommo Sacerdote del Gran capitolo dell'Arco Reale in Italia)




L'apprendere della dipartita di Ugo mi porta molto sconforto.

Ho avuto il piacere di conoscere Ugo e di condividere con Lui momenti di gioia e anche momenti di intensa attività Istituzionale.

Lo ricordo specialmente durante le meravigliose agapi organizzate in Perugia dove si poteva vivere il vero afflato tra Fratelli e l'intesa spirituale tra Cavalieri.

Se ne andato un Cavaliere con lo spirito del guerriero ma con l'animo ricolmo di bontà.

Il suo modo di comportarsi verso i fratelli sarà per me, e deve esserlo per tutti, insegnamento di vita.

Sarà sempre presente nei nostri lavori e non solo perchè non lo dimenticheremo ma e soprattutto perchè la sua energia spirituale fa parte della nostra grande ed immensa catena di unione.

Non è necessario essere presente materialmente è indispensabile esserlo spiritualmente.

La Gran Commenda dei Cavalieri Templari d'Italia abbruna le sue insegne. (E. A. - Gran Commendatore della Gran Commenda dei Cavalieri Templari d'Italia)


Oggi, Ubaldo ci ha dato una triste notizie e pensando al tempo che passa ed ai nostri Cavalieri mi è venuto alla mente che Ugo, alcuni anni fa mi aveva inviato un documento con moltissimi aforismi sul tempo.

Sono andato a rileggerlo ed ho trovato e questo messaggio che vi trasmetto ritenendo che sia il più vicino a quanto Ugo ci ha dato e con questo messaggio lo ricorderò per l’amicizia, l’impegno e la sua disponibilità senza mai chiedere nulla.

Dovremmo tutti, come lui in silenzio cercava di insegnarci, lasciare i metalli e vivere da veri Cavalieri.

Ciao Ugo! (un cavaliere templare)



"Le vite degli uomini famosi ci ricordano che possiamo rendere sublimi le nostre esistenze e, morendo, lasciare dietro di noi le nostre impronte sulle sabbie del tempo."
Henry Wadsworth Longfellow

mercoledì 21 maggio 2008

Conclusa l'Assemblea Annuale del Rito di York


Si è conclusa a Pesaro l’Assemblea Annuale del Rito di York.

I lavori sono stati onorati dalla partecipazione di numerose delegazioni Europee, dai Riti riconosciuti dal G.O.I, e dal Gran Maestro Raffi presente con una folta delegazione.

Il giorno precedente l'Assemblea della Gran Commenda dei Templari in Italia riconfermava all'unanimità, per acclamazione, la Giunta dei Gran Dignitari uscente. (A.Duranti)